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Autore: Sunny_    21/01/2011    3 recensioni
Due migliori amiche, Angela e Noemi, sono in gita a Londra con la loro classe. E se le due entrando in un armadio trovassero un mondo incantato? E se lì trovassero il vero amore? Questa storia è dedicata alla mia migliore amica Angela
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Caspian, Peter Pevensie
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Mattino a Cair Paravell.

Il sole faceva capolino da dietro le montagne illuminando i due ragazzi che parlavano in cortile.

-Caspian, mi insegni ad usare la spada?- chiese la ragazza bionda.

-Perché vuoi imparare ad usare la spada?- chiese curioso il principe.

-Perché Noemi usa l’arco ed ora Edmund le sta insegnando a tirar di spada, anche io voglio fare qualcosa.-

Angela non riusciva a vedere bene il volto di Caspian poiché era coperto dai primi raggi mattutini però riuscì a cogliere l’espressione di indecisione che si creò sul viso del ragazzo al suo fianco.

-Non so…-

-Ti pregoo!- disse Angela facendo gli occhi da “cucciolo”.

All’iniziò Caspian era tentato da dire “no” ma nessuno può resistere agli occhi da cucciolo di Angela, neanche il re di Narnia…

-E va bene, oggi a mezzogiorno.-

-Grazie! Mille volte grazie! Come posso sdebitarmi?-

-Emh…fammi pensare… un bacio può bastare.- disse Caspian maliziosamente.

Angela si avvicinò a Caspian e poggiò le sue labbra su quelle del ragazzo.

Caspian si avvicinò a lei per un altro bacio ma lei si allontanò.

-Il patto era UN solo bacio!- disse ridendo Angela.

-Ma se me ne dai due non mi offendo…-

-La parola data non va mai rimangiata-  disse la ragazza andando verso il castello e lasciando Caspian in cortile da solo.

Da quel giorno Caspian imparò una cosa molto importante: in ogni occasione le ragazze sanno sempre prenderti per il culo… (xD nda)

 

Ma non ci sono solo Caspian e Angela… Peter andava verso la camera di Noemi perché stava ancora dormendo.

Era noto a tutto il regno ormai che Noemi era una grandissima dormigliona ma dormire fino a mezzogiorno era troppo anche per lei.

Il più grande dei fratelli Pevensie bussò alla porta della camera della ragazza ma nessuno rispose.
Bussò con più decisione ma nessun rumore.
-Noemi, ci sei?-
Un mugolio soffocato venne dalla camera di Noemi.
-Sei sveglia?-
-Si, sono sveglia da un pezzo!- disse Noemi dalla sua stanza.
-Esci allora.-
-No...-
-Perché no?-
-Peter, vattene- disse freddamente la ragazza.
-Che cosa? Perché?- il re di Narnia era “sconvolto”.
-Vattene, voglio stare sola!!-
Peter, confuso e deluso, se ne andò in cortile. Là incontro Angela e Caspian che usavano delle spade.
Non sapeva se essere più preoccupato per Noemi o per Angela che impugnava una spada: perché è ovvio che Angela con una spada in mano era un pericolo pubblico...
-Peter, Noemi dorme ancora?- chiese Caspian posando la spada, imitato da Angela.
-No, è sveglia- disse con una nota di tristezza nella voce.
-E perché non viene qui?- chiese Angela notando la nota di tristezza.
-Ha detto che me ne dovevo andare, e che voleva restare sola.-
Una leggera pioggia iniziò a cadere dal cielo.
-Angela vieni, è meglio se entriamo- disse Caspian circondando la vita di Angela con un braccio.
La ragazza, nonostante fosse abituata al delicato tocco del ragazzo, arrossì e si morse nervosamente le labbra.
Appena i ragazzi entrarono nel castello erano bagnati fradici.
-Che strano, stamattina c'era il sole che spaccava le pietre e ora c'è il diluvio universale.- disse Peter.
Dopo essersi asciugata, Angela decise di andare a vedere perché Noemi era ancora chiusa in camera.
-Ehi Noemi! Apri, sono Angela!- disse bussando alla porta dell'amica.
Noemi aprì leggermente la porta in modo da far entrare Angela.
-Ehi che succede?- chiese la bionda preoccupata.
La sua migliore amica stava piangendo e, a giudicare dagli occhi arrossati, anche da molto.
Lacrime salate solcavano il viso della fanciulla, proprio come la pioggia cadeva sull'imponente castello di Cair Paravell.
-Angela io non ce la faccio più.-
-Che significa che non ce la fai più?-
-Mi mancano i miei amici, la mia famiglia...adesso si staranno chiedendo dove siamo! È da più di un mese che stiamo qui!-
-Si, è vero ma ti ricordo che un mese a Narnia equivale a poco più di un minuto sulla Terra.-
-Non mi interessa! Io me ne voglio andare...-
-Non pensi a Peter?-
Noemi non parlò. Forse la sua migliore amica aveva trovato un valido motivo per farla rimanere a Narnia.
-Non mi interessa, me ne voglio andare...-
-Ma pensaci, potresti pentirtene!-
-Basta, voglio rimanere da sola...-
-Ma...-
-Per favore- la pregò Noemi. I suoi occhi le imploravano pietà,, in quel momento era un fragile fiore che si poteva spezzare in qualsiasi momento.
La bionda uscì dalla stanza chiudendo la porta dietro di sé.
Fuori dalla stanza di Noemi c'era Peter curioso e preoccupato come non mai.
-Che cos'ha? Sta male?-
-No, peggio- disse Angela non riuscendo a guardare il re negli occhi.
-Che cosa è successo?-
-Vuole ritornare a casa..-
Quelle parole erano come un pugnale nel fragile cuore di Peter. 
Non sentì più la terra sotto i piedi. Ormai il mondo intorno non esisteva più, se il suo fiore più bello non c'era, non c'era niente.
Però quando ami davvero qualcuno, lascialo andare.


