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Autore: Lily_Rose    18/01/2011    29 recensioni
Arianna, IV B. Attratta e impaurita dagli uomini nello stesso tempo.
Daniele, V F. Le donne non hanno segreti per lui (o forse sì?).
Tra colpi di scena e scherzi del destino, capiranno cosa vuol dire davvero innamorarsi?
“Anche se non mi fido degli uomini, sono innegabilmente attratta da loro. Non posso impedirmi di fissare –talvolta imbambolata- certi ragazzi che, fisicamente parlando, mi stendono gli ormoni fino al knock-out.”
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO XV

 

Quello che voglio

 
 
 
 
Biiiip. Biiiip. Biiiip. Biiiip. Biiiip. Biiiip…
La sveglia suona per almeno cinque minuti prima che il mio torbido sonno si decida a lasciarmi.
Quando finalmente riesco a sollevare la faccia dal cuscino, il mio primo bisogno è impellente: vomitare.
Ok, preferisco sorvolare sui dettagli. La tazza del water non è una bella visuale, da vicino, soprattutto in una mattina come questa. Giuro che non berrò mai più, lo giuro su tutta la mia collezione di cappelli!
- Che diavolo… - sbotto ad un tratto, con la fronte appoggiata al bidè, accorgendomi solo in quell’istante che c’è qualcosa che non va.
Sono vestita. E i miei vestiti sono umidi.
Mi alzo e vado allo specchio, scoprendo con disgusto che ho il trucco tutto colato sulla faccia, con tanto di striscia rossa di rossetto a farmi sembrare un malriuscito Joker.
Cosa è successo ieri sera?
Ok, sbronza colossale. Ok, ma dopo?
Si può dire che ho un vuoto di memoria a partire da…da quando, esattamente? Ricordo Matteo che si abbraccia Cinzia, ricordo Cinzia che va via con Ferri (riecco la fitta allo stomaco..puntualissima, non c’è che dire!), ricordo Silvia che mi dice “Ari, è una vittoria”… ma non so per cosa. Non ricordo più nulla. Zero totale, vuoto assoluto, kaputt!
Torno in camera strascicando i piedi. Se ero talmente ubriaca da non ricordarmi nulla di quel che ho fatto – rifletto con crescente smarrimento – come accidenti sono riuscita a tornare a casa?
Il cellulare che squilla da qualche parte nella mia stanza sembra quasi volermi suggerire una risposta.
- Borsa… borsa… borsa…– la cerco con gli occhi finché la vedo, abbandonata sulla scrivania. Il display del cellulare mi fa presente che è arrivato un nuovo messaggio.
“Se te lo stai chiedendo, il tuo motorino è ancora davanti a scuola. Quando ritorni alla realtà chiamami, che lo andiamo a recuperare con la mia macchina.”
Mittente: Daniele Ferri.
Oddio.
Ora qualcuno mi deve spiegare!
Cerco nella rubrica il numero che stavolta ho avuto cura di memorizzare. – Silvia! – grido ad un’assonnatissima voce che mi risponde “pronto”. – Silvia, sei sveglia?
- Ma che.. ma.. Ari, vaffanculo. Sono le sette e mezza.
- Cos’ho fatto ieri sera?
- Richiamami ad un’ora normale…
- No aspetta! Ti prego! Devo sapere cos’è successo, non ricordo nulla!
- Eri ubriaca…
- Questo lo so. Lo sa anche il mio water, ora.
- Ti sei vista con Matteo, ma non so cosa ci hai fatto perché non ero lì. E poi di punto in bianco te ne sei andata senza dirmi una parola.
- Matteo… Matteo, maledizione. Maledizione!!
- Stai calma.
- E Ferri?
- Ferri stava alla grande, aveva un completo che…
- No, non mi interessa com’era vestito! Mentre ero ubriaca ci ho parlato?
- Credo di sì..
- Mondo inghiottimi!
- Senti, non so di preciso cos’è successo tra te e lui ma so che quando sei uscita lui ti ha seguito. E poi siete spariti tutti e due. Ti ho cercata per chiederti se avevi bisogno di un passaggio fino a casa, infatti, ma non ti ho trovata più. Che hai fatto, Ari?
- Vorrei saperlo anch’io!
- Beh, se sei a casa vuol dire che è andato tutto bene. Buonanotte.
