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Autore: dierrevi    15/01/2011    5 recensioni
Tutti sappiamo come i nostri eroi passano le vacanze alla Tana.
Ma come passa le sue Seamus Finnigan, quando torna in Irlanda?
E cosa succederebbe se una sera gli capitasse un "incidente" con un folletto?
Una piccola avventura ispirata ad una vera fiaba irlandese.
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Seamus Finnigan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Mai girare da soli la sera



Molto liberamente ispirata al racconto Teig O'Kane e il cadavere, dall'antologia Fiabe irlandesi raccolta da W.B.Yeats.


Seamus Finnigan si godeva la serata guardando le stelle, sdraiato sul prato davanti a casa, in aperta campagna. Era tornato da scuola da un paio di settimane, dopo aver frequentato il primo anno ad Hogwarts.
Era stato contento di rivedere la sua famiglia, e anche gli amici babbani dei dintorni. Aveva passato gli ultimi giorni a giocare con loro, e cavalcare a turno il cavallo del suo amico Brendan, che aveva una fattoria poco distante.
Hogwarts era proprio un bel posto, ma anche casa non era mica male. E qui potevi startene fuori anche a buio fatto, e nessuno ti toglieva punti.
Potevi anche farti un giretto nei dintorni, anche col buio "tanto li conosco come le mie tasche".
Anzi, un giretto ci stava proprio, prima di andare a letto.
Si alzò dal prato e si avviò verso i campi. Un sentiero si allontanava attraverso la campagna, fiancheggiato da cespugli alti e folti.
Seamus camminava ripensando alle storie incredibili che aveva sentito a scuola, alcune raccontate da Potter e Weasley in persona.
"Chissà se era davvero Tu-sai-chi? E un cane gigante a tre teste, e degli scacchi assassini... Che roba! Caspita, trovarsi di fronte a un mostro a tre teste! Come si combatte un mostro a tre teste?"
Si mise a fingere di aver di fronte il mostro, saltellando per schivare i suoi attacchi e colpendolo con incantesimi. Saltava e agitava la bacchetta, quando...
«Ops!»Una scintilla sfuggì dalla sua bacchetta e scomparve fra i cespugli.
«Ahio!»
Seamus si pietrificò. C'era qualcuno tra i cespugli!
«Ma chi è che va in giro a fare di questi scherzi al vecchio Prook? Se lo becco...»
Era una vocetta nasale e un po' stridula, e a Seamus corse un brivido lungo la schiena.
"San Patrizio! Non sarà mica... non avrò colpito un..."
Un folletto grassoccio e barbuto emerse dai cespugli con un cipiglio battagliero.
Era alto circa la metà di Seamus, indossava una giacca verde con quattro file di bottoni, in testa un cappello a tricorno, verde come la giacca, e con una mano si massaggiava il fondoschiena. Vide subito Seamus e gli si piazzò davanti con le mani sui fianchi.
«Ma bene, eh! Chi abbiamo qui? Se non sbaglio, il giovane Seamus Finnigan, oh sì! È proprio lui!»
"Oh, no! E mi conosce pure!" Pensava Seamus.
Tutti gli irlandesi sanno bene che non bisogna fare arrabbiare i folletti. Se li prendi per il verso giusto possono essere amichevoli, ma sono permalosissimi! E sanno vendicarsi in mille modi sgradevoli.
«Proprio il giovane Seamus Finnigan, sissignore. E di un po', da quando vai in giro a bruciacchiare il sedere ai folletti, eh?»
«I-io n-non v-volevo...»
«Ah, no eh? Come no! Capita a tutti di scagliare scintille a casaccio, e centrare qualcuno in mezzo ai cespugli. Centrare proprio il vecchio Prook poi! E poi, che ci fai in giro da solo a quest'ora, signorino?»
Già, se lo chiedeva anche lui adesso: cosa ci faceva in giro?
«M-mi d-dispiace.»
«Lo credo bene! E ti dispiacerà anche di più! Senti un po', Seamus Finnigan...»
"Oh, mamma..."
