I can’t leave you
Il ragazzo era poggiato allo
schienale della poltrona in velluto rosso e girava lentamente un bicchiere per
metà pieno di vino, con lo sguardo perso nel vuoto.
Non passò molto
tempo prima che la porta alle sue spalle si aprisse piano, per lasciar
entrare un ragazzo dai capelli corvini, dall’atteggiamento un po’ titubante.
-
Sei in ritardo, Potter…
Disse strascicando un poco le
parole il ragazzo seduto, senza nemmeno voltarsi.
-
E così siamo tornati a Potter, eh Draco?
Harry si avvicinò cautamente,
mentre il biondo si alzava, scostandosi una ciocca di capelli sfuggita alla
coda bassa che li legava.
-
Sparisci per due
settimane, ed ora torni ed hai anche il coraggio di lamentarti per dieci minuti
di ritardo. Poi torni a Potter. Ma cosa ti è successo?
Draco si voltò, ma dal suo
volto non trapelava alcuna espressione.
-
Mi hai fatto
preoccupare…
Continuò, questa volta più
dolcemente, per poi posare le sue labbra su quelle di Draco. Il biondo però non
rispose al bacio, staccandosi immediatamente da lui.
-
Ma si può sapere che cazzo ti è successo?
-
Sei
una persona intelligente Harry… puoi
benissimo arrivarci da solo…
Harry lo fissò stralunato e
indietreggiò di un passo senza dire una parola.
-
Non te lo
aspettavi, vero?
Harry si sentiva confuso. Si
gettò sul suo amante e gli scoprì il braccio, dove faceva mostra di sé un
tatuaggio. IL tatuaggio… il marchio nero.
-
No… tu non… non …
…
Harry si sentiva tradito e
preso in giro.
Draco era un mangiamorte.
Il suo Draco… era sicuro che
non lo avrebbe mai fatto. Si era convinto che fosse cambiato… eppure…
Draco fece un sorriso triste.
-
Non dici niente?
Harry sentì le lacrime
sgorgare dai suoi occhi e scendere lentamente lungo le sue guance ed un fuoco
di rabbia misto a disperazione crescergli dentro.
-
CHE CAZZO DOVREI DIRE SECONDO TE?!
Urlò, prima di voltarsi e
andarsene.
Draco, che fino a
quell’istante aveva mantenuto un incredibile autocontrollo, si lasciò cadere a
terra, abbandonandosi ad un pianto silenzioso.
-
Harry, che hai?
Chiese preoccupata Hermione
appena terminata la prima ora di lezione con Piton. Hagrid
non era ancora arrivato, e ad ogni modo non avrebbe fatto
loro storie se parlavano un poco.
-
Io? Nulla.
Perché?
Rispose distratto, mentre il
mezzogigante arrivava e distribuiva delle scatole contenente
uno strano animale con un grosso pungiglione che non prometteva affatto bene.
-
Sei strano.
-
Dici?
Chiese, sempre più titubante
il moro, prima di chinarsi a studiare la sua creatura.
Hermione era una ragazza
perspicace, lo sapeva, e non sarebbe riuscito a
nasconderle facilmente l’accaduto… o quantomeno il suo pessimo umore.
Sebbene stesse con Draco
oramai da un anno… cioè, era stato con Malfoy per un
anno, più giusto sì più giusto… insomma, ciononostante Harry non lo aveva mai
detto a Ron o ad Hermione. La ragazza aveva notato la sua particolare euforia
il giorno che si erano messi assieme, ma Harry aveva detto loro che era merito dei 100 punti a testa assegnati loro dalla
McGrannit, 300 in tutto… e del fatto che ora serpeverde era all’ultimo posto.
Hermione aveva avuto qualche
sospetto, ma Ron l’aveva bevuta e da allora cercò di essere
più discreto. Solo che in quel momento gli risultava
molto difficile far finta di nulla e fingere di essere allegro quando non lo
era…
Forse avrebbe fatto meglio a
confidarsi, finalmente. Magari all’inizio l’avrebbero potuta prendere poco
bene, ma alla fine era certo che l’avrebbero
accettato. E magari gli avrebbero potuto anche dare
una mano…
-
Hermione
La richiamò.
La moretta, che si era
incantata a fissare Zabini, si voltò di scatto.
-
Sì, Harry?
-
Cosa guardavi?
Chiese incuriosito da tanto interesse
-
Nulla… Notavo
solo che oggi Zabini non è assieme a Malfoy… strano
no? Magari oggi grazie a qualche benedizione divina ci salviamo da quell’odioso
serpeverde…
Harry sentì una fitta al
cuore. Quell’odioso serpeverde… già,
e nemmeno lui, quando era con i suoi amici, non aveva mai smesso di fingere di
guardarlo con astio.
Si sentì uno stronzo.
-
Cosa volevi dirmi, Harry?
Già. Cosa
voleva dirle? “Hermione, cara… sai che sto con il ragazzo che tutti voi odiate?
Ora mi ha mollato e ci sono rimasto di merda…”. No, non era
nemmeno esatto… non lo aveva mollato. Si era limitato a tradire la sua
fiducia… Allora, meglio “Sai che stavo con un mangiamorte?”.
Ma poteva dirglielo? Sul serio… poteva farlo?
-
Dopo devo parlarti,
Herm… a te e a Ron…
Concluse in fretta.
Maledizione, si era cacciato
in un bel casino.
-
Ma certo Harry.
Sorrise dolcemente la ragazza,
per poi tornare al lavoro.