- No, aspetta!
- Che c’è ancora?
- Ferri.. Ferri poi è tornato? Intendo, io sono sparita ma lui poi è tornato, vero?
- No, non s’è più visto neanche lui.
Oddio. Oddio. Oddio!
- Ari? Sei andata a vomitare? – mi chiede Silvia sentendo un po’ troppo silenzio.
- Credo.. credo che Daniele possa avermi riportato a casa.
- Eh, la miseria! – fa la mia amica, improvvisamente del tutto sveglia. – Voglio i dettagli!
- Prima li devo scoprire. – mormoro. E ancora non so come farò.
- Quando li sai, voglio tutti i dettagli.
- Ci vediamo domani a scuola. Buonanotte. – tronco lì. Quindi interrompo la chiamata e rispondo al messaggio di prima.
“Sono sveglia. Perché il mio motorino è ancora davanti a scuola? Scusami, credo di avere un black out.”
Invio il messaggio e la risposta arriva dopo due soli minuti.
“Perché ieri sera ti ho portata a casa io.”
Tombola!
“Non voglio darti altro disturbo, torno da sola a recuperarlo.”
“Oggi c’è sciopero degli autobus e tua madre è a Milano.”
E lui come lo sa? Sto per scriverglielo, ma subito dopo mi arriva un altro suo messaggio.
“Quando ti senti pronta per affrontare la realtà, vai in soggiorno.”
C’è scritto questo, su quel cavolo di display, ed io come una deficiente obbedisco. Con quell’aria da sopravvissuta ad un naufragio che mi ritrovo, percorro il corridoio ed entro in sala… dove ho bisogno di almeno quindici secondi per riconoscere la persona che ci trovo.
Seduto comodamente sulla poltrona che è anche la mia preferita, con in mano una rivista e con l’aspetto fresco e riposato dell’ultimo giorno di vacanza, c’è Daniele Ferri.
- Buongiorno. – mi fa sorridendo. – Come ti senti?
Resto imbambolata, con la mascella a mezz’aria.
- Non volevo ascoltare la tua.. ehm.. diciamo conversazione di qualche minuto fa, ma urlavi come una disperata. – prosegue lui.
- Tu… tu…
- Ieri sera stavo per andarmene, ma poi ho pensato che se fossi stata male.. insomma, eri qui da sola, quindi..
- Tu… tu…
- Sì, ti ho portata a casa e poi sono rimasto qui. Va tutto bene, tranquilla.
- Tu mi hai sentito parlare con Silvia! – riesco finalmente ad articolare. – Tu mi hai sentito mentre… mentre…
Mentre vomitavo.
Che vergogna! Faccio un rapido dietrofront e mi fiondo in bagno, chudendo a chiave la porta.
- Aspetta. – mi fa lui da fuori. – Che c’è? Guarda che non è successo niente! Non mi interessa cosa vi siete dette tu e Silvia, eh.. Arianna? Ci sei?
Io mi sto guardando allo specchio. La mia faccia fa paura: la striscia di rimmel mi arriva alle orecchie e il rossetto ce l’ho tutto sbavato intorno alla bocca. Ottimo! Il ragazzo più figo dell’intero sistema solare mi ha appena visto in queste condizioni dopo avermi sentito vomitare! Mi daranno un premio, prima o poi!
- Dammi due minuti. – gli dico cercando di calmarmi. – Dammi il tempo di togliermi il trucco dalla faccia e poi ne riparliamo.
- Ok. – dice la voce al di là della porta, ed io inizio a lavarmi. Già che ci sono mi pettino -questo covone di paglia sarebbero i miei capelli?- e mi rassetto i vestiti. Sono un disastro, ma almeno adesso posso guardarlo in faccia senza sprofondare.
Quando esco, lui è in ingresso, sta guardando le foto di… oh, porca miseria! La mia foto in costume alla gara di nuoto delle elementari!
- Ehm. – mi avvicino a lui. – E’ stato molti anni fa. Mia madre è un po’ sentimentale.
Mi aspetto che mi prenda in giro ma non lo fa. Al contrario, ha un’espressione estremamente serena e soddisfatta sul volto. Un volto mezzo assonnato, con ancora il segno delle cuciture del divano sulla guancia.
Ecco, lo sapevo. Ora non riesco più a smettere di fissarlo.
- Ti senti meglio? – mi chiede.
