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Autore: OttoNoveTre    15/01/2011    3 recensioni
- Caro mio, è quella donna sulla riva che devi ringraziare. Sta a noi non deluderla di aver dato credito ad un folle.-
- Due folli! Chi mi ha mostrato per primo L'historia rerum ubique gestarum? Chi vuole disegnare per primo le mappe di Catai e Cipango?-
- Tre folli, allora. Aggiungerei alla conta la nostra sovrana.-
- Allora siamo ad un folle per nave, perfetto.-
[Personaggi: Santiago]
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Corin, Santiago
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Precedente alla saga
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Vento focoso e passionale sotto le magnolie'
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E’ gia stanco di vagabondare sotto un cielo sfibrato

per quel regno affacciato sul mare che dai Mori è insidiato
e di terra ne ha avuta abbastanza, non di vele e di prua,
perché ha trovato una strada di stelle nel cielo dell’anima sua.
Se lo sente, non può più fallire, scoprirà un nuovo mondo;
quell’attesa lo lascia impaurito di toccare già il fondo.
Non gli manca il coraggio o la forza per vivere quella follia
e anche senza equipaggio, anche fosse un miraggio ormai salperà via.

E la Spagna di spada e di croce riconquista Granada,
con chitarre gitane e flamenco fa suonare ogni strada;
Isabella è la grande regina del Guadalquivir
ma come lui è una donna convinta che il mondo non pùo finir lì,.
Ha la mente già tesa all’impresa sull’oceano profondo,
caravelle e una ciurma ha concesso, per quel viaggio tremendo,
per cercare di un mondo lontano ed incerto che non sa se ci sia
ma è già l’alba e sul molo l’abbraccia una raffica di nostalgia.


Tirò fuori le braccia da sotto le lenzuola e si stiracchiò. L'aveva svegliato una luce dritta negli occhi, ma decise che si poteva godere ancora qualche istante nel letto. Si voltò dall'altra parte, col naso tuffato nei capelli bruni di Lola (o era Ignacia?). Lei mormorò qualcosa e tornò a dormire.
Poi sentì il campanile di san Jorge che suonava l'angelus.
- Que te jodan, capullo!-
Buttò le coperte in fondo al letto e schizzò in piedi. La giacca e i pantaloni erano sulla sedia, ma le mutande? Cominciò a frugare sotto il letto e in mezzo alle coperte. La donna si era messa a sedere, coperta fino al seno con il lenzuolo.
- Che succede, Santiago?-
- La nave, querida, parte la nave. Dov'è che mi hai messo la camicia, dopo il giochino di ieri?-
Lei scrollò le spalle, sbadigliando.
Aveva recuperato le mutande tra la sponda del letto e la parete.
- Huevonazo… Cristobal mi farà il culo, io mi farò il culo se non riesco a partire!-
Si infilò saltellando l'ultimo stivale, prese la borsa e diede un ultimo bacio a Lola o Ignacia (se non era addirittura Joanna…).
- Vado in Catai, querida, e torno con più oro della regina.-
Per fortuna il bordello era appena discosto dal porto. Corse con la borsa che gli sbatacchiava sui fianchi fino a che vide le vele immacolate delle navi di Cristobal.
Lui era lì sul molo, stava baciando la moglie. Gli ultimi barili erano ancora sospesi sopra il ponte della nave.
Si fermò senza fiato davanti all'amico.
- Santiago Moreira… al vostro servizio... capitano.-
Cristobal si sciolse dall'abbraccio della moglie e lo guardò sarcastico.
- Non dirmi che il mio navigatore si è perso per le strade del porto.-
- Ero perso più che altro tra i capelli di una morena…-
Beatriz tappò le orecchie a suo figlio Fernando e guardò storto Santiago.
- Arriverà la donna che vi metterà al vostro posto, criminale. Ci volessero un paio di secoli, arriverà.-
Santiago rise e abbracciò a sua volta Beatriz e Fernando. Cristobal diede un ultimo bacio alla moglie, poi salirono sulla Santa Maria. Quando le navi stavano per uscire dalla bocca di porto, la gente festante si fece sempre più piccina. D'un tratto Santiago vide la folla scindersi in due ali, e in mezzo...
- La regina Isabella, Cristobal!-
L'amico si sporse al limite del castello di poppa, con una mano sulla fronte per schermare il sole del tre agosto, sopra le loro teste.
- Dove la vedi?-
- E' scesa dalla sua carrozza, la donna altera col vestito bianco e azzurro.-
Cristobal si sporse tanto che rischiava di cadere in mare.
- Santiago, Dio mi fulmini se non sei il figlio di puttana con la vista migliore di tutta la Spagna. E' già molto se distinguo ancora che quelle sul molo sono persone...-
Santiago guardò per un'ultima volta la regina, che fissava l'orizzonte nel punto in cui c'era la loro nave. Poi sentirono solo le ultime grida di gioia, e la loro Spagna scomparve all'orizzonte. Cristobal inspirò l'aria salmastra.
- Bene, navigatore, troverai le tue mappe nella mia cabina, nel prossimo mese impareremo quanti nomi diversi si possono dare all'azzurro. E…grazie per avermi dato fiducia.-
- Caro mio, è quella donna sulla riva che devi ringraziare. Sta a noi non deluderla di aver dato credito ad un folle.-
- Due folli! Chi mi ha mostrato per primo L'historia rerum ubique gestarum? Chi vuole disegnare per primo le mappe di Catai e Cipango?-
- Tre folli, allora. Aggiungerei alla conta la nostra sovrana.-
- Allora siamo ad un folle per nave, perfetto.-
Santiago si girò verso la prua, a guardare la striscia che separava i due azzurri dell'oceano e del cielo. Qualcosa avrebbe rotto l'orizzonte, prima o poi, l'aveva visto negli occhi di Cristobal, e anche in quelli della regina.
E presto l'avrebbero riflesso anche i suoi.

