Boudica
la Regina-Guerriera
È
stata la tua ultima battaglia Boudica,
lo sai.
Hai
perso, Paolino ti ha sbaragliata.
Eppure eri così sicura di vincere... Ma lo eri davvero?
Non
lo sai più.
I
tuoi bei capelli fulvi ti ricadono sul
volto, come privi di vita.
Era
la rabbia a guidarti, donna. La
rabbia di donna, la rabbia di madre. La furia che scorre nelle tue vene.
Sei
una britanna. Non chini il capo
davanti a niente, a nessuno. Neppure davanti all’Impero.
Neppure
davanti alla morte.
Sei
sempre stata forte, sempre. Sei
stata forte quando, poco più che bambina, ti diedero in
sposa a Prasutago,
quando affrontasti i dolori del parto. Forte quando tuo marito
morì, quando
Roma si prese la tua casa, la tua patria. Forte quando ti ribellasti,
forte
quando fosti denudata pubblicamente e frustata, come una bestia.
Ma
non hai potuto sopportare la vista
delle tue bambine, dei tuoi tesori, violentate.
Quella
furia di lupa s’impadronì di te.
Dovevano pagare, quegl’invasori, quei doppiogiochisti.
Hai
impugnato le armi, hai sobillato il
tuo popolo. Vuoi vendetta, vuoi il loro sangue.
Hai
combattuto, Boudica, hai preso
Camolodunum e anche i veterani si sono dovuti arrendere.
Un’intera
legione s’è dovuta arrendere a
te, e la vittoria su Ceriale t’inebriò.
Londinium,
Verolanium... quanti morti
per mano tua? Troppi per essere contati. La vendetta, come una belva
assetata
di sangue, muoveva la tua mano, scagliava la tua lancia.
Ma
ora hai perso. Sai già qual è il tuo
destino.
Prigionia,
umiliazione, catene.
Hai
già perso tutto, Boudica. Quella di
fronte a te non è vita, regina guerriera. Non per te, non
per il tuo spirito di
guerriera.
Ingolli
il veleno, amaro è il sapore
nella tua bocca, di fiele. Non sai dire se è la sconfitta,
ad avere quel
sapore, o la morte...