- Beh.. credo che… Lo vuoi un caffè?
- Sì, grazie.
Armeggiare intorno alla moka può essermi di grande aiuto. Almeno posso concentrare i miei occhi su qualcosa di diverso da lui.
- Senti, mi dispiace per ieri, devo essere stata pessima. – gli dico. – Grazie per avermi riportato a casa. E per quanto riguarda la telefonata a Silvia… insomma, l’ho chiamata perché non mi ricordo niente di quello che è successo. Spero di non aver.. combinato disastri, ecco.
- Tranquilla. Non hai combinato disastri e soprattutto non sei stata pessima, ma molto divertente, direi.
- Divert…divertente. – ripeto a pappagallo, per metabolizzare le informazioni.
- Sì, molto spassosa. – prosegue lui. – Sbattevi qua e là, ti appoggiavi a tutto, sottoscritto compreso, e poi…
Mi figuro una sciocca ubriaca che si appoggia a Daniele Ferri ridacchiado come un’ebete. Argh.
- Scusa. Scusa. Davvero. – gli dico seria, anche se non so se incazzarmi di più per essermi appoggiata a lui a tradimento o per averlo fatto mentre non ero cosciente. La seconda, direi.
Il fatto è che Daniele ora è tornato vicino a me e cercare di non avvertire il suo profumo, mentre sono qui a pochi centimetri da lui, si sta rivelando più difficile del previsto. Vorrei saltargli addosso, ecco la verità. Io mi sarò pure ubriacata, ma i miei ormoni stanno benissimo, a quanto pare!
- Non preoccuparti. Quello non è stato un problema. – mi dice lui.
- Quello. – metabolizzo. – Intendi che… ho fatto anche dell’altro?
- Certamente.
Sento la pendola della morte che comincia a suonare per me. Donnng. Donnng.
- Che cosa ho fatto..? – chiedo con voce flebile. – Se ho fatto qualcosa di…diciamo sconveniente, sappi che hai il dovere di dirmelo.
Lui ridacchia.
- Oddio! Ho tentato di baciarti! – ipotizzo, terrorizzata.
Ferri ride di gusto. – No, ma non sei del tutto fuori strada.
- Qualsiasi cosa abbia fatto, giuro che non si ripeterà più. Ho chiuso con l’alcol.
- E’ stato un rapporto molto breve.
- Breve e fin troppo intenso, per quanto mi riguarda. Ma ti prego, ora dimmi esattamente cos’è successo.
Stavolta azzardo un’occhiata verso di lui. Sta sistemando le tazze e i cucchiaini sui piattini, che tenero.
E poi guarda un po’, che strana scena.. io e lui in una cucina, fianco a fianco, di mattina presto. Se non mi fossi appena giocata del tutto la reputazione con il rimmel strisciato e tutto il resto, potrei anche dire che abbiamo una certa affinità.
Ora basta però.
Il caffè è pronto ed io mi costringo ad impegnarmi nella delicata operazione di versarlo nelle tazze. Quindi ci sediamo a tavola, uno di fianco all’altra.
- Allora? – lo incalzo.
Lui sta assaporando il suo caffè con aria estremamente appagata. Finalmente la smette di essere sadico e si decide a rispondermi. – Da dove posso cominciare? Beh, innanzitutto, mentre entravamo in casa tua, mi hai detto che oggi mi avresti parlato di qualcosa di molto importante, quindi forse spetterebbe a te parlare per prima.
Resto a bocca aperta. A cosa cavolo alludevo? Qualcosa di importante, del tipo che sono perdutamente cotta di lui?
- Non ricordo.. davvero..
Lui sorride. – Ok. Partiamo dall’inizio. Mi hai parlato di Silvia. – spara senza pietà. Ed io sento le mie guance prendere fuoco.
Porca miseria.
- Ti ho parlato.. di lei? Intendi di che tipo è, hobby interessi punti forti segno zodiacale e cose così, vero? – chiedo vaga, ma la mia voce mi tradisce perché si è fatta molto stentata.
- Non proprio. Mi hai spiegato molto bene la sua abilità di stratega, per essere precisi. Pare che Silvia se ne intenda, di uomini...
