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Autore: Sekunden    24/01/2011    3 recensioni
Trailer Video: http://www.youtube.com/watch?v=3b-Aw-AT3J8
“La carrozza è pronta, signorina Pierce” annunciò la mia badante, con molta leggerezza.
“Molte grazie Emily, sarò da voi in poco tempo” risposi sorridendo, facendole capire che dovevo sbrigare una cosa prima di partire.
Mi diressi verso la mia vecchia stanza e cercai in fretta di trovare ciò che stavo cercando: il mio diario.
Genere: Romantico, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Katherine Pierce
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Scusate la mia lunga assenza, ma tra l'inizio della scuola e la mancata ispirazione non ho avuto modo di pubblicare ancora.

Adesso però sono tornata, con qualche variazione. Noterete in questo undicesimo capitolo che ho modificato non solo la lunghezza del testo, ma anche il contenuto, che è più valido e descrittivo. Finalmente un capitolo abbastanza lungo rispetto agli altri, non schematico ma personale, credo abbastanza.

Con questo vi faccio la promessa di pubblicarne uno almeno ogni settimana.

Buona lettura!



Cap 11


Era lì, mi aveva preso per i fianchi spingendomi fino a sbattere sulla porta. Senza darmi il tempo di reagire, mi baciò con foga tentando di spogliarmi. Lo spinsi via, sbuffando seccata. "Che cosa ci fate voi qui?" domandai mentre mi sistemavo le bretelle del vestito. "Vi avevo detto che sarei venuto" rispose guardandomi confuso.

"Beh, sono stanca Damon, dovreste andarvene" lo pregai. Mi guardò con uno sguardo colmo di malizia. "La confessione del mio fratellino vi ha sconvolta" tentò di prendermi il braccio ma lo scansai.

"Non dovreste origliare" mi sorrise e provò nuovamente a baciarmi.

Persi la pazienza, mi concentrai sui suoi occhi color ghiaccio, che mi guardavano ammaliati. "Non voglio che tu resti qui, va via e non tornare" lo soggiogai. Sorrise con uno sguardo perso nel vuoto. "Buonanotte Katherine" gli sorrisi mentre usciva dalla stanza velocemente.

Non appena chiuse la porta feci un lungo respiro, fissai il vuoto e portai un dito sulle mie labbra;

Ero rimasta senza parole. Stefan Salvatore, mi aveva baciata.

Non era un sogno, era pura realtà. Mi aveva confessato il suo amore, mi aveva dato una nuova ragione di vita.

Forse non l'avrei mai detto, né realizzato fino a quel punto. In poche parole non l'avrei mai pensato.

Lasciai che la notte mi portasse consiglio, per poi svegliarmi leggera e tranquilla. Una strana sensazione a dire il vero, mai provata.

Quella mattina Emily non mi svegliò, forse non avevo impegni. Dalla direzione del sole che illuminava una parte della stanza potei capire che era tardi. Mi alzai di colpo, con un lieve bruciore di gola. Avrei dovuto nutrirmi il più presto possibile.

Emily? La colazione!” urlai seccata. Quando avevo fame, era meglio non comunicare con me, nel vero senso della parola.

Poco dopo entrò con un vassoio dove vi erano due tazze bianche e dei fazzoletti di seta. Le venni incontro prendendo la prima tazza, bevendo quel sangue caldo senza lasciare una goccia. La stessa cosa con la seconda, che svuotai del tutto. Mi leccai le labbra soddisfatta, anche se non ero ancora sazia. “Grazie” lei sorrise e uscì dalla stanza.

Tirai un lungo sospiro e mi buttai nuovamente sul letto. Non avevo voglia di vestirmi, ma il desiderio di vedere il volto candido di Stefan mi fece sobbalzare. Presi un vestito semplice, tra il rosso e nero, che mi copriva fino ai piedi. Lasciai cadere i boccoli castani in avanti da un lato, mentre dall'altro un fermaglio tratteneva il resto dei capelli.

Scesi le scale, dirigendomi verso la sala da pranzo della dimora. Trovai Giuseppe Salvatore che leggeva un giornale, concentrato sul contenuto.

Buongiorno signor Salvatore” dissi con un tono di voce leggero, rendendomi conto di quanta falsità ci fosse in esso. “Signorina Katherine” alzò lo sguardo e vedendomi mi sorrise. “Si accomodi pure se vuole” continuò, indicandomi la sedia di fianco alla sua.

