Anime & Manga > Kilari
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Autore: Ariel Bliss Russo    28/01/2011    7 recensioni
Questa storia comincia dal periodo in cui Kilari Tsukishima, quasi sedicenne, è all'apice del suo successo. Il lavoro da idol ormai fa parte di lei, e ogni giorno diventa sempre più brava, facendo accrescere il successo del suo nome e della sua agenzia, l'agenzia Muranishi. La storia è centrata molto sui suoi sentimenti. Dopo aver scoperto di essere innamorata di Hiroto Kazama, che fa parte del duo Ships con Seiji Hiwatari, stare con l'amico senza poter rivelargli i suoi sentimenti la fa soffrire molto. Tutto si complica quando conoscerà un ragazzo, Haru Yamashita, che poco dopo diventerà un idol come lei. Pian piano, i due cominciano ad innamorarsi e Kilari non sa più per chi batta il suo cuore. Haru o Hiroto? Un avvenimento, però, la sconvolgerà profondamente. Scopre infatti che Hiroto sta con una ragazza, Noeru, e li vede baciarsi in spiaggia. A quel punto, lei non sa proprio cosa fare. Il giorno del suo compleanno si avvicina e il suo cuore è spezzato in due. Il giorno prima del 7 luglio, data che segnerà i sedici anni di Kilari, un litigio tra Haru e Hiroto farà venire a galla i sentimenti che la giovane idol prova per Hiroto. Il giorno dei suoi sedici anni sarà un momento magico...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 36: Tutto è bene, quel che finisce…molto bene!
Extra: Qualcosa di nuovo.


Eeeeh voilà!!
Siamo arrivati all'ultimo capitolo della storia!!
Premetto che alla fine ci sarà un piccolo extra,
riguardante un personaggio già inserito nella storia,
come vedete dal titolo..
Tutto dedicato al mio tesoro Julia che oggi fa 15 anni!!
Auguriiiiiiii!! Ti voglio beneeeee!! <3
Te l'avevo detto che ti avrei fatto una sorpresa!! xP
Ringrazio inoltre tutti quelli che mi hanno accompagnata nella pubblicazione
della storia.. senza di voi non l'avrei MAI continuata!!
Perciò.. grazie, grazie, grazie grazie!!
:'''D
Un bacioniiiissimoooo! E...
.. Buona lettura!!
La vostra pazziiiissima
Valix. ;D

Guardavo le mie gambe, sul letto. C’era molta tensione, in quella piccola stanza dell’ospedale. La sentivo bene, tutti e tre eravamo in silenzio, senza parlare. Che dire per rompere il ghiaccio? Non lo sapevo neanche io.

Haru: Kilari…

Mi voltai piano verso Haru, che guardava il pavimento, dispiaciuto per quello che era successo. Ormai quello che era successo era successo, non c’era bisogno di sentirsi in quel modo.

Kilari: Non ce l’ho con te… davvero! Ma voglio capire perché hai reagito in quel modo… nn sembravi più tu, Haru! Il ragazzo che ho conosciuto io era gentile, intelligente, carino, spigliato, sempre pronto a consolarmi se ero triste – una lacrima mi scese dal viso mentre ricordavo tutte le volte in cui avevo pianto per Hiroto e in cui lui c’era sempre, mi abbracciava, mi diceva di non piangere e di non pensarci, che tutto si sarebbe sistemato – mi manca quel ragazzo, Haru… mi manca la persona dolce e sorridente che eri prima. Perché ti sei comportato così?

Le lacrime scendevano sempre più veloci mentre i miei occhi si perdevano nei suoi, che aveva alzata lo sguardo e mi aveva vista versare lacrime silenziose.

Haru: Io… io non lo so, Kilari. La gelosia mi ha completamente offuscato la mente in quel momento. Mi dispiace davvero, è colpa mia se adesso… –abbassò di nuovo lo sguardo, strizzando forte gli occhi- … se adesso stai così… scusami, scusami io non avrei dovuto, mi dispiace…

Mentre continua a parlare, piano e molto lentamente, spostai le gambe dal letto al suo bordo e mi diedi una leggera spinta per scendere.

Hiroto: Kilari!

