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Autore: R e i l a    27/01/2011    2 recensioni
Una ragazza giapponese e un ragazzo britanno. Due vite e due mondi completamente diversi pronti a scontrarsi. Il tutto nel Giappone devastato dalla guerra e dalla ribellione di Zero e i Cavalieri Neri.
Genere: Azione, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Can we pretend the Knigthmares Frames in the night sky are like shooting stars?
I could really use a wish right now...






( Can you meet me halfway?
Right on the borderline,
it's where I'm gonna wait for you )






Una ragazza dai lunghi capelli corvini sedeva a terra, gli occhi fissi in un punto imprecisato del cielo. Alle sue spalle alcuni edifici del ghetto continuavano ad esalare pennacchi di fumo dopo l'esplosione e la guerriglia del giorno precedente seguita all'attacco terroristico. Hoshi, così si chiamava la ragazza, sedeva lì al confine tra il desolato ghetto degli eleven come lei e la nuova Tokyo colonizzata dai britanni. In quel punto non c'era niente che segnasse il confine, non c'erano neanche i binari del treno come in altre parti della città. C'era soltanto una linea immaginaria che lei si guardava bene dall'oltrepassare.
Voltò il capo, posando per un istante lo sguardo sui palazzi semidistrutti del ghetto, il ricordo della paura provata il giorno prima, quando il getto di Shinjuku sembrava essere vicino alla distruzione totale e quando le guardie britanne sorpresero lei e e gli altri eleven in quello stanzone, le riempì gli occhi di lacrime. Tutte quelle vite stroncate, tutto quel sangue versato e per cosa poi?
Lei abitava lontano dal punto in cui ci era stata l'esplosione, perciò si era salvata ma sarebbe stata sempre così fortunata?
Si coprì le orecchie con le mani, poteva ancora sentire il rombo dei Knightmare attraversare il cielo, il suono delle loro munizioni che esplodevano. Rivide davanti agli occhi quell'enorme Knightmare bianco. Iniziò a piangere come una bimbetta, come non lo faceva da tempo, lei che cercava di mostrarsi sempre forte e che non voleva mai piangere. Strinse le ginocchia al petto e posò la fronte su di esse, raggomitolandosi in posizione fetale.
« Che ci fai qui? » quella domanda in un giapponese segnato da un forte accento la fece sobbalzare, costringendola ad alzare la testa.
All'inzio vide solo una macchietta nera sfocata, poi sfarfallando le ciglia la macchietta prese la forma di un ragazzo britanno con indosso la divisa dell'Istituto Hasford. Hoshi concentrò la propria attenzione sulla divisa di quell'istituto che si vantava di essere aperto a tutti, di non fare differenza tra britanni e eleven, e che qualche ragazzo di sua conoscenza frequentava. Ma lei aveva scelto differentemente, preferiva seguire le lezioni in quel piccolo palazzo diroccato adibito a scuola nel ghetto piuttosto che prostrasi ai britanni e frequentare la loro stupida scuola.
« Allora mi hai sentito o no? Ti ho chiesto che ci fai qui! » Gareth Humphrys alzò il tono di voce, spazientito. Non sapeva neanche perché aveva deciso di rivolgere la parola a quell'eleven, lui che a scuola faceva parte dell' "Esercito Autonomo Studentesco" che aveva, tra le tante mansioni, quella di cacciare gli eleven dall'Istituto Ashford.
Hoshi posò lo sguardo su di lui, rimanendo in silenzio. Era un bel ragazzo in effetti, alto e slanciato, con i capelli biondi e gli occhi verdi. Le sembrò uno di quegli attori dei film stranieri che guardava con sua madre qualche anno prima. A quel ricordo involontariamente sorrise per qualche istante, per poi tornare presente a sé stessa.
« No, tu cosa ci fai qui? » disse infine, asciugandosi gli occhi col dorso della mano e rimettendosi in piedi « Voi britanni non vi avvicinate mai al ghetto, per voi non esiste. Vi ricordate della sua esistenza solo quando decidete di giocare un po' con le nostre vite » aggiunse rabbiosamente, gli occhi che tornavano a riempirsi di lacrime « Ma sì, ho capito! Sei il figlio di un generale non è vero? Sei venuto qui per vedere il bel lavoro fatto dal tuo paparino? » neanche si accorse quanto caricò quelle parole di rancore e veleno, non si accorse che stava esagerando e che prendersela con quel ragazzo non avrebbe cambiato le cose.
Gareth osservò quella strana ragazza per un po', era alquanto sconvolto. Forse aveva scelto l'eleven sbagliata con cui attaccare briga e poi senza l'appoggio dei suoi compagni dell'Esercito Autonomo Studentesco si sentiva scoperto, quasi indifeso. Cancellò dalla testa quel pensiero, mentre continuava ad ascoltare le farneticazioni dell'eleven. Una ragazza così minuta non avrebbe potuto fargli granchè, anzi avrebbe potuto benissimo cavarsela da solo.
« Adesso basta! » mormorò il ragazzo, interrompendo le farneticazioni di Hoshi e prendendola per il colletto della maglia, alzandola fino alla sua altezza così che avrebbe potuto guardarla dritto negli occhi « Non ti permetto di parlare di cose che non ti riguardano! Non sai niente, niente dei britanni o di me! » le urlò in faccia, per poi lasciare la presa e farla cadere a terra con un tonfo « E se proprio lo vuoi sapere mio padre non è un generale, non ha mai avuto nessun rapporto con l'esercito. Ed io sono venuto qui nel ghetto perché mi andava così! » si voltò e fece per andarsene, sì, aveva decisamente sbagliato persona con cui attaccare briga ed ora a causa di quella stupida eleven era nervoso come non mai.
Hoshi si lasciò sballottare, si prese le urla in faccia e si lasciò cadere a terra senza opporre resistenza. Aveva capito di essere in torto ma ormai era troppo tardi per tornare indietro, per questo rimase in silenzio con lo sguardo basso. Alzò lo sguardo da terra solo quando Gareth era ormai lontano una quindicina di passi da lei.
« Ma certo, scappa! È soltanto questo che siete capaci di fare voi britanni? Imponete il vostro volere con la forza e poi? » gli urlò contro, la voce rotta dal pianto, nonostante sapesse che così facendo avrebbe solo peggiorato le cose « E poi siccome avete paura delle reazioni che potrebbero avere gli assoggettati scappate! Ma sappi che non potrai scappare per sempre cittadino di Britannia! Sappi che prima o poi tutte quelle persone che avete strappato alla vita qui in Giappone verranno a chiedervi il conto e tu cosa gli dirai? Gli dirai che non c'entri niente? Che la tua famiglia non fa parte dell'esercito? E allora che sei venuto a fare qui, eh? Sei venuto a vedere, a compiacerti della disperazione di noi giapponesi? » si sgolò nel dire quelle cose che covava dentro, mentre Gareth lentamente si allontanava da lei e che non si era mai voltato, neppure una volta.
Continuò a piangere disperatamente per un po', di nuovo raggomitolata in posizione fetale, fino a quando finì le lacrime e la forza di piangere e si decise a tornare a casa e a cancellare dalla mente il suo incontro con quel ragazzo Britanno.
Gareth invece ignorò - o almeno cercò di ignorare - le parole della ragazza che, nonostante si trovasse molto lontano da lei, gli arrivarono comunque, piene dell'odio che provava l'eleven. Avrebbe voluto girarsi, tornare sui suoi passi e far capire a quella ragazza che stava sbagliando, che non poteva permettersi di parlare male dei britanni, ma non lo fece. Sapeva che avrebbe finito per picchiarla se lei avesse continuato a sputare veleno, e lui non voleva picchiare una donna, anche se eleven. Tornato a casa cercò di cancellare dalla sua mente le parole della ragazza che continuavano a rimbombargli nelle orecchie e l'immagine della ragazza stessa, distrutta dall'odio e dalla disperazione e tornare il ragazzo di sempre. Il ragazzo che faceva parte dell'Esercito Autonomo Studentesco e che odiava gli eleven.