A dire il vero cercavo suo figlio” mi avvicinai leggermente, mentre intravedevo qualcosa riguardo a ciò che stava leggendo. “Quale dei due?” corrugò la fronte divertito. Sorrisi in una maniera curiosa. “Stefan” risposi.

E' andato a fare un giro a cavallo, ma se vuole può attenderlo qui, per l'appunto” tornò ad indicarmi la sedia. Alzai un sopracciglio e senza farmi accorgere mi morsi un labbro. “Perché no?” avanzai fino a sedermi di fianco ad egli. Finalmente riuscivo a leggere il titolo di quell'articolo che lo interessava così tanto.

'I Demoni sono tra noi?' diceva così. Spalancai gli occhi, non appena focalizzai quel testo in grassetto. Cominciavano a farsi sempre più astuti e furbi, gli abitanti di quella città.

Voi credete ai demoni?” Giuseppe richiamò la mia attenzione, notando i miei occhi persi in quell'articolo. “Beh... più o meno” risposi fredda. “Sono figure fantastiche, nate per far spaventare i bambini e mandarli a letto” continuai, mentre con un dito indicavo il giornale. “E se fossero reali? Ne abbiamo le prove” affermò convinto. Un altro brivido attraversò la mia schiena. “Che genere di prove?” domandai curiosa. Mi guardò per un attimo, poi sorrise. “Uccisioni inspiegabili, aggressioni durante la notte” mentre lo diceva i suoi occhi avevano un colore spento, triste. Deglutii a fatica e spostai lo sguardo fuori. “Qualcosa che solamente i Vampiri riescono a fare.” aggiunse con un tono di voce basso. Lo guardai con la coda dell'occhio, poi sentii uno strano odore, non molto buono. Cercai di capire cosa fosse, fin quando non mi resi conto che la fonte era proprio egli. Aveva della verbena addosso, come immaginavo.

Se fossi in voi starei attenta, signorina Katherine” mi guardò preoccupato, per poi tornare a leggere quel maledetto articolo. Sospirai e guardai fuori dalla grande finestra, che affacciava al giardino principale. Cercavo tra le varie figure un viso familiare, ma non riuscivo a intravederlo. Dove poteva essere finito? A quell'ora del mattino era sempre in casa, lo trovavo in sala da pranzo a parlare d'economia con il padre. Forse non aveva accettato la mia reazione alla sua dichiarazione, o magari credeva che non ricambiassi il sentimento. O se semplicemente mi stesse evitando?

Scacciai il pensiero quando sentii un leggero colpo di tosse provenire dalla soglia della porta. Era egli, Stefan. Con le mani dietro la schiena si chinava leggermente per salutare il padre. Incrociò il mio sguardo, che assunse un colorito vivace. Un leggero imbarazzo si creò quando anch'egli mi sorrise contento. Fui sollevata comunque.

Buongiorno padre, signorina Katherine...” si avvicinò per baciarmi la mano. “Buongiorno Stefan” risposi. Ci guardammo per un lungo istante, poi Giuseppe tossì leggermente e ci guardò. “Ti stava cercando figliolo, desiderava vederti” mi guardò sorridendo, ricambiai il sorriso e tornai a fissare quell'angelo. “Mi dispiace di non essere stato qui quando mi avete cercato” si scusò, mostrando il suo rammarico. “Non preoccupatevi, ho avuto una piacevole conversazione con vostro padre” sorrisi e mi alzai. Mi sorrise e si spostò per farmi passare. “Come mai volevate vedermi?” domandò corrugando la fronte. Con uno sguardo gli feci intendere il motivo. I miei occhi gridavano 'perché mi manchi' mentre le mie parole dicevano semplicemente “Volevo fare un giro fuori, come i giorni scorsi” egli mi guardò divertito e capì subito.

Certamente, i cavalli sono ancora fuori dalla stalla” mi indicò la porta, poi prese la mia mano con delicatezza. “Se volete possiamo cavalcare” mi baciò la mano nuovamente. “Mi aiuterà a rilassarmi” risposi, mentre uscimmo dalla stanza per andare a montare i cavalli. E mentre teneva la mia mano con leggerezza, il mio cuore batteva rapidamente, senza interruzioni.

   
 
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