Film > The Phantom of the Opera
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Autore: Alkimia    27/01/2011    2 recensioni
Storia partecipante al Phantom of the opera contest indetto da Kenjina e GiulyRedRose
Piccola raccolta di piccoli racconti sui piccoli personaggi del musical, i personaggi secondari, quelli di cui nelle fanfiction non si parla quasi mai, quelli che restano nient'altro che elementi di scena sullo sfondo, frammenti della scenografia, ma senza i quali lo spettacolo non sarebbe lo stesso... E Erik, il Fantasma dell'Opera, naturalmente sempre presente, ma visto attraverso i loro occhi.
Alle volte quel teatro sembrava una tomba e i morti non risorgono dalle tombe o, se lo fanno, allora sono dei fantasmi.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo sesto
“Tieni il braccio avanti agli occhi” (Madame Giry)

[AMBIENTATA IN VARI MOMENTI, LA PRIMA PARTE SI SVOLGE PRIMA DELLA MASQUERADE, POI C'E' UNA CARRELLATA SU QUELLO CHE SUCCEDE DOPO LA MASQUERADE E INFINE IL “DOPO” CONCLUSIONE DELLA STORIA ]

Le foglie che cadono quando arriva l'autunno non fanno mai rumore, eppure stanno cadendo, il tempo muta, muta il paesaggio.
Il silenzio è solo un'illusione.
Lo pensò anche quella sera, seduta davanti allo specchio, circondata dai suoi ricordi che prendevano forma nelle tante fotografie incorniciate sul ripiano: suo marito in divisa, se stessa da bambina con la sua famiglia, una foto di gruppo delle sue compagne di collegio, lei da giovinetta con il viso innocente e i capelli legati in una treccia, un'abitudine che non aveva mai perso.
E tutto intorno silenzio. Un'assenza di rumore che coincideva con un'altra assenza.
Il Fantasma dell'Opera era sparito. La scia di sangue che si era lasciato dietro dopo l'uccisione del macchinista era stata spazzata via sepolta dalla tranquillità e dalla neve di quell'inverno tutto sommato ancora mite.  
Alla gente spesso basta il silenzio per dimenticare, per prendere nota di un'assenza e rallegrarsene.
A Madame Giry il silenzio non piaceva. Specie se quel silenzio era il sintomo della sua assenza.
Il Fantasma dell'Opera non aveva lasciato il teatro, come avrebbe potuto? In che altro posto poteva andare?
Ah già, ma tutto questo lei era la sola a saperlo.
Che cosa sgradevole il silenzio! Rende più pesanti i segreti e più spaventoso il buio.
E i segreti di Madame Giry non erano cose da poco, come non da poco erano le sue paure, i suoi timori.
C'era stato un tempo in cui aveva creduto che essere il solo tramite tra il Fantasma e il mondo esterno le servisse per tenerlo a bada... quand'era successo che la situazione si era rovesciata? Da quand'è che era lui a tenere a bada lei come faceva con tutti gli altri?
Cos'è che rende un uomo incapace di frenarsi?
“L'amore”, la donna rispose a se stessa in un filo di voce.
Era sempre stata pragmatica lei, una donna dedita al fare, capace di decidere su due piedi di nascondere un bambino nei sotterranei del teatro e di tenere celata una verità così mostruosa a chiunque, anche alla sua famiglia.
Si era sposata all'età giusta, come tutti si aspettavano che facesse. Aveva messo al mondo una figlia. Era rimasta vedova ma non si era persa d'animo, aveva rispolverato il suo unico vero amore: la danza, era diventata la maestra del corpo di ballo dell'Opera Populaire. Era andata avanti a testa alta, malgrado il suo sguardo ogni tanto corresse a quegli occhi di ghiaccio che si accendevano nella penombra come fiamme.
Credeva di essere in grado di... controllarlo.
“Tieni il braccio avanti agli occhi”, l'unica, minuscola scheggia di verità che poteva permettersi di rivelare.
Ora, quel monito che aveva ripetuto durante quegli anni le sembrava assumere un significato diverso, come di un ordine rivolto a se stessa: tieni il braccio avanti agli occhi, sii cieca, non guardare.
Già, si era imposta di non guardare. Aveva coperto gli occhi, era andata avanti come sapeva fare.
E adesso, cosa stava accadendo? Perché? Fin dove...?
la risposta che le sue labbra mimarono all'immagine nello specchio fu di nuovo la stessa:
“L'amore”.
Come si ferma un uomo innamorato?
Stavolta il silenzio non dette alcuna risposta, se non un pensiero, sconnesso e appena accennato:  è davvero difficile riuscire a farsi amare in una tomba.

