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Autore: Bonhiver    19/01/2011    6 recensioni
Quarto anno. Tutto ha inizio la sera in cui Hermione Granger si presenta al Ballo del Ceppo e scopre un suo lato che tutti credevano inesistente. Nessun ragazzo non può non notare la sua bellezza, anche se si tratta di Draco Malfoy.
Si può ripartire da zero? Perchè a volte basta solo abbattere e ricostruire.
Cambio di finale. Grazie a tutti.
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Il trio protagonista, Theodore Nott | Coppie: Draco/Hermione
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Break and Rebuild







Capitolo 21 -Oltre il muro













Di come tutto sia facile con lei,
di come tutto sia difficile senza di lei.



Le nuvole di vapore arrivavano fino a dove si trovava.
Teneva le braccia incrociate e aveva lo sguardo fisso davanti a sé, l’immagine di Hermione Granger e i suoi due amichetti a riempirgli la mente.

Sarebbe stato difficile, davvero troppo, andare avanti.
L’idea, la stupida ed insensata idea, che aveva eluso la sua razionalità per un attimo si era dissolta alla vista di Silente preoccupato davanti a lui.
Che cosa stupida, uno stupido rischio. E lui non aveva abbastanza coraggio per affrontarlo. Questa volta sul serio, questa volta definitivamente.
Era pronto a dirle addio?, si chiese guardando Hermione attentamente.
No. No.
«Hai fatto la cosa giusta.» Disse Theodore Nott alle sue spalle.
Davvero? Da una parte era stata la più semplice, non intralciare il Signore Oscuro, e dall’altra la più difficile, lasciare Hermione.
Lasciarla andare, lasciarsela scivolare fra le dita.
Senza girarsi verso il suo compagno, annuì piano.
Probabilmente era così, era davvero la cosa più giusta da fare. Ma questo non addolciva nulla.
Dopo un anno, tutto si ripeteva. Nuovamente la guardava da lontano nella stazione di King’s Cross. Ma ora, adesso, non poteva tornare indietro.
Strinse forte la bacchetta, senza riuscire ad incantare i suoi bagagli.
Cercava, da più di due settimane, di convincersi di non essersi innamorato, che quello che c’era stato non fosse che una semplice cotta adolescenziale.
Solo quello, solo stupide emozioni, non ancora sentimenti.
Ma non serviva a nulla, lui avrebbe dovuto essere al posto di Harry Potter e Ron Weasley, ora. Avrebbe dovuto proteggerla dal male che le stava infliggendo.
Perché doveva essere così difficile? Per quale motivo?
Si meritava davvero tutto quello?
Sbatté la palpebre quando la vide cercare di sorridere. Era così bella, così dolorosamente bella.
E il fatto che non se ne rendesse conto non faceva altro che aumentare la sua bellezza. La sua purezza.
Due settimane e tre giorni. Sembrava fosse passato così poco tempo da quel momento.
Da due settimane e tre giorni lei lo aveva lasciato. Ed era giusto così. Due settimane e tre giorni e lui non le era andato dietro. Ed era giusto così.
Avrebbero imparato ad andare avanti separati. Non era che una semplice cotta, quella.
Non riuscendo a sostenere oltre la vista di Hermione, Draco distolse lo sguardo. Sentiva gli occhi infuocati. Le sentiva arrivare, le lacrime.
Era così frustrante, imbarazzante, umiliante.
«Arrivo subito.»
Si voltò verso Theodore e gli lasciò il suo bagaglio, poi si allontanò da lui senza lasciargli il tempo di rispondere.
Non aveva intenzione di fare nulla di male.
A passo deciso si diresse verso il passaggio fra la stazione Babbana e l’Hogwarts Express.
Attraversò il muro sentendo il fiato lasciare i suoi polmoni all’improvviso.
Appena si ritrovò in mezzo ai babbani, chiuse gli occhi un attimo.
Si doveva tranquillizzare, doveva ritrovare la calma che lo caratterizzava.
Si passò una mano sugli occhi e inspirò a fondo.
Probabilmente doveva sembrare pazzo, così agitato senza alcun motivo apparente.
Vide da lontano un bagno pubblico e, spinto da una forza invisibile, vi si diresse.
Non sapeva che cosa gli stava prendendo, così a suo agio proprio lì in mezzo ai babbani, ma sentiva che il respiro stava tornando normale, che gli occhi avevano smesso di pizzicare.
Era viscerale il senso di irrequietezza che lo stava scuotendo da dentro nell’ultimo periodo. Si sentiva costretto in un futuro troppo stretto per lui e sapeva che in un tempo non troppo lontano questo suo stato d’animo sarebbe sfociato in violenza.
