Fanfic su attori > Cast Twilight
Ricorda la storia  |      
Autore: KuroiNamida_    18/01/2011    2 recensioni
All’improvviso Robert voleva sfiorare la sua pelle liscia e candida, annusare quel profumo dolce, spostarle i capelli portandoseli alle labbra, far scendere la zip lungo la schiena…poteva un solo tocco innocente scaturire tutto ciò? La risposta era si.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ho notato questa cosa un po' buffa...quando scrivo su Robert Pattinson scrivo sempre one-shots un po' erotiche diciamo...ok so che a molte di voi questo può fare solo che piacere! Sperimento un'altro tipo di scrittura, sinceramente amo la terza persona e vorrei usarla più spesso, magari nella prossima FF.
Leggete e commentate! anche se vi fa schifo perché ci tengo davvero tanto!
p.s. Il titolo è con pronuncia inglese!

ME


Dopo il diploma non sapeva bene cosa avrebbe fatto. Università o lavoro non le importava alla fine si sarebbe trasferita a Londra da suo zio, docente all’accademia di arte moderna, precisamente insegnava disegno e insegnamento dell’anatomia umana.
"penso che dovresti accettare" aveva detto la madre di Ania più entusiasta della figlia e del padre indubbiamente.
"non so mamma parliamo di stare nuda davanti a venti sconosciuti" titubò Ania
"parliamo si 1.400£ dolcezza" aveva risposto zio Mark accarezzandole il volto dalla pelle color porcellana e occhi color zeffiro. Alla fine Ania si convinse e lasciò Totnes senza tanti ripensamenti. Questa cittadine le piaceva indubbiamente ma forse era un po’ troppo piccola e piena di stranieri a causa della scuola d’inglese in High Street. Ecco le sarebbe mancato il mercatino del mercoledì nella piazza vicina, le escursioni al castello, le serate al Bull Inn, ma per il resto si era convinta di trasferirsi a Londra con zio Mark, pazzo e dalle idee naif, insomma uno sulla sua stessa lunghezza d’onda.
La prima lezione fu soft. Ania entrò prima che arrivassero tutti gli studenti insieme a suo zio. Non l’imbarazzava farsi vedere nuda da lui, principalmente per due motivi: era sua nipote Cristo santo e poi l’aveva vista più volte nuda lui di suo padre. Si stese sul piccolo divano in cima alla pedana e si tolse la vestaglia. I capelli biondi ricaddero in morbidi ricci sui suoi seni candidi, mentre un drappo rosso le copriva la parte più intima. Mark mise della musica di sottofondo, Sonata al chiaro di luna, la preferita di Ania. Si rilassò talmente tanto che dopo mezz’ora di posa si addormentò.
"scusa zio" disse mentre si rivestiva
"ma scherzi?! Era così…naturale! Sembrava la reinterpretazione dell’incubo di Fussli! Ma meno tormentato" commentò entusiasta
"bene sono contenta"
"senti hai presente Bert?"
"zio non mi ricordo neanche le facce pretendi che io sappia i nomi?"
"giusto…comunque è un genio…penso che sarà il nuovo Graham Dean davvero…"
"hemm scusa la mia ignoranza…" lo interruppe. Mark sbuffò del fumo dalle narici e sorrise leggermente
"è un iperrealista inglese anche se non lo definirei tale…comunque Bert ha partorito una buona interpretazione anatomica del tuo corpo"
"è un bene credo" titubò
"più che bene, tanto da convincermi ad esporlo per la prossima asta di beneficenza che si terrà alla fine dell’anno accademico" Ania arrossì pensando che la data prefissata appartenesse a un futuro non tanto prossimo, se ne sarebbe anche dimenticata, ora doveva solo limitarsi a posare,nuda o poco vestita, davanti a una ventina di studenti che la consideravano alla pari di una natura morta e di un paesaggio, solo con una complessità compositiva più difficile. L’anno passò lento e annoiato come le giornate della ragazza, durante le quali era cresciuta e maturata. Aveva iniziato a fumare e aveva scoperto le gioie e i dolori dell’amore o chi per esso. Un giorno si mise pure a disegnare qualcosa su tavolette di legno con colori a olio di pessima qualità. Mark vedeva un potenziale ma se ne stava buono senza sforzarla poiché pensava che un artista vada lasciato libero, si era permesso soltanto di regalarle un piccolo studio all’interno della sua galleria, un piccolo incentivo per continuare. Quella sera Ania indossava un tubino nero che le lasciava scoperte le spalle e dei tacchi neri, era affascinante ma semplice allo stesso momento, quando entrò nella galleria dove esponevano le opere migliori dell’anno accademico, turbò i presenti con la sua bellezza sfacciata.
Non aveva ancora capito perché si stesse preparando per andare a quella stupida asta, ma Tom l’aveva convito. Alcol gratis, belle ragazze, gente sofisticata da prendere per i fondelli. Rob si stava specchiando, camicia bianca e giacca nera come i pantaloni, niente cravatta, quella si metteva solo alle premier e neanche sempre.
