Fumetti/Cartoni americani > X-men
Segui la storia  |       
Autore: thembra    28/01/2011    7 recensioni
Gli occhi di lui non l’avevano più guardata come in precedenza, sembravano scivolare oltre la sua persona senza vedere che anche senza mutazione era rimasta la stessa identica ragazzina di sempre, sembravano vedere un’estranea distante e fuori posto in un quadro di personalità ben definite e collocate all’interno della cornice.
Genere: Sentimentale, Slice of life, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anna Raven/Rogue, Logan/Wolverine
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
  
 
 
Appoggiata al vetro della sua finestra osservava il cielo nero privo di stelle coperte dalla nebbia.
Cercava di distinguere senza successo i pilastri del cancello in fondo al viale d’entrata sperando di vederlo rientrare da un momento all’altro.
Ma come per le precedenti notti non fu così.
 
Lui andava e veniva senza che nessuno lo vedesse, ci si accorgeva che mancava solo nel nominarlo per chiedergli cosa ne pensasse su un determinato argomento.
Quando la sua voce non dava risposta e la sua figura non era al suo posto, sul divano rosso dove era seduto fino a pochi attimi prima, allora era già troppo tardi.
Nessuno era mai riuscito a vederlo alzarsi e sparire.
Qualcuno con l’udito fine qualche volta riusciva ad avvertire il rombo della sua moto ma anche allora era ormai troppo tardi.
La cosa buffa è che non spariva con regolarità…magari riusciva a fregarli tre sere di fila, e poi per un mese era onnipresente e vegliava su tutti con severa disciplina ricoprendo il suo ruolo di ottimo insegnanti nelle sessioni di allenamento nella Ranger Room, accompagnando chi ne aveva bisogno in città, offrendosi di far da balia ai bambini insonni o il più delle volte si appostava sul divano della hall a guardarsi le sue interminabili partire di Hockey con la sua fedele Molsen in mano.
 
Con la mano cancellò l’alone creato dal suo respiro sul vetro schiudendo gli occhi delusa.
Logan quando c’era si vedeva, era ovvio, ma quando spariva per andare chissà dove la sua presenza era ancora più forte e palpabile, il suo non esserci era un pensiero continuo per chi lo conosceva bene come lei, era una continua preoccupazione, un ansia che gelava il sangue, un attesa che non finiva mai se non quando al mattino, nell’aprire gli occhi avvertiva nello spirito una nuova e tiepida calma interiore e allora sapeva per certo che era tornato, e che se fosse scesa in cucina lo avrebbe trovato appoggiato all’isola del locale intento a sorseggiare il suo sacro caffè mattutino, nero e senza zucchero.
In fondo non c’era nulla per cui stare in ansia, logan aveva sempre dimostrato d’essere in grado di cavarsela in ogni situazione, era grande, un adulto in grado di badare a sé stesso, aveva una mutazione fantastica e due serie di tre artigli di puro adamantino che era sicura tagliassero più dei diamanti, uno scheletro indistruttibile ed un coraggio da leoni eppure…eppure quando spariva lei era sicura che andasse a sfogare ogni sua insicurezza da qualche parte perché a volte, anche gli eroi più indistruttibili si rompevano dentro.
 
Detestava il non potergli essere d’aiuto, l’esser tagliata fuori di punto in bianco dalla sua vita, non potergli più parlare come aveva sempre fatto ma più di tutto detestava sé stessa.
In quei due giorni che era mancata si era concluso il capitolo più importante per la storia odierna del popolo mutante e se da una parte c’era stata la cura, da quell’altra c’era stato il conflitto finale con Magneto, la sua fratellanza di invasati e lei…la fenice, l’inizio di un’apocalittica fine e la fine di Jean Gray, l’adorato oggetto dei sospiri del lupo, fonte di enorme e immeritata invidia per lei ma ragione di vita per lui.
Era andata via per 48 ore e quando era tornata aveva trovato tutto completamente sconvolto, riscritto e…ironia della sorte, mutato.
 
Gli occhi di lui non l’avevano più guardata come in precedenza, sembravano scivolare oltre la sua persona senza vedere che anche senza mutazione era rimasta la stessa identica ragazzina di sempre, sembravano vedere un’estranea distante e fuori posto in un quadro di personalità ben definite e collocate all’interno della cornice.
Era diventata invisibile, superflua e inutile.
 
