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Autore: Lea__91    14/01/2011    5 recensioni
Piccola one-shot ispirata alla canzone dei pink floyd “wish you were here”. Tutto parte dal bacio tra Bella e Jacob prima della battaglia di Eclipse per poi catapultarsi a dieci anni di distanza da quell'evento. Dalla storia:"Nei miei pensieri, una sola e disperata richiesta… Vorrei che fossi qui".
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Isabella Swan, Jacob Black | Coppie: Bella/Jacob
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Eclipse, Contesto generale/vago
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i wish

I wish

copertina


Jacob
Percepivo le sue dita tra i miei capelli: li stringevano, li tiravano, li volevano. Lei, mi voleva.
Si era lasciata andare, aveva capito. Il suo autocontrollo aveva ceduto e le barriere che si era imposta si erano infrante; sgretolate sotto il peso dei suoi sentimenti che finalmente venivano liberati, per poi essere sotterrati di nuovo. Questa volta per sempre. Perché in fondo lo sapevo, non significava nulla: era solo un ultimo saluto, il mio ultimo tentativo per costringerla ad ammettere la verità che i nostri cuori avevano sempre saputo.
Lei mi amava.
Io l’amavo.
E questo era il nostro addio.
La strinsi più forte a me, illudendomi che fosse mia almeno per quell’istante. Un breve ma incantevole istante che sarebbe potuto durare una vita intera, se solo i mostri non fossero mai esistiti.
Vedevo le immagini della mia vita solcarmi la mente; era il mio futuro, o almeno ciò che avrebbe potuto essere: Bella ed io insieme, i segni del nostro invecchiamento che si scorgevano al passare del tempo e due bambini dai lucenti capelli neri che giocavano in una casa ricca d’amore. Tutto ciò non si sarebbe mai realizzato. Mai.
Assaporai il suo respiro fondersi col mio, il sapore delle sue labbra premute sulle mie così bramose di lei. Lei che avrebbe detenuto per sempre il mio cuore.
Volevo che quel momento mi restasse marchiato a fuoco sulla pelle, in tutti i miei ricordi. Perché sapevo che non ci sarebbero state altre occasioni. Questa era la prima e anche l’ultima.
Pensi di saper distinguere il paradiso dall’inferno, Bella? Sai distinguere questi due mondi? Ho bisogno di credere che tu non ci riesca, che in qualche modo la tua capacità di giudizio sia stata oscurata; perché non posso accettare che tu abbia scelto l’inferno. Non posso accettare di lasciarti andare alle fiamme dell’eternità.
Non posso perderti, Bella!
Perché? Perchè hai scambiato un caldo benessere con un cambiamento?
Non posso… non posso vivere sapendo questo, sapendo a ciò che rinunci. Sapendo che rinunci a me! Io Ti Amo!
Ti amo, ti amo , ti amo!
Cerco la tua pelle calda e profumata mentre la neve, fredda, continua a cadere... e la sento, la sento ancora.
Le nostre bocche si modellano insieme, sensuali e timide si esplorano in una danza che non credevo potesse esistere. Mi lascio cullare da questa melodia fatta di amore semplice ma impossibile.
So di aver dato il massimo. Di aver provato il tutto e per tutto per portarti nella mia direzione, ma a nulla sono serviti i miei sforzi. Quando pensavo di tenere saldamente le tue mani tra le mie mi sei scivolata via. Sei precipitata negli abissi, ed io non potevo più salvarti: era troppo tardi, il freddo ti aveva ripreso con sé e il buio era tornato a prenderti.
Ed ora siamo qui, tu ed io senza un noi. Un noi spezzato, torturato, destinato ma sgretolato. Un noi morto ancor prima di nascere.
Non importa cosa pensi, non importa cosa credi o di cosa gli altri si illudano, io TI AMO! Ti amo così tanto, così immensamente, che l’universo non basterebbe per contenere tutto il mio amore. Ciò che non vuoi ammettere e che anche tu mi ami. Forse non nel modo in cui io ti amo, ma è amore quello che provi nei miei confronti; unica vittoria in un mare di sconfitte.
Sei mia, in un modo o nell’altro lo sarai sempre.
Assaporai l’ultimo momento di felicità prima di sentire chiaramente il mio cuore frantumarsi in milioni di pezzi. Frammenti di un amore irrealizzabile. Eppure, in un angolo della mia anima, quell’amore avrebbe continuato ad esistere limpido. Senza sofferenza o agonia, perché in quel posto sperduto, il nostro amore aveva trionfato e, insieme ad un frammento del cuore di Bella, avrebbe continuato a battere, riempendo il vuoto che presto l'avrebbe avvolta.
Un ultimo lieve bacio, un tocco a quelle labbra sottili prima di allontanarmi definitivamente.
Spalancai le iridi, ritrovandomi nella realtà. I suoi occhi ancora chiusi e la sua bocca propensa verso la mia.
Era bellissima.
“Devo andare.”
“No.”

