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Autore: dierrevi    28/01/2011    8 recensioni
Tutti sappiamo come i nostri eroi passano le vacanze alla Tana.
Ma come passa le sue Seamus Finnigan, quando torna in Irlanda?
E cosa succederebbe se una sera gli capitasse un "incidente" con un folletto?
Una piccola avventura ispirata ad una vera fiaba irlandese.
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Seamus Finnigan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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La danza dei folletti



Puff Puff! Ouch!
Seamus capitombolò a terra, e fu stupito di sentire l'erba sotto di sé.
"Cos'è successo? Dove cavolo siamo? Eravamo nel capanno..."
«In piedi ragazzo, che ci fai lì a terra?» la vocetta nasale di Prook lo riscosse.
Seamus si mise seduto e si guardò intorno. Erano in un prato, e intorno si vedevano solo alcuni alberi e cespugli. Neanche una casa.
«Ma dove siamo? Cos'è successo?»
«Siamo venuti via da Clohernagh. Siamo sulla collina» gli rispose il folletto, come se fosse ovvio.
"...siamo sulla collina" cercava di raccapezzarsi Seamus. "Un attimo fa eravamo in quel capanno..."
«La dolce collina di Clohernagh» continuava intanto Prook, «dove i folletti vengono a danzare nelle notti d'estate. Salute!» E finalmente il folletto si gustò un sorso della sua sospirata birra.
"Tu sai smaterializzarti!" pensava intanto il ragazzo. "Tu sai smaterializzarti e ti sei fatto portare per tutte quelle miglia!?"
«Non è stato divertente, ragazzo?» disse il folletto dopo una lunga sorsata «Chissà la faccia di O'Flaherty, ha ha ha! Proprio come suo nonno Sean! Oh, sì! Chissà se neanche lui avrà mai il coraggio di raccontarlo. Alla salute del vecchio Sean!» E, alzando il bicchiere, si concesse un altro generoso sorso. «È proprio buona sai?»
"Tutte quelle miglia con te in spalla, quando tu potevi... in un secondo..." Ogni attimo che passava Seamus era più arrabbiato. Quel maledetto folletto lo aveva fatto penare come mai in vita sua!
Stava per alzarsi e voleva proprio dirgliene quattro quando...
Puff! «Oh, ma guarda! Il vecchio Prook! Finalmente, vecchio mio!» Intorno a loro cominciarono ad apparire altri folletti, tutti vestiti con vari toni di verde.
Puff! «Alla buon'ora è arrivato anche il vecchio Prook! Dove sei stato fin'ora, Prook?»
«Salve ragazzi! Scusate il ritardo. Hei, salve!» Prook salutava tutti man mano che comparivano. Si stava radunando una piccola folla di forse una dozzina di folletti. Lui salutava tutti e offriva da bere dal suo boccale, e tutti accettavano.
Dimenticata per un attimo la rabbia, Seamus guardava la scena ripetersi con ogni nuovo venuto.
"Ma finirà anche, quella birra. Cosa sta combinando quello?"
Puff! «Heilà Prook, chi ti sei portato dietro?»
«Ma non è il giovane Finnigan, quello? Che ci fa qua con te?»
«Oh, lui.» rispose Prook «L'ho incontrato che si era perso nei campi e gli ho detto "Dove vai tutto solo? Perchè non vieni col vecchio Prook?" Non potevo mica lasciarlo laggiù sperduto da solo.»
"Come sarebbe perso? Che storie racconti, vecchio? Certo che potevi lasciarmi laggiù da solo!"
«È un bravo ragazzo il nostro Seamus. Per ringraziarmi, mi ha anche offerto questa bella birra. Buona, non trovate?»
«Buona, sì» «Sì sì, buona» rispondevano i vari folletti.
"Oh questa poi! Contaballe di un folletto! Magari non è neanche vero che ti avevo colpito!"
La rabbia sul viso di Seamus doveva essere evidente, ma Prook parlava rivolto agli altri folletti e non lo guardava.
«Proprio un bravo ragazzo». Il folletto si era voltato verso di lui. «Prendi vecchio mio, bevi un sorso!» disse tendendogli il boccale.
Seamus si bloccò, sbigottito. Sbigottito dal gesto, ma anche dal boccale: era pieno fino all'orlo, con la schiuma spessa come appena riempito. "Un altro scherzo da folletto!?"
«Allora? Ne vuoi o no?»
"Be', in fondo me la merito." Prese il boccale e se lo portò alle labbra inghiottendo una sorsata.
"Buona" pensò. Aveva già assaggiato qualche sorso di birra ogni tanto, ma questa sembrava... diversa. Ne bevve un altro bel sorso.
"Buuoonaa..." La testa gli si stava facendo leggera leggera.
"Che scheeerzo daaa fooolleeetto!"
«Piano ragazzo, piano!» ridacchiò Prook, togliendogli il boccale. «Se lo svuoti non ce n'è più!»
«Scuuusaaa» cantilenò Seamus, tra le risate dei folletti attorno.
«Il ragazzo apprezza la birra, pare!»
«Oh sì, non si tira mica indietro!»
«Questo qui da grande farà tremare i baristi, oh sì, ve lo dico io!»
"Siiimpaaaticiii i folleeeettiii" pensava Seamus, ondeggiando.
«Forza ragazzi, è ora di ballare!»
«Su con la musica!»
«Animo, animo!»
Qualche folletto iniziò a suonare con strumenti apparsi apparentemente dal nulla, gli altri si misero in cerchio iniziando a danzare. Seamus li guardava con un sorriso ebete.
«Hei ragazzo, cosa fai là impalato? Forza!» lo chiamò Prook.
«Dai Seamus!» «Vieni Seamus!» lo incitarono altri folletti.
«Maaa iiio nooon sooo baaallareee...» cercò di rispondere lui.
«Come no! Guarda come facciamo noi!»
«Dai, balla con noi, Seamus!»
«È facile, dai, prova!»
«Forza forza, non farti pregare!» Lo avevano preso per le mani e portato nel cerchio con loro.
La testa gli girava, la musica correva, i folletti danzavano e lui provò ad imitarli, e pian piano si lasciò portare dal ritmo e si unì alla danza.

