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Autore: Mirai    31/01/2011    8 recensioni
Il guardaroba di Kurt Hummel era sconfinato, invidiabile e forse più conosciuto della persona stessa che lo indossava. Non mancava neanche un colore –eccezione fatta per il kaki e il rosa shocking- e spesso erano ordinati in modo così maniacale, che Kurt quasi si dispiaceva nel muoverli e sporcarli anche solo a contatto con l’aria.
Il guardaroba di Blaine Anderson, al contrario, era ridotto, essenziale, così amava definirlo. Non che non si interessasse di moda, ma il suo senso dello stile impallidiva di fronte a quello di Kurt Hummel. C’erano i colori essenziali –tranne il beige, con il quale non andava d’accordo neanche un po’- e a Blaine piaceva così.
Spoiler 2x06 in poi
[Blaine Anderson/Kurt Hummel][Gen/Fluff][Tutti i personaggi sono maggiorenni e non miei comunque]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: True colors
Fandom: Glee
Pair: Blaine Anderson/Kurt Hummel
Genere: Generale, Romantico
Rating: Verde/PG
Avvertimenti: OneShot, spoiler per la presenza di Blaine se non avete ancora visto la seconda serie di Glee!
Conteggio Parole: 640
Note: Quinta fanfiction scritta per la Maritombola, indetta dalla community Maridichallenge <3 il prompt è il 14 Beige. spero piaccia a tutti quelli che la leggeranno!



Il guardaroba di Kurt Hummel era sconfinato, invidiabile e forse più conosciuto della persona stessa che lo indossava. Non mancava neanche un colore –eccezione fatta per il kaki e il rosa shocking- e spesso erano ordinati in modo così maniacale, che Kurt quasi si dispiaceva nel muoverli e sporcarli anche solo a contatto con l’aria.

 

Il guardaroba di Blaine Anderson, al contrario, era ridotto, essenziale, così amava definirlo. Non che non si interessasse di moda, ma il suo senso dello stile impallidiva di fronte a quello di Kurt Hummel. C’erano i colori essenziali –tranne il beige, con il quale non andava d’accordo neanche un po’- e a Blaine piaceva così.

 

Per il loro primo appuntamento –in una graziosa caffetteria al centro di Lima-, Kurt aveva passato una mezz’oretta davanti all’armadio: lo conosceva talmente bene, non aveva bisogno di troppo tempo per sapere cosa indossare e cosa no.

Scartò in primis gli indumenti più vistosi; non che se ne vergognasse, ma non voleva svelare tutti i propri segreti subito. Con un sorrisetto scelse qualcosa di relativamente sobrio, sul chiaro, giacca con il colletto dritto e pantaloni dannatamente stretti, entrambi beige, stivaletti marroni per coordinare il tutto.

Si guardò un’ultima volta allo specchio prima di uscire –sotto lo sguardo preoccupato di Burt, quello commosso di Carole e quello confuso di Finn-, constatando che aveva fatto davvero bene a scegliere il beige, solo che avrebbe evitato di bere caffè o altre bevande scure, per prevenire odiose macchie che non sarebbero mai andate via.

 

Per il loro primo appuntamento, Blaine aveva passato all’incirca un’intera mattinata per capire cosa indossare: era estremamente insicuro e non voleva fare una brutta impressione proprio per una prima volta così importante –oltretutto, era stato lui ad invitarlo il quella deliziosa caffetteria avvistata nel centro di Lima, facendo così la fatidica prima mossa-.

Scartò in primis tutte le magliette a maniche corte, o lunghe, con sopra strane scritte o disegni; sapeva fin troppo bene che non era il genere di cose che piacevano al suo ragazzo –tremò piacevolmente al pensiero di quell’appellativo-, quindi cambiò genere. Blaine controllò colori e stato d’usura, sentendosi un po’ un provetto carrozziere, e, con una certa sicurezza, qualche ora dopo, approdò a un completo a suo dire molto elegante: camicia sul bordò ben abbottonata, pantaloni e scarpe nere, con una grande e calda sciarpa ad accompagnare il tutto.

Si guardò un’ultima volta allo specchio del bagno della sua stanza, alla Dalton, incoraggiato dalle parole di Wes e David che si erano riuniti per dargli manforte, aiuto psicologico o qualsiasi cosa fosse per infondergli il coraggio necessario.

 

Kurt arrivò all’appuntamento con cinque minuti di ritardo, mordendosi leggermente le labbra con disappunto mentre si incamminava verso il caffè.

 

Blaine era arrivato con dieci minuti di anticipo e aveva fatto appena in tempo per prendere l’unico, piccolo tavolino vicino alla vetrina.

 

I due alzarono lo sguardo allo stesso momento –Kurt dalla strada, Blaine dal menù- e lo incrociarono, aggiungendogli quasi subito un sorriso. Chiunque avrebbe potuto dire che entrambi erano in adorazione, emozionati, vibranti, scossi da qualcosa che era appena all’inizio. Blaine continuò a guardare Kurt anche quando girò lo sguardo per  attraversare la strada e raggiungere l’entrata dal caffè.

 

-Scusami, scusami per il ritardo!- fu la prima cosa che Kurt disse, sistemandosi i capelli mentre si sedeva di fronte a Blaine.

-Perché, hai fatto ritardo?- rispose, sapendo come per Kurt quella piccola imperfezione potesse essere motivo di grande cruccio.

 

Il giovane soprano rise lievemente, cominciando a spulciare il menù. Blaine aggrottò di poco le sopracciglia, concedendosi qualche altro secondo per poter osservare il suo ragazzo: era vestito dalla testa ai piedi –beh, quasi- di beige.

 

-Tu hai già deciso cosa ordinare?- gli chiese Kurt, allungando distrattamente una mano sul tavolino.

 

Ma, in quel momento, gli sembrava il colore più bello del mondo.

 

-No- mormorò Blaine, sfiorando la mano dell’altro con la propria, intrecciando solo le dita –non ancora…- sorrise.

 

Assolutamente perfetto.

   
 
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