Sorrisi, anch’io vorrei restare Bells.
“Torno presto.” la rassicurai.
Da te tornerò sempre Bella, anche se non nel modo che vorrei.
La volevo ancora. La desideravo con tutto me stesso e nessuno mi impediva di negarmi ciò che volevo. Era il mio momento e dovevo sfruttarlo.
“Prima, però, una cosa…” le dissi, senza mai distogliere lo sguardo dai suoi occhi dolci color del cioccolato.
Ripresi a baciarla con più dolcezza e genuinità. Questa volta non oppose resistenza, era mia. Solo adesso e solo per poco.
Percorsi lieve il suo volto, i suoi lineamenti con il mio tocco caldo. Volevo che anche lei si ricordasse di me e del calore che non avrebbe mai più provato.
Cullandola la strinsi tra le braccia, inebriandomi del suo profumo.
Siamo solo due anime sperdute, Bella.
Questo doveva essere il nostro primo bacio. Meglio tardi che mai.”
Un atteso e combattente primo bacio che aveva lottato per vincere la sua guerra e ora stava scivolando via da questo mondo, insieme alle lacrime della ragazza che amavo.


Dieci anni dopo


Bella
La temperatura si è abbassata notevolmente e i primi fiocchi di neve iniziano a cadere lenti e freddi, come ogni anno in questa data. Come se volessero suggellare il tempo trascorso e i ricordi che racchiude.
Mi sono sempre piaciute le notti di neve, il cielo assume una tonalità quasi rosata e tutto acquista magia. Ma oggi, a distanza di anni, questo paesaggio non mi suscita le stesse emozioni di meraviglia e di gioia. Solo tanta, tanta malinconia. Stanotte, poi, più di tutte le altre notti.
E' mezzanotte in punto, ora è proprio ufficiale: sono trascorsi già dieci anni da quel giorno... il giorno in cui mi hai vista scomparire.
Chissà come sta mio padre... quanto dolore devo avergli causato.
Vorrei tanto venire in questo luogo tutti i giorni, ma non mi è possibile. Da tempo ho abbandonato il mio passato. Ho dovuto farlo, anche se sono stati in molti quelli a non capire. Solo in questo giorno mi concedo di tornare ad essere Isabella Swan. Per il resto del tempo, la mia identità è un'altra, un'identità che nessuno deve sospettare. Nessuno.
Ogni anno ritrovo questo luogo sempre uguale, vorrei poterci venire di giorno, in una calda giornata di sole, magari. Ma è troppo rischioso… se mi riconoscessero?
Non posso rischiare.
Il cancello si sta arrugginendo e il leggero cigolio che provoca mi fa sobbalzare. In fondo, sono ancora la solita Bella.
I ciottoli che compongono il sentiero si stanno ricoprendo di neve, insieme alle fronde degli alberi.
A rompere il silenzio c’è solo il fischio del vento.
I fiocchi di neve vorticano intorno a me, avvolgendomi con il loro gelo, anche se non ne avrei bisogno: da molto tempo, ormai, è il freddo ad accompagnare i miei giorni.
Procedo lenta, non ho fretta. A differenza di allora voglio che tutto trascorri il più lentamente possibile, la vita prosegue puntualmente troppo veloce.
So di non essere sola, viene qui anche lui tutti gli anni. L’unico luogo e l’unico giorno in cui è sicuro di rivedermi. Quante pene gli ho inflitto, non si meritava tutto questo. Mi amava molto e mi dispiace di non essere riuscita ad amarlo come desiderava…
Quante persone ho ferito lungo questa strada.
So che dopo vorrà parlarmi, anche se solo per qualche minuto. Lo accontenterò come ogni volta, so che lo rende felice assicurarsi che io stia bene. Glielo devo, non mi ha seguita, non ha provato a fermarmi, ha accettato la mia scelta senza opporsi.
Il cappuccio scivola sui miei capelli corti, non avrei mai pensato dieci anni fa di arrivare a ventotto anni con questo taglio. Ma quando si deve cambiare, bisogna farlo in tutto e per tutto.
Mai voltarsi indietro.
Un sorriso si dipinge sul mio volto ma muore nell’istante in cui realizzo di essere arrivata.