Si sciacquò il volto con l’acqua gelida del lavandino lurido di fronte a lui e si guardò allo specchio. Fortunatamente aveva trovato il bagno vuoto, perché il suo petto stava ricominciando ad alzarsi ed abbassarsi troppo velocemente. Si appoggiò al top grigio, le mani ai lati del lavandino, e si guardò allo specchio.
Con il volto puntellato di gocce d’acqua, la bocca semiaperta e gli occhi sgranati era così umano.
Faceva veramente caldo, tutto ultimamente lo opprimeva, e quel bagno sembrava accentuare tutti i suoi disagi. Ma stranamente non voleva andarsene, non voleva uscire da quel posto.
Per non vedere Hermione Granger e lacerarsi il cuore, per non rivedere i suoi genitori ed arrendersi definitivamente a ciò che sarebbe successo quell’estate.
Freneticamente si arrotolò la manica sinistra della camicia che indossava, ancora la divisa scolastica, e guardò l’avambraccio.
Lo guardò a lungo, cercando di trovare un senso in quel semplice arto. Perché proprio lì sarebbe stata tatuata la sua condanna. E questo non era giusto. Niente era giusto.
Si stava ancora guardando il braccio quando la porta del bagno si aprì alle sue spalle.
Alzò lo sguardo svogliatemente e rimase senza fiato nel vedere Hermione Granger riflessa nello specchio.
Nel silenzio totale, nel gelo dei sensi, la guardò mentre gli si accostava, fino a fermarsi ad un passo da lui.
Cercando di controllarsi, Draco si girò nella sua direzione.
Era terribile, era straziante il contatto con i suoi occhi.
Solo quando sentì la sua mano sulla guancia destra si rese conto di stare piangendo. Non provò imbarazzo nel farsi vedere in quel modo da lei.
Chiuse gli occhi, ma subito Hermione gli tirò leggermente i capelli per farglieli riaprire. Quando lo fece, Draco sussultò nel ritrovarsela così vicina.
«Granger...» La voce gli uscì roca e incrinata.
Estraniato dal mondo reale, non si rese conto di quanto fosse strana quella situazione, dopo tutto quello che era successo.
Lo fece Hermione, si allontanò da lui velocemente, scottata da quell’intimità rubata.
«Cosa ci fai qui?» Le chiese Draco quando recuperò il controllo sulla voce, dopo attimi passati a guardarla.
Hermione alzò gli occhi per un attimo, poi si passò le mani sulle cosce, lisciandosi i jeans che indossava. Quello significava che non sapeva cosa fare.
«Ti ho seguito.» Gli rispose, senza avere il coraggio di sostenere il suo sguardo.
Era sempre stato così fra loro, tutto un gioco di occhiate. Gli occhi comunicavano, molto più delle parole.
«Perché?»
Perché? Voleva farlo soffrire ancora di più? Era quello l’amore?
Soffrire ogni volta con più intensità per piccoli attimi di felicità. Perché ora stava bene, era con lei, ma sapeva che non appena si fossero voltati le spalle, per sempre, sarebbe stato annientato.
Eppure era ancora lì, probabilmente più masochista di quanto pensasse di essere.
Hermione arrossì alla sua domanda atona, ma rispose anche a questa.
«Volevo salutarti.»
Draco sentiva ancora i brividi provocati dal tocco di lei sul suo volto. Solo allora si rese conto di essere bagnato. Con un braccio si asciugò fronte e mento, poi si passò le mani fra i capelli.
«Allora…» Iniziò a dire, capendo che Hermione non aveva intenzione di aprire bocca.
La vide riscuotersi, per poi sporgersi in avanti. Sembrava che lo stesse per abbracciare, ma a metà strada si bloccò. Tese una mano e quello fu probabilmente per Draco il colpo di grazia.
Non importava il dolore che lo avrebbe investito uscito da quel bagno claustrofobico, importava solo ciò che stava vivendo in quell’istante.
Riempì la distanza che li separava con un passo, il solito passo che aveva fatto così tante volte prima di baciarla, e la abbracciò.
Era un momento di debolezza che non troppo tempo prima avrebbe represso senza pietà, ma che ora gli sembrava lecito.
Ne avevano passate così tante Che senso aveva nascondere il dolore, proprio quel dolore che li aveva accompagnati per più di un anno in quasi ogni passo compiuto assieme?
Nessuno.
L’odore dei capelli di Hermione, così fresco e inebriante, lo tranquillizzò, la sua stretta sulla schiena gli calmò il cuore impazzito, iniziando a farlo battere veloce per una ragione completamente differente dalla paura.
«Vorrei tornare a trattarti come prima, ma non sono abbastanza forte per farlo.»
