P.S. La pubblicazione della seconda serie non sarà immediata, indicativamente nel mese di marzo perchè ho degli esami all'università e pochissimo tempo per scrivere. Appena pubblicherò il primo capitolo, manderò un messaggio privato alle utenti che hanno messo la storia nelle seguite, preferite e ricordate. Spero di fare cosa gradita... ora davvero basta scrivere. Ciao ciao.
Lei mi aveva appena detto che amava
vivere e che amava
me. Cristo santo..ha detto che mi ama!
Avevo ascoltato tutto il suo
discorso in silenzio,
seduta sul letto con il cuscino stretto in un abbraccio e la testa
contro il
muro.
Sentivo le sue parole e
nient’altro… in quegli attimi
probabilmente non mi ricordavo neanche chi ero o come mi chiamavo.
Anche le sue, di parole, oggi
avevano fatto centro.
- Franci..ci sei? Non dirmi che hai
già cambiato idea…-
- Dove sei?- le chiedo decisa,
ridando suono alla mia
voce. Ora era lei a non sapere cosa dire.
- Amore dove sei?- mi lascio sfuggire mentre mi
sento come un
leone in gabbia.
- Sotto casa tua.- mi risponde con
un sussurro.
- Dammi un secondo e ti apro-.
La vedo dal videocitofono che entra
nello stabile, quasi
di corsa.
Ho aspettato abbastanza e corro
fuori dalla porta di
casa dimenticandola aperta. Qualche secondo dopo la porta
dell’ascensore si
apre e senza pensarci si lancia fra le mie braccia.
Finalmente ho l’occasione
di risentire la sua pelle e
di saturarmi del suo profumo da cui ormai dipendo come una droga.
- Ciao..- le sussurro
all’orecchio con voce roca,
rotta da un’emozione che mai avevo provato. Irene era
finalmente mia. Mi
apparteneva, come io, ora, appartenevo a lei.
- Ciao- mi risponde posando le sue
braccia intorno al
mio collo.
Mi sorride. Quel sorriso che tanto
amo e che ogni
volta mi trapassa l’anima da parte a parte.
- Sei bellissima- le dico
baciandola sulla tempia.
- Anche tu...- mi risponde
arrossendo leggermente
mentre con le dita le sposto un paio di ciuffi di capelli ribelli
dietro
l’orecchio.
- Vieni..- e le prendo la mano
conducendola dentro
casa.
Una volta entrate mi appoggio alla
porta ed il mio
sogno si volta guardandomi indecisa sul da farsi.
Le prendo le mani, le nostra dita
si intrecciano l’une
con le altre mentre il mio cuore vorrebbe scappare dal petto.
I nostri visi si avvicino e le
fronti si toccano.
Restiamo attimi lunghissimi in silenzio ad assaporare quella sensazione
di ebbrezza,
di invincibilità.
Sono poche le volte che
l’amore delle favole, come lo
chiama Vale, trionfa e oggi era successo proprio a noi due. Tutti i
grandi
amori, e questo ne ero più che sicura… ne faceva
parte, hanno avuto un primo
giorno e quello era il nostro.
Apro gli occhi abbracciandola,
ancora con le nostre
mani legate:
- Guardami ti prego… amo
perdermi nei tuoi occhi- le
sussurro.
Provo a viaggiare nei suoi pensieri
e nelle sue paure
per non fare mosse troppo azzardate e frettolose.
Decido di andarci cauta: libero le
nostre mani e,
prendendole il viso, poso le labbra sulla sua fronte…
continuo posandone un
secondo fra gli occhi, un terzo sulla punta del naso.
Mi sposto lateralmente dandole
qualche bacio
sull’orecchio. Qui la sento sciogliere come se avessi trovato
il punto magico
per far sparire le sue residue paure.
Dall’orecchio scendo
sull’angolo della mandibola e
proseguo fino ad arrivare al mento.. il penultimo si stampa
direttamente fra le
labbra e lo stesso mento e poi la guardo nuovamente, chiedendole
l’implicito
permesso per il passo successivo.
La sento respirare a fondo e
tremare leggermente:
- Non farò niente che tu
non voglia… aspetterò fino a
quando non sarai pronta.- le ribadisco il concetto vedendola insicura.
In quell’istante una
nuova luce splende nei suoi occhi
ed è lei stessa ad abbracciarmi il collo ed a bagnarmi le
labbra con un bacio.
Dapprima timido, diventa senza
più passionale quasi
violento… come se quel gesto l’avesse liberata
completamente dalle ultime
remore.
