Un ringraziamento speciale per questo mio primo capitolo a Checco che mi ha ispirato con una ruolata epica questa storia e le altre che ne seguiranno, sperando che gli piaccia il modo in cui ho cercato di ritrarre il suo Lucius... Un piccolo pensiero per la forza che dimostra a sopportare una "mamma" e una "moglie" come me.
Ottobre
1970
Il compito di controllare
che tutti gli studenti
fossero nelle loro stanze, era un dovere fondamentale di ogni Prefetto,
e
questo comprendeva anche un giro nella sala comune, tappa che la
giovane
Narcissa Black prediligeva perché in quel momento della
nottata era
completamente deserta e l’assoluto silenzio della stanza la
rilassava, mentre
seduta su di una delle poltrone di fronte al caminetto scoppiettante,
leggeva
svogliatamente un libro di incantesimi che forse qualche ragazzino del
primo
anno aveva sbadatamente dimenticato, finchè una voce che
conosceva fin troppo
bene la ridestò dai suoi pensieri
“Ancora
sveglia ragazzina?.” Presa alla sprovvista la
ragazza sussultò per lo spavento e fece cadere il libro per
terra, fulminando
con lo sguardo il ragazzo alle sue spalle
“Potrei
farti la stessa domanda! Malfoy.” Pronunciò
l’ultima parola con tutto il disprezzo che il suo essere le
permetteva di
provare verso il giovane
“Sono un
Prefetto ragazzina! E si da il caso che stia
controllando che nessuno fosse fuori dal suo letto.” Rise
ghignando “A quanto
pare però, c’è ancora qualcuno che non
è caduto tra le braccia di Morfeo.”
“Sono
Prefetto anche io Malfoy e si da il caso che
stessi controllando io la sala comune.”
“O mi
dispiace di aver interrotto il suo diligente
lavoro! Una lettura davvero interessante.” Disse abbassandosi
a raccogliere il
libro
“Sei di
troppo qui Malfoy, buonanotte.” Sibilò lei
furente
“Oh! Non
si dica mai che lascio da sola una giovane
ragazza, sarebbe da rozzi e maleducati! Cosa che io non sono.”
Indispettita Cissy
si avviò verso l'entrata dei
sotterranei aprendola con un gesto “Perdonami Malfoy, voglio
far uscire tutte
le arie e le stupidaggini che escono dalla tua bocca.” Rise
divertita
“Siamo
leggermente acidelle stasera? Ti ha punto un
doxy per caso?.” Le alza il viso con l'indice per guardarla
negli occhi “Attenta
ragazzina. Stai giocando con il fuoco. Nessuno può parlarmi
in questo modo,
tantomeno tu.”
Con un gesto della
mano la ragazza schiaffeggiò la sua
mano, infastidita da tanta confidenza “Attento tu Malfoy!
Detesto i palloni
gonfiati come te che si credono di essere chissà chi. Non
osare rivolgerti mai
più a me in questo modo. Si vede che la classe e l'eleganza
non si acquistano
solo con un nome e non tutti ce l'hanno!.”
“Io…
mia cara signorina Black, sono l'eleganza fatta
persona. Ma infondo tu sei ancora una bambina e non puoi comprendere
certe cose.”
Le prese il viso tra le mani, costringendola a guardarlo in volto, e la
ragazza
profondamente umiliata da tanta sfacciataggine gli tirò uno
schiaffo con tutta
la forza che aveva, costringendolo a lasciarla libera mentre con una
mano lui
si accarezzò la guancia dolorante, senza però
levarsi quello sguardo divertito
dalla faccia, cosa che infastidiva Narcissa enormemente “Hai
un temperamento
troppo focoso ragazzina! Nessuno apprezza le donne dalle maniere
forti.”
“Taci
Malfoy altrimenti ti farò pentire di…”
Non fece
in tempo a finire la frase che in un impeto rabbia Lucius la spinse con
un
braccio contro il muro bloccandola e impedendole la fuga; lentamente si
avvicinò al suo volto, fino ad essere talmente vicino alle
sue labbra che riuscì
a scorgere una nota di essenza alla frutta nel suo profumo, lentamente
si
avvicinò al suo collo sfiorandolo appena con la punta del
naso. Narcissa rimase
li impietrita, con gli occhi che fissavano un punto lontano della
stanza.
Quando Lucius si staccò da lei, il suo respiro acellerato
era l’unica cosa che
tradiva la sua calma, mentre lui divertito sogghignava, aveva colto nel
segno
riuscendola a sorprenderla come solo lui sapeva fare
“Buona
notte ragazzina.” Bisbigliò lui al suo orecchio
“Sono certo che non dimenticherai facilmente il nostro
incontro di questa sera.”
Disse trionfante con un sorriso stampato sul volto prima di dirigersi
verso il
dormitorio maschile; quando Narcissa fu sicura che non fosse
più nei paraggi si
strinse nella sua divisa correndo il più velocemente
possibile verso la sua
stanza dove nella solitudine del suo letto pianse per
l’umiliazione ricevuta.