«Sai cos'hai combinato? Io me ne andavo tranquillo fin su alla collina, dove i miei compari mi aspettavano per danzare. Ma così azzoppato...» e si indicò il fondo schiena «arriverò molto in ritardo, ecco cosa succederà. I miei compari non saranno affatto contenti che il vecchio Prook arrivi in ritardo, per niente contenti.»
"Ci manca solo questa, altri folletti arrabbiati..."
«Vuole che l'aiuti? Posso portarla sulle spalle.»
«Portarmi sulle spalle? Sarebbe un buon inizio, sì. Ma anche arrivando in tempo, così azzoppato...» e si indicò di nuovo il fondoschiena «non potrei comunque danzare con gli altri. Si arrabbierebbero proprio, se mancasse un danzatore, oh sì, si arrabbierebbero proprio.»
"Oh, mamma! Dannazione, dannazione!" «Posso fare qualcosa per aiutarla?»
«Mmmm» fece il folletto esageratamente pensieroso. «Sì, forse c'è qualcosa che puoi fare, Seamus Finnigan.»
«S-sì?»
«Quella tua scintilla mi ha fatto prendere un bello spavento, sissignore, e devo rimettere in forma il mio sedere bruciacchiato, bruciacchiato da te, ragazzo mio.»
«L-le ho detto che m-mi dispiace...»
«Brutto affare per un folletto una scintilla come la tua, oh sì. Ma forse, e dico forse, vecchio mio, una buona birra potrebbe aiutarmi.»
«Burrobirra?» Seamus si permise un filo di speranza. «Ne abbiamo a casa, te la prendo subito!» disse Seamus cercando di avviarsi verso casa.
«No no no no, vecchio mio...» il folletto lo acchiappò per la cintura e lo tirò indietro «non burrobirra. Io sto parlando di una bella pinta di stout, di quella buona, di quella... che servono da O'Flaherty's pub a Clohernagh, per intenderci. E spinata come si deve, ci siamo capiti, vero, vecchio mio?»
«O'Flaherty's ...»
C'erano solo due piccoli problemi, pensò Seamus: un ragazzino di dodici anni, in un pub, lo avrebbero fatto entrare, forse, solo in pieno giorno e accompagnato dal padre. Ma a parte questo... il villaggio di Clohernagh era a quasi cinque miglia!
«Ma non posso andare al pub da solo! E poi è distante!»
«Come sarebbe? Ti rifiuti di riparare al danno fatto? Ti insegno io le buone maniere!»
Il folletto fece un salto e gli diede una sberla sulla testa.
«Ahio! Ehi, ma cosa...» Seamus sentì come se qualcuno gli tirasse le orecchie verso l'alto. Si portò le mani alla testa. "Oh, per i druidi..."
«Le mie orecchie! Sono...»
«Sono quelle che servono a un ragazzaccio maleducato! Due belle orecchie da somaro!»
«Le mie orecchie!»
«Allora, forse adesso ti ricorderai come ci si comporta. Hai fatto un danno e devi ripararlo, caro mio.»
Seamus si ritrovò a pensare disperatamente. "Le birre in casa sono sotto chiave in dispensa, e se provo a prenderne una, poi sento papà, altro che folletti... Le mie orecchie! ...ma non posso portarmi questo matto di folletto sulle spalle fino a Clohernagh, non ce la farò mai!... Le mie orecchie! ...cosa faccio? ...ma certo! Brendan! Brendan sta a un miglio, sì e no. Magari suo padre mi darà una birra, se gli dico che è per papà... Le mie orecchieee!"
«Senti, Prook...»
«Oh, hai ritrovato la parola? Sentiamo, figliolo!»
«Qui vicino abita il mio amico Brendan. Avrà sicuramente una birra in casa.»
Il folletto si mostrò di nuovo pensieroso.
«Mmmm, dici che il tuo amico Brendan ti darà una birra? Brendan Kennedy?»
«Proprio lui!» "Ma conosce tutti, questo?"
«Ma mi prendi in giro?» sbottò il folletto. «Brendan Kennedy non è più vecchio di te!»
«Ma non lui! Suo padre, accidenti!»
Il folletto lo fissò e scoppiò a ridere.
«Ha ha ha ha, certo certo, ha ha, il vecchio Kennedy che si separa da una delle sue birre, ha ha ha ha!»
Seamus fece una faccia offesa.
«Bene bene, Seamus Finnigan, vediamo se hai ragione.»
E il folletto gli saltò agilmente sulle spalle.
«Ouff!» fece Seamus sotto il nuovo peso. "Alla faccia dello zoppo."
«Avanti vecchio mio, a casa Kennedy!» urlò l'altro allegramente.
Seamus si avviò per il sentiero.
