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Autore: Kaimy_11    18/01/2011    1 recensioni
Draco Malfoy discendeva da due delle più importanti, e al tempo stesso temute, famiglie di maghi. Per loro la purezza del sangue era tutto, con il denaro si poteva comprare ogni cosa e i Babbani valevano meno degli insetti. Non si lasciavano spaventare dai matrimoni combinati, salvaguardare le loro idee e la loro purezza era tutto, d'altronde. Nessuna incertezza, niente ripensamenti o segni di debolezza, un Purosangue, per di più ricco, deve sempre distinguersi dagli altri e guadagnarsi il rispetto di chi gli sta intorno.
Draco Malfoy era cresciuto in quel mondo e il suo carattere era stato modellato apposta per diventare ciò che ci si aspetta da un Malfoy. Si circondava solo di gente che riteneva degna di lui, otteneva sempre tutto ciò che voleva, nessuno poteva intralciarlo o sfidarlo. A scuola era visto come il più bello e dannato dei ragazzi, ricco, potente, affascinante. Perfetto. Nessuna poteva occupare il suo fianco per più di qualche giorno e, l’unica che c’era riuscita, l’unica che l’erede dei Malfoy avesse scelto e amato, era stata uccisa dai Babbani.
Draco non mostra i suoi sentimenti, nulla può turbarlo.
Ma lui, dannazione, voleva la sua vendetta.
Genere: Drammatico, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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Lie Living

Piccola nota: In questa storia la scuola si comincia un anno dopo, quindi il primo anno si frequenta a 12 anni anziché a 11 , il secondo a 13, il terzo a 14 e così via. Per questo i protagonisti saranno un anno più grandi di quanto dovrebbero essere.

Grazie dell’attenzione.

 

 

 

Lie Living

 

 

 

 

Draco Malfoy discendeva da due delle più importanti, e al tempo stesso temute, famiglie di maghi. Per loro la purezza del sangue era tutto, con il denaro si poteva comprare ogni cosa e i Babbani valevano meno degli insetti. Non si lasciavano spaventare dai matrimoni combinati, salvaguardare le loro idee e la loro purezza era tutto, d'altronde. Nessuna incertezza, niente ripensamenti o segni di debolezza, un Purosangue, per di più ricco, deve sempre distinguersi dagli altri e guadagnarsi il rispetto di chi gli sta intorno.

Draco Malfoy era cresciuto in quel mondo e il suo carattere era stato modellato apposta per diventare ciò che ci si aspetta da un Malfoy. Si circondava solo di gente che riteneva degna di lui, otteneva sempre tutto ciò che voleva, nessuno poteva intralciarlo o sfidarlo. A scuola era visto come il più bello e dannato dei ragazzi, ricco, potente, affascinante. Perfetto. Nessuna poteva occupare il suo fianco per più di qualche giorno e, l’unica che c’era riuscita, l’unica che l’erede dei Malfoy avesse scelto e amato, era stata uccisa dai Babbani.

Per sbaglio, ma era morta.

Draco non mostra i suoi sentimenti, da fiero Malfoy va avanti, nulla può turbarlo.

Ma lui, dannazione, pur essendo solo uno studente, voleva la sua vendetta.

 

-Draco? Draco?-

Il ragazzo tastò con le mani le lenzuola che sapeva essere color panna, si rigirò nel letto ma i suoi muscoli protestarono, facendolo desistere dell’aprire gli occhi. Sapeva di trovarsi in camera sua, riconosceva benissimo il suo letto e il suo cuscino.

Un risata lieve, leggere e allegra come lo scorrere dell’acqua.

-Dracuccio?-

Nessuno doveva chiamarlo in quel modo ridicolo.

Draco Malfoy scattò seduto e fermò i polsi di quella persona che occupava il suo letto, bloccandola con la schiena contro la spalliera. Le mostrò uno sguardo serio e vigile, a dispetto dei minuti precedenti in cui rifiutava di svegliarsi.

Quella persona rise.