"dai che c’è Rebecca che mi sta aspettando"
"Rebecca? Da quando hai il tempo di provarci con le studentesse?"
"da quando ho capito che le ragazze insicure hanno bisogno di trovare sicurezza tra le braccia di attori in erba" sentenziò Tom salendo in taxi e facendo ridere il suo amico.
Appena arrivati intercettarono lo champagne e, senza troppi complimenti, ne bevvero tre bicchieri per sciogliersi un po’
"nessuna Rebecca all’orizzonte?"
"arriverà. Sta parlando con quel tizio pelato laggiù" indicò la rossa con addosso un micro abito oro
"proca… e quella è “insicura”?" chiese facendo il segno delle virgolette
"più di quanto tu possa immaginare…e sai cosa? Non è rossa naturale" fece l’occhiolino e scoppiarono a ridere attirando l’attenzione del promotore della serata.
"sign. Sturridg! Vedo che ha convinto anche il sign. Pattinson ad unirsi a noi. Molto lieto" i due uomini si stinsero la mano con vigore. In un angolo Ania assisteva alla scena incredula che suo zio le avesse tenuto nascosto la conoscenza di quei ragazzi.
"fate un giro signori?"
"Mark per Dio!" si lamentò Tom "chiamaci Tom e Robert!"
"Rob" precisò l’amico
"ok…Tom…Rob...buon proseguimento" sorrise e si congedò dando una pacca sulla spalla ai ragazzi
"simpatico…allora?facciamo un giro?"
I due ospiti girarono per le diverse stanze, Ania osservava ogni movimento. Ogni tanto l’oggetto delle sue attenzioni si inumidiva le labbra, passava una mano tra i capelli, sorseggiava dello champagne oppure si mordicchiava le pellicine della mano destra. Ania osservava questi particolari, se li sarebbe impressi nella mente per poi riprodurli sulle sue tavole. Occhi, labbra, lobi delle orecchie, collo, mani…dipingeva particolari, i più interessanti.
Tom e Robert si fermarono davanti a una tela di un certo Bert Allen. Raffigurata un ragazza addormentata su un divano, uno di quelli vecchi. Era nuda dalla pelle lattea,i boccoli scendevano sui seni e un drappo rosso le copriva il sesso, pareva addormentata.
"chissà che pensano questi che posano così" esternò Tom
"Tom hai bevuto troppo…"
"no no,,,pensaci…nuda davanti a mille occhi…chissà a che pensava"
"1.400£" esordì una voce femminile alle loro spalle. Ania più bella che mai, in quel suo tubino nero, era arrossita quando i ragazzi si erano girati, soprattutto quando Rob posò gli occhi dentro ai suoi prepotentemente senza chiedere permesso
"come?" chiese Tom
"pensavo che 1.400£ al mese è un ottimo compromesso per posare, e poi Beethoven aiuta sempre"
" Beethoven…" ripeté Tom, si guardò intorno finchè non trovo lo sguardo di Rebecca "ragazzi io vado…comunque piacere io sono Tom"
"Ania" si strinsero la mano velocemente e poi si dileguò lasciandola sola con l’amico
"Ania io sono Robert"
"piacere" la stretta fu più lunga
"quindi quella sei tu…imbarazzante?"
"l’arte ti crea imbarazzo?" ridacchiarono
"no no io adoro l’arte davvero"
"e lo champagne!"
"si quello si" ora la risata fu più rumorosa "te?"
"mi stai chiedendo se mi piace lo champagne oppure se trovo imbarazzante l’arte?"
"entrambi"
"si e no" si spostò i capelli tutti da un lato scoprendo la spalla e il collo mostrando un brillantino all’orecchio. Quella mossa colpì Robert come uno schiaffo di prepotenza, anche il suo profumo lo invase.
"sei una studentessa?" non sapeva bene perché glielo avesse chiesto
"sarò diretta, sono la nipote di Mark, quindi una specie di studentessa"
"ma retribuita"
"giusto…mostro le mie grazie a mezza Londra sai com’è" ridendo alla battuta Ania posò la sua mano sul petto del ragazzo senza pensarci. Quel contatto fu sufficiente. All’improvviso Robert voleva sfiorare la sua pelle liscia e candida, annusare quel profumo dolce, spostarle i capelli portandoseli alle labbra, far scendere la zip lungo la schiena…poteva un solo tocco innocente scaturire tutto ciò? La risposta era si.
"e dipingi anche te?"
"qual cosina"
"cosa?" Ania quasi si vergognava, cosa avrebbe detto? Non era facile da spiegare soprattutto a una persona senza alcuna esperienza, così si guardò intorno senza trovare né Mark né Tom nei paraggi, prese per mano Robert delicatamente
"vieni ti faccio vedere" sapeva che era come portare una volpe in un pollaio, percepiva tutta la tensione del ragazzo e questo la riempiva di un piacere quasi sadico, entrarono nella stanza che fungeva da studio e Ania iniziò a tirare fuori le sue tavole.
