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Autore: Nocticula_Nott    31/01/2011    3 recensioni
“Sono Theodore Nott…”
Lo guardo interessata, più di prima “Theodore…” Sussurro come se volessi imprimermi bene quel nome nella mente. Lui sorride soddisfatto ma ci metto due secondi a smontalo “Hai un nome da nonno, lo sai?”
Lui alza sempre composto, un sopracciglio “Prego?”
*****
La protagonista della storia, Cassadee Connely è una comunissima ragazza che lavora, vive le sue amicizie e le sue giornate esattamente come ogni Babbano. Ma che succede quando un ragazzo dagli occhi neri e un nome, a suo parere, buffo poterà un pò di magia nella sua vita?
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Theodore Nott
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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bananissima

What’s behind your Aristocratic Mask?

 

 

Part 1 of 5

 

 

 

Ogni mattina la stessa storia, la sveglia suona e io mi alzo con sofferenza, poi guardo fuori dalla finestra il grigiore del cielo londinese, nulla a che vedere con l’azzurro profondo dei cieli dell’Arizona a cui sono abituata, e la voglia di ributtarmi fra quelle lenzuola aumenta…

Cass sbrigati o faremo tardi!” mi urla Lynn, la mia coinquilina, riscuotendomi dai miei pensieri. Tardi poi, per andare al lavoro non è mai tardi abbastanza . Quando ho accettato di venire a vivere qui, in Inghilterra, per lavorare presso la sede diplomatica degli Stati Uniti D’America non pensavo che mi sarei annoiata così tanto…

Fortuna che è questione di mesi e potrò abbandonare per sempre questo branco di snob britannici e tornarmene a casa mia.

Come ogni mattina mi infilo sbrigativa il tajer, questa mattina in particolare uno dal taglio un po’ più moderno, con la gonna corta di un bel nero gessato così come la giacca, e afferrando le de collette e la borsa esco di casa ricorrendo Lynn che, come ogni mattina, è uscita scocciata per i miei ritardi poco prima di me.

Questi inglesi e le loro maledette manie di perfezionismo. Per me la puntualità, l’ordine, la galanteria…. Sono tutte cose delle quali potrei benissimo fare a meno.

Come ogni dannata mattina la metropolitana è piena zeppa di persone sudaticce che mi spingono e mi fanno salire la nausea. Perché il perfezionismo inglese non comprende l’acqua e il sapone?? Il tanfo è insopportabile!

Scendiamo alla nostra fermata e velocemente raggiungiamo il Palazzo di Madama*,presso l’Alta Corte Inglese,  dove c’è la sedere diplomatica in cui entrambe lavoriamo. Appena entrata già mi si rompono i suddetti.

“Signorina Connely spenga immediatamente quel cellulare e si sbrighi a portarmi quei documenti cartacei che le ho richiesto l’altro giorno!”

Come ogni fottuta mattina il signor Carter è di pessimo umore e riversa la sua oltremondo evidente ignoranza su di me. Documenti cartacei… Pensavo fossero incisi su pietra! Metto il cellulare  in borsa con un gesto di stizza e poi inizio a tirar fuori chili su chili di ‘materiale cartaceo’ prima di prendere quella leggera ventina di documenti richiesti e spillarli insieme. Vado verso l’ufficio bussando e attendo che mi si dia il permesso di entrare. Gli inglesi si offendono molto quando si entra senza aver atteso la risposta.

Quando finalmente la ricevo entro velocemente “Signor Carter ecco i documenti che mi ha chiesto”

“Molto bene Cassadee” allunga a mala pena il braccio così sfilo verso di lui passandoglieli in modo poco carino. Noto che seduto davanti a lui c’è un uomo, seduto compostamente. Veste in modo a dir poco bizzarro, con un mantello nero lungo e un abito piuttosto elegante, sembra che debba andare ad una sorta di festa. Posa i suoi occhi neri su di me e io prendo mentalmente appunti riguardo la sua capigliatura, nera e scompigliata che starebbe meglio su un punk rispetto che su un ragazzo vestito con così tanta cura.

Anche lui mi sta guardando molto attentamente, fermandosi poi sulle mie gambe lasciate scoperte dalla gonna. Mi schiarisco la voce così che lui è costretto per forza a riportare lo sguardo sui mie occhi mentre attendo che Carter mi firmi un paio di lasciapassare commerciali.

Dopo di che esco così come sono entrata, incuriosita da quella strana presenza…

Quando l’uomo esce non mi degna di uno sguardo, pur passando davanti alla scrivania “Buona giornata, Signore”dico a bassa voce con il naso infilato in una rivista di moda. Non so se si ferma o meno, non alzo lo sguardo dimostrandogli l’interesse che mi ha appena solleticato.