Harry cercò di concentrarsi
sul suo animaletto, ma la cosa non gli riuscì granché bene. Non riusciva a
levarsi Draco dalla testa.
Era stupido da parte sua, e
lo sapeva. Ma proprio non ci riusciva…
***Sotterranei Serpeverde***
Draco continuava a camminare
avanti e indietro da più di un’ora, dandosi da solo dell’idiota. O forse imbecille era la parola più esatta da usare… non lo
sapeva bene neanche lui. Ma oramai aveva compiuto la
sua scelta, e non poteva più tornare indietro. Era troppo tardi…
Alla fine si
impose di sedersi e darsi una calmata “Così non risolvi nulla Draco…” si
disse, prima di buttarsi letteralmente sul letto.
Anche da lì sentiva chiaramente il sibilo del vento che si
faceva strada fra gli alberi e le torri del castello, e la cosa non lo aiutò a
rilassarsi.
Anche quel giorno tirava molto vento… se lo ricordava bene…
-
Maledizione! Di nuovo!
Disse con tono scocciato Harry, tirando un calcio ad
un oggetto non meglio identificato che giaceva ai suoi piedi.
-
Che cosa ti è
successo, Potter?
Chiese una voce divertita alle sue spalle, con il
solito tono strascicato che il moretto avrebbe riconosciuto ovunque.
Harry si voltò, ed arrossì di botto, imbarazzato.
In effetti era una cosa che gli capitava spesso
ultimamente, specie quando incontrava Malfoy.
-
Non sono affari tuoi.
-
No, probabilmente. Ma a
giudicare da quella sottospecie di vaso da notte ai tuoi piedi direi che hai
delle difficoltà ad apprendere il nuovo incantesimo di trasfigurazioni… o
sbaglio?
-
Probabilmente.
Si limitò a rispondere Harry, imitando il biondo.
Che lo guardò divertito per un po’, prima che il suo
sguardo si facesse più serio e dicesse
-
Vuoi una mano?
Harry lo guardò sbalordito, spalancando la bocca senza
però proferire parola.
“Cheeee?!”
Draco sbuffò leggermente ed alzò gli occhi al cielo.
-
Allora? La mia offerta ha una validità limitata…
-
Perché lo faresti?
-
Perché mi piace
vederti in difficoltà.
Mentì il serpeverde.
-
E perché in futuro potrei divertirmi a prenderti per i
fondelli anche per questo
Ghignò, spostandosi dagli occhi una ciocca di capelli,
allora lunghi appena fino alle spalle.
Harry ci pensò su un attimo.
Sicuramente ci sarebbero state delle conseguenze
negative.
Ma aveva seriamente problemi con quel
particolare incantesimo… ed in più, poter passare civilmente del tempo
con Drac…ehm, con Malfoy, si prospettava essere
piuttosto piacevole.
-
Accetto
Disse infine con sicurezza.
E sul volto di Draco apparve un lieve movimento delle
labbra.
A non conoscerlo, Harry avrebbe
giurato fosse l’abbozzo di un sorriso.
-
No, non così! Dio, quanto sei imbranato
POTTER!!!!
Sbraitò Draco a quello che doveva essere il ventesimo
tentativo o giù di lì.
-
Ma perché no? Cosa
c’è che non va?
Pigolò il moretto.
-
TUTTO!!! GUARDA, ORA TI
FACCIO VEDERE IO!!!
E detto ciò afferrò il braccio di Harry e con la mano
ne guidò il movimento
-
Capisci ora? La bacchetta si muove così, da destra
verso sinistra, con DELICATEZZA e GRAZIA!
-
S-sì…
Balbettò Harry.
Draco era così vicino che poteva percepirne il calore.
Tentò di nuovo l’incantesimo, senza riuscirci.
Draco si mise dietro di lui, poggiando il proprio
petto alla schiena di Harry, e mentre con un braccio gli cingeva la vita con la
mano libera aveva afferrato quella del moretto.
Inspirò profondamente prima di dire nel modo più controllato possibile.
-
Prega che nessun mio conoscente passi di qui,
sfregiato. Ora, io guiderò la bacchetta. Tu per favore CONCENTRATI.
Devi solo pronunciare l’incantesimo, anche una mentre bacata come la tua
dovrebbe potercela fare.
Harry avrebbe volentieri commentato qualcosa di acido se il suo cervello non fosse entrato in modalità stand-by non appena Draco lo aveva afferrato.
-
È tutto chiaro, Potter?
Harry annuì.
-
Al mio tre. 1… 2… 3…
Forza!
-
Calicem trasformum! *
L’oggetto informe davanti ad
Harry si trasformò in un bellissimo calice d’argento traboccante di vino.
Draco strinse Harry leggermente più forte, ma appena
il moretto rimise giù il braccio si staccò di colpo da lui, come se scottasse.
Harry si voltò, e abbassando lo sguardo disse solo un balbettato
-
G…Grazie…
-
Di nulla, sfregiato…
Ridacchiò il serpeverde. Sebbene
a malincuore, stava per voltarsi ed andarsene quando il moro lo chiamò.
-
Draco!
-
Come?
-
Ehm… Malfoy. Cioè, insomma…
Harry non sapeva cosa rispondere. Lo aveva chiamato, sì, ma nemmeno lui ne sapeva l’esatto
motivo. Ed ora cosa si inventava?
-
Che c’è, Potter?
-
Io… volevo chiederti…
vistochevadomaleancheapozionietutelacavibenenonèchemicidarestiunamanoperfavoregrazie?
-
Ehhhhhh?