* * *

Quando Seamus aprì gli occhi gli ci volle un po' di tempo per rendersi conto di essere a casa, nel proprio letto. Si sentiva intontito come se avesse dormito un secolo.
La luce filtrava decisa negli spiragli della finestra chiusa. "Dev'essere tardi" pensò.
Quando decise di muoversi per scendere dal letto si sentì i piedi e le gambe completamente indolenziti. Vaghe immagini di folletti danzanti gli tornarono alla mente.
"Aspetta un attimo!" pensò con terrore, sveglio di colpo, mentre le mani correvano alle orecchie.
"Normali..." sospirò con sollievo.
«Buongiorno dormiglione!» lo salutò sua madre entrando nella stanza e andando ad aprire la finestra. «Era ora che ti svegliassi, tra poco il pranzo è pronto. Oh, santo cielo!»
«Che c'è?»
«Seamus, hai dormito vestito?»
Eh già, aveva proprio dormito vestito.
«He he, cascavo proprio dal sonno si vede...» rispose nervosamente.
«Speravo che ad Hogwarts insegnassero le buone abitudini» disse sua madre. «Vedi di metterti dei vestiti puliti prima di scendere.»
«Sì mamma...»


  Flash forward – Febbraio 1994
Sala comune di Grifondoro.

"Era come se avessero già vinto la Coppa del Quidditch; la festa proseguì per tutto il giorno, fino a sera tarda. Fred e George Weasley scomparvero per un paio d'ore e tornarono con bracciate di bottiglie di Burrobirra, Zuccotti di zucca e parecchi sacchetti pieni di dolci di Mielandia.
«Come avete fatto?» strillò Angelina Johnson, mentre George lanciava Rospi alla Menta tra la folla.
«Con un piccolo aiuto di Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso» sussurrò Fred all'orecchio di Harry
."(1)
«Hei, guardate Finnigan!» disse qualcuno.
Seamus Finnigan era in piedi su un tavolo e ballava una veloce ceili dance(2), con una piccola folla intorno che gli teneva il tempo battendo le mani o picchiando il pugno sul tavolo.
Era davvero affascinante starlo a guardare. Il movimento ipnotico di gambe e piedi, lo scalpiccìo ritmato delle scarpe sul piano di legno, e il sorriso beato di chi se la sta godendo un mondo.
Un po' discoste dalla ressa, tre ragazzine del primo anno seguivano anch'esse il ballerino sul tavolo.
«Caspita, che bravo!»
«Guardalo, sembra proprio divertente. Chissà come si impara.»
«Perché non glielo chiedi, Beth? Magari ti insegna.»
«Cosa!? No no! Chiediglielo tu!» «No, chiediglielo tu!»
«No, io no! Lucy! Dai, chiediglielo!»
«Io!?» fece la terza. «Ma siete matte?»
«SI'!» risposero le altre due in coro, spingendola avanti.
Proprio in quel momento Seamus smise di ballare e saltò giù dal tavolo. Giusto in tempo per trovarsi davanti la ragazzina, chiaramente imbarazzata.
«Salve» le disse con un sorriso.
«Ciao. Ehm... io sono Lucy... Volevo dirti... Sei proprio bravo, dove hai imparato?»
«Oh, noi irlandesi ce l'abbiamo nel sangue» rispose lui spavaldo.
"Ha-hem!" fece nella sua testa una vocetta nasale e un po' stridula.
Brivido lungo la schiena di Seamus.
«Sì, ehm, cioè, mi hanno insegnato... dei, hm, dei vecchi amici, dei vicini di casa, sì sì.»
La ragazzina sorrise del suo improvviso imbarazzo.
«Devono essere tipi simpatici.»
«Oh sì!» le rispose. "...a modo loro magari... cambiamo discorso!"
«Bevi qualcosa, Lucy?» le chiese, mentre contemporaneamente agguantava due burrobirre dal tavolo, le stappava con un solo gesto e ne metteva una, praticamente d'autorità, in mano alla ragazzina.
«...grazie...» fece lei, sorpresa dal gesto improvviso.
«Alla tua!» le disse Seamus, facendo tintinnare le bottiglie. Poi alzò un attimo la propria verso nessuno in particolare. "E alla tua Prook, vecchio diavolo di un folletto" pensò bevendo un sorso.
«Dimmi Lucy, come ti trovi qui ad Hogwarts?...»



(1) da Harry Potter e il prigioniero di Azkaban (cap 13).
(2) Danza tipica irlandese. Per un esempio, cliccate qui.



Note dell'autore:
Così finisce la mia prima longfic, spero che sia stata di vostro gradimento.
Grazie a chi l'ha letta. Soprattutto a Julia Weasley che ha avuto la bontà di recensire anche il secondo capitolo, e a Books che ha deciso di seguire la storia.

Alla prossima. :o)
  
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