*

Il Fantasma non era sparito.
Erano trascorsi mesi di silenzio e buio, in cui tutti quelli che lavoravano nel teatro avevano messo a riposo i loro pensieri, le loro riserve, le loro paure.
Il Fantasma era tornato.
Non era più tempo di silenzio e segreti. Non era più tempo di attese, di speranze, di notti insonni a chiedersi quale fosse la scelta migliore.
I giorni avevano preso a rincorrersi. “L'Angelo vede, l'Angelo sa...” li aveva ammoniti Madame Giry, ma loro ancora una volta non avevano ascoltato. Avevano allestito quel suo spettacolo, disposti a rischiare il tutto per tutto pur di catturarlo. Ma come si ferma un uomo innamorato?
Nessuno aveva una risposta. Nessuno si era nemmeno posto la domanda: i mostri non amano. Ci credevano tutti, meno lei, meno Madame Giry, che di quel mostro aveva visto qualcosa che nessuno aveva mai visto: le sue lacrime.
E certe lacrime bruciano, bruciano e divorano. Come quell'incendio, come il fuoco a cui alla fine aveva lasciato il suo teatro. Perché quella era la fine...
E alla fine Madame Giry aveva dovuto scegliere. Scegliere di togliere il braccio dagli occhi, tentare di vederci chiaro tra le spire di fumo che salivano verso il soffitto. Aveva scelto di aiutare il visconte, mostrargli il modo di raggiungere i sotterranei... dargli la possibilità di fermare il Fantasma.
Ma come si ferma un uomo innamorato?

*

Cos'era accaduto? La brigata antincendio stava spegnendo ciò che rimaneva dell'Opera Populaire.
Un'alba incerta si levava sopra Parigi.
Madame Giry era lì. Il braccio avanti agli occhi gli impediva di guardare fin dove arriva il dolore.
Poi la fanciulla e il visconte emersero da una botola. Stretti l'uno all'altra per mettere insieme quel po' di coraggio rimasto. Piangevano entrambi, piangevano di un pianto diverso di cui nessuno dei due avrebbe mai più domandato conto all'altro.
Madame Giry non gli andò incontro, non disse nulla, non si mosse.
E così l'avevano fermato. Come?
Come si ferma un uomo innamorato?
Di nuovo quella risposta, una risposta che non ammetteva cecità, che urlava in mezzo al silenzio ed esplodeva in mezzo al buio.
L'amore si ferma con l'amore.



______


NOTE: E questo era l'ultimo. Madame Giry forse è il personaggio secondario “meno secondario” che ci sia. Tra l'altro nelle fanfiction è una presenza quasi irrinunciabile, è una specie di star quindi mi sembrava giusto lasciarle la scena finale e far pronunciare a lei  quella che ho sempre ritenuto essere la “morale della favola” di POTO: l'amore si ferma con l'amore. Nelle fanfiction viene sempre descritta come la vecchia amica che continua ad aiutare Erik malgrado tutto, ma guardando bene il film ho sempre pensato che fosse anche lei una vittima del Fantasma, soggetta alla paura che il Fantasma incute e con la quale riesce a “governare” il teatro. Per una volta ho voluto mettere Madame Giry in questa veste, invece che in quella di complice arguta e disponibile, non dimentichiamoci che quando la nostra donna realizza che Erik ha passato il segno aiuta Raoul, anche se mentre lo conduce ai sotterranei non ha il coraggio di arrivare fino in fondo...
Questa era delirevole e anche “ermetica”, ma mi piaceva che i pensieri di Madame Giry fossero un po' la summa di tutta la vicenda.

Grazie a Nakara e a Keyra per i commenti, e grazie a chiunque sia passato di qui ;-)
Alla prossima.
Elby
____

At last, riporto il giudizio ottenuto al contest

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Giudizio di Kenjina

Correttezza grammaticale 10/10
Italiano impeccabile, non ho trovato neanche il più piccolo errore. Non posso aggiungere altro, bravissima!

Stile e il lessico 10/10
- Idem come sopra, hai uno stile fluido e curato, senza scadere nel banale e nella pesantezza.

Caratterizzazione dei personaggi 10/10
L'idea di entrare nella mente di quei personaggi "snobbati" dal film mi è piaciuta e la trovo in linea con quelli che, secondo me, sono i caratteri di ognuno di loro. Quello che mi ha colpito, poi, è la presenza sempre costante del Fantasma - e come potrebbe essere altrimenti? Lui stesso, d'altronde, è il Teatro, e ha influenzato le loro vite dal primo momento in cui vi hanno messo piede.

