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Autore: Suomi    31/01/2011    4 recensioni
Breve one-shot post 2x12.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Stefan Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Allora eccomi qua, con questa breve one-shot. Le scene di Damon (in particolare quella finale) di ‘The descent’ mi hanno colpito e io ho immagino un episodio che avviene poco dopo la fine della puntata, con le frasi in corsivo che sono quotes di Damon della puntata in questione.

Se mi dite cosa ne pensate mi fate contenta. ;)


 

 

 

Ti uccido o non ti uccido?

Mentre seppellisci la tua vittima, puoi avvertire distintamente una presenza alle tue spalle. Un sorrisetto ti si dipinge in volto, questa volta devi ammettere che ti ha davvero sorpreso.

«Come facevi a sapere dov’ero?» gli domandi allora, continuando tranquillamente il tuo lavoro di occultamento del cadavere.

«Ho seguito la scia di sangue e dolore» risponde con ironia Stefan, anche se il suo tono rimane serio e perfettamente abbinabile alla sua espressione severa.

«Sarcasmo, Stefan?» chiedi, voltando appena il capo per guardarlo per la prima volta quella sera «Non toccherebbe al fratello cattivo scherzare sulle situazioni drammatiche?» continui con un ghigno, tornando a buttare terra sul corpo che ti fissa con uno sguardo vitreo.

Sono cattivo, mi piace.

Stefan sospira, ignorando il tuo ultimo commento «Sei stato tu?» domanda, lanciando un’occhiata al cadavere della ragazza. Sai che conosce perfettamente la risposta, ma sai anche che interiormente spera ancora di sentirti dire che no, non sei stato tu a fare quello scempio, magari che è stata Rose nel suo delirio omicida e che stai coprendo le sue tracce per non far sospettare lo sceriffo Forbes della presenza di ulteriori vampiri in città. E sempre stato un ingenuo buonista, in fondo. Ma perché dovresti cercare una scusa? Per paura del suo giudizio? Per timore che ti odi? Per l’ansia di non deluderlo? O per la perenne ricerca di un po’ di affetto?

Non posso essere quello che gli altri vogliono che io sia.

Sono tutti sentimenti da deboli, sono così… umani.

Se stai per diventare sentimentale, potrei uccidermi, solo per allontanarmi dalla tua infelicità.

«Era dolcissima» rispondi con il solito tono canzonatorio, fissando un punto di fronte a te. E anche se non puoi vederlo avverti Stefan scuotere il capo e le senti una a una tutte le emozioni che lo attraversano. Delusione, amarezza, anche un pizzico di rabbia, ma soprattutto paura.

«Perché lo hai fatto?» chiede ancora, nella vana speranza che una giustificazione ci sia, che non hai rinunciato all’umanità che a fatica ti stavi riconquistando.

L'umanità non è tutta questa meraviglia!

«Noia e fame» rispondi in una scrollata di spalle, sistemando con la pala la terra che ormai ha interamente coperto il cadavere.

«So che sei sconvolto per Rose…» inizia la ramanzina Stefan, con un sospiro. Non si è ancora rassegnato, nel profondo forse non lo farà mai.

«Io non sono sconvolto» sibili, mentre ti volti per fulminare con lo sguardo tuo fratello, ripetendo quella frase per l’ennesima volta, come se ormai fosse il tuo mantra e questa volta lo dici con una tale convinzione che quasi ci credi tu stesso.

«Ma questa non è la soluzione, Damon!» continua Stefan alzando il tono, ignorando completamente la tua ultima frase.

«Sai qual è il punto, Stefan?» gli domandi retorico, girandoti per poi avvicinarti di qualche passo verso di lui.

Ho un segreto, un grande segreto.

«Non tutti abbiamo voglia di giocare a fare i santi, andando in giro con la nostra bella espressione contrita e pensierosa» continui, ormai a un passo da Stefan.

Ma non l'ho mai ammesso ad alta voce.

«Posso fingere un giorno, magari due o tre… ma poi tornerò a cacciare e uccidere» affermi sicuro.

Il punto è che non cambierà niente. Non mi farà diventare buono né adottare un cucciolo.

«Perché questa è la mia natura. Sono un vampiro, non sono più umano!» gli spiattelli ancora in faccia.

E mi manca. Mi manca più di ogni altra cosa al mondo. Ecco il mio segreto.

Stefan abbassa lo sguardo, non aggiunge nulla questa volta. E tu lo sai, sai che adesso andrà da lei per sfogarsi, per cercare consolazione. Sai che anche lei presto saprà.

Non posso essere quello che lei vuole che io sia.

«Ti aspetto a casa, Stef» gli dici tornando al tono beffardo che ti caraterizza, mentre lo oltrepassi di qualche passo «Mi raccomando non fare tardi, sai che mi preoccupo» aggiungi con sarcasmo, guardando la sua figura, ancora immobile, un’ultima volta prima di allontanarti.

 

Provo qualcosa, Elena. Ok? E fa schifo.

  
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