Harry si sentì un idiota. Ma
perché non collegava MAI il cervello con la bocca prima di parlare?
-
Mi chiedevo se mi potessi dare una mano anche a
pozioni…
Draco lo guardò stralunato.
Ma non poteva rifiutare.
Era la sua ultima occasione…
-
Va bene Potter. Però…
-
Però?
Draco sembrò pensarci su.
-
Voglio in cambio una piccola ricompensa.
Harry si spaventò un po’, ma oramai,
tanto valeva…
-
Che cosa?
-
Vieni a letto con me.
Harry per poco non svenne. In compenso sentì
l’immediato ed impellente bisogno di sedersi.
-
Temo di non aver capito bene…
-
Oh, hai capito benissimo invece. Vieni
a letto con me ed io ti aiuto.
-
Cos’è, uno dei tuoi soliti modi per poi sfottermi?
Draco scosse la testa.
-
No. E non sei obbligato a farlo subito. Puoi anche
pensarci, se vuoi. Hai tempo…
-
Va bene.
Lo interruppe Harry prima che potesse
terminare la frase. Draco rimase sbalordito, non avrebbe mai
pensato che Harry accettasse.
-
Domani nella torre di astronomia?
Continuò il moro.
-
Domani nella torre di astronomia.
Rispose Draco.
-
Ora vado… Alle 20.00, va
bene?
Continuò il biondo voltandosi.
Harry sorrise, non visto.
-
Va bene!
E si riavviò verso il dormitorio grifondoro subito dopo
di Draco.
Il biondino scese nei sotterranei con un’espressione
inebetita, ma l’unico a notarlo fu Blaise Zabini. Il suo cervello fu
attraversato da un assurdo pensiero che chiedeva qualcosa del tipo “Ma che
minchia fai, Draco?”. Ma
rimase isolato, perché il resto della testa era concentrato su Harry Potter e
sulla serata successiva.
Così la sera dopo si recò di soppiatto alla Torre di Astronomia. Con sua grande
sorpresa, sebbene lui stesso fosse giunto lì con 10 minuti buoni di anticipo.
Harry era già lì ad aspettarlo. Poggiato alla finestra che scrutava il panorama
con gli occhi socchiusi, non si era accorto dell’arrivo del biondino.
Draco si avvicinò cautamente per non essere sentito,
fino ad arrivare alle spalle di Potter.
-
Siamo arrivati presto, eh?
Chiese sarcastico.
Harry si voltò velocemente, per poi sorridere.
-
Anche tu, se non sbaglio, sei arrivato
con discreto anticipo…
-
E tu quant’è che stai qui?
-
Non molto.
Disse a voce leggermente più bassa Harry con una
leggera alzatine di spalle.
-
Sai, non mi aspettavo che tu venissi… - continuò il moretto
- … ero convinto che avresti mandato Gazza o fatto
qualcosa del genere.
-
Allora perché sei qui?
-
Nell’eventualità che non fosse uno scherzo.
Ammise Harry
Draco si avvicinò ulteriormente ad
Harry, per poi sfiorare le labbra del bambino sopravvissuto con le proprie.
-
Sei sicuro di volerlo fare, Potter?
-
E tu, ne sei sicuro?
-
Io sono sempre sicuro delle mie scelte.
Rispose con un certo orgoglio il serpeverde per poi
baciarlo con più passione, pienamente corrisposta da Harry.
Delicatamente lo fece sdraiare sul freddo pavimento, continuando
a baciarlo.
Ma nonostante le sue parole Harry sembrava
essere molto insicuro, così Draco si alzò in piedi e guardandolo negli occhi
gli disse serio.
-
Ma non hai risposto alla mia domanda di
prima… Ne sei sicuro?
-
Certo!
Disse Harry mettendosi in piedi a sua volta ed alzando
leggermente la voce.
-
E allora perché tremi?
-
I…io… non lo so…
-
Non importa, Potter. Ti aiuterò ugualmente a studiare.
Ma ora tornatene nel tuo dormitorio.
Ribatté allora il serpeverde, dandosi dell’idiota.
-
No. Non se prima non mi dai una spiegazione!
-
Semplice. Non mi va di farlo con te perché ti senti
costretto.
-
Che cosa ti importa il motivo
per cui lo faccio? Cambierebbe qualcosa se avessi accettato perché sono
innamorato di te?
-
Probabilmente
“No, non probabilmente… cambierebbe di certo tutto…”
Pensò tristemente il serpeverde, nella desolante certezza che i suoi sentimenti
non fossero ricambiati.
-
Allora ho una bella notizia per te, Malfoy. È così.
-
Come?
Harry lo amava…? No, non era possibile…
-
Ho detto che ti amo, idiota… è per
questo che ho accettato questo stupido accordo. E
non me ne frega un cazzo delle ripetizioni… Io… era solo una scusa… per…per…
La voce si stava facendo tremante, ed i suoi occhi più
lucidi.
Ma Draco non gli permise di continuare la frase,
perché lo abbracciò di slancio, facendo cadere entrambi a terra
-
Anch’io ti amo,
Potter…
-
A cosa pensi,
Draco?
Draco si voltò di scatto, per
poi fare un sospiro di sollievo.
-
A nulla Blay…
-
A quel nulla
comunemente denominato Potter?
Ridacchiò il moro
andandoglisi a sedere affianco.
-
Più o meno. Ma non perché mi manchi, sia chiaro. Anzi, non me ne frega
proprio nulla di lui. Assolutamente nulla.
-
Certo, certo… sai
che l’ho visto piuttosto giù stamattina?
