ATTIMI
Bastava un attimo per ritrovare la felicità perduta, dimenticata
in quei lunghi sei anni…
Bastava un attimo per perderla nuovamente…
Capitolo uno: Scontri
Doveva lasciare subito quello studio, doveva
concedersi una pausa prima di rimettersi al lavoro quella sera, altrimenti
sarebbe scoppiato. Raccolse i fogli sparsi sulla scrivania, li mise in una
cartellina e uscì dal suo piccolo ufficio
“Ci vediamo domani Rose, io esco” esclamò salutando la segretaria
che stava passando in quel momento
“Se vuoi passare da casa mia dopo ti offro un pezzo della torta
che ho fatto oggi a pranzo” propose la segretaria
“Mi dispiace, ma non posso. Devo finire di preparare i documenti
per il caso Ramsay, ma alla prossima torta vengo sicuramente” rispose il
giovane uscendo dallo studio dove lavorava come praticante avvocato
“Dave aspetta” lo chiamò la segretaria uscendo dallo studio
Dave si fermò sulle lunghe scale di marmo che portavano all’uscita
del palazzo
“Hai dimenticato questa cartellina e il cellulare” disse la segretaria
porgendogli le cose
“Grazie Rose, non so cosa farei senza di te!”
“Se cambi idea per la torta vieni pure!” rispose la segretaria e scuotendo
la testa davanti alla sbattatagine del ragazzo tornò nello studio
Dave riprese a scendere le scale fino all’ingresso e uscì all’aria
aperta, finalmente. Alzò gli occhi per controllare l’ora sul Big Ben
‘Bene, sono le sei, faccio in tempo a passare a prendere
qualcosa da mangiare prima di tornare a casa e rimettermi al lavoro… Magari
riesco anche a fare un salto da Rose’ pensò incamminandosi per una via laterale
in modo da evitare i turisti che inondavano costantemente Londra ‘Rose è sempre
gentile con me, è stata la prima persona che mi accolto e mi aiutato a trovare
vari lavoretti che mi permettessero di studiare e poi mi ha trovato questo
lavoro nello studio di Harrington… Se non avessi trovato lei, non so dove sarei
adesso!’ continuò a pensare tra sé entrando in un piccolo negozio d’alimentari
“Stavo chiedendo a Roger quando saresti
arrivato Dave!” esclamò da dietro il banco, un’anziana signora inglese
“Cos’hai da propormi oggi Amy?”
“Un bel pezzo di pasticcio all’italiana?” propose la signora
“Se l’hai fatto tu accetto l’offerta… Magari due pezzi belli
grandi!” rispose il ragazzo
“Allora come va il lavoro?” chiese l’anziano signore che aveva finito
di servire il suo cliente
“Dovrò lavorare tutta la notte a questo caso, spero solo di non
addormentarmi perché in quel caso sarei veramente nei guai!” rispose il ragazzo
pagando
Salutò l’anziana coppia e uscì dal negozio diretto alla più vicina
fermata della metropolitana. Camminava assorto nei suoi pensieri e non si
accorse della ragazza che veniva avanti. Lo scontro tra i due fu inevitabile…
“Mi scusi” disse Dave chinandosi a raccogliere i fogli che nello
scontro erano usciti dalle cartelline.
Per fortuna non pioveva!
“Non si preoccupi, mi scusi lei invece. Ero
totalmente assorta nei miei pensieri e non stavo guardando dove camminavo”
rispose la ragazza chinandosi per aiutare Dave a raccogliere i fogli
“Nemmeno io” ammise Dave guardando la ragazza, aveva qualcosa di
famigliare, ma non sapeva dire cosa
La ragazza si alzò porgendo gli ultimi fogli a Dave “Mi dispiace
ancora”
“Non si preoccupi succede” rispose il ragazzo sorridendo
La ragazza rispose al sorriso e si allontanò. Dave rimase a
guardarla, i suoi occhi gli ricordavano qualcuno, ma non sapeva dire chi. Era
carina, capelli lisci, rossi tagliati fino alle spalle, era vestita in modo
elegante con un lungo cappotto nero, probabilmente lavorava in qualche studio prestigioso di avvocati o qualcosa del genere. Probabilmente
stava tornando da una lunga e noiosa riunione…
Dave si riscosse dai suoi pensieri e si avviò verso la
metropolitana.
La ragazza dai capelli rossi sorrise al giovane che aveva
davanti e riprese a camminare. Svoltò l’angolo in una strada deserta e
poco illuminata e con un flop sparì, per comparire un attimo dopo in un piccolo
appartamento in una zona tranquilla della città
“Ginny sei tu?”
