Film > The Social Network
Ricorda la storia  |      
Autore: SummerRestlessness    31/01/2011    1 recensioni
[The Social Network]
Qual è l'unica cosa che manca a questo film? L'amore.
Non dico che sarebbe stato meglio se ci fosse stato, ma ho voluto immaginare come sarebbero potuti svolgersi alcuni eventi in quel caso.
"How do you do this thing where you manage to get all the girls to hate us and why do I let you?"
"I know."
"I can't do that."
"Wardo, I said I know."
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il film The Social Network ha ricevuto parecchi premi e devo ammettere che ha colpito molto anche me. Non so se sia stato tutto merito di Andrew Garfield, ma è così. ;)

Comunque, la storia che viene raccontata nel film è bella e ha un senso così com’è. Detto questo, ho pensato: cosa manca a questa storia che invece c’è in tutte le altre? Ovvio, l’amore. E non sto parlando di Christy, no.

Lo so, Zuckerberg e Saverin nella realtà erano (sono?) due sfigati (pardon: nerd, si dice nerd) senza speranza, ma… Andrew?!?

No, ehm, non volevo dire questo.

Be’, insomma, ho voluto aggiungere quell’elemento in più e vedere come, secondo me, sarebbe potuta andare la storia. In tutto questo, spero di non essere andata troppo OOC e di non aver rovinato questi due. :P

E, no, se ve lo state chiedendo, questa storia non è una Mark/Eduardo slash… anche se devo ammettere che ci avevo pensato… ma non so scrivere le slash. :D

Disclaimer: non possiedo niente di tutto quello che uso nella mia storia, purtroppo nemmeno Andrew Garfield. Nella prima parte ho riportato le parti del film che mi sembravano più significative per la storia e che, naturalmente, non mi appartengono.

P.S. La ragazza in questione si chiama Alison e fondamentalmente ho immaginato che Eduardo avesse incontrato lei invece di quella pazza di Christy. Alison lo chiama Edd (sì, con due “d” per evitare paragoni che sarebbero sorti nella mia mente con il banale “Ed”) perché volevo un diminutivo, ma Eduardo è un nome difficile da abbreviare e… be’, “Wardo” era già preso. :P

 

 

 

 

Mark: Six months academic probation.
Eduardo: Well, they had to make an example out of you.
Mark: They have my blog. I shouldn't have written that thing about the farm animals. That was stupid. But I was kidding for god’s sakes. Doesn't anybody have a sense of humor?
Eduardo: I tried to stop you.
Mark: I know.
Eduardo: How do you do this thing where you manage to get all the girls to hate us and why do I let you?
Mark: I know.
Eduardo: I can't do that.
Mark: Wardo, I said I know.

 

Mark: It's ready.
Eduardo: It's ready? Right now?
Mark: That was it. And here's the masthead.
Eduardo: You made a masthead.
Mark: Yeah.
[reading from the website's masthead]
Eduardo: Eduardo. Co-Founder and CFO.
Mark: Yeah.
Eduardo: You have no idea what that's gonna mean to my father.
Mark: Sure I do.

Mark: I went to my friend for the money because that's who I wanted to be partners with. Eduardo was the president of the Harvard Investors Association and he was also my best friend.
Gage: Your best friend is suing you for six hundred million dollars.
Mark: [sarcastically] I didn't know that, tell me more.

 

Eduardo: Mark. Mark!
Sean: He's wired in.
Eduardo: Sorry?
Sean: He's wired in.
Eduardo: Is he?
Sean: Yes.
Eduardo [slams laptop on the desk, breaking it]: How 'bout now? You still wired in?

[…]

Mark: You signed the papers.
Eduardo: You set me up.
Mark: You're gonna blame me because you were the business head of the company and you made a bad business deal with your own company?
Eduardo: This is gonna be like I'm not a part of Facebook.
Sean: It won't be like you're not a part of Facebook. You're not a part of Facebook.
Eduardo: My name's on the masthead.
Sean: You might wanna check again.
Eduardo: This because I froze the account?
Sean: Did you think we were going to let you parade around in your ridiculous suits thinking you were running this company?
Eduardo: [cutting him off, screaming] Sorry! My Prada's at the cleaners along with my hoodie and my 'fuck you' flip-flops, you pretentious douchebag!

Gretchen: And what was you ownership share diluted down to?
Eduardo: Point zero three percent.

