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Autore: RedMarauder    18/01/2011    9 recensioni
"Fisso la foto abbandonata li sopra: è un po’ stropicciata, per via dei mille viaggi che ha fatto in giro per casa, ma è ancora bellissima. Non l’aveva più lasciata: se la portava ovunque, in cucina, in salotto, sul comodino mentre dormiva.
Spesso mi fermavo a spiarla: la guardava sempre, si perdeva a disegnare con le dita sull’immagine finti cerchi intorno ai visi. Come se volesse accarezzarli."
sono tornata alla carica con una storia mooolto sentimentale, un pò triste all'inizio, ma tanto tanto romantica!
pariting--> JISBON!
Buona lettura
Giada:)
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Patrick Jane, Teresa Lisbon, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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A casa mia
 
Entro in casa dopo una giornata infernale. Non avevo mai avuto un momento di pausa per sedermi!
Mi lascio cadere sul divano, spostando le coperte e le riviste che avevo lasciato sopra il telo.
Appoggio la schiena e chiudo gli occhi sospirando: finalmente!
Dopo cinque minuti riapro gli occhi, già più rilassata. Sollevo la schiena e mi guardo intorno:c’è un disordine da paura!
Guardo il tavolino davanti a me e il solito tuffo al cuore mi disorienta.
Fisso la foto abbandonata li sopra: è un po’ stropicciata, per via dei mille viaggi che ha fatto in giro per casa, ma è ancora bellissima.
Una lacrima mi scivola lungo la guancia. Ormai non ci faccio più nemmeno caso.
Quei giorni sono finiti, anche se, veramente, non erano nemmeno iniziati.
Infatti quella foto risale a molto tempo prima. Era un regalo di compleanno, o meglio il biglietto che lo accompagnava.
Però l’avevo sempre conservata. Quando poi avevo trovato il coraggio gliel’avevo regalata.
Non l’aveva più lasciata: se la portava ovunque, in cucina, in salotto, sul comodino mentre dormiva.
Spesso mi fermavo a spiarla: la guardava sempre, si perdeva a disegnare con le dita sull’immagine finti cerchi intorno ai visi. Come se volesse accarezzarli.
Un’altra lacrima si lascia andare dai miei occhi.
Non era giusto che soffrisse così. Nemmeno io avrei voluto soffrire, ma io potevo sopportarlo.
No, non è vero non lo sopportavo. Ormai non facevo che piangere, anche se ero migliorata rispetto all’inizio. I primi mesi piangevo quasi tutte le sere.
Ora riesco a resistere, ma ogni volta che ci penso il mio cuore si distrugge ancora.
Vorrei che le cose fossero andate diversamente. Non tanto per me, ma per lei.
Ogni notte sogno la mia vita se avessi scelto una strada diversa. Anche se realmente e concretamente la scelta non spettava a me, ma forse avrei potuto cambiare le cose.
Sarebbe una vita migliore?
Anche per lei?
Sospiro asciugando le lacrime. Fra poco arriverà e non voglio che mi veda così.
Devo essere la più forte. Devo mantenere la maschera salda e resistente se voglio renderle una vita felice.
Devo farlo, invece vorrei solo piangere e urlare. Vorrei prendere a pugni il muro e gridare fino a perdere la voce.
In tutti questi anni non ho mai ceduto alla tentazione, ma vorrei così tanto farlo.
Invece devo essere forte, lo devo fare per lei.
Perché la amo, è la cosa più bella che mi sia capitata nella vita.
A parte..
Sento la serratura della porta scattare.
Sospiro di nuovo e piazzo un bel sorriso sul mio volto. È sincero, perché sono sempre felice di rivederla a fine giornata.
Devo tenere su la maschera, lo devo fare per lei.
Devo essere una brava madre.
 
 
 
Ore prima al parco.
 