-Come sei prevedibile, Draco…-

Il ragazzo mostro un ghignò astuto, avvicinò il proprio viso a quella della ragazza e fece scorrere la punta del proprio naso lungo la linea elegante del suo collo. Le soffiò sulla pelle trattenendo una risata e, sentirle inarcare la schiena sotto la sua presa solida, lo fece sorridere ancora ma con una nota sinistra e divertita nella sguardo.

-E tu, Claire? Non sei forse più prevedibile di me?-

La teneva ferma contro il muro, i polsi bloccati ai lati della testa nella sua presa inamovibile, e lei, non osava muoversi e tentare di sfuggirgli.

Sarebbe stato inutile.

Draco prese a baciarle una guancia fredda, il collo, la scollatura, e solo allora decise di lasciarla.

-Mai svegliare il cane che dorme. Non te lo hanno insegnato?- la provocò, con il solito ghigno maligno a sollevargli gli angoli della bocca seducente.

La ragazza si accarezzò distrattamente i capelli e si finse assorta nei propri pensieri.

-Che strano- Sospirò. –Pensavo di aver svegliato un serpente…-

Draco si voltò e le vide quel delizioso ed irresistibile sorrisino furbo intrappolato fra le labbra sottili. Scattò sopra di lei e la immobilizzò sul letto, sovrastandola.

-E pensi di vincere… contro questo serpente?-

La ragazza lo guardò in silenzio, i loro occhi che si specchiavano in quelli del compagno, in un susseguirsi di lenti respiri.

-Sempre!- fu la risposta.

Draco sollevò il mento squadrandola con sufficienza, mostrò un risolino perfido e si mise seduto, lasciandola libera di imitarlo.

-Dovresti smetterla di giocare con il fuoco, Claire. Potresti farti male sul serio…-

Claire rise lasciando ricadere la testa leggermente all’indietro e i suoi capelli, eleganti fili setosi, le solleticarono la schiena. La sua risata fu fresca e cristallina, ma anche leggermente arrogante.

-E chi sarebbe il fuoco fra noi due?-

Draco non rispose subito, si concesse un mezzo istante per studiare la sua bellezza. Claire aveva la pelle candida come le piume di un cigno, i capelli lunghi e lisci come fili di seta pregiata di un candido color oro e, ad ogni suo elegante movimento, la chioma bionda ondeggiava e splendeva come i raggi del sole. I lineamenti erano sottili, aristocratici, il naso raffinato aveva la punta all’insù  e le labbra erano piene e morbide, soffici e rosee come petali di fiori. Il taglio degli occhi era obliquo, sensuale, ricordava quello ammaliante di un felino. Lunghe ciglia nera circondavano il suo sguardo di zaffiro, caldo e irresistibile.

La ragazza si sollevò con uno slancio fluido rimanendo sulle ginocchia, un suo dito affusolato e fresco si posò sulle labbra di Draco, per impedirgli di rispondere. Successivamente, Claire gli posò un veloce, ma intenso, bacio sulla guancia, per poi alzarsi e dirigersi leggiadra verso il bagno della camera, in punta di piedi.

Prima che potesse raggiungere la porta, Draco la prese da un polso e l’attirò con impeto verso di lui costringendo le loro labbra a chiudersi in un bacio.

Quando la ragazza indietreggiò, Draco poté ammirare i suoi occhi azzurri luccicare per la confusione.

Le sorrise maligno.

-Sono io il fuoco Claire, sono io-

 

La Sala Grande era colma di gente, tutti i ragazzi della scuola sembravano essersi svegliati alla stessa ora e sincronizzati per scendere a fare colazione nello stesso istante. I tavoli delle quattro case erano pieni e imbanditi con ogni prelibatezza e dolce, proprio per iniziare al meglio quell’ultima giornata ad Hogwarts.

Quando Draco Malfoy, quarto anno, fece il suo ingresso in Sala, alcune ragazzine del primo e del secondo anno per ogni casa, lo guardarono con occhi trasognanti, ma fecero finta di nulla. Altre, di cui la maggior parte sedeva al tavolo dei Serpeverde, sospirarono senza vergognarsi di essere viste.