 

Eduardo: And, I'll bet what you hated the most was that they identified me as a co-founder of Facebook, which I am.

You better lawyer up, asshole, because I'm not just coming back for 30%, I'm coming back for everything.

 

 

I was your only friend. You got one friend.”

 

Gone Away

We were never meant to be this damn broken
Words were never meant to be this half-spoken

[…]
And all we see has gone away

(Gone Away, Lucy Schwartz)

 

 

 

Harvard University, stanza di Mark

 

“Ehi, Mark” esclamò Eduardo con il solito sorriso stampato in faccia, entrando nella stanza dell’amico, che ovviamente era davanti al computer.

“Sai Ali?” chiese poi allegramente, senza aspettare una risposta dal ragazzo. Vedendo però che quello non accennava ancora a rispondergli, provò di nuovo: “La ragazza con cui sto uscendo…?”

No, in effetti quello non era esattamente il solito sorriso. Mark però non distolse lo sguardo dallo schermo: “Mh, no.”

Eduardo fece roteare gli occhi verso il cielo.

“Alison, Mark” si decise poi a dire, stancamente.

“Oh, sì. Mhm.” gli rispose l’altro, distratto evidentemente da una riga di comandi più importante di qualunque cosa potesse dirgli.

“Be’, lei è…” iniziò Eduardo buttandosi sul letto con aria trasognata “È… è…”

“… una ragazza?” suggerì Mark con tutto il suo tipico sarcasmo.

Eduardo però si limitò a fissare la sua schiena per un istante, per niente divertito.

“Oh, grazie, grazie tante per l’appoggio”.

Finalmente Mark si girò verso di lui e lo guardò per la prima volta da quando era entrato: “Ma dai, Wardo. Ho da fare, tutto qui”.

“Sì”, sbuffò l’altro “lo vedo. Buonanotte” disse infine alzandosi in fretta e sbattendo la porta mentre usciva.

Mark rimase seduto alla scrivania, scuotendo la testa mentre tornava a digitare sulla tastiera.

 

 

 

 

Harvard University, stanza di Eduardo

 

“No, Edd”.

“Lo sai che devo andare”.

Alison lo guardò per un attimo, incerta. Poi, con voce ferma, rispose con una sincerità che non si era aspettata neppure lei: “No, non lo so”.

“Mark ha detto che… “ iniziò Eduardo, ma stavolta lei non aveva intenzione di sentirlo blaterare ancora una volta di Mark.

“Non me ne frega niente di quello che dice Mark. Me ne frega di quello che dici tu… al contrario di Mark, che invece se ne strafrega”.

Lo vide deglutire a fatica e poi guardarla implorante: “Non rendere tutto ancora più difficile, ti prego…”.

Alison pensò che fosse impossibile non farsi intenerire da quello sguardo e si limitò ad abbassare la testa, annuendo: “E pensi che per me sia facile doverti sempre dividere con lui?”

“No… ma devo andarci anche per me. Per Facebook”.

“Sì, certo” replicò Alison per nulla convinta.

“Tornerò presto, Ali, te lo prometto” le disse allora lui, avvicinandosi per sfiorarle una guancia con le dita.

Era un gesto che aveva ripetuto parecchie volte, ormai; eppure Alison si chiese se avrebbe per sempre conservato quella sorta di adorabile insicurezza e di timore che gli faceva tremare le mani quando la toccava.

“Mh” mugugnò lei. Lui si avvicinò di più e l’abbracciò stretta, appoggiandole le labbra sulla fronte. Dopo qualche secondo si staccò, in silenzio prese la valigia in mano e fece per uscire dalla stanza, girandosi a guardarla negli occhi un’ultima volta.

“Sai che Wardo è un soprannome stupido, vero?” gli disse lei con una voce da bambina imbronciata “È come se tu fossi il suo orsacchiotto di peluche”.

Eduardo rise di gusto, anche se quella risata sapeva già di malinconia. Le prese una mano e la sfiorò con le labbra e dopo un ultimo sguardo carico di significato, sparì nel corridoio.

 

 

 

Palo Alto, California

 

“Ho paura che se non verrai qui, rimarrai indietro…”

“C’era una ragione per cui non volevo venire, Mark”.

In California, Eduardo non si sentiva affatto a proprio agio: era lì da pochi minuti e già aveva la camicia tutta appiccicata alla pelle e i coglioni che giravano a mille. Ma quello in fondo era colpa di Mark, non della California.

