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Autore: Good Old Charlie Brown    22/01/2011    3 recensioni
Una storia dedicata ad un gruppo di personaggi originali. Spero vi piaccia.
Charles, Hac e Gwen sono tre amici che hanno frequentato Hogwarts insieme. La nuova Guerra Magica li porterà ad affrontare i loro limiti e le loro paure.
Corretti i primi capitoli.
Genere: Avventura, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Prologo: Volo Notturno.

Prologo. 

Volo Notturno.

    Charles van Pelt stava volando. Era semplicemente meraviglioso librarsi nell'aria, facendosi sostenere dalla forza delle correnti ascensionali, precipitarsi a terra in picchiata, scartare a pochi metri dal suolo e poi sollevarsi sbattendo con forza le ali per vincere, ancora una volta, quella gravità che lo voleva avvinto a terra. Sentirsi un tutt'uno con l'aria, quasi come se il corpo non esistesse, quasi che, per qualche istante, pensieri e preoccupazioni potessero svanire, in un vuoto privo di coscienza. Anche se non poteva durare a lungo.
Charles non aveva amato le scope. Sapeva usarle, certo, come si dice che un uomo che, pur non amando la guida, sa come fare funzionare un auto, ma non era mai stato un campione, come il suo amico Hac. Proprio per questo aveva scelto di diventare un Animagus. Per questo e per la sua mania di apprendere ogni cosa, come un vero erede dello spirito di Rowena Ravenclaw, alla cui casa aveva reso onore in sette anni di frequenza a Hogwarts.
     Molte volte aveva pensato che sarebbe stato molto opportuno registrarsi al Ministeto della Magia dal momento che era divenuto Animagus illegalmente, durante la scuola, ma ora c'era altro a cui pensare: dopo la morte di Dumbledore, l'ascesa al potere di Voldemort sembrava inarrestabile: mettersi in mostra come Animagus, per lui che era un Nato Babbano poteva portare qualche rischio di troppo.
  
    Sempre trasformato in falco, Charles planò dolcemente fino a posarsi dolcemente sul ramo di un vecchio tiglio, proprio presso la sua casa: l'oscurità della notte di agosto, ormai calata anche sul Kent, lo nascondeva agli occhi di tutti, salvandolo dalla possibile curiosità dei Babbani che avrebbero giudicato piuttosto insolito vedere un falco, in piena notte, in quella parte dell'inghilerra.
    Attese, immobile per qualche minuto, poi finalmente la vide rientare. Provò un moto di intensa gioia che espresse con un verso stridulo e immediatamente volle ristrasformarsi, capì che quello era il momento di dirle, finalmente addio. Di spiegarle. Lei sapeva già molto. Avrebbe capito. Atterrò al suolo, piuttosto incerto nella sua forma di falco ma scoprì con un certo orrore di non essere in grado di ristraformarsi.
    "Ma che cavolo succede" pensò. "Perchè diamine non sono tornato umano?" Un senso di panico lo attanagliò improvviso.
    "Se qualcosa è andato storto, dovrò rimanere per sempre in questo stato?" Eppure si era trasformato tante volte e senza alcun problema....
CRACK
    Il sonoro rumore di una Materializzazione interruppe il corso dei suoi confusi pensieri. E Charles van Pelt avvertì una sensazione di gelo innaturale e di un'oscurità più nera della notte: la luce dei lampioni  sembrava come scemata e tutto era come avvolto da un'oscura nebbia soffocante. Ma Serena era ancora lì. Ferma. "Perchè diamine non rientri? Torna in casa! Sai quanto è pericoloso stare fuori!".

    Una figura nera, incappucciata camminava a passi decisi verso di lei. Il viso era celato da un'orribile maschera scura. Il Mangiamorte si avvicinava a Serena, lento e inesorabile, ma lei sembrava come pietrificata. Charles voleva intervenire, attaccando il Mangiamorte in forma di falco, ma scoprì, sempre più terrorizzato, che ora non riusciva nemmeno a muoversi. Poteva solo fissare la scena, senza poter intervenire, senza nemmeno poter gridare. Quando arrivò a pochi mentri da lei, il Mangiamorte, con un rapido movimento estrasse la bacchetta e la puntà verso la ragazza...
    «AVADA KEDAVRA»
    Il gridò risuonò tetro nella notte, echeggiando sinistro, come in una caverna. Il fiotto di luce verde colpì Serena al cuore. Qualcosa di enorme sembrò aleggiare nell'aria. Serena cadde morta, come una marionetta senza fili. Charles avrebbe voluto urlare, piangere, attaccare quel cane che l'aveva uccisa, così, senza nemmeno una ragione. Nemmeno gli animali si uccidono in questo modo. Ma non riusciva a fare nulla. Bloccato come da un incantesimo Petrificus  e ancora un forma di Animagus. Poi venne la risata: il Mangiamorte rideva. Rideva come un pazzo furioso, senza una vera gioia e senza divertimento e  la risata gelava il sangue nelle vene di Charles.
Poi il Mangiamorte, sempre ridendo follemente, accostò la mano destra al viso, si calò si cappuccio e contemporaneamente si tolse la maschera. E con profondo orrore, Charles lo potè vedere in volto: capelli castani corti, ma piuttosto disordinati, occhi scuri, coperti da spesse lenti e lo sguardo folle e assurdamente sofferente. Il viso di un assassino. Il SUO viso.

Charles Joseph van Pelt si svegliò all'improvviso urlando, madido si sudore.


Note: Questa storia intende fare parte di una specie di serie dedicata ad un personaggio "originale", Charles van Pelt appunto. Ho deciso,  di iniziare con questa storia che si colloca verso la fine delle sue avventure, perchè è, in un certo senso il punto di partenza delle mie idee sul personaggio. Ovviamente questa storia non è finita qui e ci sarà presto (lo spero) una storia più organica di come e quando Charles giunse a Hogwarts, dei suoi amici e dei suoi compagni.





   
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