Qualche istante dopo Draco, fece il suo ingresso una bella ragazza, alta quasi quanto il biondo, bella e dal fisico perfetto.

In altre parole, ciò che ogni ragazza sogna di essere.

Si di lei la divisa scolastica con i colori verde e argento cadeva a pennello e, quando si scambiò uno sguardo con Draco e il ragazzo le cinse distrattamente la vita con un braccio, tutte le ragazzine che avevano ammirato il ragazzo abbassarono la testa per la delusione.

Draco Malfoy era bello quanto arrogante e, se mezza scuola lo odiava per il suo carattere, l’altra metà lo trovava affascinate o, quando meno, lo invidiava.

Lui e Claire erano magnifici insieme e avanzavano con maestosa eleganza verso il tavolo della loro casa guadagnandosi diverse occhiate. Alcuni li ritenevano solo una copia perfetta di serpi, altri, una coppia perfetta e basta.

I due biondi presero posto al tavolo della loro casa, Draco si sedette accanto ad un ragazzo e Claire si mise di fronte e loro.

-Buon giorno, ben svegliati. Ci avete messo un po’, ma vi capisco…- scherzò il ragazzo seduto al fianco di Draco.

Quest’ultimo gli diede una gomitata senza degnarlo di uno sguardo.

-Buon giorno anche a te, Blaise- disse Claire.

Il suo tono di voce era stato piatto ma sublime, cordiale, e un sorriso educato le aveva amabilmente piegato all’insù le labbra rosee.

-Visto, Draco?- esclamò Blaise, falsamente indignato. –Perché lei è così educata, mentre tu ricambi il mio saluto con la violenza?-

Claire fece un sorriso composto e con la mano si sistemò un ciuffo di capelli dorati dietro l’orecchio.

Draco si versò del tè nella sua tazza e rispose senza guardare nessuno dei due in viso.

-Blaise, sai benissimo che se avessi voluto usare la violenza non mi sarei limitato a darti una gomitata-

Blaise fece roteare gli occhi.

Era alto, bello, sicuramente uno dei ragazzi più sospirati di Hogwarts, con i suoi capelli corvini perennemente in disordine e gli occhi blu. Peccato che fosse amico di Draco Malfoy e che come lui fosse attraente quanto impossibile. Con loro non si poteva sperare in nulla di più che in un’avventura, e già quella non era una cosa facile.

-Lascialo perdere, Blaise, non è di buono umore- spiegò Claire, educata e raffinata come sempre.

-Forse è dispiaciuto perché oggi è l’ultimo giorno di scuola…-

Draco guardò Blaise con noncuranza e alzò un fine sopracciglio biondo.

-Stai scherzando?- si limitò a rispondere. –Andare via da questa prigione piena di mezzosangue e fannulloni sarà una vera e propria liberazione-

-Non fingere con me, come farai senza la tua Claire? Con papino a mammina che ti sorvegliano, come farai a divertirti per davvero?-

Draco guardò Blaise nello stesso identico modo ma, stavolta, si concesse una risata arrogante.

-Draco Malfoy fa sempre quello che gli pare!-

-E dimmi, Draco Malfoy- canticchiò Claire, sorridendogli furba. –Avrai tempo per scrivermi, durante le vacanze?-

Il biondo sghignazzò divertito.

-Carissima Claire Robinson, il sottoscritto avrà ben altro da fare, durante l’estate!-

Blaise corse in suo appoggiò e gli mise una mano sulla spalla guardando la ragazza.

-Esatto, ogni sera a spassarcela in qualche locale con gli amici. Non dormiremo in casa neanche una sera, sarà un vero sballo!-

Claire non si fece minimamente stravolgere da quelle parole, né dal mezzo ghigno astuto di Draco. Le sue pallide mani affusolate scivolarono sul piatto di biscotti al centro del tavolo e presero un dolcetto, avvicinandoselo alle labbra.

