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Autore: merci pour le venin    24/01/2011    18 recensioni
Correva l'inverno del 1987; Jon e Richie se ne stavano chiusi nell'appartamento di quest'ultimo, tentando di finire di scrivere una canzone.
«Uh! Ho trovato!» esclamò Jon entusiasta.
Stavano impazzendo per scrivere quel testo: non riuscivano a trovare le parole giuste per il ritornello, tutto sembrava stonare.
«Mh, sentiamo» fece Richie, non troppo fiducioso: quella non sembrava essere la giornata fortunata di Jon, in quanto a testi.
«I'll be there for you, I'd die and I'd cry for youuu…» intonò Jon, ma Richie lo interruppe subito.
«Cos’hai bevuto mentre io ero in bagno?» gli chiese, guardandolo sconcertato.
Jon si grattò la nuca, «perché?»
A lui sembrava andasse bene! O comunque era sempre meglio dei tentativi che avevano fatto fino a quel momento.
«Tu» cominciò Richie contrariato, «tu davvero non ti sei accorto che è praticamente identica a I’d Die For You?»

[Richie/Jon]
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autore: IzzyJovi
Titolo: I'll be there for you
Fandom: Bon Jovi
Personaggi: Jon Bon Jovi, Richie Sambora
Pairing: Richie/Jon
Genere: romantico, generale, commedia
Avvertimenti: slash
Rating: verde
A Erica,
che mi sopporta quando scrivo le mie cavolate.

I'll be there for you


Correva l'inverno del 1987; Jon e Richie se ne stavano chiusi nell'appartamento di quest'ultimo, tentando di finire di scrivere una canzone.

«Uh! Ho trovato!» esclamò Jon entusiasta.
Stavano impazzendo per scrivere quel testo: non riuscivano a trovare le parole giuste per il ritornello, tutto sembrava stonare.
«Mh, sentiamo» fece Richie, non troppo fiducioso: quella non sembrava essere la giornata fortunata di Jon, in quanto a testi.
«I'll be there for you, I'd die and I'd cry for youuu…» intonò Jon, ma Richie lo interruppe subito.
«Cos’hai bevuto mentre io ero in bagno?» gli chiese, guardandolo sconcertato.
Jon si grattò la nuca, «perché?»
A lui sembrava andasse bene! O comunque era sempre meglio dei tentativi che avevano fatto fino a quel momento.
«Tu» cominciò Richie contrariato, «tu davvero non ti sei accorto che è praticamente identica a I’d Die For You
Jon sembrò accorgersene solo in quel momento; spalancò le palpebre e si apprestò a rileggere la bozza, accartocciandola subito e lanciandola contro il muro, mancando il cestino di quasi mezzo metro.
«Oggi non me ne va bene una!» esclamò il cantante, sull’orlo della disperazione. «Basta! Mi do all’ippica!»
Richie lo guardò domandandosi se stesse bene e per sicurezza decise di chiederglielo.
«Certo! Sto alla grande!» gli urlò in risposta l’altro, in piena crisi di nervi a causa dell’ennesimo fallimento.
Il chitarrista annuì, ma nella sua testa già progettava di mandarlo da uno psichiatra.
Stava decidendo a quale specialista rivolgersi, quando vide con la coda dell'occhio Jon che si alzava.
«Dove vai?»
«A prendermi una birra. Posso mamma?» gli rispose irritato lui.
«Ehy, ehy, ehy, sta' calmo bello!» esclamò Richie sorpreso da quell'attacco. «Che hai?»
Jon non rispose e si limitò ad andare in cucina, dove iniziò a frugare nel frigorifero cercando una birra. «Ma dove diavolo le tiene…» borbottò stizzito.
«Allora? Non hai risposto alla mia domanda».
Jon si voltò e appoggiato allo stipite della porta c'era Richie.
«Che hai?» gli chiese di nuovo.
Finalmente Jon trovò la tanto agognata birra e, dopo averla aperta, si accomodò sul tavolo. «Beh… non sarà giornata, però è irritante lo stesso!» sbottò all'improvviso, decidendosi a rispondere alla domanda dell'amico.
«Di solito non ho questi blocchi, quando scrivo…» continuò, «e questo tu lo sai bene, visto che scrivi con me la maggior parte delle volte».
Richie annuì. Di solito lui e Jon lavoravano ai testi insieme ed era davvero raro che non riuscissero a completare una canzone, o che comunque fosse così difficile farlo.
«Forse dovremmo lasciarla perdere, questa canzone» suggerì Richie, «abbiamo tante altre idee, perchè impuntarci su questa?»
Jon scosse la testa come indignato. «Mai!» esclamò.
Quella canzone doveva essere completata, era diventata ormai una questione di principio per lui.
Sospirò e si passò una mano sugli occhi, per poi bere una lunga sorsata di birra; balzò giù dal tavolo: era ora di rimettersi al lavoro.