Salve! L'idea per questa storia mi è venuta molto tempo fa, quando vidi le due serie di Code Geass su rai4.
Insomma tutti noi che abbiamo visto l'anime o letto il manga (io ho fatto tutt'è due :P) conosciamo la storia di Lelouch e della sua guerra contro Britanna ma non ho mai voluto scrivere di questo, a me interessano le storie non raccontate di quei personaggi che non hanno alcuna rilevanza nella storia, che fanno mucchio e basta. Ho sempre molta paura di finire nell'OOC quando scrivo storie con i personaggi di un determinato manga/anime/libro etc. e allora mi chiederete: "perché se non coinvolgi i personaggi di Code Geass non scrivi una storia originale?"
Il perché è semplice: perché la situazione che si viene a creare tra giapponesi e britanni è interessante, dovrebbe essere analizzata più a fondo e poi l'idea di un amore difficile, tra due persone appartenenti a due fazioni che si odiano è una cosa che mi è sempre piaciuta molto, nonostante sia uno degli espedienti letterari più vecchi del mondo (Romeo e Giulietta, tanto per citarne uno)e poi boh, mi andava di scriverla e basta XD
E poi, non sono molto favorevole a queste cose ma siccome non sono neanche molto brava a descrivere fisicamente i miei personaggi, vi faccio vedere come Hoshi e Gareth appaiono nella mia testa, poi voi potete benissimo continuare a vederli come vi pare: hoshi akemi & gareth humphrys solo che non leggerete mai di una Hoshi con la divisa scolastica XD
E credo di aver finito qui, credits ai Black Eyed Peas con la loro bellissima canzone "Meet me Halfway" il cui ritornello figura all'inizio del capitolo e a B.o.B. e Hayley Williams per la loro canzone che mi ha ispirato il titolo della storia e tante altre cose.
Non so quando aggiornerò, sono piuttosto incostante. Ma spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che mi facciate sapere cosa ne pensate, nel bene o nel male.
Ciao ♥
  
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