Sentì un forte mal di testa invadermi e per poco non cominciai a barcollare e cadere per terra, ma mi costrinsi a rimanere cosciente e a camminare verso il mio amico, ancora con la testa abbassata che continua a scusarsi. Camminai verso di lui, lo presi per le spalle e lo abbracciai. Lui rimase un po’ sorpreso, ma poi ricambiò l’abbraccio.

Kilari: Non sentirti in colpa, io sto bene… e so che adesso sei tornato quello di prima. So che è difficile da accettare il fatto che io non ti ricambi e io stessa per tutto questo tempo ho pensato che Hiroto non mi amasse, so come si ci sente… ma troverai anche tu la persona che ti fa sentire come lui fa sentire me. E quando la incontrerai, io voglio essere la prima a conoscerla. D’accordo?

In quel momento ci staccammo dall’abbraccio, entrambi in lacrime. Però ero felice di aver finalmente chiarito con Haru. Ora potevamo tornare tutti ad essere amici. Mi girai e cercai piano di andare verso Hiroto, la testa girava ancora molto, ma anche molto meno di quella mattina. Sostenendomi nel bordo del letto, presi la mano del mio Hiroto e lo trascinai piano verso Haru. Lui mi teneva stretta a se dalla vita e io mi tenevo aggrappata a lui dalla maglietta, evitando così di cadere. Una volta davanti ad Haru, mi misi al centro fra lui e Hiroto e cercai di farli riappacificare.

Kilari: Voi due non siete mai andati tanto d’accordo, questo l’ho capito subito. Nonostante questo, ora dovete assolutamente fare pace e, perché no, diventare amici!

Haru/Hiroto: Ma…

Kialri: Niente ma, o vi costringerò a stare appiccicati per una settimana. Ora, mano!

Presi la mano di Hiroto e con l’altra quella di Haru e le misi sospese a mezz’aria. Loro si guardarono con aria diffidente, poi si sorrisero e si presero la mano.

Hiroto: Se non cercassi di rubarmi la ragazza, mi staresti simpatico!

Haru: Se lei non amasse te… forse anche tu mi… - pensò un po’ alla sua risposta, poi continuò - no, credo neanche in quel caso…!

Scoppiammo tutti a ridere, finalmente quei due cominciavano ad andare d’accordo, anche se con battute pessime. Dopo qualche altra battuta e una bella chiaccherata a tre, Haru se ne andò. Il dottore mi disse di rimanere lì tutta la notte, in caso succedesse qualcosa e io ne approfittai per farmi una bella dormita, con Hiroto che si addormentò seduto accanto a me, la testa poggiata sul letto e le braccia attorno ad essa, e la sua mano saldamente intrecciata alla mia. E così mi svegliai il giorno dopo… o quasi!

Hiroto era sdraiato accanto a me, mi guardava con occhi dolci, carezzandomi i capelli. Mi persi nei suoi occhi, lui fece lo stesso e senza rendercene conto ci stavamo baciando.

Hiroto: Ben svegliata, piccola mia.

Kilari: Grazie… - sorrisi.

Hiroto scese dal lettino, prese le mie mani e mi fece scendere. Strano, non sentivo più ne mal di testa, ne confusione come ieri. Vedendo il mio sguardo confuso, cominciò a spiegarmi.

Hiroto: E’ stato il dottore a dirmi di farti alzare, e come vedi ora sei in grado di camminare di nuovo senza cadere, ma non esagerare ok?

In tutta risposta, sorrisi e gli salti addosso, così felice di stare di nuovo bene e di poter tornare a lavoro. Con le mani intrecciate, uscimmo e trovammo tutti fuori ad aspettarci, mio padre e mia nonna compresi, chi con le lacrime agli occhi, chi felice di vedermi finalmente in piedi.

Papà: Kilari… noi due dobbiamo parlare…

Vidi mio padre fissare le nostre mani congunte. Io e Hiroto ci guardammo e diventammo rossi come peperoni, sentivo qualcuno sghignazzare (Seiji, Subaru… forse anche Haru! Ah, me l’avrebbero pagata…) e altri fissarci rassegnati. Mio padre non lo sapeva ancora!!

Kilari: Papà io…

Poi mio padre scoppiò a piangere, mentre la nonna accanto a lui era depressa per via di me e Hiroto, povera nonna… Papà mi abbracciò.