E’ da un mese che naviga a vuoto quell’Atlantico amaro,
ma continua a puntare l’ignoto con lo sguardo corsaro;
sarà forse un’assurda battaglia ma ignorare non puoi
che l’Assurdo ci sfida per spingerci ad essere fieri di noi.
Quante volte ha sfidato il destino aggrappato ad un legno,
senza patria bestemmi in latino fai del bere un impegno,
per fortuna che il vino non manca e trasforma la vigliaccheria
di una ciurma ribelle e già stanca, in un’isola di compagnia.

E naviga, naviga via,
sulla prua che s’impenna violenta lasciando una scia,
naviga, naviga via
nel suo cuore la Niña, la Pinta e la Santa Maria.

Non si era sentito mai solo come in quel momento
ma ha imparato dal vivere in mare a non darsi per vinto;
andrà a sbattere in quell’orizzonte, se una terra non c’è,
grida: “Fuori sul ponte compagni dovete fidarvi di me!”
Anche se non accenna a spezzarsi quel tramonto di vetro,
ma li aspettano fame e rimorso se tornassero indietro,
proprio adesso che manca un respiro per giungere alla verità,
a quel mondo che ha forse per faro una fiaccola di libertà.

Acqua acqua e ancora acqua. Gli animi si fiaccano, sopra un guscio di legno per mesi. Santiago guardò quella strana acqua cosparsa di alghe che li aveva illusi di essere arrivati, e poi ancora l'orizzonte. Cristobal era sempre più nervoso, comunicava agli uomini meno miglia di quelle effettivamente percorse, ma ad un cartografo non si mente: avevano navigato per un tratto di oceano più lungo del Mediterraneo.
Sputò in mare dal parapetto.
- Non puoi deludere il mio amico, bastardo.-
Lo scinitillio del sole al tramonto sulla maledetta acqua fu l'unica cosa che gli rispose.
Si rinchiuse nella sua cabina, a guardare per l'ennesima volta le mappe di navigazione.
Erano diretti un po' più a sud, seguendo il volo di alcuni uccelli.
Eppure erano vicini alle tremila miglia calcolate da Cristobal. Allora perché? Giochi a nascondino, Cipango?
Scrutò una ad una le mappe, come se potesse tratteggiarsi d'improvviso la costa del continente, o la rotta giusta da seguire.
Tremila miglia…
Tremila…
Fissò terrorizzato la carta spiegata sul tavolo.
Nell'angolo in basso a sinistra, accanto alla rosa dei venti, rilesse il nome del compilatore, e l'unità di misura...
- Hijo de puta! Huevonazo!-
Piegò la carta in malo modo e corse verso la cabina di Cristobal. Lo trovò intento a scrivere il diario di bordo.
- Santiago! Che ti succede? Sembra che tu abbia visto…-
La speranza gli illuminò gli occhi.
- Terra? Siamo arrivati?-
Santiago strinse a pugno la mano in cui teneva la carta geografica.
- No, non si tratta di quello. Anzi, in realtà si tratta proprio di quello, ma non nel senso che pensi tu. Non so bene come dirtelo, però…-
Fu interrotto dalla porta della cabina che si spalancava. Ne entrò uno dei marinai, Juan. Era di servizio sulla Pinta, perché era lì? Poi alzò il braccio e vide che stava puntando una pistola contro Cristobal.
- Sul ponte, seňor.-
- Cosa stai facendo, Juan?-
- Torniamo a casa.-
Gli puntò la pistola al petto. Santiago si alzò dalla scrivania.
- Anche voi, capitano.-
Lo seguirono sul ponte, dove si erano radunati tutti gli uomini. Il posto del timoniere era già stato occupato, e un altro dei marinai era pronto a far virare la nave verso est. Juan prese la parola.
- Ci siamo imbarcati perché ci avete promesso una via breve per le indie. A me non sembra così breve, se da un mese non vediamo altro che questo cazzo di oceano!-
Il resto della ciurmo rumoreggiò con varie frasi di assenso.
- Per quanto mi riguarda, andando avanti potremmo arrivare all'orlo del mondo e cadere giù. Quindi torniamo a casa. Diego!-
Il timoniere cominciò a far virare la nave. Cristobal tentò di di correre verso il timone, ma due marinai lo trattennero.
- Non moriremo per le tue pazzie, italiano.-
- Voi non capite, manca poco, ci siamo quasi. Non avete visto gli uccelli, ieri? E quei mucchi di legname e alghe. Non manca molto, non potete abbandonare adesso!-
Cristobal tentò ancora di liberarsi per raggiungere il timone, serrò i denti e strattonò gli uomini, ma ne arrivò un terzo a puntargli contro il coltello. Stavano frantumando la sua vita.
Ma Santiago sapeva che avevano ragione i marinai, stavano facendo la cosa giusta.
Perché Cristobal sarebbe andato a sbattere nella fine delle acque prima che in Catai: aveva confuso miglia europee con miglia arabe, e non erano che ad un sesto del viaggio che li avrebbe portati a qualche straccio di terra.
Fu con la totale consapevolezza di essere un pazzo, quindi, che Santiago si mosse verso il timone. Juan gli puntò di nuovo contro la pistola. Lui continuò a camminare, finché la bocca di fuoco non toccò la sua giacca. Prese con le mani i due lembi della giacca e della camicia e tirò, in modo da scoprire il cuore.
- Avanti, Juan, sparami.-
- Fermo, cabròn.-
Si avvicinò ancora, la canna che premeva contro la pelle e lui che sovrastava Juan.
- Sparami, Juan Rodriguez, perché se non mi spari questa cazzo di nave arriverà in Catai, con o senza voi!-
L'uomo esitò un momento di troppo: Santiago afferrò la canna della pistola e la girò verso il petto di Juan, stortandogli il dito infilato nel grilletto. Con la pistola in mano, sparò il colpo in canna verso l'oceano.