Un misero saluto era tutto quello che aveva ricevuto da lui e che ogni mattina riceveva da che era tornata all’istituto di Xavier, una svelta occhiata disinteressata ed un ciao quasi sputato dettato da un’antica e ormai inutile promessa.
Aveva deciso di prendere la cura per poter entrare in maggior contatto con le persone che amava sicura della sua scelta per ritrovarsi una volta curata ancora più distante fra loro capendo che aveva abbattuto la barriera della sua pelle fatale ottenendone una più alta, spessa e insormontabile fatta di sguardi silenzi bisbigli e biasimo.
Ora che poteva toccare con le mani e baciare con le labbra aveva perso la capacità di sfiorare l’animo ed il cuore di coloro che adorava.
Rogue aveva vinto.
Marie aveva perso tutto di nuovo.
 
Con gli occhi che bruciavano di lacrime e tormento si allontanò dalla finestra andando a recuperare il suo cappotto verde lasciato sul letto. Lo indossò e chinandosi a prendere tracolla della sua borsa lanciò un’ultima occhiata ad un’altra sconfitta.
La foto che ritraeva lei e Bobby vicini e sorridenti finì rovesciata nel cestino accanto al comodino dal momento che non aveva più alcun significato. Bobby l’aveva lasciata ed ora probabilmente sorrideva sereno in un altro ritratto identico ad eccezione della persona che abbracciava.
 
Trattenne un singhiozzo voltandosi di scatto per oltrepassare la porta della stanza da letto, di sicuro Kitty sarebbe stata una fidanzata migliore di lei, meno insicura, meno paranoica e meno riluttante al suo essere diversa dagli altri.
 
Rogue aveva vinto.
Marie aveva perso tutto più un’altra cosa…di nuovo.
 
Percorse il corridoio, scese le scale e oltrepassò per l’ultima volta la porta d’entrata che per lei non sarebbe mai più stata tale.
Usciva da li e non ci sarebbe mai più tornata.
 
Quel singhiozzo non riuscì a trattenerlo ed esplose nel buio e nel freddo di quella notte senza stelle mentre il rumore dei suoi passi incerti ma costanti che affondavano nella ghiaia del viale scandivano il suo addio definitivo a quel mondo di diversità e discriminazione che lei per prima aveva ripudiato.
Non era più il suo posto e non ci doveva rimanere, ormai non poteva più, aveva perso quel privilegio preferendo quella normalità che a conti fatti in quel momento non aveva nulla da offrirle se non buio freddo e solitudine.
 
Scese una lacrima dai suoi occhi velati che non si preoccupò di asciugare mentre inseriva il codice d’apertura del cancello e lo attraversava, si soffiò il naso e scese lungo la strada dove alcune decine di metri più avanti l’attendeva il taxi che aveva chiamato.
 
“Alla stazione ferroviaria…”
“Subito signorina”
 
Sistemò la borsa al proprio fianco accomodandosi sul sedile posteriore combattendo il desiderio di voltarsi ancora imponendosi di guardare sempre avanti…sempre avanti perché da quel momento in poi non ci sarebbe mai più stato il passato per lei, ma solo il futuro.
 
Quando furono alla fine della discesa e la macchina si immise nella strada cittadina udì il rumore di quella moto che conosceva fin troppo bene superarli in senso contrario deviare su per la collina e le sembrò che il motociclo rallentasse.
Voltandosi vide la sagoma scura della moto illuminata da un lampione  ferma in diagonale sulla strada e riconobbe il fisico di Logan voltato verso di lei.
Lui aveva capito che lei se n’era andata ma anziché voltare la moto e seguirla per fermarla si rimise in sella e proseguì.
 
Fu quello che la uccise mortificandola definitivamente.
E scoppiò a piangere soffocando i singhiozzi in un nuovo fazzoletto pur sapendo che era stata lei a decidere di andarsene e che lui non era affatto tenuto a correrle dietro ma lo stesso, quel suo continuare per la sua strada la ferirono più di ogni altra cosa al mondo.
Anche Logan le aveva infine detto addio.
 
Rogue non aveva affatto vinto e nemmeno Marie, semplicemente avevano entrambe perso tutto…di nuovo.
 
 
 
Piccolo sclero notturno.
Non so ancora se la continuerò, decidete voi!!!
XD
Mi andava di fare la tragica stasera…(la Juve a perso tutto, di nuovo…) X°D
 
Bando alle ciance e alla Juve ditemi che ne pensate ok?
Ciriciaaaaaaaaaaaao!!!
 
TH
 
 
…e come sempre…questa la dedico a tutti voi che seguite ATNMAD se non vi offendete!!!
Ciao!!!
 
  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > X-men / Vai alla pagina dell'autore: thembra