-
Ah, davvero? Beh,
la sai una cosa? Non me ne frega niente!
-
Stai diventando
isterico…
-
NON È VERO!!!
-
Stai urlando…
Draco abbassò lo sguardo,
imbarazzato.
-
Sono un idiota,
vero?
-
No, Draco… però
ti ci sei comportato.
-
Io non volevo farmi marchiare… non è stata una mia decisione.
-
Ma avresti potuto parlargliene. Di sicuro avrebbe
capito.
Draco socchiuse leggermente
gli occhi. Già, avrebbe capito… ma a quale prezzo? Per difenderlo, avrebbe rischiato molto, troppo… no, era meglio così, per
entrambi. Ma allora cos’era quella dolorosa fitta al
cuore?
-
Ad ogni modo è
troppo tardi.
Disse serio, infine.
Blaise lo guardò malissimo.
-
No
che non lo è. E
lo sai benissimo.
-
E che cosa dovrei fare, sentiamo…?
-
Andare da lui a
chiedergli scusa.
-
Sai che non lo
farò…
Blaise scosse leggermente la
testa, esasperato. Conosceva Draco, e sapeva quanto tenesse
a Potter. Per quanto il grifondoro potesse non piacergli, oramai aveva capito
che quei due erano fatti l’uno per l’altro.
Non poteva finire così…
***Sala comune Grifondoro***
-
Allora, Harry?
Chiese impaziente Ron.
Hermione era arrivata da almeno cinque minuti, ma avevano dovuto aspettare che
Neville e Seamus andassero in biblioteca lasciandoli
finalmente soli per poter parlare.
-
Hai litigato con
la tua ragazza?
Lo incalzò Hermione. I due
ragazzi la fissarono sorpresi.
-
Con lasuacheeeeeeeeeeee?!
Esclamò incredulo Ron, mentre
Harry balbettava un imbarazzato.
-
E
tu… tu come fai a… a… a…
-
Con la sua
ragazza, Ron. È da un anno buono che è fidanzato. E
sì, Harry, si capiva benissimo. Non sono riuscita ancora a capire con chi, ma è
chiaro che tu stia con qualcuno. Ed oggi hai
finalmente deciso di dircelo, credo. O forse volevi
solo un consiglio sul vostro litigio, girando intorno alla cosa e usando
patetici periodi ipotetici…
Harry si sentì sprofondare.
-
È vero?
Chiese Ron.
Harry annuì.
-
E chi…
-
Non vi piacerà,
temo… in effetti avevo intenzione di dirvi che sto con
qualcuno, il fatto è che non sono tanto sicuro di volervi dire chi sia questa
persona… tantopiù che ora non stiamo nemmeno insieme… credo.
-
Credi? Come fai a
NON sapere se stai ancora con qualcuno?
Chiese stupito Ron.
Hermione lo guardò di sbieco
e gli diede una gomitata su un fianco, facendogli non poco male, poi con uno
sguardo più dolce si rivolse ad Harry
-
Che cosa è successo con esattezza? Avete litigato e non
sai come chiarire?
Harry sentì un grosso peso
sullo stomaco e gli occhi gli bruciavano un poco. Annuì lentamente, senza
proferire parola.
-
Perché avete litigato? Cosa è
successo?
Chiese ancora la ragazza.
Harry inspirò profondamente,
e dopo un paio di secondi di silenzio si fece coraggio e disse
-
Beh, litigato non
è proprio il termine esatto. In realtà non abbiamo nemmeno discusso, a ben
vedere… il fatto è che questa persona ha fatto una cosa… brutta, per così dire…
una cosa che non mi sarei mai aspettato. E così io gli… ehm, le ho urlato contro e me ne sono andato,
senza nemmeno ascoltare la sua versione. Non che abbia cercato di darmene una,
ma non ho chiesto niente… E, a ripensarci, mi sembrava
dispiaciut… dispiaciutA di ciò che era successo…
almeno credo… perché era piuttosto freddina… e aveva
gli occhi tristi, ma… mi sembrava che cercasse di allontanarmi in qualche modo.
Come se avesse fatto qualcosa di irreparabile, che può
solo danneggiarmi… cioè, in un certo senso è così, però io… io…
-
Ok, Harry, calma.
Lo interruppe Hermione
-
Questa… ehm… persona… non ce l’ha
un nome?
-
Più o meno…
-
E sarebbe?
-
Te lo dico dopo…
-
Ok, ok… allora, tralasciando il fatto che non sapendo di CHI si tratta, e
che quindi non posso sapere il suo carattere o cose simili… da quello che ho
capito lei non voleva fare quello che ha fatto… giusto?
-
Credo di sì.
-
Come credo?
-
Beh, ne avevamo parlato… e sapevo per certo che … … lei … non
voleva. Non aveva nessuna intenzione di farlo,
cacchio!!! È QUESTO CHE NON CAPISCO… PERCHÉ, ALLORA? SE
NON VOLEVA… PERCHÈ L’HA FATTO?!
-
Forse è stata
costretta? O non lo ha fatto a posta…
-
Magari la prima.
Ma me ne avrebbe parlato…
-
Forse si vergogna
di quello che è successo…
-
O forse è convinta di averti perso.
Concluse una voce alle sue spalle.
I tre si voltarono di scatto,
stupiti.
-
ZABINI????
Esclamò stupita Hermione,
arrossendo di botto.
-
Tu cosa ci fai
qui?
Chiese con voce un po’
stridula Ron
Ma il moro serpeverde non sembrava prestargli troppa
attenzione.