“Sì, sono io… L’ho fatto di nuovo” aggiunse stizzita la ragazza
togliendosi il capotto
Una testa bionda apparve dalla stanza vicina “Cosa?” chiese con la
sua solita voce sognante Luna Lovegood
“Sono apparsa nel posto sbagliato e mi sono anche scontrata con un
tipo strano, per fortuna aveva la testa fra le nuvole…”
“Come te!” sottolineò l’amica
“Ultimamente non fai che pensare al lavoro… E com’era questo tipo?”
“Capelli biondi molto corti, due
bellissimi occhi, modi di fare gentili, vestito elegante… Il classico uomo
d’affari Babbano” elencò Ginny sedendosi sul letto dell’amica “Aveva qualcosa di
famigliare, ma non so cosa…”
“Chi aveva qualcosa di famigliare?” chiese Harry entrando nella camera
“Il principe azzurro che Ginny ha incontrato e che si è lasciata
scappare…” disse Luna sognante tornando a scrivere freneticamente
“Ginevra Weasley che si lascia scappare un ragazzo? Luna dovresti
scrivere un articolo su questo” commentò Harry ridendo
“Attento a quello che dici Harry, se non vuoi rinunciare a vivere
in questa casa prima ancora di iniziare a farlo!” finse di minacciarlo Ginny
“A proposito, poi vengono Ron e Hermione a vedere come abbiamo
sistemato l’appartamento… anzi dovrebbero essere qui a
momenti, hanno detto che portano loro la cena!” disse Harry sentendo suonare il
campanello e andando ad aprire
“Wow, ma è fantastico come l’avete sistemato” la voce di Hermione
risuonò in tutta la casa
“Veramente questo appartamento è
decisamente piccolo rispetto alle nostre precedenti abitudini… Ma avete voluto
la Tana tutta per voi e ci dovremmo accontentare” rispose Harry salutando gli
amici “Ma non potevate apparire e basta?”
“Ma così è più bello e poi siamo apparsi
appena fuori la porta” rispose Hermione mettendosi a girare la casa
“Dovete stare attenti, siamo gli unici maghi del palazzo…” disse
Harry seguendo Hermione nel tour
“Come se no lo fossimo Harry… Non diventarmi paranoico!!” lo riprese Hermione “E poi non è vero che questa casa è
più piccola della Tana… Qualche incantesimo qua e là e può diventare anche
molto più grande” aggiunse poco dopo
Il gruppetto di amici passarono la serata a
chiacchierare del più e del meno come hai vecchi tempi che in realtà, per loro,
non erano mai finiti
“Quando arriva Neville?” chiese Hermione
“Ci raggiungerà durante le vacanze di Pasqua e poi appena la
scuola sarà finita. È stato molto fortunato a trovare subito quel lavoro a
Hogwarts come aiutante della professoressa Sprite, chissà come se la cava”
rispose Luna
“Ginny, stai bene?” chiese Ron alla sorella
“Cosa?” rispose la ragazza riscotendosi dai suoi pensieri
“Non hai detto quasi niente tutta la sera” spiegò Ron
“Non preoccuparti, sto bene… sono solo un po’ soprappensiero… C’è
molto da fare in questo periodo al lavoro e sono solo un po’ stressata… Magari
vado a fare due passi così prendo un po’ d’aria, ritorno al massimo fra dieci
minuti” disse la ragazza alzandosi
“Mettiti il cappotto che c’è freddo fuori” le urlò dietro Ron
“Sì mamma” rispose in tono canzonatorio Ginny prendendo il cappotto
dall’ingresso e uscendo
La strada illuminata dai lampioni era deserta,
l’aria fredda dell’inverno londinese soffiava lenta spettinandole i
capelli. Si mise a camminare sotto le stelle avvolta
nei suoi pensieri
‘Ron è così premuroso, anche troppo. Dopo che è morta la mamma si è sempre occupato di me, ma alle volte mi tratta
ancora come una bambina e anche gli altri sono così. Vorrei dimostrare loro che
sono cresciuta che so cavarmela da sola, ma come posso
fare? Vorrei solamente che allentassero un po’ la corda, Luna ha la mia stessa
età, ma con lei non si comportano così, perché con me sì?’ mise
la mani in tasca per proteggerle dal freddo e in quel momento si scontrò con
qualcuno che l’attirò a sé in modo brusco per impedirle di cadere
“Mi scusi” disse automaticamente Ginny
“Se voleva rivedermi poteva chiedermelo invece di scontrarsi
nuovamente con me” rispose il ragazzo biondo
“Incredibile, ancora lei… Oggi sono proprio distratta!” disse
Ginny sorridendo mentre il ragazzo lasciava la presa
“Magari il destino ha voluto farci incontrare nuovamente” rispose Dave
Ginny si perse per un attimo nei profondi occhi
grigi del ragazzo “Io direi scontrare” azzardò la ragazza sorridendo
“E’ vero… Le va una fetta di torta?”