Un'ora e mezza dopo era ancora allo stesso punto.
«Senti, e se ci mettessimo:"I'll be there for you, I'll always in love with..."» propose Richie, subito fermato da Jon.
«No, no, no, assolutamente no!»
Richie alzò gli occhi al soffitto; bocciava le sue proposte, ma non era che lui avesse fatto molto di meglio fino ad allora.
Jon si lasciò cadere a peso morto sul tappeto.
«Senti, tu fa' come vuoi, io mi ordino una pizza» disse Richie, alzandosi poi dal divano per andare in cucina a telefonare.
Rimasto solo in salotto, Jon si guardò intorno, come se stesse cercando l'ispirazione. Ispirazione che certo non gli sarebbe venuta fissando quelle quattro pareti bianche o il televisore spento, nè tanto meno le orribili tendine verdi e viola.
«Eri ubriaco per caso, quando hai arredato questo posto?» urlò all'indirizzo dell'amico, che per fortuna non lo udì.
Riprese a fissare il foglio coperto di cancellature e cubitali "NO", senza avere la minima idea di cos'altro tentare.
Poco dopo Richie riapparve nella stanza, «ancora niente?» gli chiese e Jon in risposta si limitò a scuotere il capo.
L'altro si stiracchiò e accese il televisore, provocando la stizza di Jon, che quel giorno sembrava particolarmente irritabile.
«Così non mi aiuti a concentrarmi, sai?»
Richie alzò le spalle. «Tanto oggi non combiniamo niente».
Jon lo guardò storto, ma riprese a fissare il suo foglio, tentando di ignorare i rumori della partita di football.
«Eddai, lascia perdere!» gli intimò Richie.
«Fallo tu se ci tieni, ma io finirò questa canzone, fosse l'ultima cosa che faccio!» si scaldò Jon, afferrando il telecomando e spegnendo il televisore.
«Ehy! Io lo stavo guardando!» si lamentò Richie, sporgendosi dal divano per recuperare il telecomando dalle mani dell'altro, con scarso successo; Jon lo ficcò sotto al tappeto e ci si sedette sopra, provocando le lamentele di Richie.
«Cavolo, starai sbagliando qualcosa, che ne so! Magari oggi non stai facendo quello che fai di solito quando scrivi canzoni, boh, fai qualche rito scaramantico per caso?» buttò lì, tentando di tergiversare allo scopo di riprendere il suo telecomando.
Jon scosse la testa sconsolato. «Di solito per avere l'ispirazione mi basta guar…» cominciò, ma si bloccò senza terminare la frase, come se si fosse ricordato improvvisamente che era una cosa che non doveva dire.
Si passò un dito nella scollatura della felpa e spostò lo sguardo altrove, sulle adorabili tendine verdi e viola.
Richie capì che l'amico stava per dire qualcosa che non voleva sapesse lui, ma era troppo curioso per dargliela vinta.
«Ti basta guar…? Guardare? Guardare che cosa? Su dimmelo! Dai! Voglio saperlo!» e nel dirlo smise di cercare il telecomando sotto al tappeto e si piazzò davanti a Jon, iniziando a fissarlo con quelli che, a parer suo, dovevano essere adorabili occhioni da cucciolo.
«Siamo amici, devi dirmi tutto» si lagnò, in un vano tentativo di convincerlo; Jon aveva le labbra cucite e continuava a guardare dappertutto tranne che davanti a sè.
«Uhm, tu soffri il solletico giusto?» gli chiese Richie retorico.
Prima che potesse anche solo pensare di difendersi, Richie si era avventato su di lui, in particolare sulla sua pancia, e aveva iniziato a fargli il solletico.
«Ahahah Richie ahahah smettila ahahah ti prego!» lo supplicò Jon mentre si contorceva sul pavimento.
«Tu vuota il sacco» gli intimò.
Jon si morse il labbro; Richie interruppe il suo attacco, certo che l'amico avesse ormai ceduto.
«Non te lo dirò MAI!» affermò invece Jon che, cogliendo il momento di distrazione del suo aguzzino, riuscì a liberarsi dalla sua stretta.