Mormorò, abbandonato alla sincerità. Sentì Hermione singhiozzare e si chiese perché, perché piangeva se lui si sentiva così bene fra le sue braccia. Non doveva essere una cosa reciproca?
«Come posso odiarti? Era facile pensare che tu ci fossi riuscito in queste due settimane, ma adesso?»
Draco sentì che la stretta sulla sua schiena si allentava, fino a sciogliersi. Con una pressione sul suo petto, Hermione lo scostò da sé.
Il nuovo contatto con i suoi occhi svuotò Draco di qualunque sentimento o emozione che non fosse incentrato su di lei.
Lo stava guardando, gli stava passando una mano dietro il collo, sull’attaccatura dei capelli.
La guardò chiudere gli occhi e come reazione anche lui lo fece, mentre si avvicinavano tremanti.
Il contatto con le sue labbra gli creò quel piacevolissimo ed abituale vuoto all’altezza dello sterno. Gli era mancato e da quando lo aveva provato l’ultima volta erano passate solo poco più di due settimane.
Draco si ritrovò a spingere Hermione contro i lavandini.
Socchiuse le labbra, sentendosi euforico, e lei lo baciò più profondamente, con una mano sulla sua nuca ad incitarlo nello stringerla di più.
Fece vagare le mani sulla schiena di Hermione, sui fianchi, sotto alla maglietta che indossava.
Le aveva appena portate all’altezza del reggiseno e stava stringendo, facendola ansimare nella sua bocca, quando dei colpi di tosse gli riportarono alla realtà di quel luogo pubblico, destabilizzandoli completamente.
Un brivido gelido percorse la schiena di Draco, bloccandogli il flusso del sangue nelle vene.
Se era qualcuno che li conosceva, poteva dirsi finito. Potevano dirsi finiti.
Si girarono velocemente verso la fonte di quel rumore, staccandosi di scatto. Rilasciarono tutto il fiato sospeso quando videro un uomo palesemente babbano farsi avanti, superarli e chiudersi imbarazzato nell’ultimo cubicolo, attaccato alla parete in fondo alla stanza.
Draco si girò di nuovo verso Hermione, dopo aver seguito tutti i movimenti dell’uomo che li aveva interrotti così bruscamente. Lei guardava ancora verso il cubicolo occupato, gli occhi sgranati.
Era successo tutto così in fretta, non si erano resi conto praticamente di nulla di quello che facevano, e adesso era straziante il silenzio che si stava creando.
Le strinse un fianco, riportando la sua attenzione su di sé e la guardò negli occhi a lungo.
Neanche un minuto dopo erano in mezzo alla stazione della Londra Babbana, fra la gente che si muoveva veloce per raggiungere i treni o l’uscita.
Draco studiò quest'ultima per un attimo, mentre una folle idea gli attraversava la mente.
Ma Hermione lo baciò di nuovo in bocca, girandolo di forza, adesso con le labbra sigillate.
Il bacio sfociò in un abbraccio, nonostante la gente intorno a loro. E questo fu emozionantissimo, fu emozionante avere un pubblico esterno. Tutti i loro incontri si erano svolti nell’anonimato più totale, mentre avere adesso così tanta gente che poteva vederli era sconvolgente.
Troppo bello poter svelare al mondo, anche se non il loro, ciò che li univa.
«Non mi basterà mai.» Le sussurrò ad un orecchio, cercando di mantenere la voce stabile.
«Neanche a me.» Gli rispose subito lei.
Poi si scostò e lo guardò ancora una volta negli occhi, a lungo.
«Ciao, Draco.» Stava piangendo, ora.
Draco annuì piano, doveva lasciarla andare. Era importante che lo facesse. Ma era come separarsi da una parte di sé stesso, era uno sforzo troppo grande per uno come lui.
Eppure le parole gli uscirono dalle labbra, tremanti e deboli.
«Ciao, Hermione.»
Chiuse gli occhi per non guardarla sparire fra la folla.
Quando li riaprì lei non c’era già più, se n’era andata.
Si sentì mancare il fiato.
Non era quello il finale adatto, non era quella la decisione più giusta.
Lui la amava, santo cielo sì, e lei amava lui. Era giusto così, voleva che fosse giusto così.
Niente più sottomissioni, niente più testa bassa.
Iniziò a correre prima di rendersene veramente conto. Spintonava i babbani che ostacolavano lui dai binari nove e dieci.
Attraversò il muro con in cuore in gola, e una volta dall’altra parte si guardò freneticamente intorno per trovarla.
Non importava lo sguardo stranito di pochi dei suoi compagni di scuola rimasti al binario dell’Hogwarts Express, la verità era che non importava nulla al di fuori di Hermione.
Era pronto a vivere nell’ombra per lei, alla paura di essere perseguitato dalla sua stessa famiglia, era pronto a morire.