Si voltò verso Harry, che lo guardò
malamente.
-
Ha ragione Ron.
TU – COSA – CI – FAI – QUI?
-
ASPETTATE UN
MOMENTO!!! EHI, TU NON SARAI MICA… IL RAGAZZO DI
HARRY, VERO…?
Chiese spaventata Hermione.
-
Oh. mio. Dio!!! Harry… sei mica gay?
Chiese nuovamente Ron con gli
occhi fuori dalle orbite.
Harry divenne
di un colorito violaceo e Blaise, capitone l’imbarazzo, si affrettò a
rispondere al suo posto
-
Ma ti prego
lenticchia!!! Ho ben altri gusti che lo sfregiato, IO!
-
Ehi, modera i
termini! E poi sono io a volere di meglio, grazie.
-
Lo vedo, come
vuoi di meglio…
-
Che cosa vorresti…!
-
BASTA TUTTI E
DUE!
Li bloccò Hermione.
I ragazzi si calmarono, in fondo a nessuno dei due interessava litigare
con l’altro. Anzi, ad Harry al momento non interessava
neppure parlare con Blaise, se era per questo…
-
Zabini… che cosa
sta succedendo?
-
Nulla
che ti riguardi, Granger. Non che
riguardi nemmeno me, a dirla tutta, ma siccome devo
sopportare i piagnistei di Harry-sa-chi** per colpa
sua, sono venuto a dirgli di risolvere la situazione. Almeno per le mie orecchie…
-
EHI! NON É MICA
COLPA MIA!!!
Rispose risentito Harry, a
cui però gli occhi avevano leggermente brillato al
pensiero di Draco che si struggeva per lui. allora lo
amava ancora! Già questo era un inizio…
-
Lo sai che non
voleva.
-
Però lo ha fatto.
-
È
stato obbligato… Non aveva scelta!
-
Sì che ce l’aveva invece! Poteva combattere per la sua libertà,
porca miseria! E poi perché non mi ha spiegato? Perché non ha tentato di parlarmi, invece di allontanarmi in
quel modo? E perché
-
Perché non le chiedi direttamente a… ehm… la persona interessata?
-
Perché
se ci teneva tanto me lo avrebbe detto prima.
Blaise si voltò e fece per
andarsene. Prima di raggiungere la porta, si fermò un attimo, giusto il tempo
di dire
-
Allora sei più
stronzo ed egocentrico di quanto non immaginassi.
Crede di averti perso per sempre… che non sarebbe servito a nulla parlartene,
che il tuo dio avrebbe vinto comunque sull’amore che
provavi… e la cosa più triste è che se ti ha allontanato lo ha fatto
soprattutto per te. E tu ora ripaghi con questo atteggiamento…
Complimenti, non c’è che dire. Bravo!
Ed uscì.
Harry si sentì morire… ma
cosa doveva fare, dopotutto? Ancora si sentiva confuso. Eppure
il cuore gli faceva così tanto male…
-
Io vado a letto…
scusate…
Hermione però gli si
avvicinò, sussurrandogli in un orecchio
-
È stato obbligato?
Harry sbiancò
-
Domani vi spiego,
d’accordo?
Hermione annuì poco convinta.
Cominciava ad avere dei vaghi sospetti su chi potesse
essere la persona che Harry amava… nulla di certo, eppure…
La mattina dopo Harry si
svegliò con un forte mal di testa. Forse dipendeva dal fatto che aveva dormito
poco quella notte, o forse dall’opprimente senso di colpa che lo attanagliava.
Si alzò di malavoglia, ed a
lezione non disse una parola.
Ron ed Hermione ovviamente erano
preoccupati, ma preferirono lasciarlo tranquillo fino a che lui non avesse voluto la loro presenza.
L’ora di pozioni con i
serpeverde fu particolarmente pesante, ma Hermione ebbe conferma di tutti i
suoi dubbi.
Draco sembrava piuttosto
nervoso e irascibile, ed allo stesso tempo giù di morale.
Ad un certo punto sbagliò
completamente una pozione, e incazzato nero cominciò ad imprecare a destra e a
manca. Quando Blaise tentò di calmarlo, lui sbottò ed
attaccò persino il suo amico.
Per calmarsi, Piton gli diede il permesso di uscire un po’ fuori dall’aula, occasione che afferrò al volo.
E, casualmente, poco dopo Harry si ustionò con la sua
pozione, cosa che lo costrinse ad andare in infermeria.
E senza saperlo, una grifondoro ed un serpeverde
rimasti nell’aula sorrisero contemporaneamente, augurando buona fortuna al
bambino sopravvissuto.
Harry,
appena fuori si sfilò di tasca la mappa del malandrino e controllò dove fosse
Draco.
“In
infermeria… perfetto. Così non dovrò nemmeno dare false e inutili spiegazioni
sul perché mi trovo lì…”
Pensò fra sé e sé, mentre si
affrettava a raggiungere il biondino.
Quando arrivò in infermeria, Madama Chips
non c’era.
Tutti i letti erano vuoti,
all’infuori di uno, con le tende tirate. Dall’interno si udivano singhiozzi
sommessi, come se qualcuno stesse cercando ti trattenersi.
Immaginando chi vi fosse all’interno, lentamente scostò la tenda rivelandone
l’occupante.