Papà: La mia bambiiinaaa! Non solo si è ripresa, ma si è anche fidanzataa! Sei cresciuta troppo in fretta piccola mia.

Lascai la mano di Hiroto e contraccambiai l’abbraccio con mio padre.

Kilari: Papà non fare così dai… - piangeva a dirotto, poi però si staccò di improvviso e, serio, si mise davanti a Hiroto.

Papà: Hiroto… non fare soffrire la mia bambina.

Hiroto mi guardò, sembrava serio e divertito allo stesso tempo.

Hiroto: Non si preoccupi, non la deluderò.

Finiti tutti i discorsi su me e Hiroto e sulla mia salute, uscimmo dall’ospedale facendo una mega festa in agenzia. Mangiai così tanto che quasi mi sentivo scoppiare, ma ero felice. Finalmente, per una volta, tutto andava come doveva. La festa finì tardi, verso mezzanotte, e tutti tornarono a casa.

Hiroto: Andiamo?

Kilari: Mi accompagni tu a casa? Sai, mio padre…

Hiroto: E’ tutto apposto, ho parlato con lui.

Lo guardai confusa, ma poi lo seguì, salutando tutti e uscendo dall’agenzia. Notai che aveva preso un’altra strada, e solo dopo la riconobbi.

Kilari: Hiroto, questa non è casa mia… è casa tua!

Hiroto: Lo so, ho il permesso di tuo padre, perciò non preoccuparti.

Salimmo le scale, arrivammo alla sua porta e lui l’aprì con le chiavi.

Kilari: Ma non darò fastidio a tua madre e i tuoi fratelli?

Hiroto: Non ci sono… sono tutti in vacanza…

Kilari: Oh, bene…

Erano tutti in vacanza…aspetta! Questo voleva dire…c-che… diventai rossissima a quel pensiero, eravamo soli in casa! Hiroto se ne accorse e prese il mio viso fra le mani.

Hiroto: Che hai?

Kilari: N-niente…

Con un braccio mi cinse la vita e con l’altra mi carezzò la guancia, per poi darmi un lungo bacio sulle labbra. Piano, timidamente, mi allacciai al suo collo, ricambiando il bacio. Mi appoggiò al muro, che somigliava più ad una porta, e mi baciò con più intensità. Quei baci, quelle sensazioni, tutto come il giorno prima, sul letto dell’ospedale. Sentivo quell’elettricità invadermi e diventare sempre più intensa, non mi lasciava respirare. La bocca di Hiroto giocava fra le mie labbra, il mio orecchio, l’incavo del mio collo e lasciava dietro si se una scia di piacere indescrivibile. Spostò la mano da me a quella che sembrava una maniglia e la porta si aprì. Entrammo nella sua camera, illuminata solo dalla luce della luna che filtrava dalla finestra, le nostre bocche ancora unite. Lui chiuse la porta e mi fece indietreggiare fino al letto, dove poi ci ritrovammo sdraiati.

Hiroto: Dove eravamo rimasti ieri?...

Kilari: Credo che… fosse allo stesso punto… in cui siamo ora… - sorrisi e ricominciai a baciarlo.

… penso che sia chiaro cosa successe quella sera. Avevo provato ad immaginare molte volte come sarebbe stata la mia prima volta, e quella fu anche meglio. E fu sotto quel flebile raggio che io e Hiroto sigillammo il nostro amore.

7 anni dopo…

Kilari: Fujiko?!

Una piccola bambina da capelli castani chiari, occhi rossi, magra e alta, per i suoi 6 anni, sbucò dal salotto e venne da me in cucina.

Fujiko: Che c’è, mamma?

Kilari: Sbrigati, è tardi, devi andare a letto che domani c’è la scuola!

La mia bambina sbuffò, non voleva mai andare a letto, senza aver salutato una “certa persona”. Venne verso di me in cucina, salendo sulla sedia accanto a me.

Fujiko: Ok mamma – mi diede un bacino sulla guancia, e in quel momento sentimmo la porta battere e una voce provenire dall’ingresso.

???: Dove sono le mie ragazze?

Fujiko: Papà!

Fujiko corse fino a dove proveniva la voce e tornò in cucina in braccio al suo papà.

Hiroto: Ciao amore!

Kilari: Ciao… - mi diede un bacio e posò la bambina per terra.