A quel punto capisco che i giochi sono finiti. – Ok. So dove vuoi arrivare. Devo averti detto molto più di quel che avrei dovuto dire. Sì, lo ammetto: ho fatto una gran cavolata, ho ascoltato Silvia e ho tentato di provocarti per vedere come reagivi.
La mia voce, su quel “provocarti”, è diventata praticamente inesistente. Ma credo che Ferri abbia capito lo stesso, perché ora è molto serio.
- Un disastro su tutta la linea. – proseguo, ormai sull’onda della confessione. – Forse a Silvia certe cose riescono, ma a me complicano solo la vita. Pensavo che avrei capito cosa aspettarmi da te, e invece non ho capito niente. Ed ora… - lo guardo, indecisa su come proseguire.
Ormai gioco a carte scoperte. Lo sa che gli muoio dietro. Mi sfotterà per l’eternità, come minimo.
Ari, cerca di uscirne con dignità, almeno.
- Ora.. ti ringrazio per avermi accompagnato a casa ieri, ma credo che sia meglio se il motorino me lo vado a recuperare da me. Non mi devi altro, anzi scusami. Sono stata davvero molto infantile. Ti assicuro che non ti causerò disturbo mai più.
L’ultima parte è un sussurro. Daniele mi sta guardando fisso.
- Causarmi disturbo…? – ripete poi, con quel suo mezzo sorriso storto. – Ti sembro uno scocciato perché è stato “disturbato”?
Lo guardo di nuovo. Non mi sembra scocciato, mi sembra felice e spensierato.
Scuoto piano la testa. – In realtà no.
- Non lo sono, infatti. Ho anch’io da dirti delle cose. Se ieri hai fatto una cazzata, io ho fatto la mia, quindi siamo pari no?
Lo guardo perplessa.
- Cinzia. – mi dice lui, come se quella parola spiegasse tutto.
- Ah. Che ora è la tua ragazza, immagino, vero…? – tento. Se c’è una cosa che ricordo bene di ieri sera, è come lui e Cinzia si siano appartati dopo avermi salutata.
Il mio stupore è grande quando lo vedo scoppiare a ridere di nuovo.
- No, non è la mia ragazza. Sono libero. Sono libero e innamorato. Non lo capisci?
Io sono parecchio confusa ma il mio cuore comincia ad accelerare impetuosamente il suo battito.
- Ieri sera, con tutto il tuo sparlare da ubriaca, mi hai fatto capire delle cose che volevo capire da tempo. Più o meno da quando ti ho conosciuta. Ora so che Matteo non è un problema. – sorride. – Ora so che non mi odi.
- Io non ti ho mai odiato. – dico, sempre sussurrando.
- Credevo di sì, me l’avevi anche detto.
- Era solo.. era che non capivo. E anche adesso capisco poco, in realtà. Ma non ti odio, assoltamente no.
La parola da usare sarebbe un’altra.
- E ti fidi di me? Almeno un po’?
- Beh, ieri mi hai riportato sana e salva a casa, direi che questa è una buona prova di affidabilità.
Mi sorride, ed io m’incanto. Di nuovo.
- Ora capisco perché mi guardi così. – sussurra lui. – Stupido a non averlo capito prima.
Perché, come lo sto guardando?
Per la prima volta rifletto su queste parole.
Come lo sto guardando?
E lui, come mi sta guardando?
Nei suoi occhi ci sono un sacco di cose, perché non me ne sono accorta prima?
La consapevolezza arriva con una nuova corsa di battiti nel mio petto.
Daniele, quel Daniele Ferri che sembrava così agli antipodi da me, è in realtà un ragazzo innamorato. E pensate un po’… la persona di cui si è innamorato sono proprio io.
Accorgersene e baciarlo accadono quasi nello stesso secondo. Appena la mia mente formula quel pensiero, mi getto su di lui e incollo le labbra alle sue.
Probabilmente lo sto spaventando, ma non m’importa. Mi sono trattenuta per troppo tempo.
Mi siedo sulle sue ginocchia e non lo lascio respirare per almeno cinque minuti.
- Lo sai in che guaio ti sei messo? – gli chiedo quando mi allontano un attimo, con le guance accaldate e gli occhi luminosi. – Le ragazze come me sono difficili da gestire.
Lui appoggia la sua fronte alla mia. – Sai…credo proprio che non esistano “ragazze come te”.
 
