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Autore: Metthew96    23/01/2011    2 recensioni
Storia di avventura di mia ideazione; non mancheranno colpi di scena quindi seguitemi.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 L'inizio di qualcosa di speciale



 


 

"Tlac…" il rumore della penna d'argento accuratamente intagliata e lavorata a mano rimbombò nella stanza. 

Lì, seduto ad una scrivania di mogano c'era un ragazzo, dai capelli ricci, castani ma che alla luce della lampada sembravano di un falso biondo. Il ragazzo era scosso, pensoso, come se qualcosa lo avesse sconvolto; infatti era così. Nei suoi profondi occhi blu oceano, si intravedevano delle increspature come il mare durante una tempesta.

Era seduto davanti ad una lettera firmata "Jonathan Marine".

 Il ragazzo ad un tratto scoppiò a piangere: quella lettera infatti, non era altro che un testamento, più precisamente i suo padre.

-Metthew...vieni qui- una voce interruppe le lacrime del ragazzo, a quanto sembra Metthew era il suo nome. 

Egli si asciugò,cercando di tranquillizzarsi e di nascondere lo sconforto, e si diresse verso la porta. Ad aspettarlo ad un tavolo c'erano due persone, una era la madre di Metthew che lo aveva appena chiamato e l'altro era l'avvocato di famiglia,il signor  Alexander Barton.

-Vedi Mett (diminutivo che la madre gli attribuiva) il signor.Barton, come tu ben sai, nostro avvocato di famiglia, è qui per darti qualcosa che tuo padre ti ha lasciato in eredità- introdusse la signora Marine

-Signor Marine…penso lei abbia letto il testamento di suo padre...- disse l'avvocato riferendosi a Mett.

Si sentiva molto strano: nessuno l'aveva mai chiamato "signor Marine" . Poi pensò che dopo la scomparsa di suo padre sarebbe diventato lui l'uomo di casa.

-S…si l'ho letto molto attentamente- rispose Mett,trattenendo a malapena le lacrime.

-Bene,allora saprà che suo padre Jonathan le ha lasciato in eredità, oltre alla casa dove risiedete attualmente lei e la signora Rubin, anche questa collana!- continuò Barton,porgendo lentamente una scatolina al ragazzo.

Mett l’aprì,e rimase stupito e affascinato da quell’oggetto. Rimase senza parole: era bellissima, era di una fattura incredibilmente raffinata, la catenina d’ oro talmente lucida quasi da abbagliare lo sguardo; il ciondolo poi, a forma di conchiglia,era anche meglio: in platino, con rifiniture in oro e con pietre preziose sparse e con la "M",probabilmente iniziale di "Marine" incisa. Sembrava quasi che provenisse da un altro mondo. 

Mett per un attimo sembrò quasi accennare ad un sorriso, ma poi si ricordò che quella collana gliel'aveva lasciato suo padre in eredità. Eppure egli aveva intuito qualcosa…come se quella collana così bella, così strana, avesse un compito diverso dall’essere indossata solo per bellezza. 

Però lasciò perdere questo suo strano pensiero, e,dopo qualche firma qua e là, salutò l'avvocato. Tornò nella sua stanza,al buio, la collana stretta tra le mani, riflettendo sul perché in quei 15 anni il padre non gliel'avesse mai mostrata nè non gliene avesse mai parlato. E come mai la madre sembrava meno sorpresa alla vista della collana?

Con tutti questi interrogativi Metthew si addormentò, sempre con la collana stretta tra le dita.

Il mattino seguente si svegliò e la collana l'aveva stranamente al collo. Scombussolato,si alzò dal letto, indossò le sue pantofole bordeaux e si diresse verso la cucina, dove la madre era già sveglia da un po’, a bere una tazza di caffè. 

Dopo qualche minuto di silenzio la madre bisbigliò:

-Sai Mett…tuo padre ti ha lasciato quella collana per..- ma poi si interruppe come se volesse aspettare un momento più appropriato.

Metthew e sua madre abitavano sull'isola di Milos,sperduta nella Grecia, circondata dallo splendido Mar Egeo, non era molto grande ma era incontaminata,molto tranquilla e ricca di vegetazione, pini marini e conifere di ogni genere.

Mett e il padre amavano pescare insieme, si divertivano un mondo. La sera poi, cucinavano i pesci pescati, sulla brace. Gli  mancava suo padre ma se ne era fatto una ragione anche se, quando la madre non lo vedeva, si intristiva e cominciava a pensare. 

Per il resto Mett era un ragazzo normale.

Anche se qualcosa avrebbe presto cambiato radicalmente la sua vita. 
   
 
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