Originariamente il suo
intento era quello di parlargli, di chiarire, anche a costo di litigare, ma ora
vedendo quella figura seduta di spalle che tremava
leggermente, stringendo i pugni per non lasciarsi andare, il suo cervello smise
di funzionare e tutto ciò che fu in grado di fare fu di inginocchiarsi sul
letto ed abbracciare il ragazzo che amava. Il quale in quella
frazione di secondo non ebbe il tempo di reagire, ma che nonostante la
sensazione familiare e rassicurante derivata da quell’abbraccio si spaventò per
quel contatto improvviso.
Voltandosi, riconobbe Harry
ed il suo sguardo si sforzò di sembrare più freddo, ma la cosa
riuscì solo ad intenerire il moro.
Il biondino si asciugò in
fretta le lacrime con il braccio e sibilò un ben poco convincente
-
Che cosa ci fai qui, Potter?
-
Spiegami ti prego
Gli sussurrò il moro,
depositandogli poi un bacio sul collo.
Draco sospirò. Tutti i suoi
buoni propositi di stargli a distanza stavano
ampiamente andando a farsi fottere.
Poco male.
Facendo staccare Harry, si
voltò verso di lui, mettendosi completamente a sedere sul letto.
-
Che cosa vuoi sapere?
-
Perché lo hai fatto?
-
Ma come? Non avevi forse detto che non me lo avresti
chiesto perché tanto se mi interessava avrei dovuto
parlartene io?
-
Blaise ti ha…
Il biondo annuì.
-
Che altro ti ha detto?
-
Che
cosa vi siete detti ieri sera. E che non sembravi molto disposto a chiarire con me. Anzi, che
sembrava non te ne fregasse granché, anche se – punto a tuo favore – quando ne
parlavi con la Granger eri un po’ in apprensione.
-
Bell’ambasciatore…
-
Infatti non mi voleva dire nulla. Ma
un po’ di veritaserum a volte fa miracoli.
-
Me ne ricorderò
la prossima volta che cerchi di nascondermi qualcosa.
-
E chi ti dice che ci sarà una seconda possibilità?
Chiese tagliente il biondo.
Harry si sentì morire.
-
Tu vuoi che ci
sia, Draco?
Il biondo distolse lo
sguardo.
-
Non lo so. Non è
che tu mi abbia dato una grande dimostrazione d’amore,
mi pare…
-
Non è che tu mi
abbia dato una grande possibilità di scelta, mi pare.
-
E questa
discussione è la prova che non siamo fatti per stare
assieme. Rassegnati.
Harry gli prese il mento fra
le dita e gli voltò il viso, costringendolo a guardarlo.
-
No, ti sbagli.
Questa discussione è solo a prova del fatto che ti
amo, e che nonostante tu sia uno stronzo e mi abbia trattato di merda, ci tengo
a te. E che voglio chiarire, cosa che spero voglia
anche tu. Nient’altro.
E detto ciò posò le sue
labbra su quelle del serpeverde, che sebbene dapprima un po’ reticente poi cominciò lentamente a ricambiare, e a riscoprire il sapore
dell’amante cos’ familiare ed allo stesso tempo così nuovo.
-
Non possiamo Harry…
mi spiace, ma non voglio.
-
Ma perché? Dov’è il problema?
-
Lo sai benissimo
dov’è il problema…
-
Draco… per
favore, perché non vuoi capire? Ti amo, e non sarà uno stupido tatuaggio a
dividerci.
-
Non è uno stupido
tatuaggio, idiota.
Rispose Draco, cercando di
mantenere le distanze ma riuscendoci sempre meno.
-
E che cos’è allora?
-
Una condanna. Per
me, per te, per chiunque mi stia accanto! Ma è
possibile che tu non capisca?
Disse ora più nervosamente.
Si alzò in piedi e fece per
andarsene, ma Harry lo afferrò per un braccio.
-
Il destino si può
sempre cambiare, Draco, sempre…
-
Non il mio,
Harry.
Rispose tristemente il serpeverde prima di andarsene.
Harry avrebbe voluto
inseguirlo, ma non ci riuscì. Le sue gambe non
volevano saperne di muoversi di lì, e la sua vista era troppo appannata dalle
lacrime.
La lezione di pozioni era
appena terminata, ed ora i Grifondoro sarebbero dovuti andare a lezione di erbologia con i Tassorosso, mentre i Serpeverde sarebbero
stati con Corvonero a difesa dalle arti oscure. Dopo essersi liberata di Ron
con una scusa, Hermione si affiancò a Blaise che si accingeva ad andare nella
direzione opposta.
-
Buongiorno
Zabini…
Disse allegramente a voce
abbastanza bassa da non essere udita da altri.
Il moro si voltò verso di lei
un po’ scocciato: ora aveva altro a cui pensare, e non aveva nessuna
intenzione di perdere tempo con lei.
-
‘Giorno…
Hermione sorrise sorniona
-
Chissà se Harry e
Malfoy hanno risolto i loro problemi… quell’uscita è
stata provvidenziale.
Blaise si bloccò di colpo.
Lei lo sapeva?
-
Tu…
-
Sì.
-
E te lo ha…
-
Detto Harry? No,
no. Non l’avrebbe mai fatto, credo. L’ho capito da sola, osservandolo. Beh, se
si fa caso a certi dettagli, in realtà è piuttosto palese, sai?
Blaise si sentì stupito ed
ammirato nello stesso tempo. Aveva sempre visto Hermione sempre come una secchiona leccaculo. Non gli era
mai passato per la testa che potesse essere anche intelligente.
-
Complimenti
Granger. Comunque non so se abbiano risolto o meno,
Draco non era molto dell’idea…
-
Ma perché? Insomma, in fondo lo ama, no?