Erano passate diverse ore e Noemi era ancora chiusa nella sua camera.
Tutte le persone del castello erano state avvertite.
Lucy ed Edmund passeggiavano per il cortile con Ripicì. Non pioveva ma il cielo era ancora nuvoloso.
-Povera ragazza- disse Ripicì riferendosi a Noemi- chissà qual'è il motivo della sua sofferenza, scalerei anche una montagna per vederla felice-
-Scalare una montagna?- ripeté Edmund con lo sguardo perso nel vuoto.
-Conosco quello sguardo: o hai avuta un'idea o devi andare di corsa in bagno- disse sua sorella minore.
-Ho avuto un'idea brillante...e devo andare in bagno, ma me la posso tenere- disse Edmund correndo seguito da Ripicì e Lucy.
Lucy guardò il fratello e disse- Questo è il balcone della camera di Noemi-
-Maestà, non starete pensando di arrampicarvi là sopra?- chiese Ripicì preoccupato.
-È proprio quello che voglio fare-
Ignorando le proteste della sorella e del topo parlante, Edmund incominciò ad arrampicarsi.
Il balcone della fanciulla era abbastanza in alto ma per Edmund non era difficile.
Scalare era la cosa che gli riusciva meglio, era anche più bravo di suo fratello...una cosa più unica che rara.
Vinceva sempre lui: la fetta più grande di torta va a Peter, perché è il primogenito. Il regalo più bello va a Peter, perché è il primogenito.
Le cose più belle erano sempre di Peter ma ormai si era abituato a questa situazione.
Ora ,però, stava vincendo lui perché per la prima volta era lui l'eroe della storia, lui stava salvando la donzella in pericolo...
E tra un pensiero e l'altro arrivò sul balcone della “fanciulla in pericolo”.
Le porte erano chiuse e, come se fosse la cosa più naturale del mondo, “bussò” al balcone.
Noemi, leggermente confusa, aprì la porta del balcone lasciando entrare il re nella stanza.
-Che ci fai qui?- chiese la ragazza. Non piangeva ma aveva ancora le guance umide.
-Sono venuto a salvarti- disse Edmund guardandola soddisfatto.
Noemi si guardò attorno.
-Ma io non sono in pericolo-
-Lo so, però sei chiusa qua dentro e questo non va bene...-
-Edmund non ho voglia di scherzare-
-Neanche io, perché ti sei chiusa qua dentro?- chiese il ragazzo sedendosi sul letto imitato dall'amica.
-Mi mancano i miei amici.-
-Non è solo questo- disse Edmund serio.
Era strano vedere Edmund così serio di solito era sempre il primo a ridere e anche nei momenti più brutti era pronto a scherzare.
Noemi lo guardò stranita.
-Come hai fatto a capirlo?- chiese la ragazza continuando a guardare il volto del ragazzo, i suoi occhi erano come delle spade affilate che le entravano nell'anima.
-Te lo leggo negli occhi...che cosa ti è successo?-
-Ho paura Edmund, ho un’ immensa paura-
-Di che cosa hai paura?- chiese asciugando con la mano una lacrima che rigava le pallide guance della ragazza.
-Da quando sono arrivata a Narnia non c'è un attimo di pace, ogni giorno c'è qualcosa che non va...siamo sempre in pericolo:io non ce la faccio più!- ormai la ragazza era in mare di lacrime. La tristezza era padrona del cuore della ragazza: lo si capiva dagli occhi.
I suoi occhi erano spenti, non brillavano più, la luce era sparita...
-Ma questo è il bello di Narnia, qui non ci si annoia mai...-
-Si, all'inizio era divertente, ma ora basta-
Nella stanza regnava il silenzio...
Edmund strinse la ragazza e se e, cullati dal rumore della pioggia che picchiettava il vetro della finestra ormai chiusa, disse:
-Che intendi fare?-
-Me ne voglio andare da qui-
-Ti prego, non pensi a Peter?-
-Peter è sempre più impegnato lo vedo poco...il ritorno della Strega Bianca lo ha sconvolto. E poi sarei solo un peso per lui-
-Ti prego resta! Se proprio non lo fai per Peter, fallo per me!- disse con occhi imploranti.
-Per te?-
-Si, senza te sono perso...- disse prendendole una mano e stringendola tra le sue.
La mano della ragazza tremò al tocco delle mani del ragazzo.
-Con questo che vuoi dire?-
-Niente...- disse alzandosi e aprendo la porta per uscire- mi raccomando: pensaci!- e detto questo se andò lasciando la ragazza più confusa che mai.

  
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