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Autore: angelikakiki    17/01/2011    2 recensioni
E dopo l'inaspettato successo di " Harry Potter e la Camera delle Sorprese"... Come promesso, rieccomi alla carica, più demenziale che mai! Harry Potter è come al solito il maghetto più figo del mondo... ma come potrà avere la meglio sui Vampennatori e su tutte le altre avventure e rivelazioni che vivrà? Tra comincità e colpi di scena ecco la mia nuova parodia!
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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 “ Harry, ti abbiamo fatto un regalo per il tuo compleanno!” dissero i Dursley a Harry Potter. Harry era un maghetto come tutti gli altri: solo un po’ più em… vivace? Harry cominciò a saltellare sul divano in preda a una crisi nervosa:
“ Che cos’è, che cos’è, che cos’è?” chiese insistente.
“ Viene a trovarti tua zia Marge!” esclamò suo zio Vernon. Harry smise di saltellare.
“ Mi stai a pia per il culo?
“ NO!” esclamò lui soddisfatto.
“ NOOOOOOO!!!” gli Eschimesi si attapparono le orecchie per quanto Harry, in Inghilterra, stava strillando forte.
“ Ve prego! A sto punto preferisco Dobby!” esclamò in preda al delirio. Dobby l’Elfpo Domestico si materializzò lì all’istante.
“ Harry Potter stava parlando di me?” chiese.
“ Togliti dalle palle tu!” gridò Harry travolto dall’ira. Dobby se ne andò contrariato. Improvvisamente arrivò zia Marge. Poteva essere la sorella minore di Hagrid. Indossava una tuta attillata e arancione, con un lungo mantello alle spalle. Partì un motivetto semi agghiacciante. Un milione di cani entrarono nella casa. Lei urlò con la sua voce possente “ IO SONO DOG-WOMANI!” esclamò con il vento che le scompigliava i capelli.
“ E IO SONO TUA MADRE!” disse Harry ridendo come un pazzo. Lei lo guardò malissimo.
“ Allora sei ancora qui!” disse. “ Sai com’è… ci vivo...
“ Veron e Petunia sono troppo buoni a tenerti…
“ Ma chi ce vole sta con sti due palloni gonfiati…” disse Harry.
“ Dove hai detto che lo mandate a scuola, Vernon?” chiese zia Marge.
“ Ma saranno cazzi miei?
“ A… em… a una scuola… lontana…
“ Vado alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, problemi?” chiese Harry strafottente.
“ Certo, come no, e io sono Tata Matilda!
“ Per quanto sei cessa potresti benissimo esserlo…” disse Harry. Zia Marge si sedette. “ Non devi rimproverarti per come è venuto su il ragazzo… se dentro c’è qualcosa di marcio non puoi farci niente…” disse tenendo in  mano un bicchiere di vino.
“ L’unico oggetto marcio qui dentro è il tuo sedere celluloso, ubriacona…” mormorò Harry. Zia Marge fece finta di non aver sentito.
“ Anche nei cani… se cè qualcosa che non va nella madre, anche i cuccioli… guarda i miei per esempio… sono tutti bellissimi…
“ Quindi sei tu la madre di questi cagnolini? No perché vi assomigliate… stesso sguardo… stesso muso…” osservò Harry visibilmente disgustato.
“ Poi tua sorella, Petunia, è scappata con un buono a nulla…” disse Marge.
“ Che poi, neanche a dire che era figo…” Harry non si seppe trattenere.
“ MIO PADRE SFILAVA PER LA DOLCE E GABBANA! ERA UN GRAN FIGO!” esclamò. Marge lo guardò cattivissima.
“ Tuo padre era un mostro di bruttezza… Mettevo la foto di tuo padre che trovavo su Playboy sul frigo… così non mi veniva voglia di aprirlo…
“ E a quanto sembra non  ha funzionato! Sei una botte!” gridò Harry. Marge alzò il dito medio. Ma cominciò a gonfiarsi. Si gonfiò così tanto che alla fine scoppiò. Dopo essersi librata per tutta casa emettendo un suono simile a quello di un palloncino che sgonfia piano piano e rumorosamente, si ritrovò con otto misure di meno, magra e piena di ciccia floscia e molla.
“ Ahahahah!!! A zia, me sa che ti serve una nuova tuta!!! Ahahah!! Ora me sembri Ciccia-Floscia- Woman! Ahahahah!!! A zì, guarda che mi sa che hai stabilito un nuovo record! Non sei contenta?” chiese Harry mostrando un sorriso a trentadue denti. Zio Vernon si avvicinò a lui con espressione truce. Harry ebbe un flashback. Se ne andò di casa, prendendo le valigie e l’uccello ( Edvige). Harry non voleva rimanere di nuovo sdentato. 
 
  
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