Marmalade Love Stories
Storie d’amore alla marmellata d’arance
di Yuki
Delleran
10
ROSA ROSSA
La serata si preannunciava limpida
e fresca, molto più piacevole delle precedenti che iniziavano ad essere afose.
Quando Miki e Yu lasciarono la villetta diretti a
teatro, il cielo stellato appariva come un manto di velluto trapuntato di gemme
tanto limpide che nemmeno le luci artificiali riuscivano ad offuscarle. La Luna
era solo una pallida falce solitaria in un angolo del cielo.
«Un’atmosfera perfetta per il tema del concerto.» sospirò la ragazza con sguardo
sognante.
«Già. Mi chiedo per qual motivo dovremmo sprecare una serata così chiusi in teatro…» rispose Yu.
«Yu! Insomma! Anju e Kei ci hanno invitato e ci resterebbero
malissimo se non andassimo e poi io ci tenevo tanto a
sentirli suonare insieme! Non possiamo assolutamente permetterci di…»
«Miki… Miki! Stavo scherzando! Non mi perderei questo
concerto per niente al mondo!» si affrettò a rassicurarla Yu interrompendo le
sue proteste.
Quando giunsero davanti all’ingresso principale del teatro non si stupirono di trovarlo molto affollato, ma grazie agli
inviti spediti loro dagli amici non furono costretti a fare la coda e poterono
raggiungere facilmente i posti prenotati nelle prime file.
«Mi piacerebbe andare ad augurare buona fortuna a Kei, ma
forse non è il caso…» disse Miki dubbiosa.
«Secondo me lo innervosiresti più del dovuto e poi se
qualcosa andasse storto darebbe la colpa a te.»
«Ma che simpatico, Yu, davvero simpatico.»
rispose la ragazza battendo le mani sarcastica.
«Guarda che tanto so benissimo che vorresti andare da Anju. Anzi, penso proprio
che dovresti farlo, almeno per riferirle della e-mail
di Will. Tu, al contrario di me, sai davvero tranquillizzare le persone quindi
forse le farebbe bene oltre che piacere.»
Yu annuì sorridendo ed entrambi si alzarono
per raggiungere i camerini. Il concerto sarebbe iniziato solo mezz’ora dopo
quindi avevano tutto il tempo di un saluto, anche
grazie ai pass saggiamente allegati ai biglietti.
Yu bussò discretamente alla porta del camerino che portava
l’etichetta provvisoria “KITAHARA” mentre Miki svoltava l’angolo alla ricerca
di quello di Tsuchiya. Una voce sottile rispose dall’interno dandogli il
permesso di entrare. La giovane, vestita di tutto punto e
praticamente pronta ad andare in scena, se ne stava rannicchiata su uno
sgabello in un angolo della stanza e Yu vedendola così pallida si preoccupò.
«Stai poco bene, An? Cosa ti
succede?»
Anju alzò lentamente la testa e sorrise anche se le sue
labbra tremavano leggermente.
«Oh, Yu… Sono solo un po’ nervosa. Ho già suonato con Kei,
non è la prima volta, quindi non dovrei trovarmi in
questo stato pietoso, però questa volta ho davvero paura di non farcela. Come
se mi mancasse un appoggio fondamentale…»
Yu capì subito il reale significato di quelle parole.
«Abbi cura di lei, eh?
Will, sei uno stupido!»
Facendosi più vicino circondò con un braccio le spalle esili della ragazza.
«Noi tutti siamo qui e ti sosteniamo. E
anche chi è lontano, credimi.»
«Chi è lontano?»
«Già. Ho ricevuto una e-mail di
Will questa mattina che mi raccomandava di venire a incoraggiarti da parte sua
e mi ha anche chiesto di spedirgli al più presto la copia del DVD con le
riprese del concerto.»
Il sorriso di Anju si rilassò un
poco.
«Davvero ti ha detto così? Allora dovrò ringraziarlo per la
sua premura. Ti ha… scritto altro? Jinny come sta?»
«Ha parlato solo del viaggio che non ha avuto problemi e del
fatto che Jinny si è ripresa e sembra stia bene. La stanno ancora tenendo sotto
osservazione.»