Sto correndo intorno allo scivolo.
La mia amichetta Rosalie mi segue.
Rido felice mentre salgo i gradini del gioco. Quando sto per lasciarmi andare sullo scivolo, mi giro verso la panchina dove è seduta Anna.
La saluto con la mano e lei ricambia sorridendomi.
Mi lascio andare, sentendo l’ebbrezza del vento sul viso.
Quando arrivo a terra corso verso Anna sorridendo radiosa
“Anna, Anna, Anna!” esclamo “Hai visto che cosa ho fatto? Sono scivolata giù!” saltello felice davanti a lei.
Anna ride e cerca di afferrarmi “Si ho visto piccola, sei stata bravissima!”
Mi abbraccia e mi da un bacio sulla guancia.
“Ehi Alice ti va un gelato?” mi chiede Anna.
“Siiii!!” esclamo esultante “panna e cioccolato!”
“Va bene vado a prenderlo lì al chiosco, tu torna sullo scivolo!” mi dice accarezzandomi i capelli.
“Va bene!” rispondo e corro di nuovo verso Rosalie e verso lo scivolo.
La mamma di Rosalie ci guarda, mentre Anna prende il gelato per tutte e quattro.
Anna non è la mia mamma, è la mia baby-sitter. È un ragazza bellissima e molto giovane, che si occupa sempre di me.
Mi vuole veramente bene! È bionda come me, alta e ha circa 20 anni, quindi è molto più grande di me, ma tutti dicono che sembriamo mamma e figlia.
Però al parco non vengo quasi mai con la mia mamma: lei lavora troppo.
Ci assomigliamo molto, abbiamo le stesse labbra e gli stessi occhi verdi.
Mamma dice sempre che sono bellissima, molto più di lei, io invece dico che non è vero perché la mia mamma è davvero stupenda!
Solo che lavora molto, è una poliziotta e quindi non può prendersi cura di me il pomeriggio. Ecco perché passo tutto il mio tempo con Anna.
Quando invece Anna non c’è sto con la mia bellissima zia. Non è proprio mia zia, ma è la migliore amica della mia mamma, che si occupa di me da quando sono nata.
Ha i capelli lunghissimi, da grande voglio averli come lei. Adesso mi arrivano solo fin sotto le spalle. Solo che lei ha i capelli rossi, non sono come i miei.
“Alice è arrivato il gelato!” mi chiama Anna.
Corro giù dallo scivolo e la raggiungo.
Le do un bacio sulla guancia e afferro il gelato felice.
Mentre mangio penso che fra poco rivedrò la mamma e le racconterò tutto quello che ho fatto!
“Andiamo Alice, devo portarti dalla zia Grace!” mi dice Anna prendendomi in braccio.
“No, lasciami giù voglio camminare!” le sorrido. Ho tre anni e mezzo, ormai sono grande per stare in braccio
Lei mi rimette giù ridendo “Va bene piccola peste!”
Salutiamo Rosalie e la sua mamma e andiamo via.
 
Dopo mezz’ora siamo a casa della zia Grace.
Saluto Anna con un bacio e corro incontro alla mia bellissima zia.
Sono tutte bellissime le persone che mi vogliono bene!
“Ciao piccolina!” la zia Grace mi abbraccia e mi da un lungo bacio sulla fronte.
“Ciao zia Grace!” la stringo forte e sprofondo la testa fra i suoi capelli.
Lo faccio sempre anche con la mamma.
Prima di andare a casa passo sempre un’oretta a casa della zia, perché la mamma resta in ufficio fino a tardi a volte.
Mi siedo sul divano con lei.
Mi fermo a guardarla e vedo che ha lo sguardo molto triste. Io capisco sempre quando lei e la mamma hanno qualcosa che non va. Lo capisco sempre anche negli altri.
“Zia Grace va tutto bene?” chiedo preoccupata.
Lei si riscuote e mi risponde “Si piccola, sono solo un po’ stanca!” mi sorride.
Mi sa che mi ha detto una bugia. La mamma dice che sono troppo piccola per chiedere troppe cose alle persone, perciò lascio perdere.
Guardo i cartoni con la zia, aspettando di andare dalla mamma.
 