Fujiko: Bene, ora posso andare a letto!

Piena di vitalità come al solito, diede un bacino anche al suo papà e corse al piano di sopra in camera sua.

Kilari: Come è andata…?

Hiroto: Come al solito, l’agenzia brulica di nuovi talenti!

Da poco tempo, Seiji e Hiroto erano diventati i nuovi agenti dell’agenzia Muranishi e lavoravano incontinuazione. Il signor Muranishi li aveva ingagiati, dato che avendo una famiglia alle spalle, fare gli idol era diventato difficile.

Andammo subito a letto, dato che lui aveva cenato in agenzia e io con Fujiko.

Hiroto: E pensare che una volta c’eravamo noi al posto di quei ragazzi che oggi sono famosi quanto noi…

Kilari: Già, è difficile da credere… chissà se un giorno anche Fujiko lo diventerà!

Hiroto: Non c'è fretta…

Ci sdraiammo, io appoggiai la testa sul suo petto mentre lui mi carezzava i capelli. Ci addormentammo felici, come lo eravamo stati fino a quel momento.

La mia famiglia era la cosa più importante per me, finché avrei avuto loro, per me sarebbe stato il paradiso.

Intanto..

???: Grazie, vi adoro tutti!! Ci rivediamo al mio prossimo concerto! 

Julia fece l’occhiolino a tutti i suoi fan e andò via dal palco, in fondo, verso i camerini. Si sentiva stremata per il suo primo concerto a Tokyo, ma i fan l’avevano ripagata con un affetto che non credeva possibile, perciò quella fatica che sentiva era persino piacevole. Entrando in una stanzetta al caldo, si mise davanti allo specchio e si scrutò con attenzione. Il trucco leggero, giusto un po’ sbavato sugli occhi, le dava l’aria stanca che si sentiva di avere. Attorno agli occhi castano scuro l’ombretto lilla brillava ancora e la matita dello stesso colore li faceva risplendere, seppure un po’ rovinata a causa del sudore. Le labbra piccole erano ancora toccate dal lucidalabbra che le rendeva morbide e i capelli che le incorniciavano il viso erano lisciati dalla piastra e d’un nero lucente. Amava i suoi capelli. Non era una brutta ragazza, alta, magra, piccoli occhi da bambina, tratti del viso morbidi ma decisi, che le davano un aria adulta quanto bastava per i suoi 18 anni, compiuti.. esattamente quel giorno, il 28 Gennaio! E che regalo poteva farle Tokyo, la sua nuova città, se non quello di avere dei fan così fantastici anche lì? Dopo aver debuttato, a 16 anni, in America, aveva deciso di stabilirsi un po’ lontano dalla famiglia, per responsabilizzarsi di più, aveva trovato un appartamento molto grazioso accanto all’agenzia dove lavorava, l’Agenzia Muranishi, e aveva fatto il suo primo concerto il giorno dei suoi  18 anni! “Wau.. sono cresciuta parecchio dalla prima volta.. e ora sono maggiorenne!” si disse. Da piccola adoravo tre idol in particolare, che avevano debuttato a Tokyo.

-Il mondo è con te, Kilari.. Il mondo è per te, se lo vuoi..- Si ritrovò a canticchiare una vecchia canzone di Kilari Tsukishima, idol che stimava e che aveva sempre seguito come esempio, sperando di diventare come lei. E c’era riuscita, o almeno era in procinto di riuscirci. Gli Ships, gruppo composto da Hiroto Kazama e Seiji Hiwatari, era stato l’altro punto su cui si appogiava. E poi la prima idol e il moro degli Ships.. sapeva che ora erano sposati e aveva sempre sostenuto che erano una coppia fantastica. “Potrei trovare anch’io l’amore così!” penso, fantasticando su quel ragazzo che aveva visto apparire molte volte con Kilari e che ora era un cantante solista. Si ritrovò ad arrossire allo specchio e lo cancellò dalla mente. Lui era un artista completo, lei una principiante al primo anno della sua carriera. Cambiandosi, uscì per andare dal signor Muranishi e salutarlo per tornare a casa. Girò per i corridoi e finalmente lo trovò accanto all’uscita secondaria dell’edificio mentre parlava con qualcuno, di spalle. Incuriosita, si avvicinò e lui la notò.