Però - come non detto - Richie lo riacciuffò immediatamente, riprendendo a torturarlo.
«Ahahah che cosa ad-ah, adulta!, usare il solletico ahahah come arma!» osservò Jon con le lacrime agli occhi, spezzando la frase più volte a causa delle risate che non riusciva a fermare.
L'altro si limitò a ridacchiare, continuando a fargli il solletico.
Pancia, collo, orecchie, piedi, ascelle...
«Mi basta ahahah guarda-ahah-re te» si lasciò improvvisamente sfuggire senza accorgersene.
Richie si bloccò di colpo. Aveva sentito bene?
«… per avere l'ispirazione» concluse Jon abbasando gli occhi.
Che aveva fatto? Dannazione! Idiota idiota idiota! pensò nel panico, cercando di non darlo a vedere e di restare calmo.
Ora il suo più grande amico l'avrebbe odiato, avrebbe abbandonato la band, i Bon Jovi avrebbero cessato di esistere...
«E come mai oggi non riesci a scrivere?» gli chiese Richie in un sussurro, interrompendo il flusso incontrollato dei suoi pensieri. «Io sono qui».
Ci fu un attimo di silenzio dopo quella domanda. «Non lo so» ammise alla fine Jon, flebilmente, evitando ancora il suo sguardo.
«Forse non stai guardando nel modo giusto» sussurrò ancora Richie.
Jon rimase sorpreso da quella risposta: perchè non se n'era ancora andato urlando cose poco gentili al suo indirizzo?
Ma d'altronde aveva ragione. Si decise finalmente a guardarlo negli occhi, e rimasero così per quelli che dovettero essere minuti.
«Vedi niente?» soffiò infine Richie, spezzando il silenzio che si era creato per l'ennesima volta.
«I'll be there for you, these five words I swear to you, when you breathe I want to be the air for you, I'll be there for you» mormorò semplicemente Jon, come se fosse la cosa più ovvia del mondo; aveva trascorso ore e ore cercando quelle parole che invece erano sempre state davanti ai suoi occhi.
Richie sorrise, sporgendosi pericolosamente ancora più vicino a lui.
«Visto? Te l'avevo detto: non stavi guardando bene» sussurrò, ormai a un centimetro dalle sue labbra.
Jon sorrise anche lui, per poi mormorare: «tu parli troppo».
Detto questo prese l'iniziativa e premette definitivamente le sue labbra su quelle dell'altro; all'inizio entrambi erano un po' titubanti e imbarazzati, ma dopo qualche secondo approfondirono il bacio, che diventò assai poco casto.
Le mani di Richie cominciarono a vagare sotto la felpa di Jon, mentre i baci divennero sempre più numerosi; alla fine, però, dovettero separarsi per riprendere fiato.
Si fissarono, ansimanti e rossi in viso.
«Che dici, ora riuscirai a finirla, quella canzone?» domandò Richie ironico.
Jon annuì, un sorriso sghembo stampato in faccia.
«Allora, se permetti…» e prima che Jon potesse anche solo lontanamente capire di cosa l'altro parlasse, questo era già riuscito a recuperare il telecomando che gli era stato precedentemente sottratto.
Richie si buttò sul divano e accese il televisore.
«Idiota» borbottò Jon, alzandosi e sparendo in cucina: voleva finire quella canzone, ora che era... ispirato.
Ma le lamentele di Richie gli giunsero comunque anche dall'altra stanza.
«Dannazione! Gli Eagles hanno perso 45 a 10!»




Angolo Izzy
Ma buonjovi care/i!
Premetto che di football non so nulla, ho inventato di sana pianta.
Giuro, non era mia intenzione scriverla D: l'avevo promessa a *conta con le dita* tre persone, dovevo!
Okok, volevo anche io scriverla e mi piace abbastanza com'è venuta xD
Comunque, penso che avrà un seguito. Anzi, ritengo che ne avrà ben due.
Povere/i voi.
See you! ;D












   
 
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