E
vissero per sempre felici e contenti
Non
so neanche io perché stasera ho deciso di rileggermi
questo vecchissimo libro di favole. Però devo dire che
è stato un bene,perché adesso
mi rendo conto di quale sia la causa delle delusioni amorose di noi
ragazze.
La
risposta è semplice,è proprio tra le mie mani. Le
favole e le altre cazzate che ci raccontavano quando eravamo ingenue
bambine.
In
queste storielle è tutto così semplice,dio mio.
Le
cose o sono bianche o sono nere. La prima persona che ti fa bagnare le
mutande
è quella che sposerai. I tuoi capelli saranno sempre in
ordine,e quando avrai
20 anni di esploderanno fuori due tette da Lara Croft e un culo da
Jennifer
Lopez che non permetteranno a nessuno di essere più ambita
di te.
Favole,appunto.
Il
premio per la miglior buffonata,però,và
sicuramente
alla costruzione del Principe Azzurro. Quest’ uomo ha tutto:
potere,bellezza,fascino,bel
carattere. Detta così,a me questo Azzurro sembra un
paradosso colossale. Il
fascino è dato dall’essere stronzi,le donne questo
lo sanno fin troppo
bene.
E
poi non è detto che una donna voglia al suo fianco un
uomo.
E
neanche ho finito di formulare questo pensiero che l’amarezza
mi è già piombata addosso.
Spengo
la luce del comodino e sprimaccio il mio cuscino.
Oggi mia madre ha uscito fuori di nuovo quel discorso . E nemmeno
stavolta io
ho avuto il coraggio di dirle la verità.
Quale
madre mai vorrebbe sentirsi dire che sua figlia è
diversa,malata,difettosa?
Non
stiamo qui a raccontarcela,le cose per noi non sono
mai cambiate.Siamo sempre la peste della popolazione,i pervertiti da
evitare.
Se
ami qualcuno del tuo stesso sesso,lo devi tenere per
te. Se qualcuno ti ha aggredito perché baciavi la tua
donna,non devi
denunciare,perché così si verrebbe a sapere della
tua perversione e
macchieresti la tua dignità. Questi sono i discorsi che noi
ci sentiamo dire,quando
ci viene fatto un torto.
Chi
vorrebbe essere noi?
Non
molti,credo.
Mi
sto davvero chiedendo per quanto tempo ancora riuscirò
a fingere. Per quanto tempo ancora dovrò tenere
quell’orrendo poster di quell’orrendo
calciatore a petto nudo? Cazzo,non mi piace neanche la sua squadra! Io
odio il
calcio! Non riesco neanche a seguire una partita,che già mi
scende il latte
alle ginocchia.
Do
un ultimo sguardo al display del mio cellulare,sono le
23 e 30.Basta con le riflessioni esistenziali,è ora di
dormire.
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Un
luogo bellissimo,soleggiato,pieno
di vita. Un tempo estivo. E per qualche ragione,so che questa
è la Sicilia.Sto
salendo una scala in pietra,e alla mia destra il mio sguardo si immerge
nel blu
del mare. Posto più bello non l’ho mai visto.
Arrivo
in cima,e vedo subito
una porticina in legno sgangherata. Sopra
quell’obbrobrio,un’insegna sbiadita:
“BIBLIOTECA
COMUNALE”
Mi
avvicino per entrarci,perché
io AMO i libri,cazzo. Ma ancora prima che io riesca ad entrare,una
donna esce
dalla porta e mi viene incontro,sorridendo.
E’
bella come una
maledizione,una sirena bruna che può trascinarti
nell’inferno.
“Sei
arrivata,finalmente.” Mi
arriva vicinissimo,così tanto vicino che posso specchiarmi
nei suoi occhi
nerissimi,che hanno qualcosa di orientale,così tanto vicino
che posso sentire
il calore della sua pelle bruna,così vicino che posso
sentire l’odore dei suoi
capelli,una cascata di seta nera e ribelle.
I
miei occhi ,grandissimi
bastardi,cadono sulla scollatura vertiginosa di lei,che porta una
camicia
bianca legata in vita…quel poco tessuto che dovrebbe
coprirla è anche
trasparente. Un suicidio.
La
sua lunga gonna verde ha
uno spacco laterale che la rende una dea della lussuria.
“Vieni
con me” mi
dice,afferrandomi il polso e lanciandomi uno sguardo ambiguo,mentre mi
trascina
dentro la Biblioteca….
Continua…