Avanzo, sentendo i ricordi riaffiorare dalle tenebre dove li ho sepolti. Eccoli, ci sono tutti. Incidono e raschiano le mie ferite invisibili, che sento bruciare tutti i giorni della mia vita. Il dolore pulsa al posto del sangue; ogni anno credo che farà meno male, invece è sempre più lacerante, da togliere il respiro e distruggere l’anima.
Quando mi ritrovo davanti al custode del mio cuore non posso che tornare indietro nel tempo, ed è come un sogno. La più bella delle allucinazioni.
Lo sento, è vicino a me.
Dopo tutti questi anni il suo profumo non è cambiato: quell’aroma di muschio e bosco è ancora percepibile nell’aria che lo circonda. La pelle liscia color bronzo non ha imperfezioni, il tempo non l’ha scalfita. Posso ancora immergere lo sguardo nei suoi occhi di pece e sentire caldo. Una sensazione magnifica, che posso riscoprire solo in questo breve momento.
I nostri attimi sono sempre stati troppo brevi...
“Ciao, Jacob. Ti trovo bene, come sempre. Questo posto avrebbe bisogno di qualche novità, magari un prato nuovo, altri lampioni… così, per cambiare! Non ti sei ancora stufato di questo panorama? No, vero? A te sono sempre piaciute le cose semplici, i cambiamenti non fanno per te. Io, invece, sono una specialista in questo.”
Rido, di quelle risate nervose al sapore di pianto.
“Ti chiedo scusa da dieci anni e ancora sembra non bastare. Non troverò mai la pace, l’hai portata via tu. Mi manchi, mi manchi da morire. Ho desiderato la morte per mesi dopo che te ne sei andato e mi hai abbandonata! Mi avevi promesso che saresti tornato! Perché hai scambiato un ruolo di comparsa nella guerra con il ruolo di protagonista in una battaglia? Perché l’hai fatto? Avevo bisogno di te. Ho bisogno di te.”
Le lacrime iniziano a sgorgare inaspettate, come una cascata.
“Ti amo! E ho aspettato troppo per capirlo, ammetterlo. Avevi ragione, l’hai sempre avuta. Il nostro era amore vero e non abbiamo mai potuto viverlo. Ma non ti ho dimenticato, non lo potrò mai fare. Tu sei parte di me e io sono parte di te. La vita scorre e, un giorno, in un altro tempo, noi due ci ritroveremo.”
Sento il mio corpo cedere, l’agonia è troppa perché possa reggerla. E’ uno strazio continuo che mi incatena alla terra sotto i piedi.
Sono fuggita da Forks da ormai dieci anni, dieci anni trascorsi sopravvivendo nel vuoto della mia esistenza. Da sola. Tutte le persone che amavo le ho abbandonate, perché solo quando tu mi hai lasciato ho capito che senza la tua presenza non sarei più stata felice.
Charlie, Edward, Alice, i Cullen… se ne sono fatti una ragione, non mi hanno mai più cercata. Hanno capito che niente avrebbe potuto farmi tornare, perché l’unica persona che aveva questo potere se n’era andata, uccisa a causa mia e della mia ossessione.
Ogni anno ringrazio che Edward non possa leggere i miei pensieri, ne soffrirebbe troppo. Ed ora sarà qui, nascosto tra gli alberi, a guardarmi piangere ancora sulla tomba di Jacob Black.
Il vaso tra l’erba è vuoto, Billy me lo libera ad ogni anniversario. Stringo forte il mazzo di tulipani rossi che tengo fra le mani e piango ancora. Sono fiori molto difficili da trovare in questa stagione, ma per fortuna, alla fine, sono sempre riuscita ad ottenerli.
Tulipani rossi, segno di un amore eterno come il nostro. Neanche la morte lo può sconfiggere. Nessuno può farlo.
L’aria soffia più penetrante e ad un tratto si fa più calda.
Aria calda in una notte di neve. Mi lascio avvolgere da questo improvviso calore prima di lasciarlo andare per un altro anno. La brezza mi sfiora piano il viso, bisbigliando al mio orecchio una voce calda e roca.
“Ti amo, Bells. Ti aspetterò sempre.”
“Anch’io ti amo, Jacob.”
L’aria trema, per poi scomparire nel nulla.
Il nostro saluto, il nostro eterno addio.
Mi rialzo, soffermandomi ancora una volta sulle scritte chiare incise nella pietra :


Jacob Black
Tanto amore, tanto dolore.