-Credi forse, Draco, che non mi divertirò anch’io durante l’estate? Non ho certo intenzione di rimanere in casa e di amici ne ho molti anch’io…-

Draco la guardò assottigliando lo sguardo, minaccioso. Si spose in avanti verso di lei, sull’altro lato del tavolo e le bloccò il polso, impedendole di mangiare il biscotto.

-Imparerai, prima o poi, a smetterla di giocare con me? Ricordati che fra i due il più forte sono io-

Detto ciò il ragazzo le rubò il dolcetto e lo mangiò al posto suo.

Claire lasciò che le sue labbra si curvassero in un mezzo sorriso ma lo sguardo rimase arrogante quando sollevò il mento, altezzosa.

-Forse, Draco. Forse- rispose.

La bionda prese un altro biscotto e lo avvicinò alle labbra del ragazzo ma, proprio quando questo aprì la bocca, lei allontanò il dolce e lo morse. 

Blaise sbuffò, quei due avrebbero continuato a stuzzicarsi per tutta la mattinata, così, quando vide Theodore Nott con una loro compagna di casa, fu felice di intrattenersi con loro.

 

Nessuno, purtroppo, poteva immaginare che quegli allegri momenti di quotidianità, fossero in realtà gli ultimi.

 

Era il cinque giugno e, durante un nebbioso pomeriggio, Claire Robinson passeggiava per le trafficate strade di Londra. Aveva appena lasciato Diagon Alley, ed era orgogliosa del pacchetto che teneva fra le mani, un regalo perfetto per Draco, da donargli quella sera stessa durante la sua festa di compleanno. Aveva deciso di uscire da sola per potersi prendere tutto il tempo che voleva per scegliere il regalo perfetto per il fidanzato, senza nessuno che le desse consigli sbagliati o che le mettesse fretta.

Peccato che il destino la portò a svoltare per una via dove stava avvenendo una rapina ad una banca e che, per un malaugurato caso, uno dei proiettili volanti della sparatoria che scoppiò mezzo istante dopo, la colpisse dritto all’addome.

Essendo da sola nessuno l’aveva portata al San Mungo, e i Babbani presenti aveva chiamato un ambulanza che l’aveva portata di corsa all’ospedale più vicino, dove però, non erano riusciti a salvarla.

 

Non era stata colpa dei Babbani, qui criminali erano finiti in galera e nessuno avrebbe mai potuto evitare che Claire finisse coinvolta in quella sparatoria di malviventi. Però, Blaise ne era certo, Draco avrebbe per tutta la vita accusato i dottori Babbani della morte della sua amata. Se di lei si fossero occupati i guaritori del San Mungo, il più importante ospedale di maghi, Claire Robinson, sarebbe stata ancora al suoi fianco e insieme avrebbero potuto iniziare il loro quinto anno ad Hogwarts.

In verità, mentre Blaise Zabini fissava gli occhi di Draco quel giorno al funerale di Claire, ebbe anche la certezza che Draco Malfoy non avrebbe dato solo la colpa della sua morte ai Babbani, ma anche a se stesso. Infondo, al biondo era stato rivelato che la ragazza, durante tutto il viaggio in ambulanza, aveva stretto fra le mani il suo regalo.

Blaise pensava di dover assistere per la prima volta al pianto di Draco, ma ciò non avvenne. Gli era stato solo detto che Draco era esploso di rabbia quando aveva ricevuto la notizia ma, durante il funerale, il suo sguardo era rimasto impassibile. Le gocce di pioggia scivolavano lungo il suo corpo e la durezza della sua espressione metteva i brividi più della tempesta gelida che si stava abbattendo su di loro in quella triste giornata.

 

Blaise Zabini non aveva avuto notizie di Draco per tutta l’estate e, quando lo aveva visto per i corridoi di Hogwarts, era solo rimasto colpito dal vuoto intrappolato negli occhi grigi del suo amico.

Draco Malfoy non lasciava trapelare alcuna emozione, era solo un po’ più rigido del solito ma con gli altri si dimostrava lo stesso di sempre, senza lasciar capire a nessuno cosa provasse realmente.

