Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: _Emanuela_3    31/01/2011    2 recensioni
Una nuova vita in un paese perso tra le montagne…un passato da scoprire e un futuro da (ri)scrivere. Quando il mondo sembra sparire sotto i piedi si può trovare la forza per RICOMINCIARE?
[…]
I nostri occhi si cercano nella folla, finalmente si trovano, attratti come calamite.
Come se legati da una strana alchimia ci avviciniamo l’uno all’altra, fino a raggiungerci al centro della sala.
Ancora incatenati con lo sguardo ci sorridiamo.
_: Ciao…
I: ciao
_: così avevi ragione a dire Ricomincio da me…ci sei riuscita.
Lo guardo e riconosco nei suoi occhi la mia stessa paura. Ma è un attimo. Rapita dal sua sguardo cadono tutti i miei timori, le mie finte-certezze, le mie barriere…e come se aspettassero di uscire da tempo le parole scivolano via dalle mie labbra:
I: No..avevo torto marcio- sorpreso spalanchi gli occhi, ti sorrido e prendo fiato- la verità è che TI AMO, da sempre…la verità è che Ricomincio da NOI…
[…]
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

And if I want for the bad lies goes to you
For make it me believe that you could be
Faithful to me
And here you speech out
How about a round of applause
A standing ovation

Take A Bow- Rihanna.

Quante volte ci siamo posti la fatidica domanda se…? Se…e tutto sarebbe stato diverso, ma non lo sapremo mai, perché per una qualche strana ragione abbiamo agito in maniera diversa.

Così eccomi qui, seduta in un vecchio parco, a chiedermi se…se fossi arrivata in ritardo, se avessi risposto al telefono invece di chiudermi la porta alle spalle, se avessi speso qualche parola in più con il ragazzo del giornale…se non fossi arrivata in tempo per vedere Paolo, l’uomo che sogno di sposare, baciare la mia collega Giulia…

Sicuramente non starei qui, con il cuore spezzato, a piangermi anche l’anima. Non mi sentirei morire secondo dopo secondo. Forse è giusto così. Meglio adesso che dopo.

Eppure…eppure preferire non aver visto niente, preferirei essere ancora ignara di tutto. Preferirei essere arrivata con i miei soliti dieci minuti di ritardo e vederlo lì, come sempre, ad aspettare me.

Ma a quanto pare avevi trovato il modo per non annoiarti èh Paolo.

Il telefono inizia a squillare interrompendo il fiume dei miei pensieri. sul display c’è scritto amore. Sei tu.  Mi faccio e coraggio e rispondo.

P: Amore ma dove sei finita? È una vita che ti aspetto!

La tua voce non mi ha mai fatto così schifo.

I: ti assicuro che il fatto che io non sia lì è un bene per la tua salute.

È sempre così, nei momenti bui, nelle difficoltà, riesco a mantenermi lucida. Né ho passate troppe per lasciarmi ancora sconfiggere. Io affronto i problemi seguendo tre fasi: Rabbia, Depressione, Accettazione.

Fase uno: Rabbia

P: Amore ma cosa stai dicendo? Mi sto preoccupando!

Amore…con che coraggio.

I: Non ho voglia di parlarlare  Gianpaolo!

Si STRONZO ti chiamo col tuo nome intero!

P: Ale…ma sei impazzita??

Ale..tzè!

I: No…credo che l’aggettivo giusto sia…cornuta!

Bomba sganciata: prepararsi all’esplosione.

P:…Ale…ma cosa…

I: Oh oh oh il logorroico GIANPAOLO ha perso il dono della parola! Ma guarda. E prima che tu lo chieda si sei logorroico, pensate e petulante!

Decisamente la rabbia sta prendendo il sopravvento!

P: posso spiegarti?

I: Cosa puoi spiegarmi?   Come accidentalmente la tua bocca è finita su quella di Giulia o come le tue pani sono finite a palparle il sedere?

P: Ale parliamo ti prego, io ti amo e non sopporto l’idea di perderti. Dammi l’opportunità di spiegarti, ti prego io amo te.