-
Sì, ma non vuole
fargli correre più pericoli di quanti non ne corra
già. Ci tiene veramente a lui… e non vuole che gli accada qualcosa di brutto,
specie a causa sua…
-
E così preferisce sacrificare i suoi sentimenti. Molto
nobile, ma così ferisce entrambi.
-
Credo che non sia
questa la sua principale preoccupazione ora. Sai perché si sono lasciati?
-
No, anche se ho
un vago sospetto…
-
Quale?
-
Credo che c’entri
qualcosa Voldemort. O
sbaglio?
Blaise tremò leggermente a
quel nome, ma non disse nulla.
Annuì, e poi rispose calmo
-
No, non sbagli. Infatti, suo padre lo ha costretto a diventare mangiamorte
con la forza. Lui non voleva, ma se non si fosse fatto marchiare il Lord Oscuro
l’avrebbe ucciso… si odia anche per questo, dice di
non aver lottato abbastanza, che avrebbe dovuto preferire la morte ad una vita
da suo servo…
-
Perché non si è fatto aiutare da Silente?
-
Perché
non si fida del vecchio. E poi quando suo padre lo ha portato a casa con una scusa,
lui non conosceva le sue reali intenzioni.
-
Capisco…
Deve soffrire molto.
-
Infatti è così. Stare con Harry gli farebbe bene, sul serio. Eppure…
Sospirò.
-
Dobbiamo fare
qualcosa.
Disse Hermione, decisa.
-
Concordo. Ci
vediamo più tardi, Granger?
-
In biblioteca
alle 8.00; va bene?
-
Va benissimo…
-
A dopo allora.
Hermione sorrise… aveva preso
due piccioni con una fava. Da una parte avrebbero cercato di dare una mano ad Harry e Draco, che in quel momento sembravano averne
abbastanza bisogno. E dall’altro aveva l’opportunità
di passare un po’ di tempo sola con Zabini…
Quella sera Harry era decisamente ridotto a uno straccio. Sebbene
non avesse bisogno che lui glielo dicesse, Hermione chiese ugualmente al moro
che cosa fosse successo. Lui diede una risposta particolarmente evasiva
che puzzava di scusa ad un miglio di distanza, ma lei fece finta d crederci e
lasciò cadere il discorso. Ron tentò di saperne di più, ma Hermione gli disse di lasciar perdere – più che altro lo
costrinse, sotto minaccia di non fargli vedere più nemmeno un compito – e così
lui fece.
Alle 8.00 Hermione si preparò
e scese in biblioteca, non trovando nessuno.
8.10…
8.20…
8.30…
8.35…
8.37…
-
Ciao Granger…
-
LE OTTO E
QUARANTA!!!!!!!!!!! HAI LA FACCIA TOSTA
DI ARRIVARE CON QUARANTA, E
SOTTOLINEO QUARANTA MINUTI DI
RITARDO E TI LIMITI AD UN BANALISSIMO ‘CIAO GRANGER’????
-
Ehi, calma,
calma… non credi che FORSE ho un motivo per il ritardo?
-
Forse. Avanti,
spiega.
Blaise sbuffò.
Era insopportabile… Ma in
fondo c’era qualcosa di affascinante in questo suo
carattere così… precisino e nervoso.
Ma avrebbe sondato un’altra volta.
-
Draco.
-
Draco cosa?
-
È sparito…
Hermione sbarrò gli occhi.
Come cacchio faceva Blaise ad essere tanto tranquillo?
-
OMMIODDIO!!! E DA QUANDO?
-
Non lo so di
preciso… ma è tutto il pomeriggio che non lo vedo. Nulla di
strano in realtà, perché in genere passa sempre le sue giornate fuori… O almeno
le passava, quando stava con Potter.
-
Ed in effetti nemmeno lui si vedeva molto… ora capisco il
motivo. Ma ora, a meno che non abbia fatto pace con
Harry, dove potrebbe essere?
-
Non lo so. Ed è questo che mi preoccupa. Perché in questo periodo era parecchio depresso, e non vorrei che potesse aver fatto
qualcosa di stupido, ecco.
Hermione si sentì parecchio
spaventata.
-
Credi che
dovremmo avvertire Harry?
-
Non lo so… ma
forse è la cosa migliore da fare.
La ragazza annuì, ed insieme
a Blaise andarono a chiamare il grifondoro.
Quando gli spiegarono cosa
era successo, schizzò letteralmente fuori dalla stanza
con la mappa del malandrino in mano, con il cuore che batteva a mille.
“Non preoccuparti per lui,
Harry! Magari non è successo niente, si è solo trovato
qualcuno – o qualcuna – con cui divertirsi!” gli diceva una parte del cervello.
Ma un’altra voce, molto meno razionale ma più emotiva,
gli urlava di trovarlo al più presto.
Vinse quest’ultima.
Aprì la Mappa e cercò il più
velocemente possibile il suo ex-ragazzo.
“Il bagno di Mirtilla?” si
chiese stupito il grifone, mentre le sue gambe già si muovevano verso il luogo
dove era segnato il nome del ragazzo che amava.
Quando entrò nel bagno, trovò il biondo davanti all’ingresso
della Camera, con gli occhi gonfi di pianto, il braccio marchiato completamente
coperto di sangue.
-
Draco…
Sussurrò Harry.
Il biondo si voltò di scatto,
con gli occhi sbarrati.
-
Cosa… cosa ci fai TU qui?
-
Ti stavo
cercando…
-
NO! LASCIAMI SOLO!!! LASCIAMI STARE!!!