- Avete ragione! Avete ragione tutti. Non ne posso più di bere rum annacquato, guardare questa cazzo di acqua e Dio sa quanto ho bisogno di una scopata.-
L'atmosfera da minacciosa sembrò distendersi un poco, qualcuno sghignazzò.
- Però il capitano ha detto che siamo quasi arrivati, quindi siamo quasi arrivati.-
- Lo ha detto anche due settimane fa, quando sono cominciate le alghe.-
- Tre giorni.-
Era stato Cristobal a parlare: aveva aperto le prime tre dita della mano sinistra, in alto perché le vedesse tutta la ciurma.
- Se entro tre giorni non succede nulla, torniamo a casa.-
Juan si stava ancora accarezzando la mano ferita. Sputò per terra.
- Non un'ora di più.-
Fece cenno agli altri marinai, che lasciarono poco per volta il ponte. I tre che minacciavano Cristobal borbottarono anche qualche frase di scusa. Il capitano si avvicinò e gli mise una mano sulla spalla.
- Convoca subito Martin Alonso e Vicente Yanez. Non possiamo permetterci un vero ammutinamento. E tira fuori tutta la mia scorta di vino, dallo in cucina che lo distribuiscano stasera assieme al pasto. Facciamoli star buoni il più possibile.-
Santiago andò subito a dare il segnale ai due capitani, che raggiunsero la Santa Maria.
Si chiusero nella cabina di Cristobal quella sera stessa, mentre dal ponte arrivavano gli schiamazzi e le urla di gioia per il vino spagnolo.
- Dobbiamo trovare un modo per tenerli buoni e continuare il viaggio. Non sono arrivato ai reali di Spagna per tornare in patria a mani vuote.-
- Un po' hanno ragione, Cristobal. Le tue previsioni ci davano già arrivati a questo punto. Che dici Santiago? Secondo i miei calcoli, abbiamo superato le tremila miglia.-
Sì, tremila miglia italiane le avevano superate, ma non tremila miglia arabe…
- Soltanto di poco, i tre giorni concessi dal capitano saranno sufficienti per arrivare.-
Non riusciva, non voleva dirlo a Cristobal.
- E se così non fosse, come teniamo buona la marmaglia là fuori? Non abbiamo altro vino.-
Cristobal si accarezzò qualche volta il mento.
- Convinciamoli che c'è terra. Questa qui - indicò una pianta fiorita vicino alla branda - stacca i fiori e buttali in mare. Domani sera annuncerò di aver visto delle luci all'orizzonte.-
Martin pestò il pugno sul tavolo.
- Così il vitalizio di diecimila maravedì toccherebbe a voi!-
- Solo all'apparenza. Darò il giusto compenso al primo che davvero avvisterà terra.-
Guardò in direzione di Santiago e sorrise.
Lui fu tentato di fermare subito tutti i piani dell'amico, e si sentì un verme quando la sua testa annuì, approvando il piano che avrebbe portato avanti l'illusione non solo della ciurma, ma anche del capitano.
- Se il vitalizio non sarà mio, mi permetterete almeno di ripagare il vino che quelle spugne stanno scolando alla mia salute!-
Vicente rise assieme a Cristobal, mentre Martin si limitò ad alzarsi per tonare sulla Pinta.
Mentre i due raggiungevano la scialuppa che li avrebbe riportati alle loro navi, Cristobal prese in parte Santiago.
- Segui Martin sulla Pinta, non mi fido.-
Santiago annuì e prese posto nella scialuppa. Da come lo guardò Martin, capì che sapeva cosa aveva in mente Cristobal, ma non fece commenti.
Sulla Pinta proseguivano i festeggiamenti. Santiago vide Juan impegnato a confabulare con altre quattro persone. Decise di avvicinarsi.
- Allora! Niente di meglio di un buon rosso per calmare i cuori…-
I cinque interruppero di colpo i loro discorsi e lo guardarono.
- Seňor Santiago. Girano già scommesse su chi avvisterà terra per primo, ma la vostra fama di falco ci sta rovinando la piazza.-
- Scommesse, davvero? Vieni un attimo con me e spiegami meglio.-
Gli cinse le spalle con un braccio e lo allontanò dagli altri quattro. Arrivarono sulla punta del castello di prua, e Santiago fece sedere Juan su un mucchio di cordame.
- Mi sembrava avessimo chiuso la questione, prima.-
L'altro sogghignò e sputò in mare.
- Tra tre giorni si ripeterà la storia di oggi, e di tre giorni in tre giorni l'italiano ci porterà in malora. Voglio solo essere certo di riabbracciare il mio povero padre…-
- Se non ti basta la parola del capitano, ti do anche la mia. Se non sarà nei prossimi tre giorni, torneremo indietro.-
Perché sarebbe venuto il tempo di dire a Cristobal delle sue tremila leghe arabe.
- Non so, seňor. Se tra tre giorni non troviamo nulla, chi mi assicura che sarà così facile convincere il capitano?-
- La questione non si porrà nemmeno: massimo tre giorni e saremo in Catai.-
- Se ne siete così sicuro, cedetemi il primo avvistamento.-
- Cosa?-
Juan ghignò di nuovo.
- Santiago Moreira dalla vista di falco, giuratemi solennemente che se nei prossimi tre giorni avvisterete terra prima di chiunque altro, lo farete gridare a me.-
Furbo il marinaio. Gloria e diecimila maravedi di vitalizio in cambio di tranquillità nella ciurma.
Strinse la sua mano, suggellando quella promessa irrealizzabile. Se dovevano essere gli ultimi tre giorni di pia illusione per Cristobal, che almeno fossero tranquilli.
- Il "Terra" è tuo, Juan Rodriguez.-