“Sì, lo so, gli investitori…” rispose l’altro, sbrigativo “Ma qui…”

“No, non hai capito”, lo interruppe Eduardo scuotendo la testa “C’è un’altra ragione”.

Già, Mark non aveva proprio capito niente.

“Sì, ma io…” iniziò di nuovo, convinto.

“Se solo tu mi stessi ad ascoltare…!” sbottò allora Eduardo quasi urlando “Se per una maledettissima volta ascoltassi davvero quello che ho da dire, invece di ignorarmi…!”

Mark fu colpito da quella reazione e rimase a bocca aperta per un po’, poi disse:

“Ti… ti ascolto”.

“Sono fuori” rispose Eduardo alzando le mani in segno di resa.

“Fuori… da cosa?” berciò Mark.

“Da Facebook, Mark. Non voglio più saperne niente” affermò il ragazzo deciso.

“Ma, Wardo, i tuoi soldi…”

Mark si rese quasi immediatamente conto che non era l’argomento giusto, così si ritrovò a mormorare: “L’equazione sulla finestra… non puoi…”

“Certo che posso” rispose l’altro.

“Wardo, non capisc…”

“Non c’è niente da capire”.

Eduardo gli sorrise in un modo strano, quasi sollevato e sinceramente divertito: “Non voglio più essere il tuo orsacchiotto di peluche”.

Detto questo, se ne andò, senza nemmeno voltarsi per vedere l’espressione frastornata di Mark.

 

 

 

?

 

“Facebook ha raggiunto milioni di iscritti. Si stima che Mark Zuckerberg abbia ormai già guadagnato miliardi di dollari con la sua invenzione. Il suo ex-socio, Eduardo Saverin, probabilmente si starà mangiando le mani per non aver…”

“Spegni questa roba!”

“No, aspetta! Voglio sentire perché ti dovresti mangiare le mani…!”

Alison cercò di nascondere il telecomando sotto le lenzuola, per impedire ad Eduardo di cambiare canale, ma lui esclamò “Cattiva mossa” ed iniziò a tastare alla cieca sotto le coperte, facendole il solletico. Solo quando, dopo parecchio, smisero entrambi di ridere, la tv venne spenta ed il commentatore smise di parlare, Alison buttò lì, mordendosi un labbro fino a farlo sanguinare: “Edd… ti stai mangiando le mani?”

Lo guardò di sbieco, timorosa della sua eventuale risposta e lui per qualche secondo sembrò riflettere. Poi si appoggiò su un gomito e le scostò una ciocca di capelli dalla fronte, con la mano che tremava leggermente:

“Neanche un po’, amore mio”.

 

Proprio in quel momento, squillò un telefono. Eduardo si sporse, prese il suo cellulare dal comodino con un sospiro e guardò il display.

“È Mark” sentenziò incolore.

“Rispondi” gli disse Alison con un sorriso che nascondeva qualcosa, mentre si avvolgeva nelle lenzuola e si alzava dal letto per avviarsi in cucina.

“È pur sempre il tuo migliore amico, anche se io penso che sia solo uno stronzo amante dei peluche…” concluse ironica.

Eduardo non poté fare a meno di sorridere divertito mentre rispondeva alla chiamata: “Pronto?”

“Wardo?” chiese Mark dall’altro capo della cornetta e poi continuò subito entusiasta, senza aspettare una risposta “Ho pensato ad una cosa che li farà impazzire! Immagina: qual è la cosa che i ragazzi vogliono…”

E mentre Mark continuava il suo monologo parlando in quel suo modo così particolare, Eduardo si mise comodo e sorrise.

 

Pensava a ciò che aveva perso e a quello che, invece, gli era rimasto.

 

 

Winding Circles take me back to
The place I knew when I was with you

 

 

 

Una piccola nota finale (lo so, non ne potete più!):

“I think with Mark, up until the end, Eduardo’s hoping at some point Mark’s going to go, ‘Look, I’m really, really sorry, man. I really messed up. I love you so much, and I just was jealous of you for this. And I acted out like this. Can we be friends again? I’ll give you back as much money as you want. Let’s move in together and we’ll play basketball every day, and we’ll cuddle at night and watch reality TV.’ Part of Eduardo in those depositions is just waiting for that moment.”

Andrew Garfield on Eduardo’s feelings towards Mark at the end of The Social Network

 

   
 
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Social Network / Vai alla pagina dell'autore: SummerRestlessness