Sulle sue spalle Prook canticchiava ballate e saltellava allegro, agitandogli di tanto in tanto le orecchie d'asino. Seamus invece non era molto allegro. "Buonasera, signor Kennedy. Non avrebbe per caso una birra da darmi, per mio padre? Sa, a casa l'abbiamo finita... - Ma certo ragazzo. E di' un po', cosa ti è successo alle orecchie? - Ecco, appunto. Ooops!"
«Hei Prook! E sta' un po' fermo, mi fai inciampare!»
«Non provarci ragazzo, non ho proprio bisogno di un ruzzolone! Sei giovane e forte tu, non lamentarti.»
E riprese a cantare.
"Comodo, lui..."
Dopo un po' di cammino fatto a questo modo, finalmente furono in vista delle luci di casa Kennedy.
«Hem, Prook...»
«Che c'è, figliolo?»
«Non posso presentarmi alla porta con queste orecchie...»
«Perché no?»
"Già, perché no? Chi non va in giro vestito da somaro, ogni tanto?"
«Perché non mi apriranno nemmeno?»
«Oh, quante storie. Ecco!» Il folletto gli ripiegò le orecchie sulla testa, e ci calcò sopra il suo cappello a tricorno. «A posto no? Su! Fatti dare quella birra.» E così dicendo saltò giù dalle sue spalle e scomparve con un "puff".
"Di bene in meglio..." pensò Seamus. Si avvicinò alla porta e bussò.
«Chi è?» Chiese poco dopo una voce da dentro.
«Signor Kennedy? Sono Seamus Finnigan.»
La porta si aprì e l'uomo lo guardò con espressione interrogativa. «Brendan è già a letto, e dovresti esserci anche tu. Che ci fai in giro a quest'ora? E cos'è quel cappello che hai in testa?»
«Hem, signor Kennedy, non potrebbe per caso prestarmi un paio di birre? Sa, a casa l'abbiamo finita, e...».
Il signor Kennedy lo guardava dubbioso, e proprio in quel momento il tricorno si sfilò e volò via, e le orecchie d'asino scattarono dritte all'insù.
Il signor Kennedy alzò un sopracciglio «Molto divertente ragazzo» e gli sbatté la porta in faccia.
«Tornatene a casa, e di corsa» lo si sentì dire da oltre la porta.
Il muso lungo di Seamus toccava terra.
Si girò mentre Prook ricompariva con uno sbuffo, col suo tricorno in testa.
«Si può sapere perché l'hai fatto?» gli chiese.
«Oh, bella! Mentre eri lì a chiacchierare è passata una bella fatina dei boschi. Sono creature da salutare con rispetto, togliendosi il cappello. Ma per potermi togliere il cappello, mi serviva il cappello!»
Seamus si portò una mano al viso. "Lasciamo perdere..."
«Piuttosto» continuò il folletto. «Questa birra, allora?»
"Secondo te?" Pensò Seamus, mentre faceva il gesto di allargare le braccia.
«Il tuo bel piano è fallito eh, Seamus Finnigan? Sai cosa significa questo?»
Gli saltò di nuovo agilmente in spalla.
"Ouff! Decisamente, non mi sembra zoppo..."
«O'Flaherty's arriviamo! Forza ragazzo!»
Non c'era niente da fare. Se voleva riavere orecchie normali ed evitare guai peggiori, Seamus doveva stare al gioco. Sospirò mogio, e si incamminò verso il villaggio.



Note dell'autore:
Seamus Finnigan è chiaramente di origini irlandesi. Ho immaginato che fosse irlandese del tutto.
E poi, folletti, magia e pazzie strane, dove possono ambientarsi, se non nella verde Irlanda?
Questa fic doveva essere una one-shot, ma ha cominciato a lievitarmi fra le mani e ho preferito spezzarla.
Dovrebbero venire tre parti, la seconda è già in cantiere. Spero che l'inizio vi piaccia e che commentiate.

Precisazioni:
Il villaggio di Clohernagh esiste veramente, e si trova in Irlanda, nella contea di Tipperary.
Da qualche parte nel mondo ci dev'essere anche un Irish Pub di nome O'Flaherty's. Ma non so dove.
Spero che non si offendano per questa citazione.
Qualsiasi riferimento a luoghi o persone reali è assolutamente casuale (anche se non credo che qualche irlandese leggerà mai questa fic, io lo scrivo, non si sa mai).
  
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