Muranishi: Oh, Julia! Sei stata davvero grandiosa stasera! Complimenti, sapevo che avevi talento!

Mi fermai e sorrisi.

Julia: Grazie mille, signor Muranishi.

Nel frattempo, la persona con cui parlava si era girata e Julia potè riconoscerlo subito. Il cuore le sussultò in petto e cominciò a correre, mentre le guancie si coloravano di un tenero rosso.

Muranishi: Julia, credo tu abbia sentito parlare di Haru Yamashita! E’ apparso molte volte con Kilari Tsukishima e ora è un cantante-attore, per così dire.

Lui la guardò dapprima un po’ sconvolto per la bellezza della ragazza, poi con un dolce sorriso sulle labbra che diventò malizioso e che fece arrossire di più Julia.

Julia: Piacere – disse, anche se lo conosceva già perché lo aveva visto, oltre che nella sua mente pochi minuti prima in camerino, in molti apparizioni con Kilari.

Haru: Piacere mio Julia! – disse con voce deciso e con ancora quello stupendo sorriso sulle labbra.

Muranishi: Julia ha debuttato in America e lì è molto apprezzata, perciò voleva provare a cambiare città, incrementando la sua fama e conoscendo nuovi artisti!

Julia annuì.

Julia: Già, e poi avevo preso già la mia decisione seguendo Kilari, Hiroto e Seiji! Li ho sempre adorati, quindi mi sono voluta buttare anch’io! Adoro questo mondo e spero di non doverlo lasciare troppo presto.. – ammise. Haru la guardò attentamente, poi annuì e rispose.

Haru: Sono poche le ragazze della tua età che hanno questa determinazione, ti ammiro molto.

Lui la ammirava.. Julia se lo ripetè in mente molte volte per non rischiare di credere di star sognando.

Julia: Lo stesso per me.. anch’io ti ammiro molto!

Muranishi: Bene, dopo le presentazioni alìppena fatte, possiamo anche andare!

Julia: Era giusto venuta a salutare. Ci vediamo domani! – il signor Muranishi salutò e andò via. Julia si era voltata e stava seguendo l’esempio del direttore, quando una mano la fermò e riconobbe la voce di Haru.

Haru: Se.. se vuoi posso accompagnarti! E’ buio, potrebbe essere pericoloso per una ragazza no?

Di nuovo quel tono malizioso.. come resistere? E poi, Julia non sarebbe mai riuscita a dire di no. Gli si avvicinò e lo guardò con un sorriso che lasciò senza fiato lui.

Julia: Ho 18 anni, so badare a me stessa.. – aveva sempre sognato di dire quella frase! - .. ma un passaggio lo accettò volentieri, sono stanchissima! – esclamò, con uno sbadiglio che fece ridere entrambi. In macchina risero e parlarono del più e del meno, conoscendosi meglio. Julia scoprì che Haru aveva un fratello, Kureno di 21 anni, che i suoi genitori erano morti quand’era piccolo, che lui adesso doveva fare 23 anni e che adorava il suo lavoro. E scoprirono di non abitare tanto distanti, perché entrambi stavano vicino all’agenzia. Dopo 10 minuti di strada, arrivarono davanti l’appartamento di Julia.

Julia: Grazie mille per avermi accompagnata – disse, scendendo dalla macchina e vedendo lui affacciato al finestrino. Lo vide chiudersi mentre Haru scendeva dalla macchina e l’accompagnava al cancelletto.

Haru: E’ stato un piacere, quando vuoi non esitare a chimarmi e verrò di corsa! – disse scherzoso. Si erano scambiati anche i numeri di cellulare!

Rimasero lì a guardarsi per un po’, impacciati, senza sapere bene cosa fare. Quando entrambi si avvicinarono e si scambiarono un bacio sulla guancia, non poterono fare a meno di ridacchiare.

Julia: Mm.. ci vediamo domani..

Haru: A domani Julia..

Le batteva il cuore così forte da avere paura che uscisse dal petto. Lui sorrise e tornò nella sua macchina, andando via e lasciando Julia in preda al suo cuore ormai impazzito.

 

Quella notte lo sognò. Sapeva che si sarebbero rivisti e che, magari, qualcosa sarebbe nato fra loro. Ma non c’era fretta. Nessuna fretta…

   
 
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