Il giorno dopo, un marinaio ritrovò dei fiori freschi in acqua, con meraviglia e gioia da parte di tutti. La notte successiva, Cristobal affermò di aver visto una luce fioca e intermittente all'orizzonte. Come sospettava, Vicente appoggiò la sceneggiata, mentre Martin negò tutto, e insistette perché fosse la Pinta a precedere le altre due navi.
Santiago era rimasto sul ponte, a prua, e faceva passare l'ultima notte in cui sopravviveva ancora il sogno di Cristobal in compagnia di una bottiglia di vino superstite.
Come avrebbe potuto dirglielo? Lui si era sentito sprofondare, davanti a quella maledetta mappa. Cristobal… quel viaggio era la sua vita, e sarebbe rimasto nella storia solamente come l'abbaglio più grande della regina Isabella. Le risate di tutti coloro che si erano rifiutati di finanziare il genovese pazzo... Mierda! Sarebbe stato meglio avvertirlo subito, il giorno dell'ammutinamento. Perché cazzo aveva lasciato che proseguisse? Bel gesto, illudere così un amico. E cosa avrebbe detto, una volta saputo che lui sapeva da giorni che non c'era nulla? Poveraccio anche quel Juan, sei giorni in più in mezzo al mare a pensare di poter ricevere sul serio diecimila maravedi…
Tracannò l'ultima sorsata e guardò per l'ennesima volta tutta quell'acqua, dalle onde che la prua infrangeva a...