Adesso lui era lì con lei, che la stringeva e non aveva paura delle conseguenze.
Adesso era felice, per davvero.
Adesso non piangeva tutti i giorni lacrime invisibili.
Adesso gli era concesso amarla e venire amato.







Angolo Autrice:



Parto dicendo che le prime tre righe, sono un copia-incolla del dodicesimo capitolo.
Va bene, ci sono.
Dopo mille ripensamenti, aggiunte e tagli arrivata questo punto posso dire di essere abbastanza soddisfatta da questo finale.
Non è tragico e non c'è l'happy ending, è un finale aperto. Lascio a voi di decidere se Draco riuscirà a raggiungere in tempo Hermione e quindi a stare con lei, questa volta sul serio. Oppure se verrà fermato dai suoi genitori (come avevo scritto io stessa prima di cancellare la scena) e quindi sarà costretto a mettere un punto al suo futuro con lei.
Decidete voi, perchè io non riesco proprio ad immaginarmi qualcosa di diverso per loro due se non un finale che non è per nulla un finale.
Concludo dicendo che le ultime frasi non rappresentano la realtà, ma sono solo un raffigurazione di ciò che immagina Draco mentre corre da Hermione.
Credo di aver detto tutto, questa volta sul serio.
Grazie a chi ha seguito. Davvero, anche per la pazienza e la voglia di andare avanti per ben 21 capitoli.
Un bacione, B

Ovviamente il capitolo è dedicato a veracruz, MissSquinzia97, Chantal_l e a Padroncina.

  
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