-
Ascolta,
Draco… non serve isolarti…
smettila di farti del male! Per favore…
Draco scosse la testa,
amareggiato.
-
Pensavo che se fossi riuscito in qualche modo ad entrare sarebbe stato
perfetto. Sarei morto lì, in solitudine… Nessuno lo avrebbe saputo, nessuno mi
avrebbe cercato…
-
Io ti avrei
cercato fino a che non ti avrei trovato, Draco. e non
mi sarei dato pace se tu…
-
SMETTILA! PERCHÉ
DEVI FARE COSÌ? PERCHÈ SEMPLICEMENTE NON MI DIMENTICHI?
-
Perché
non posso. Ti amo troppo, Draco…
Gli occhi del biondo si
riempirono di lacrime. Si lasciò cadere a terra, stremato, mentre Harry si
avvicinava.
-
Non puoi amarmi.
Ti farei solo soffrire…
-
No, non posso NON
amarti. Sono pronto alla sofferenza, non mi spaventa
Draco… Non più ormai. Ma un’intera vita senza di te…
Draco si coprì il viso con le
mani, mostrando maggiormente la ferita sul braccio. Harry non resistette e lo
abbracciò d’istinto.
-
Lasciami andare,
Harry… Ti prego, lasciami andare…
-
No. Ti ho già
detto che non lo farò mai… cos’hai sul braccio?
-
Io… io non lo
volevo. Non lo voglio…
Harry lo strinse più forte a
sé, mentre con una mano gli accarezzava lentamente i capelli.
-
Andiamo
in infermeria… ti va?
-
No… non voglio
che mi vedano così.
-
Va bene.
Harry si allontanò un po’, e
lo guardò negli occhi. In quegli occhi grigi che tanto amava
e che ora esprimevano paura, sofferenza… tristezza…
Il moro socchiuse gli occhi e
dopo aver preso la bacchetta mormorò
-
Accio benda!
Il biondo sembrava non
capire, ma quando arrivarono le bende Harry gli prese delicatamente il braccio.
Dopo averlo sciacquato con un po’ di acqua di
rubinetto, lo avvolse nelle bende nel modo più delicato possibile.
-
Ahi!
Gemette Draco.
-
Scusami…
ti faccio male?
-
Un po’.
Harry chiuse la benda, poi
abbassò lo sguardo, e senza lasciare il suo braccio mormorò
-
Credi che
potremmo… tornare assieme?
-
Riuscirai a
sopportarlo?
Domandò di rimando il biondo,
riferendosi al braccio tatuato.
-
Per te
sopporterei qualunque cosa. E con te non sarà un sofferenza.
So che n è stata una tua scelta, e che tu non sarai mai… così.
-
Ne sei convinto?
-
Assolutamente.
-
Forse potremo
fare un altro tentativo…
Disse sommessamente
arrossendo in modo vistoso.
Harry sfoderò un sorriso a 42
denti, per poi avventarsi su di lui e baciarlo con foga, pienamente ricambiato.
-
Mi spiace Harry…
-
Per cosa?
-
Per tutto…
-
Oh, avanti… tutti
passiamo i nostri momenti difficili. A che
servirebbero i fidanzati sennò?
-
Io un’idea ce l’avrei… Vieni da me stasera che te lo mostro?
-
Vedo che ci siamo
pienamente ripresi eh? Sbaglio o fino due minuti fa
eri sull’orlo del suicidio?
“Sei tu che mi fai
quest’effetto”, pensò. Ma non lo disse.
-
Ora però in
infermeria!
Disse perentorio Harry
-
NO! TI HO DETTO
GIÀ CHE NON VOGLIO!
-
Ma voglio io. Questa ferita potrebbe infettarsi se non
la medichi subito.
Disse prendendolo in braccio.
-
Ma… Cosa fai?
-
Ti porto in
infermeria, amore…
Rispose il grifone ghignando
E così effettivamente fece.
Sconvolgendo
Ron, che finalmente capì CHI era effettivamente la sua ragazza.
E sconvolgendo i suoi
compagni di casa, che fecero il grande sbaglio di chiedere ad
Harry perché portava Malfoy in braccio, senza sapere che Harry avrebbe risposto
baciandolo appassionatamente davanti a tutti.
Gli unici a sentirsi
sollevati nel vederli assieme furono Hermione e Blaise, felici che i due avessero finalmente risolto i loro problemi.
-
Sono contento per
loro…
Ammise Blaise.
-
Già, anch’io. Sono una bella coppia, non è vero?
Rispose Hermione.
-
Già. Chi l’avrebbe mai detto… Un grifondoro ed un serpeverde.
-
È così strano che
un grifondoro ed un serpeverde si innamorino, secondo
te?
Chiese sorridendo sorniona la
moretta.
Blaise le sorrise a sua volta
-
Sai… forse no.
Note dell’autrice
* Rigorosamente inventato. Non so il latino né mi intendo di formule magiche…
** Scusate, ma mi è scappata…
Come vi sembra? In realtà l’idea iniziale era molto,
molto più breve, ma mi sono lasciata un po’ prendere la mano… Il fatto è che ho
anche un po’ di difficoltà nel proseguire le mie varie long fic,
per cui in questo periodo mi sto dedicando un po’ alle
one-shot, genere che mi piace molto perché mi
permette di cambiare continuamente situazione da una fic
all’altra. Cosa che in una fan fic
a capitoli n è più possibile, perché ci vuole un minimo di filo logico…
Allora, gente… Che ne pensate? Fatemi sapere!
Un bacione one one
E buone feste!!!
- Vahly -