«Meno male, sono davvero contenta per lei!» esclamò Anju, ma
notando la tristezza dietro il suo sguardo limpido, Yu si guardò bene dal farle
il resoconto della riconciliazione dei due ragazzi e dei loro progetti futuri a
cui Will aveva accennato. Evitò anche di mostrarle la foto che il ragazzo aveva
allegato alla e-mail. Ritraeva lui, Brian, Michael e
Doris attorno a una Jinny ancora seduta sul letto
d’ospedale e leggermente pallida ma che mostrava un sorriso tenero e spontaneo che
lo stesso Yu aveva visto di rado. Will la circondava con le braccia e la teneva
appoggiata a sé. Yu era felice che le cose si fossero aggiustate tra i due
amici, ma non per questo intendeva turbare ulteriormente Anju. Ora lei aveva
solo bisogno di calma e della possibilità di rilassarsi e concentrarsi. Gettò
un’occhiata all’orologio.
«Sarà meglio che tu vada.» disse
Anju. «Non manca molto all’inizio e tra poco arriverà la mia manager. Se ti trova qui mi farà una scenata.»
«Sicura di star bene?» tentò un’ultima volta Yu.
«Non preoccuparti, troverò il modo di infondere questa mia
malinconia nelle corde del violino. Vedrai, sarà un
concerto memorabile!»
Lo salutò abbracciandolo.
«Grazie di essere venuto, davvero. Ora vai,
Miki ti starà aspettando.»
Quando Yu tornò al proprio posto
nel salone del teatro, trovò Miki seduta rigida e paonazza.
«Hai la faccia tutta rossa, cosa ti è successo?»
chiese perplesso.
«A me? Niente! E’ solo che…»
«Avanti, sputa il rospo! Non sei il tipo da saper mantenere
un segreto.»
Miki fece una linguaccia ma non seppe resistere allo sguardo
indagatore del suo ragazzo.
«Bhè, sono andata a salutare Kei, solo che
nel suo camerino c’era già una persona. La senpai Yuko.»
«Allora? Mi avevi detto che le aveva regalato dei biglietti,
sarà andata a ringraziarlo.»
«Un ringraziamento molto caloroso, visto che si stavano
baciando!»
Se Miki si aspettava una reazione di sconvolgimento da Yu rimase delusa. Mantenendo la solita calma,
il giovane mostrò solo una lieve sorpresa.
«Che la storia con Suzu andava male si sapeva e tu eri la
prima a incoraggiare una relazione tra la tua senpai e
Tsuchiya quindi perché ti sorprendi? Dovresti esserne felice.»
«Hai ragione, però… non ho mai pensato seriamente
all’evolversi di questa storia. Pensavo fosse solo una cotta passeggera e che
la senpai gli avrebbe dato corda per poco. Senza
contare che hanno sette anni di differenza.»
Yu non si scompose.
«Non vedo il problema. Se loro sono
felici nessuno ha il diritto di intromettersi. Lasciali vivere questa storia in
pace, è così bello quando si è appena innamorati…»
Miki sorrise.
«Oh, io non li ostacolerò di certo! Comunque
sappi che è molto bello anche quando si è innamorati da tempo…»
Strinse la mano di Yu tra le sue e il giovane ricambiò
accarezzandole una guancia dolcemente.
L’esterno del teatro era ancora affollato ma la gente si
stava diradando velocemente man mano che i posti in sala venivano
assegnati. Appoggiato a una colonna a fianco
dell’ingresso, Satoshi rigirava tra le dita l’invito, sicuro che il suo posto
sarebbe stato comunque riservato. Doveva aspettarla. Lei sarebbe
venuta, si ripeteva. Era certo che sarebbe venuta.
Mancavano poco più di dieci minuti all’inizio quando un taxi
si fermò davanti al teatro e la vide scendere avvolta da un abito di morbido e
vaporoso tulle celeste, i capelli raccolti dietro il capo. Deliziosa. Satoshi
le corse incontro mentre il cuore accelerava i battiti.
Quando lo vide arrivare Meiko sembrò stupita, ma subito dopo
gli sorrise. Un sorriso dolce che ebbe il potere di
fugare la sua indecisione.
«Sono davvero felice di vederti!» esclamò. «Io…»
Non appena posò lo sguardo sul viso della ragazza, si interruppe bruscamente. I suoi capelli. Non si trattava
affatto di un’acconciatura. Scendevano liberi in morbidi riccioli ma solo fino
a metà del collo. La chioma fluente che la caratterizzava era scomparsa.
«Cosa…? Ti sei tagliata i capelli?»
Meiko annuì.
