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Autore: _hurricane    20/01/2011    2 recensioni
Life is so much dark and light
Day cannot exist without a night
And you should not slip away from me.

[TWINCEST: don't like? don't read!]
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hikaru Hitachiin, Kaoru Hitachiin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sin

        (peccato)

 

“Hikaru… non riesco a dormire”. Kaoru strattona il fratello per la manica del pigiama, sotto le lenzuola. Sono le tre di notte, ancora una volta. “Beh io ci ero riuscito, quindi spero almeno che il motivo sia importante” sbotta Hikaru, svegliandosi giustamente irritato. “Credo di si. Stavo pensando a quella notte”. “Oh. La notte in cui ti ho detto che ti amo”. L’irritazione è improvvisamente svanita; al suo posto, un grande e bellissimo sorriso. Kaoru sorride di rimando, e aggiunge: “Mi sembra ieri, e invece sono passati due anni. Riesci a crederci?” “Eh già”, risponde Hikaru, “sono passati due anni. Ma io ti amo allo stesso modo di allora”. Un tenero e spontaneo bacio li unisce ancora una volta, sotto la luce della luna. Un gesto ormai consueto nella loro intimità, che preferiscono tenere segreto; alle ‘clienti’ dell’Host Club gli atteggiamenti provocatori possono bastare, non c’è bisogno di far sapere a tutti che non è soltanto attrazione fisica quella che li lega l’uno all’altro, indissolubilmente. “Sai, forse avremmo dovuto ringraziare quella Ruki. In fondo è stato un po’ merito suo” esordisce Kaoru, staccando le sue labbra da quelle del fratello. “Non credo. Ho sempre saputo di appartenerti, Kaoru, è solo che non avevo il coraggio di ammetterlo. Ma prima o poi, anche senza il tuo sfogo, l’avrei fatto. Non si può soffocare una cosa come questa”. Una breve pausa, e i due gemelli si guardano negli occhi; ormai il tempo del gioco dello specchio è finito. Kaoru interrompe il silenzio: “Io proprio non capisco come fai”. “A fare cosa?” “A farmi arrossire ogni volta. A farmi sentire sempre, continuamente… vivo.” Hikaru non può avere la risposta; nessuno potrà mai. Decide quindi di mostrargli ancora una volta cosa vuol dire. Lentamente bacia il fratello lungo il collo; le mani scivolano delicate sul suo petto, per sbottonare il pigiama. Stavolta non c’è foga nel suo tocco, perché sa per certo che nessuno potrà mai rubare loro questo momento. Impresso nella sua mente e nel suo cuore, quel primo bacio di frustrazione e felicità. I bottoni non collaborano, ma a nessuno dei due importa più di tanto: c’è tutto il tempo del mondo, tutta la notte, tutta una vita che li aspetta; e se non danno peso a ciò che può pensare la gente di loro, non lo daranno certo ad un piccolo intralcio come questo. “Prendimi” ansima Kaoru, mentre abbassa i pantaloni del fratello. Cosa che Hikaru farebbe comunque, ma sentire di essere così desiderato da Kaoru lo fa letteralmente impazzire, e Kaoru lo sa. Non è un atto di dominazione o sottomissione; non si tratta affatto di questo. E’ un modo per dire “Il mio corpo ti appartiene, puoi farne ciò che vuoi. Puoi anche uccidermi, basta che sia tu a farlo”. Ormai non c’è neanche un briciolo di stoffa sui due corpi identici; Hikaru è su Kaoru, esaudendo così il suo perverso desiderio. Una mano è sulla coscia, l’altra alla base dei capelli; le labbra leccano avide il collo e la schiena, si fermano un attimo ma Kaoru implora di non smettere, mentre affonda il viso nel cuscino per evitare che il suo piacere risuoni per tutta la casa. Farlo di nascosto era sempre stato molto eccitante, tranne quando dovevano ricorrere a questi metodi per non essere scoperti. Anche Hikaru si morde le labbra per tentare di frenare i gemiti, ma alla fine è praticamente impossibile: “chi se ne frega” pensano entrambi, accasciandosi l’uno sull’altro, soddisfatti. Hikaru prende Kaoru per il mento, e gli sussurra all’orecchio: “Ti amo”. Sentendo il suo volto allargarsi in un grande sorriso, sa già di non aver bisogno di una risposta. Si addormentano così, nudi e abbracciati, senza la preoccupazione di cambiare le lenzuola, di rivestirsi, delle spiegazioni che dovranno dare la mattina dopo. Come due peccatori consapevoli di essere imperdonabili, che tuttavia non se ne curano affatto. “In fondo siamo stati per nove mesi nudi e abbracciati” si ripetevano spesso dopo le loro notti segrete. Il fatto che il mondo ‘normale’ li avrebbe considerati malati e perversi era un’idea che non aveva mai creato loro problemi, anzi, Hikaru si era sempre scusato per esserseli creati, per non aver avuto il coraggio di ammettere il suo amore fin dall’inizio. L’unico perdono che per loro aveva valore era quello dell’altro; un perdono già accordato, nel preciso momento in cui entrambi si erano resi conto dei propri sentimenti.

Perché di amare non si può fare a meno, come non si può decidere chi amare.

E se amare è peccato, beh... almeno sarà un bellissimo peccare.

 

   
 
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