I: ami me e ti fai le altre, carino!

P: Ale ti sto pregando…

Ti vorrei odiare Paolo, ma ti amo tropo per farlo.

I: Paolo…non posso, vorrei esserne capace ma non posso. Io ti amo e questo non lo posso cambiare nel giro di qualche ora, ma ho imparato ad amare anche me. Ho valutato l’opportunità di perdonarti sai, ma scelgo me. non meriti queste parole ma lo sai…

 Non riesco a finire il mio discorso, sento un groppo alla gola farsi avanti per uscire, ma lo terrò lì buono.

P:Cosa mi stai dicendo?

I: ti sto dicendo addio…

Chiudo la conversazione. Non voglio più sentire. Non voglio più vedere. Non voglio più parlare.

Voglio restare seduta qui a raccogliere i cocci, a pensare.

 

È sera quando mi decido a tornare a casa, sperando di non trovarlo ad aspettarmi. Invece trovo la tua macchina sotto il portone, sicuramente sarai sul pianerottolo. Già perché avevi talmente tanta fretta di andartene ieri sera che hai dimenticato la tua copia delle chiavi. Chissà se dovevi andare da lei…

Chiamatemi codarda ma non posso affrontarlo, non sta sera, mi perderei nei suoi occhi e come sempre mi piegherei alla sua volontà.

Il terzo piano è duro da raggiungere arrampicandosi.

Così mentre gli occhi mi vanno si sfuggita sulla tua macchina la mia mente elabora in idea geniale.

Così sena pensarci molto prendo la mia tessera sanitaria e cerco di scassinarti la macchina, ottenendo l’attivazione del tuo antifurto.

Ti conosco troppo bene, scenderai di corsa a controllare che la tu piccola stia bene. Così mi nascondo sotto la tomba delle scale, sporta quanto basta per vederti uscire dal portone.

Addio Paolo.

Salgo le scale a due a due e arrivo a casa, quella che sarebbe diventata entro poche settimane la nostra casa se solo...

Fase due: DEPRESSIONE

Mi sdraio nel letto che ci ha visti amanti, amici, complici. Abbracciando il cuscino sul quale è ancora presente il tuo profumo. E piango. Come una bambina. Singhiozzo, tremo e respiro a fatica.

Non so per quanto tempo resto sdraiata su quel letto, minuti, ore, giorni forse? E su quest’ultimo pensiero sento le palpebre chiudersi, mentre un’ultima lacrima sola, come me, solca la mia guancia.

Mi risveglio ore dopo e mi guardo intorno spaesata. In pochi secondi rivedo tutto come un flash. No non è stato solo un sogno. Eppure dentro me spero ancora in una candid camera, o di svegliarmi, di nuovo, e scoprire che è stato solo un sogno, un brutto sogno, ma pure sempre qualcosa di non reale.

Il telefono non la smette di squillare, è lui non la smette di parlare con la segreteria telefonica. Come sempre ha tanta voglia di parlare e poca di ascoltare. Parla, parla, straparla. Mi ama, non vuole perdermi, e bla bla bal.

Lui vuole, lui prende. Ma questa volta no, sta volta ho scelto me.

Ho bisogno di ricominciare, di andare avanti e superare tutto questo.

Fase tre: ACCETTAZIONE.

Mi ha tradita…con Giulia: belle gambe, bionda (tinta) con tanti ricci ( frutto della permanente), trucco da barbie e vestitini succinti. Intelligente, furba e bastarda. Un mix micidiale.

Anche lei mi ha lasciato vari messaggi, si scusa poverina. È pentita. Mi si stringe quasi il cuore. Mi chiede di parlare da persone civili.

Una volta non ci avrei pensato due volte a trascinarla per i capelli per tutto l’ufficio. Ma adesso ho capito che l’indifferenza fa più male. e questa sarà la mia tattica.

Mi avete tradita? Ok. Lo accetto e vado avanti.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: _Emanuela_3