«Sono stati giorni di grandi decisioni. Mi sembrava un buon
modo di dimostrare a me stessa l’intenzione di dare un taglio al passato. Come
mi stanno?» chiese accarezzando le corte ciocche con un dito.
Satoshi si azzardò a posare una mano sulla sua testa
sfiorandole le dita.
«Benissimo. Sei sempre meravigliosa.»
Liberando la mano, Meiko prese frugare nella borsetta finché
non trovò una busta, poi la rigirò tra le dita quasi incerta
su cosa farne prima di porgerla al ragazzo.
«E’ per me?» chiese Satoshi.
Che fosse un’altra specie di
lettera?
«Non proprio…»
Satoshi la aprì e ci mise un attimo a realizzare
quello che stava leggendo. I mittenti erano gli avvocati Tanemura e Suzuki e la
signora Akizuki Meiko. Il destinatario il signor
Namura Shin’ichi. L’oggetto… RICHIESTA DI DIVORZIO.
A Satoshi mancò il respiro.
«Tu…»
Meiko non disse niente. Si limitò a prenderlo per mano e ad
incamminarsi con lui verso l’entrata del teatro.
Quando le luci si abbassarono e il
sipario si alzò, il pubblico si ritrovò circondato dalla notte estiva. I
morbidi tendaggi di velluto blu, così come le pareti e il soffitto
scintillavano di gemme che riflettevano le luci tenui dei faretti puntati sul palco.
Anju e Kei, immersi in quell’atmosfera eterea diedero vita a
un’esecuzione commovente nella sua bellezza. Il pianoforte era un
accompagnamento discreto e soave, mentre il violino sembrava piangere tanto era
struggente la melodia che sprigionava.
Yu circondò le spalle di Miki con un braccio e la ragazza si
appoggiò a lui.
Mentre Kei iniziava l’esecuzione
del “Notturno” di Chopin, Meiko
lasciò scivolare le dita Tra quelle di Satoshi. L’atmosfera magica rese il
ragazzo intraprendente e avvicinandosi a lei la baciò leggermente sulle labbra.
Meiko non lo rifiutò e questo provocò in lui una tale
euforia che avrebbe voluto gridarlo a tutto il teatro.
Le note scivolarono dolcemente nel “Chiaro di Luna” di Beethoven.
Yuko chiuse gli occhi cullata dalla
melodia, estraniandosi completamente da tutto ciò che la circondava, allievi
compresi che cominciarono a sbadigliare annoiati. Lei non se ne
accorse minimamente, persa com’era nell’immagine di Kei seduto al
pianoforte… l’espressione concentrata… gli occhi verde smeraldo dall’aria
assorta… sentiva tutti gli scrupoli e i dubbi provati fino a quel momento
dissolversi attorno a lei come se non fossero mai esistiti. Kei. Solo lui era
importante adesso. Lui e le emozioni che sapeva
regalarle.
Le ultime note vibrarono nell’aria spegnendosi gradualmente
e Yuko venne strappata dal momento di estasi dallo
scroscio di applausi che rimbombò nella grande sala. Quando
alzò gli occhi verso il palco appena sopra di lei, vide Kei portare una mano
all’occhiello della giacca e il bocciolo di una rosa rossa le piovve in grembo.
Una rosa rossa: il vero amore.
Fine
NOTA:
Finita! Non ci posso credere, ce l’ho fatta! E’ la fanfiction più lunga che abbia scritto fin adesso e mi sono impantanata diverse volte (immagino si notino i punti morti…). A lungo andare la storia ha preso una piega completamente diversa da come l’avevo progettata all’inizio e invece di essere completamente incentrata su Meiko e Satoshi ha finito per diventare un minestrone di tutti i personaggi secondari. Non posso farci niente, ho sempre adorato Kei quindi non ho potuto fare a meno di dargli un sacco di spazio! A questo punto aspetto i vostri commenti spero non malevoli…
SPECIAL TANKS:
A Hikari Yuka per la pazienza e i consigli (sopra a tutti il mitico “se non sai come far succedere una cosa non farla”).
A VampiraSix per la lettura delle bozze in anteprima e i suggerimenti quando mi “impantanavo”.
A Sara Uzumaki per i commenti sempre troppo carini.
A Nei nella speranza che apprezzi la seconda parte.
Ultimo ma non per importanza a peppy che nonstante non ce la
facesse più ha continuato imperterrito e diligente il
suo lavoro.
Saluti a tutti!
YUKI-CHAN
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