a casa mia
 
La porta si apre ed entra Alice correndo.
“Mamma!” grida felice.
Le corro incontro la sollevo e la stringo forte al mio petto “Amore mio!”.
La abbraccio accarezzandole i capelli.
Grace entra sorridendo a entrambe.
“Mamma oggi sono stata al parco con Rosalie e Anna, e ho mangiato anche il gelato!” mi racconta soddisfatta.
Le sorrido “Wow! Era buono?”
Lei annuisce e mi da un bacio sulla guancia.
Poi si avvicina al mio orecchio e sussurra “credo che la zia Grace non stia bene, devi parlarle!”
La guardo sbalordita “Certo piccola lo farò. Vai a lavarti le mani e a metterti degli altri vestiti, fra poco mangiamo!”
La faccio scendere e lei corre di sopra.
Guardo Grace che esita sulla porta. Credo abbia sentito il suggerimento di mia figlia.
“Alla piccola Lisbon non sfugge niente eh!” esclama imbarazzata.
Ci spostiamo verso il divano.
“In tal caso quello non è il cognome adatto” sospiro.
“Gli assomiglia troppo..” sussurro.
Grace sposta lo sguardo verso il tavolino dove ho lasciato la foto.
La prende e la osserva. Anche lei l’ha guardata tante volte.
“Cosa devi dirmi?” le chiedo voltandomi verso di lei.
Il suo sguardo si fa serio.
“Prometti che non ti arrabbi?” parliamo piano per non farci sentire da Alice.
Annuisco controvoglia: so già che non mi piacerà!
“Non avrei dovuto farlo, ma ero curiosa” si giustifica “ho rintracciato lo spostamento della sua carta di credito. Senza permesso, ma penso non sia un problema. Persino la Hightower sarebbe d’accordo!” mi dice a mo di rimproverò.
Sospiro senza rispondere.
Si non mi piace per niente! Le ho detto mille volte di non farlo.
“Non vuoi sapere dov’è?” mi chiede.
Alzo le spalle indifferente.
“è arrivato da poco a San Francisco. Non è lontano!” aggiunge titubante.
Mi volo a squadrarla.
“E con questo?” chiedo.
“Niente, volevo solo dirti che forse è il momento giusto per..”
La interrompo
“No Grace, non sarà mai il momento giusto!” mi alzo di scatto e vado in cucina.
Lei mi segue.
“Perché?” mi chiede esasperata.
“L’avremo fatto almeno un milione di volte questo discorso!” esclamo “non voglio che si senta costretto a tornare per..”
“Per Alice?” mi rimbecca lei interrompendomi.
“Grace vorrei tanto che le cose fossero diverse, ma purtroppo non è così. Vorrei che Alice potesse avere la sua parte, ma non succederà. Non voglio dargli una ragione per tornare, non sarebbe giusto. Se mi amava, se veramente voleva essere qui sarebbe già tornato da tempo!” sbotto, e una lacrima mi scivola di nuovo dalla guancia. Il mio cuore va in frantumi per l’ennesima volta, mozzandomi il respiro.
Grace mi abbraccia, poi si stacca e mi fissa preoccupata
“Prima era in Europa! Adesso è a San Francisco, secondo te non fa la differenza? Magari sta tornando!” esclama lei sicura.
Scuoto la testa “Vorrei poterti credere, ma non sono così fiduciosa”
In quel momento arriva Alice e noi tronchiamo la conversazione prima che io suoi occhi intelligenti capiscano tutto.
“Zia resti a mangiare con noi?” le chiede.
“Certo piccola, resto qui! Fra poco arriva anche zio Wayne” le sorride.
Inizio a preparare da mangiare, mentre rifletto.
E se stesse tornando davvero?
 
 
 
 
 
DICE L’AUTRICE:
allora come promesso  ho abbandonato la brutta strada (vedi shot pubblicata da poco “Red Soul”) e sono tornata sulla retta via!
Quanto avete capito dal prologo?Poco e niente? Benissimo! Perché era la mia intenzione!
Insomma che storia (mia) sarebbe senza un po’ di suspance! Bene, siccome non voglio anticiparvi niente, chiudo qui il mio commento. Spero di avervi intrigato abbastanza da seguirmi anche in questa avventura : )
Ci tengo a dire che: il personaggio di Anna, ovvero la baby-sitter di Alice, è il prototipo di una di voi: ISTERIA! Sbaglio o ti avevo promesso che avrei inserito una ragazza bionda di 20 anni? L’occasione è diversa, perché l’altra volta non sapevo come e dove metterti, quindi ho pensato che dare vita a un personaggio nuovo facesse al caso mio! Così sei ufficialmente la baby-sitter di Alice (anche se il tuo vero nome non è Anna : ) ). Dovevo mantenere la mia promessa, spero di esserci riuscita!
Buona lettura: )
Giada
 
Ps: ripeto la manfrina per questioni legali: questa è una storia scritta senza scopro di lucro;i personaggi  non sono miei ma appartengono a (genio) Bruno Heller!
 
  
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