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Autore: april88    28/01/2011    3 recensioni
La guerra di Marine Ford si è conclusa. Tutti sono tornati alle proprie case... per riabbracciare i propri cari.
Le ciurme di pirati, hanno ripreso il loro viaggio... tranne una.
Rufy e i suoi compagni, dovranno aspettare prima di potersi riabbracciare.
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Buongiorno a tutti.
Ciò che state per leggere, è un capitolo a cui stò lavorando da diverse settimane.
Ce l'ho messa tutta per renderlo ottimo.
Spero vi piaccia!
Buona lettura.

Mugiwara's thoughts
RUFY

Stò correndo velocemente verso Ace, passando sopra il ponte fatto da Inazuma. Niente arresta la mia corsa… neanche mio nonno: l’uomo che mi ha allevato come un padre. Lo colpisco… e in quel momento mi rendo conto che non si è difeso di proposito. Avrebbe potuto facilmente schivare il mio pugno e colpirmi a sua volta… ma non l’ha fatto… credevo di non contare niente per lui… credevo che non contassimo più niente per lui… dopo che avevamo deciso di divenire pirati. Invece, aveva deciso di aiutarci… rimanendo comunque dalla parte della Marina.
Non te l’ho mai detto nonno… ma ti voglio bene e scusami se non ho scelto la strada che avevi tracciato per me… ma devo essere io il padrone del mio destino. Dovevo essere io a scegliere la mia strada… sapevo bene che non approvavi la mia… anzi la nostra scelta; fin da piccoli, ci hai sempre detto che per te prima veniva il dovere e poi la famiglia. Poso un istante lo sguardo su di lui, per accertarmi di non averlo colpito troppo forte… si sta bene, ma ora non ho tempo per pensare a lui. Devo pensare ad Ace… ogni secondo è prezioso.
Appena gli sono davanti, gli sorrido e lui fa lo stesso. Sono sicuro che appena questa storia sarà finita, mi riempirà di pugni perché gli ho disobbedito venendolo a salvare. Mi porto poi dietro di lui per aprirgli le manette.
Quando poi la chiave viene spezzata da Sengoku per un attimo, vengo preso dello sconforto… anche se non mi sono mai battuto con lui… sono sicuro sia un temibile avversario… così tanto che il patibolo và in pezzi… facendoci cadere al suolo: io, mio fratello e le due guardie che dovevano giustiziarlo… ma riconosco uno dei due Mr3, ex Subordinato di Crocodile… e grande amico di Bon chan… fabbrica una chiave di cera che depone sulla serratura delle manette.
Subito veniamo circondati dalle fiamme… un calore che mi riscalda nel profondo… un calore che conosco da una vita. Ace è finalmente libero. Dopo ore e ore di combattimento… ora potevamo battere in ritirata. Io e Ace, dopo aver battuto alcuni marine, correvamo a fianco a fianco. Credevo che fosse tutto finito. Speravo che entrambi saremmo potuti tornare a solcare i mari con le nostre ciurme.
Invece Ace si ferma per salutare un ultima volta il solo uomo che considera suo padre. Fermo qualche attimo la mia folle corsa, per vedere i due salutarsi un’ultima volta. Era un addio… Barbabianca, aveva deciso di porre fine alla sua vita. In quel momento, mi misi a pensare a cosa significasse avere un padre… il mio, non l’ho mai conosciuto… e l’unica volta che lo incontrai… non sono riuscito a vederlo in volto.
Chiamare un uomo papà… che bella sensazione deve essere… mi chiedo se un giorno… riuscirò mai a incontrarlo.
La piazza è nel caos… chi scappa… chi urla… chi rimane al suo posto per combattere. Io sono rimasto immobile per aspettare mio fratello… nella piazza fa molto caldo… troppo… ma non per il fuoco di mio fratello… questo è ancora più caldo. Mi accorgo che un uomo sta correndo… a una velocità tale che la vivre card di Ace vola via dalla fascia del mio cappello. Credo sia un vice ammiraglio della Marina l’unico che ancora non avevo conosciuto. Il suo pugno era magma incandescente e veniva verso di me… sono talmente terrorizzato da quell’uomo che non riesco a muovermi. Lo fisso pensando che sia giunta la mia ora… ma qualcosa impedisce a quel pugno di trafiggermi il petto. I grani di un rosario cadono da tutte le parti… alcuni colpendomi in viso.
No… non posso credere a quello che vedo davanti a me… Ace si era frapposto tra me e l’ammiraglio… e il suo corpo di fuoco, è stato trafitto dal magma. I suoi occhi… sono ridotti a due fessure. Guardo la sua vivre card… che in pochi istanti si è disintegrata. Sono consapevole di cosa significhi questo… ma non lo accetto… non posso accettarlo.