Poche parole che racchiudono tutto ciò che Jake ha portato con sé.
Brividi di freddo percorrono il mio corpo e lui non può riscaldarmi, avvolgermi con le sue braccia forti e bollenti.
Il sole è scomparso dal mio cielo, non riesco più a vederlo. L’ha rapito Jacob insieme al mio cuore, quel giorno durante la battaglia, quando l’uomo che amo è morto per salvarmi la vita, un’ultima volta.
Con la mano sfioro quel granito freddo ed impersonale e, mentre mi giro per andare via, la mia mente è già lontana, schiava della sofferenza. Nei miei pensieri, una sola disperata richiesta: vorrei che fossi qui.


Fanfiction che ha partecipato al contest "Bella e Jacob, semplicemente" indetto da essebi.

Punteggio assegnato

Originalità:7 punti /10

Stile:15 punti /20

Sviluppo della trama: 8 punti /10

Lessico e grammatica:16 punti /20

Gradimento personale: 5 punti /5

Punti bonus:
 20 punti 



(Premio lacrima) 

Commento

Eccoci qui. Mi è piaciuta davvero molto. Ammetto che ho fatto fatica a trattenere le lacrime: la prospettiva della morte di Jake è a dir poco straziante. Ho già letto fanfiction simili alla tua, ma ho comunque tenuto alto il punteggio della prima voce, perché ogni autore racconta in maniera diversa il vissuto dei personaggi, che in questo caso si potrebbe definire molto introspettivo, com'è giusto che sia. Insomma, gli eventi di questa storia possono essere riportati abbastanza brevemente, ma ciò non toglie che i contenuti siano ben sviluppati e trattati con la giusta cautela. Hai tatto per certe cose. Lo stile è semplice e molto scorrevole. Ho notato alcune espressioni che mi hanno lasciata perplessa, ma penso si tratti di una questione di gusti personali. 

Ho apprezzato il cambio di pdv, che ci offre una panoramica più ampia dei sentimenti di entrambi i personaggi. Un cambio indispensabile che hai gestito abbastanza bene. Tuttavia, se posso darti un consiglio, fra quel "dieci anni dopo" e il concentrarsi dei riflettori su Bella avresti dovuto inserire degli spazi. Anche qui, si trattano di semplici consigli d'impostazione. Ottima scelta quella di giustificare il testo: il lettore, in questo modo, ha l'impressione di leggere un libro stampato. Sono sciocchezze, ma questi dettagli valorizzano e mettono in risalto i contenuti di una fanfiction. 

Hai un lessico freddo, elegante e morbido, molto consono alle tinte di questa storia. Le tue parole non sono pesanti, nonostante la drammaticità della situazione. E tuttavia emozionano; sembri avere uno spirito acuto e sensibile che ti permette di cogliere e incanalare l'intimità emotiva e psicologica dei personaggi. Sembri anche capace di riversare quest'emotività -a tratti fredda e distaccata, a tratti tumultuosa- su word. E' una grande qualità, che ti sarà più utile di qualsiasi conoscenza sintattica, grammaticale o stilistica. In primis perché il lettore prima di cogliere la correttezza di un brano ne assapora l'emozione, il brivido della lettura; in caso contrario, lo stesso piacere di leggere svanirebbe. In secundis perché su stile e forma si può sempre lavorare, magari facendosi aiutare da una beta (cosa di cui tu non sembri avere bisogno), mentre la capacità di trasmettere le sensazioni che provano i personaggi è rara e non tutti hanno la fortuna di possedere un simile dono: ti faccio quindi i miei complimenti, sono molto soddisfatta della tua storia e spero di potermi imbattere presto in un'altra tua ff. 

Angolo autrice

Questa FF è ispirata alla canzone dei pink floyd “wish you were here”. Le parole in corsetto, infatti ,sono pezzi del brano tradotti in italiano. Come avete capito questa breve one-shot parte dal bacio di Bella e Jacob prima della battaglia in Eclipse. Jacob, da quella battaglia, non è più tornato e Bella, a distanza di dieci anni, piange ancora quell’amore che ha ammesso a se stessa troppo tardi. Questa Bella è ormai adulta, ha cancellato ogni legame col suo passato per non vivere come schiava del suo dolore. Solo una volta l’anno, nel giorno dell’anniversario della morte di Jacob, si permette di ricordare. Spero che vi sia piaciuta. L’avevo già scritta tempo fa e ora ho deciso di pubblicarla… a voi il parere!

Un abbraccio

Lea


   
 
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