"questo è il piede di un barbone" passò alla tela successiva "mani di una barista, occhio di un bambino, orecchio del docente di psicologia del colore" e così via. Mostrò le sue creazioni a quel ragazzo che per quanto fosse famoso rimaneva uno sconosciuto e si sentiva come se stesse facendo leggere un suo diario segreto
"quindi tu dipingi…particolari…"
"esatto" mise le tavole delicatamente ai piedi della grande scrivania e si posò sul bordo di essa
"e di me?" chiese curioso avvicinandosi a quella figura onirica
"di te?" chiese sussurrando. I loro volti erano vicini ma non in modo pericoloso, quel tanto da poter definire intimo. Il cuore di Ania iniziò a batterle nelle tempie mentre Rob le prese le mani
"le mi mani?" poi guidò quelle della ragazza sul suo viso "i miei occhi? O mi miei capelli" poi le agganciò dietro al collo "oppure le mie labbra" le sussurrò sulle sue per baciarla delicatamente
"non credo che questo si possa fare" disse con respiro affannoso Ania
"lo so" le labbra si scontrarono e si schiusero un in bacio appassionato, le loro lingue si scontrarono avide, le mani di Robert la presero per i fianchi issandola sulla scrivania per poi accarezzargli le spalle nude e lisce. Ania agganciò le gambe alla vita del ragazzo per poi sganciare le mani scendendo fino alla patta dei pantaloni "ecco questo non si può" disse a fatica tra i baci della ragazza, ma ormai era troppo tardi, il meccanismo era stato innescato nel preciso momento in cui Ania si era avvicinata ai due ragazzi davanti al suo quadro.
Rob sfilò le mutandine un po’ goffamente ma non importava. Quando fu dentro la prese con più forza per i fianchi spingendo con avidità incredulo che tale bellezza potesse essere sua anche solo per quel momento. Lo stesso pensiero si impadronì della mente della ragazza mentre si aggrappava con forza alle spalle larghe di quell’uomo incredibilmente surreale. Se qualcuno avesse visto tale scena, avrebbe potuto pensare che i sogni dovessero riprodursi per crearne altri. Quando raggiunsero il culmine un sorriso si stampò su entrambi i volti imperlati di sudore. Stettero in silenzio per un po’ finchè qualcuno non bussò prepotentemente alla porta. Rob si rivestì velocemente e Ania fece lo stesso "si?!" gridò mentre afferrava una tavola qualsiasi
"eccoti! A sei con Robert" Mark aveva una sigaretta in mano e il naso arrossato per l’alcol
"si gli stavo mostrando delle tele" recitò Ania
"ma venite di la con noi no?"
Quando furono fuori dalla sala Mark trascinò Robert a destra e a manca presentandolo a tutti i presenti dallo sguardo vuoto e dall’alito pesante per l’alcol.
A fine serata non riuscirono a salutarsi come avrebbero voluto. Solo uno sguardo veloce e un sorriso amichevole mentre Rob accompagnava Tom in un taxi sorreggendolo per portarlo a casa. Ania rientrò a braccia conserte nella grande galleria turbata da molti pensieri…chissà se l’avrebbe rivisto, sarebbe bastato chiedere a suo zio per avere il numero e potersi ritrovare, ma forse quel desiderio non era condiviso da Robert. In fin dei conti era andato via senza salutare anche se era giustificato. Qualcuno doveva riportare a casa Tom ormai distrutto dallo champagne e da Rebecca.
"dolcezza contenta che ti hanno comprato?" l’affermazione di Mark scosse per un attimo la giovane
"come?"
"il sign. Pattinson ha comprato il quadro di Bert per 15mila sterline" a quella notizia Ania iniziò a ridere piano scuotendo la testa e facendo dondolare i suoi boccoli color miele, camminò fino al tavolo del buffet per prendere del vino che sorseggiò soddisfatta.
"Mark sono in studio, avvisami quando andiamo" gridò dall’altra parte della sala
Entrò nel suo piccolo studio e prese in mano colori e pennelli. Dipinse la sua prima figura intera. Un ragazzo in camicia bianca con giacca e pantaloni neri. Era impossibile scegliere un solo particolare di quella figura tanto perfetta.

Fine…


Totnes è una cittadina che esiste realmente situata nel sud-ovest dell'Inghilterra (cornovaglia contea devon) dai paesaggi suggestivi. La scuola per imparare la lingua inglese esiste anch'essa e offre un buon metodo d'insegnamento per ogni livello di conoscenza. Il Bull Inn è noto per la musica live (suona pure un prof. della Totnes high school molto carino ) e il mercatino del mercoledì raccoglie fondi per la ricerca conto il cancro. Città limitrofe interessanti da visitare sono Exeter e Plymouth
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Twilight / Vai alla pagina dell'autore: KuroiNamida_