Quando Blaise entrò in sala comune, a tarda ora, molto dopo la fine della cena, trovò la stanza vuota. Forse tutti erano andati a dormire e a prendere posto nelle proprie camera, quel primo giorno di ritorno a scuola, o meglio: tutti tranne uno.

Un ragazzo apparentemente sconosciuto sedeva su uno dei divani in pelle nera davanti al camino. Aveva le gambe accavallate e teneva un gomito sul bracciolo con il mento appoggiato sul pugno della mano. Indossava la divisa senza il maglione, e i muscoli pressavano contro la stoffa bianca della camicia. Nel silenzio il fuoco scoppiettava creando giochi d’ombra sinistri sulla pelle pallida del giovane. I suoi capelli biondi erano illuminati di arancio, le linee decise del viso accentuate da quel chiarore rosso fuoco, ma niente faceva più paura del suo sguardo. Le sopracciglia formavano una linea retta e le sue iridi argento erano vuote e profonde come l’oceano più nero. Le fiamme stesse sembravano tremare per l’intensità di quell’occhiata penetrante con cui Draco Malfoy fissava il camino, totalmente assorto nei suoi pensieri.

Quando Blaise avanzò di un passo, notò i pugni di Draco serrarsi appena, come se stesse ricordando qualcosa di spiacevole.

Il ragazzo avanzò fino a sedersi nel divano di fronte, ma l’amico parve non accorgersi minimante di lui e non cambiò posizione, senza neppure voltarsi a guardarlo.

-Allora, com’è andata la prima cena a scuola?- chiese Blaise, rompendo il silenzio.

Draco non si mosse di un millimetro, sospirò e dalle sue labbra uscì un gelido sussurro:

-Bene. A te?-

-A me?- fece Blaise, indicandosi. –Ho rischiato di soffocarmi con l’arrosto, ma questo lo sapresti se non mi avessi evitato per tutto il tempo!-

La voce di Blaise si era fatta più decisa, ma Draco non si voltò per guardarlo neanche in quel momento.

Blaise sospirò per ritrovare la calma, guardò la mascella contratta dell’amico, i suoi muscoli tesi e lo sguardo vuoto e si accorse di sentirsi impotente.

-Draco, come stai?-

Draco Malfoy respirò a fondo e sollevò il mento dal pugno, tolse la gamba che teneva sul ginocchio e si mise a sedere in maniera più composta.

Quando Blaise si trovò faccia a faccia con lo sguardo di Draco, rimase di ghiaccio. Gli occhi grigi erano molto più profondi di un oceano, e la sua serietà era disarmante.

Il gelo.

-Blaise, mi deludi. Come pensi che stia? Sto bene, non lo vedi? Draco Malfoy non si fa sconvolgere da nulla, io so superare i miei dolori. Un Malfoy non conosce né la depressione né cose simili. Ricordalo-

Quando lo sentì parlare, Blaise scoprì che niente di ciò che aveva detto era vero, ma capì anche che il gelo contenuto nel suo sguardo non era nulla se paragonato al tono della voce.

In quel momento una ragazza sbucò fuori dalla porta del dormitorio maschile e rimase nascosta dall’architrave, dato che indossava solo una camicia da notte nera, assai poco coprente.

Draco si alzò, fece per andarsene ma si fermò. Mise le mani sulla spalliera ai lati della testa di Blaise e si chinò su di lui per sussurrargli all’orecchio:

-Come vedi so sempre come divertirmi, non devi preoccuparti per me, so andare avanti-

Si sollevò e gli diede le spalle senza mai guardarlo negli occhi e, quando raggiunse la ragazza, si chiuse la porta alle spalle.

Blaise rimase immobile.

Bugiardo, pensò.

 

Quella mattina, finita la colazione, Blaise e Draco si erano alzati ad insieme stavano lasciando la Sala Grande, diretti verso il sotterraneo per la loro prima lezione di pozioni dell’anno.

Il fulmine che da il via alla tempesta, non si può mai prevedere e le disgrazie non vengono mai da sole. A volte una valanga di neve non si può fermare, una volta che inizia la sua corsa la sfera comincia a rotolare prendendo sempre più velocità ed ingrandendosi.