Ace mi cade tra le braccia… ed io l’abbraccio forte. Chiedendogli se sta bene… ma non risponde. Guardo la mano che ho posato sulla sua schiena… è coperta di sangue. Continuo a chiamarlo. Mi è così vicino che lo avverto indebolirsi sempre di più… “Mi dispiace, Rufy… Per colpa mia sei arrivato fin qui, ma ho rovinato il tuo tentativo di salvarmi… Mi dispiace”.
Continuo a gridare… chiedendo che qualcuno curi la sua ferita. Si avvicina un medico. Gli basta un’occhiata e abbassa lo sguardo… quell’uomo trema… lo so perché… ma non voglio crederci… tempo fa… quando eravamo piccoli, Ace, mi promise che mai sarebbe morto! “E’ inutile… ha bruciato le mie interiora. Ormai… è giunta la fine. Questa volta… so per certo che non mi riprenderò”. Non gli credo… non può essere la fine… ma poi ricordo che Iva… forse lui può far qualcosa… ma la mia è una richiesta inutile. Nemmeno lui può salvarlo con i suoi poteri. Lo stringo ancora più forte: “Io… non avrei neanche voluto vivere… se non fosse stato per Sabo e un fratello come te cui badare costantemente. Ah… già se un giorno incontrassi Dadan… potresti salutarla da parte mia? Ora che sto per morire… mi manca anche quella pazza… il mio cuore rimpiange solo una cosa… non essere riuscito a vedere… il tuo sogno che si realizza… Ma… lo realizzerai sicuramente! Sei mio fratello dopotutto! Quel giorno,l’avevamo promesso… e nella mia vita… di rimpianti non ne ho…” Mi dice che alla fine… ciò che voleva davvero… non era la fama o la gloria… Solo… sapere se sarebbe dovuto nascere. Le sue parole, ormai sono un sussurro… solo io posso sentirle… mi chiede di riferire agli altri un messaggio: “Babbo… ragazzi… e tu… Rufy… fino a oggi un buono a nulla come me… uno che nelle sue vene ha il sangue di un demonio… è stato amato da tutti voi… Grazie!” è scoppiato in lacrime… i miei occhi… ormai non vedono più niente per tutte le lacrime che fino a quel momento ho ricacciato.
La sua presa attorno a me, si sta allentando… e lentamente si accascia a terra. I miei occhi… le mie labbra e le mie mani… con cui l’ho tenuto stretto, tremano… e io comincio a urlare il suo nome tra il caos che regna attorno a me… dapprima piano… poi sempre più forte. Fino a svegliarmi, con il suo nome tra le labbra.... sudato e tremante.
È successo di nuovo... è da diversi giorni che vado avanti così. Durante la notte mi sveglio continuamente… non solo perché rivivo il giorno della morte di mio fratello... ma anche perché, appena mi riaddormento, rivivo il giorno in cui quel maledetto mi ha separato dai miei compagni. Questi avvenimenti, si susseguono nella mia mente ogni notte impedendomi un tranquillo riposo... e di giorno, non riesco a essere concentrato come vorrei.
Non ho neanche la forza per tornare a dormire… perché non so se sopporterei di rivivere anche stanotte il giorno della nostra sconfitta. Mi alzo e vado a fare una passeggiata... arrivando sulla spiaggia.
Mi siedo su di uno scoglio e guardo l'orizzonte… come quando ero piccolo, mi recavo con Ace, sulla spiaggia della nostra isola e sognavamo un giorno di prendere il mare. Le fantasticherie che avevo da piccolo, erano lontane dalla realtà. Credevo che formata la mia ciurma, avrei navigato per i mari... sarei andato avanti fino a trovare One Piece. Non avevo idea dei pericoli... degli ostacoli che avrei trovato lungo il mio cammino: La Marina che mi da la caccia... altre ciurme di pirati che tentano di farmi fuori per eliminare la concorrenza... tutto questo, non l'avrei mai potuto immaginare nella mia mente di bambino. Quanto mi sbagliavo a credere che sarebbe stato facile. E la prova l’ho avuta non molti giorni fa… quando ho affrontato l’esercito della Marina. Non sono stato abbastanza forte… tanto che dopo la morte di Ace, sono collassato… e non ho memoria di cosa sia accaduto fino a quando mi sono svegliato ad Amazon Lily.
Una sola cosa ricordavo bene: che mio fratello era morto tra le mie braccia. La mia mente, all'inizio si era rifiutata di crederlo reale... ma mi ero dato abbastanza pizzicotti da farmi piangere... la realtà era evidente: Ace non c’era più. Ero corso nella foresta per sfogare il mio dolore dando pugni da ogni parte… mi servì solo a farlo aumentare … continuai per ore e ormai sfinito mi ero inginocchiato al suolo, piangendo ancora e ancora lacrime.