 
 
 
 
 
 

Fine.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
Spazio Autrice:

Ho pensato molto, in questi giorni, a come concludere questa storia. Avrei potuto farne altri capitoli ma poi ho pensato che non avrebbe avuto senso “allungare il brodo”... intendo, Daniele e Arianna si volevano così follemente che non era possibile, per me, rimandare ancora i loro chiarimenti. La storia doveva finire…
Anche se non escludo la pubblicazione, in futuro, di uno spin off in cui spiego alcune cose che nella storia non ho spiegato, la fine vera e propria è questa qui. Spero che sia stata all’altezza delle vostre aspettative e che vi resti un buon ricordo di Ferri, di Ari e degli altri personaggi. Spero che vi abbiano fatto trascorrere qualche ora in serenità, che abbiate sorriso e riso con loro. E che vi siate affezionate almeno un pochino a questa “Lily_Rose”…anche se non ci conosciamo personalmente vi ho sentiti davvero molto vicini e io, davvero, posso dire di essermi affezionata a voi e alle vostre parole, che per me sono state fondamentali. Mi hanno fatto capire un sacco di cose.
Vi chiedo di lasciare un commento finale, anche solo telegrafico per dirmi “sì, mi è piaciuta” oppure “potevi fare meglio”. Per me sarebbe importantissimo. Questa è la mia prima originale, ho bisogno di consigli e di “dritte” (buone o cattive che siano) per capire dove vado bene e dove invece sbaglio. Quindi chiedo anche a chi ha letto e non ha mai lasciato un commento di farmi sapere qualcosa, nel modo che preferisce. Anche con un piccione viaggiatore va benissimo xD
Per quanto riguarda me, vi sembrerà stupidamente sentimentale ma la pubblicazione qui sull’Efp è stata talmente bella che ho deciso di iniziare a scrivere un’altra storia e di pubblicarla sempre qui. Per il momento è solo un’idea ma ho intenzione di mettermi al lavoro molto presto. Febbraio potrebbe essere un mese buono per iniziare a pubblicarla :-) e, ovviamente, spero di ritrovarvi anche là.
Un grazie infinito dal profondo del cuore per l’affetto e la fiducia con cui mi avete seguita e supportata.
A presto, molto presto!
Lily

   
 
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