E naviga, naviga là
come prima di nascere l’anima naviga già,
naviga, naviga ma
quell’oceano è di sogni e di sabbia
poi si alza un sipario di nebbia
e come un circo illusorio s’illumina l’America.

Terra?
Terra!
Cazzo, urlalo Santiago.
Terra, terra dove non ce ne doveva essere, terra a tremila miglia italiane dalla Spagna.
Terra, terra!
Cosa aspetti, huevonazo, l'hai vista, è la! Urla quella cazzo di parola.
Terra!
La promessa, ma quale promessa dei miei coglioni. Promessa fatta ad un ubriaco, perché tu sapevi che non c'era terra, non c'era niente da vedere.
Urlalo, cazzo.
Urlalo e prenditi il tuo meritato trionfo.
Terra, terra cazzo…

Juan Rodriguez si sentì scuotere dal suo sonno: una mano gli afferrò la camicia e lo trascinò sul ponte.
- Siamo arrivati. Dillo, prima che cambi idea.-















E arriva la prima parte di "America"! Non so quanti dal titolo avessero intuito chi poteva essere il nostro Santiago prima di starsene a Volterra, in ogni caso ecco qua. Il viaggio di Colombo mi ha sempre affascinato moltissimo, però la molla per scrivere è quella canzone stupenda che trovate in corsivo tra un paragrafo e l'altro, ovvero "Colombo" di Guccini. Ecco, la parte bella della storia sono le parole di Guccini, in cui sta già dentro tutto il significato del viaggio. In mezzo i miei timidi tentativi di integrare con la storia di Santiago...
Cristobal è il nome con cui Cristoforo Colombo era conosciuto in Spagna. La storia ripercorre abbastanza fedelmente i veri avvenimenti del viaggio, a parte che l'avvistamento dei fiori e delle luci non è stata una macchinazione (almeno credo...), e non c'era nessun navigatore di nome Santiago Moreira, purtroppo :( Il povero Juan Rodriguez si starà rivoltando nella tomba a vedergli soffiato il merito da un personaggio immaginario, quindi...mi perdoni, signor Juan!
Ho trovato su internet alcuni insulti tipici spagnoli e li ho inseriti^^ I significati sono facilmente intuibili :)
Catai e Cipango erano i nomi di Cina e Giappone.
Se c'è altro di poco chiaro, son qua!
La seconda parte arriva tra qualche giorno.
Grazie grazissime a tutti quelli che leggono! Aro vi ricompenserà per l'apprezzamento che date alle sue guardie^^

   
 
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