Originalità 10/10
Sarà che sono una patita di personaggi secondari (oltre che di cattivi, ma questa è un'altra storia), ma l'idea spostare l'attenzione su di loro, come già detto, è ottima, perché attraverso i loro occhi hai potuto raccontare scene di quotidianità (tenerissima quella tra Piangi e Carlotta!) che magari vengono tralasciate solitamente per dare più spazio a Erik e alle sue vicende.

Gradimento personale 5/5
Una raccolta ben scritta, ben articolata (geniale l'idea di lasciar per ultimo la parola a Madame Giry, anche se personaggio secondario, in realtà, lo è ben poco) e molto piacevole da leggere. Sei riuscita a far trasparire la figura di Erik in ogni loro pensiero, in ogni loro passo; d'altra parte

Utilizzo coerente dei prompt e delle citazioni 5/5
Superfluo dire che prompt e citazione sono inseriti alla perfezione. Come detto prima il teatro, luogo dell'ambientazione, secondo me non esprime solo il posto fisico, ma anche l'essenza stessa dell'Opera, Erik. Non ho altro da aggiungere se non un bravissima!

TOTALE: 50/50

Giudizio GiulyRedRose

Correttezza grammaticale ( 10 / 10)
Grammatica impeccabile, non ho trovato nulla fuori posto o che stonasse con il racconto: segni di punteggiatura, tempi verbali, pronomi… Tutto perfetto. Ergo, mi sembra che il minimo sia darti il massimo dei voti e farti i complimenti!

Stile e lessico ( 9 / 10)
Mi piace molto lo stile semplice e lineare che hai usato, hai descritto con chiarezza i sentimenti e i luoghi (mi è piaciuto molto come hai parlato del teatro nel quarto capitolo) e la lettura scorreva che era un piacere. Un’unica ‘pecca’, ma comunque non gravissima: io avrei usato forse un linguaggio un po’ più attento e ricercato, dato che stiamo pur sempre parlando di una vicenda accaduta nell’Ottocento, ma comunque il lessico che hai usato è abbastanza a metà strada tra l’”antico” e il “moderno”, perciò va bene lo stesso.

Caratterizzazione dei personaggi ( 10 / 10)
In realtà qui potrebbe essere un po’ difficile decidere, visto che hai interamente focalizzato l’attenzione su personaggi secondari e di cui si hanno poche – o addirittura nessuna – notizie. Ad ogni modo, volendo basarci su quanto traspare dal film (visto che è su di esso che ti sei basata), direi che anche la caratterizzazione dei personaggi è ineccepibile: Joseph Buquet, Meg, la Carlotta, persino il maestro Reyer che in genere non si fila praticamente nessuno, li ho visti reali e tangibili per la prima volta, come se ti fossi limitata a raccontare dei piccoli aneddoti di persone realmente esistite. Insomma, anche qui caratterizzazione perfetta.

Originalità ( 10 / 10)
Assolutamente molto originale, non avevo mai letto una cosa simile – soprattutto perché hai focalizzato l’attenzione non sui personaggi per così dire ‘standard’, ma su quelli di contorno, quasi sempre in secondo piano, che nessuno si degna mai di considerare perché si tratta, generalmente, di antagonisti. Ho adorato in particolar modo la one-shot dedicata a Carlotta, l’ho trovata tenera e allo stesso tempo drammatica, visto che tutti noi sappiamo bene che il suo sogno d’amore non si è potuto concludere felicemente. Davvero brava.

Gradimento personale ( 5 / 5)
La parte che mi è piaciuta di più è stata quella ambientata durante la sera della Masquerade, ovvero il capitolo quarto: come hai detto anche tu nelle note, qui traspare più di tutti il punto di vista di Erik, senza dubbio il più ‘oscuro’ di tutta la faccenda. Comunque, nel complesso mi sono piaciute tutte le storie, nessuna esclusa – mi ha fatto molto piacere leggere questa raccolta. Una parentesi che forse non c’entra niente con il gradimento personale né con il voto, ma dovevo dirtelo: anche io ho apprezzato parecchio il fatto che tu abbia lasciato il compito di concludere questa raccolta a madame Giry, concordo appieno con quello che hai scritto nelle note – e bellissima la frase finale, la ‘summa’: l’amore si ferma con l’amore.

Utilizzo coerente dei prompt e delle citazioni ( 5 / 5)
La storia è interamente ambientata a teatro, che è il fulcro di tutta la vicenda: ergo, il prompt è stato utilizzato e sfruttato coerentemente. Anche la citazione (tra parentesi, complimenti per la scelta, visto che è una delle mie preferite!), presente nel prologo, ha un suo ruolo – per amore, qui, non si intende solo quello di Christine ma anche di tutti gli altri esseri umani che avrebbero potuto amarlo per il suo genio – perciò anche questa è ben usata.

Totale: 49 / 50

VOTO FINALE: 99/100
   
 
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