Un volta che si innesca qualcosa, non si può che restare ad ammirare il corso degli eventi, sapendo di non poter fare più nulla per cambiare le cose.

Fu questo ciò che pensò Blaise Zabini quando vide Draco partire di corsa all’inseguimento di una ragazza.

A Draco Malfoy era sembrato che un raggio di sole si fosse concentrato su un punto specifico della Sala Grande per permettergli di individuare quella persona. Vide fluidi capelli, lisci come seta, vibrare al movimento della giovane e seguirla come un dolce manto protettivo.

Non importava che quei capelli fossero ramati anziché biondi, avrebbe riconosciuto quel taglio, quella lucentezza e quel modo di ondeggiare sulla schiena della proprietaria ovunque.

Poi, dandogli un tremendo colpo al cuore, la ragazza si voltò, permettendogli di vedere il suo viso e la sua pelle chiara. Aveva il naso all’insù, i lineamenti delicati come quelli di una fata e le labbra piene e morbide di un rosa tenue.

Claire.

Partì al suo inseguimento, spintonò con ferocia tutti quelli che gli bloccavano il cammino e seguì quella ragazza con i suoi capelli lucenti e lisci fin sopra le scale e, quando finalmente arrivò a lei, la bloccò da un braccio e la costrinse a voltarsi.

-Claire!- disse.

La ragazza lo fissò con stupore, le labbra deliziosamente arricciate per il disappunto e il suo sguardo si soffermò un attimo su quella mano che la teneva ferma, per poi risalire lungo il viso di Draco e fissarlo con due grandi e magnetici occhi verdi.

Draco sobbalzò.

Adesso che la guardava si accorgeva che quella ragazza era troppo bassa per essere Claire, indossava la divisa dei Grifondoro e aveva gli occhi color smeraldo e non di zaffiro.

Notò anche che aveva una minuscola cicatrice sotto l’occhi destro, che la sua Claire non aveva. Però le sue labbra, i suoi lineamenti, la forma degli occhi e il colore della pelle erano identici a quelli della sua amata. Perfino i capelli, ramati invece che dorati, erano identici: lisci, della stessa lunghezza e dal taglio identico.

-Mi scusi signorina, ho sbagliato persona- farfugliò Draco.

Il ragazzo abbassò il capo e si schiarì la voce prima di lasciarla andare, e lei se andò per la sua strada senza dirgli nulla.

-Draco!- chiamò Blaise, che era riuscito a raggiungerlo solo in quel momento. –Ma che ti prende? Come ha chiamato quella ragazza?-

-L’ha vista?-

-Cosa? Bhè… sì ecco, insomma...-

-L’hai vista?- ringhiò Draco, incenerendo l’amico con una delle sue più gelidi occhiate.

Blaise rimase immobile.

Draco era furioso, il vuoto nei suoi occhi si era acceso e ardeva forse più dell’inferno, i muscoli erano tesi e pronti a scattare.

Serrò i pugni con ferocia.

-Che diritto ha quella ragazza di assomigliare in maniera così disarmante a Claire? Voglio sapere tutto su di lei, voglio sapere chi è, come si chiama e ogni cosa riusciamo a scoprire!- ordinò.

Blaise scosse il capo. –Draco che vuoi fare?-

Draco abbassò il capo per un attimo, i ciuffi biondi gli coprirono lo sguardo e, quando guardò negli occhi Blaise, aveva un’espressione sinistra e maligna.

Ghignò perfido.

-Intendo farla pagare a quello scherzo della natura, così impara a rubare la faccia alla mia Claire-

 

 

 

 

 

Continua….

 

 

 

Grazie a coloro che hanno letto, spero di avervi incuriosito e che vogliate continuare a leggere questa Ff, scritta per caso, forse perché amo il personaggio di Draco e non mi stanco mai di scrivere storie.

Spero davvero che leggere questo capitolo vi sia piaciuto, se volete commentare o farmi sapere cosa ne pensate, sappiate che mi renderete felice.

 

Grazie ancora ^^

 

   
 
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