In un turbinio di emozioni e
sensazioni senza fine ci
ritroviamo a letto, mezze nude con una voglia immensa di scoprirci
l’una con
l’altra.
Quando, fra un bacio ed un altro,
la mia mano scende
sfiorandole gli slip, la sento tremare di paura e mi fermo:
- Scusami-
mi
sussurra quasi in lacrime - non credo di essere ancora pronta per..-
La zittisco appoggiandole un dito
sulle labbra e
stringendola ancora di più al mio corpo:
- Ti ho detto mille volte che non
devi scusarti con
me. Abbiamo detto un passo alla volta. Quando succederà
sarà speciale e
aspetterò tutto il tempo che sarà
necessario… come ti senti?- le chiedo
premurosa.
- Un po’ spaesata ma
è bello stare fra le tue braccia-
mi risponde chiudendo gli occhi. La paura di prima era del tutto
svanita.
Le poso un nuovo bacio sui capelli.
- Sono felice perché ti
ci dovrai abituare in fretta.
Non ho nessuna intenzione di lasciarti scappare.- replico rubandole un
sorriso.
- Quindi… spiegami bene:
anche nei rapporti
omosessuali le scappatelle sono vietate?- mi chiede ironica.
- Ovviamente - le rispondo a tono
– e sappi che la tua
nuova ragazza è una tipa assai gelosa della sua compagna
quindi vedi di rigare
dritto.-
Le faccio il solletico sui fianchi
e ci rotoliamo nel
letto ridendo come due bambine fino a quando le blocco i polsi sopra le
spalle.
Scendo a baciarla con passione mentre ritorniamo abbracciate nella
posizione di
prima.
- L’altro giorno mi hai
detto che c’era un’altra promessa..-
mi chiede sibillina
- Ah si. Ricordo.-
- Qual è?-
- Mah!- le rispondo per farla stare
sulle spine e mi
becco una bello schiaffetto sulla coscia.
- Ahia! Ma hai lo stesso vizio di
Vale??- aggiungo
sciogliendo l’abbracciando e facendo la parte
dell’offesa.
Irene, senza fare una piega,
ritorna su di me appoggiando
il viso accanto al mio senza smettere di guardarmi:
- E’ inutile che fai
così. Ti stresserò l’anima fino a
quando non me lo dirai…-
Ho subito la percezione che nella
nostra nuova coppia,
il mio “potere” decisionale sarebbe stato quasi
pari a zero perché le sarebbe
bastato farmi gli occhioni dolci, questi suoi occhi magici, per
ottenere da me
tutto quello che voleva.
- Va bene…- le dico
arrendendomi al suo sguardo senza
opporre altra resistenza – in realtà non
è una vera e propria promessa. E’ più
una dedica. Devi sapere che in questi giorni senza lavoro e senza te,
sarei
impazzita senza due cose: Valentina e la musica.
Ho bombardato i miei poveri timpani
con migliaia di
canzoni, soprattutto d’amore. Fra le tante ce
n’è stata una che ha parole
bellissime…è dei modà.
Parla di un cavaliere che insieme
al suo cavallo
bianco entra in un bosco ed incontra una principessa che se ne sta fra
conigli
e pappagalli. Quando i loro sguardi si incrociano, si innamorano
all’istante.
Il cavaliere si avvicina e la fa salire sul suo cavallo, sussurrandole
queste
parole:
Vorrei
essere il raggio di sole che
Ogni giorno ti viene a svegliare per
Farti respirare e farti vivere di me
Vorrei essere la prima stella che
Ogni sera vedi brillare perché
Così i tuoi occhi sanno
Che ti guardo
E che sono sempre con te
Vorrei essere lo specchio che ti parla
E che a ogni tua domanda
Ti risponda che al mondo
Tu sei sempre la più bella
Na na na na na na na na na…
-
E quindi tu saresti la
mia cavaliera? - mi
chiede con un filo
di voce.
-
Solo se tu lo vorrai..-
le rispondo accarezzandole una guancia.
-
Lo voglio- sono le
sue ultime parole prima che
le nostre labbra si ricongiungessero per un altro bacio infuocato.
Tutte le parole del mondo sarebbero
state ora
superflue… eravamo noi, due donne unite da un sogno che il
destino aveva fatto
prima incontrare e poi innamorare.
“Due donne che avevano
appena stretto un nodo che
avrebbe resistito a tutti i venti ma che, solo loro due, potevano
facilmente
disfare con due dita.”
P.S. L’ultima frase
è presa dal racconto “Lamore” di
Rosanna Fiocchetto, inserito nel libro “Principesse
azzurre”.