 

Pausa pranzo solitaria visto che Lynn la passa sempre assieme a Nigel, un simpatico ragazzo conosciuto al lavoro, con il quale condivide sempre un panino al parco e spesso il letto la notte…

Continuo a osservare questa insalata insipida chiedendomi chi cazzo me lo fa fare di continuare la dieta… Potrei andare al Mc Donals…

“Scusa? È libero?”

Alzo gli occhi e vedo una mano ben curata, che fuoriesce con eleganza da un mantello nero, la sedia davanti a me. Gli occhi salgono ancora lungo la lunga palandrana nera, che cela una camicia del medesimo colore ed una cravatta viola, fino al collo dalla pelle chiare e al viso, bello, elegante, quasi aristocratico.

E poi quegli occhi neri.

“Sì, è libero…

Io sono libera, se ti va…

Ma che diavolo penso?

Lo guardo appoggiare prima la tazza di caffe e poi prendere posto sistemandosi il mantello con cura prima di guardarmi attentamente “Sei la segretaria di Thomas Carter, o sbaglio?”

Storco il naso, odio essere etichettata come una segretaria visto il culo che mi sono fatta per studiare scienze politiche “Sì” sbotto irritata prima di prendere un sorso d’acqua e tornare a dedicarmi al mio pranzo. Il fatto che lui si limiti a bere un caffè in silenzio senza staccarmi gli occhi di dosso mi irrita.

“E ce l’hai un nome?” mi domanda appoggiando con eleganza la tazza sul tavolo.

Io lo guardo ovvia “Certo che si, perché vuoi saperlo?”

“Se non è di troppo disturbo si” il suo tono vagamente divertito e sarcastico mi fa sbuffare.

“Mi chiamo Cassadee Connely” mi limito a dire sbrigativa prima di guardarlo negli occhi.

Le sue labbra si piegano lievemente verso l’alto, soddisfatte prima di chiedermi in tono sfrontato “A te non interessa conoscere il mio nome?”

“Se ti va…

Ridacchia sommessamente “Sono Theodore Nott…”

Lo guardo interessata, più di prima “Theodore…” Sussurro come se volessi imprimermi bene quel nome nella mente. Lui sorride soddisfatto ma ci metto due secondi a smontalo “Hai un nome da nonno, lo sai?”

Lui alza sempre composto, un sopracciglio “Prego?”

“Non è un offesa” alzo le spalle “Solo che… Insomma non è un nome molto usuale…

“Beh, è il solo che ho”

Gli sorrido, con un sorrisetto di scherno “Sai che al giorno d’oggi i nomi si possono anche cambiare? Anche se, onestamente, dal modo in cui ti vesti non sembri molto al passo coi tempi…

“Ma come ti permetti?” mi chiese allibito, come se nessuno avesse mai trovato il coraggio di rispondergli così.

“Non ho detto nulla di male infondo. Sai, avvolte cambiare look penso sia positivo. Dovresti provare, anche se forse non ti piacciono le sfide…

lo guardo alzarsi e augurarmi una buona giornata un po’ duramente.  Va verso la cassa lasciandomi un po’ male, visto che l’interesse che provo per lui è qualcosa di nuovo e strano per me…

Il suo essere così austero mi ha smosso. Poi perché diavolo indossa quegli strani vestiti?

Beh, di certo non lo rivedrò più e anche se dovessi rincontrarlo so già per certo che non mi saluterà nemmeno visto il modo in cui sembra essersi offeso.

Vado alla cassa con passo strascicato “Un’insalata e una bottiglia d’acqua minerale…

“Oh, ma ha già pagato quel signore per lei” mi dice un sorriso la commessa “Mi ha detto però di lasciarle lo scontrino…

“Grazie” lo afferro titubante e poi esco camminando lentamente verso l’ufficio. Cioè, dopo le cose che ho detto mi ha anche offerto il pranzo? Getto un occhio sullo scontrino giusto per vedere quanto gli sono costate le mie freddure e rischio di farmi tamponare da una signora, visto che mi sono bloccata.

“Eh stai un po’ attenta, ragazzina!”

Ragazzina? Ho venticinque anni io!

Scuoto il capo prima di tornare a leggere quelle poche parole sullo scontrino, scritte con una calligrafia stretta ed elegante che non potrebbe essere di nessun altro tranne che sua: Io adoro le sfide, potresti accorgertene. Theodore.

“Anche io amo le sfide, carino” replico con un sorrisetto prima di infilare lo scontrino nel portafoglio e tornare all’ufficio.

Mi aspetto grandi cose da te, Nott.

Non deludermi.

 

 

Continua…..

 

 

 

 

Angolo dell’autrice:

Eccomi tornata con una nuova storia^^ Spero che possa piacervi per favore lasciate qualche commentino =)

Un bacione a tutti coloro che leggeranno.

Nocticula.

 

   
 
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