Nessuno aveva osato avvicinarsi a me... Law... i suoi compagni.... Hancoc... Margareth o le altre amazzoni… nessuno... solo Jimbe ha assistito impotente alle mie sfuriate… cercava di consolarmi… ma io non volevo sentire.
Avevamo ingaggiato una lotta, ma ero così malridotto che mi buttò a terra dopo pochi minuti. Mi teneva bloccato al suolo… dicendomi che dovevo andare avanti… e di non contare ciò che avevo perso… ma ciò che avevo. Con le lacrime agli occhi, mi misi a contare… I miei otto compagni.
Se quel giorno non fosse arrivato Rayleigth... non avrei mai capito il motivo per cui mi era successo tutto questo. Anche se stavo mangiando, avevo aperto le orecchie per sentire i suoi discorsi. L'uomo che odiavo con tutte le mie forze... in realtà, mi aveva salvato. Me e i miei amici. Lui era ancora dalla parte di mio padre... si era sottomesso al Governo... ma agiva ancora per conto dell’armata Rivoluzionaria.
Torno un momento alla realtà. Le onde si abbattono furenti sugli scogli e sulla sabbia. Se non avessi perso la capacità di nuotare, mi sarei tuffato in acqua solo per svuotare la mia mente… fingere per qualche attimo di trovarmi ancora sulla Sunny; le onde che si stagliano contro la nave… e il vento che mi scompiglia i capelli… mi avvicino… fino a farmi arrivare il livello dell’acqua sopra alle ginocchia. Riesco a immaginare di trovarmi ancora a bordo della mia nave.
E rivedo i miei compagni vicino a me: Zoro dormire con la schiena appoggiata all’albero maestro… Usoop e Chopper giocare sull’altalena… Sanji che ci porta degli spuntini… Nami disegnare una cartina… Robin leggere un libro… Brook suonare il violino… e Franky lavorare a qualche macchina.
Ora i miei compagni… sono dispersi chissà dove. Mi domando se stiano bene... cosa stiano facendo... e il non sapere mi preoccupa. Speravo di avere qualche notizia sui giornali… almeno di alcuni di loro, ma su quest’isola gli uccelli postino, non passano… e anche se fosse dubito che abbiano dato nell’occhio come ho fatto io.
Quando pochi giorni fa sono tornato a Marine Ford insieme a Rayleight e Jimbe, la trovai diversa: semi-distrutta e nessun marine… solo operai al lavoro e qualche giornalista. Perfetti per mettere in pratica ciò per cui ero venuto: far arrivare ai miei compagni un messaggio… che solo grazie ai giornali, avrebbe potuto raggiungerli.
Pensavo di fare la cosa giusta. Rayleigth mi aveva convinto che per noi sarebbe stato un bene… ci ha visto all’Arcipelago combattere… i nemici, erano solo tre… e noi in nove… la loro potenza, ci aveva gettati nel terrore… tanto da farci scappare. Mi disse che come capitano non potevo commettere gli stessi errori. Ricongiungerci subito, significava perdere un’occasione d’oro per diventare più forti... e io avevo accettato per il loro bene.
Ma la verità è che mi mancano da morire. Se fossero con me, saprebbero cosa fare per risollevarmi il morale… con la loro allegria e simpatia… mi avrebbero “Odio stare solo…” lo dissi ad alta voce senza rendermene conto. Improvvisamente sento una mano posarsi sulla mia spalla; è Rayleight che senza parole, mi abbraccia teneramente come farebbe un padre col proprio figlio e mi dice: “So che nella tua mente, si agitano molti pensieri… capisco la tua sofferenza per la scomparsa di tuo fratello… e so che senza i tuoi compagni ti senti solo… ma ci sono io qui con te. Se vuoi parlare e sfogarti, sappi che puoi confidarti con me. Non ti chiedo di dimenticarli nei prossimi due anni… al contrario… dovrai sempre pensare a loro. Pensa questo: devi diventare più forte per proteggerli!”.
“Si… hai ragione!”.
“Ora torna a dormire… sappi che non ci andrò leggero con te… da domani, inizierà l’addestramento vero!”
“Aspetta un minuto" depongo il mio cappello su di una roccia insieme alla vivre card e rivolgo un pensiero alle persone più care della mia vita:

“Fratello… continuerò a navigare per i mari e troverò il tesoro… ma non sono forte abbastanza e per ora mi fermo su quest’isola. Zoro, Nami, Usoop, Sanji, Chopper, Robin, Franky, Brook… il pirata Rufy Cappello di Paglia… se ne andrà in vacanza per un po’… ma tornerà più forte di prima!”.


NOTE DELL'AUTORE:
Aspetto vostri commenti.
Ciao a presto!

  
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