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Autore: Mel Winchester    31/01/2011    1 recensioni
Due amici, un viaggio per due, un rapporto speciale...
Creata appositamente per far felice una persona a me molto cara, spero che piaccia anche a voi ^^ recensite! xD
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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La luce che proveniva dalla finestra mi illuminò il viso ancora non rasato, costringendomi ad aprire gli occhi…
Dopo un bel respiro, mi tirai su, sedendomi in mezzo al letto e guardandomi al lungo specchio che mi ritrovavo di fronte che metteva in risalto la mia aria alquanto sconvolta…
Eh si, era stata una nottataccia, forse la più inquieta della mia vita… perché dopo tanto tempo avevo preso una decisione…
Dovevo parlargli, dovevo fare qualcosa…

Seduto comodamente nella poltroncina che stava sul terrazzo del mio appartamento, sorseggiando quel caffè nero come il mio umore, guardavo il sole diventare sempre più alto in quel cielo mattutino.

Trascinando stancamente il mio trolley turchese mi diressi verso la mia auto, direzione: casa di Gabriel, il mio migliore amico, il mio unico amore…

Giorno…- esordì un po’ frustato mentre Gabriel faceva il suo ingresso in auto…
Finalmente una meritata vacanza, un fantastico week-end di luglio in sua compagnia…
Ciao Chris! – rispose raggiante lui, accomodandosi sul sedile passeggero mentre io partivo a folle velocità verso l’aeroporto, cercando di pensare solo alla nostra meta…
San Francisco.

Il check-in fu interminabile, si vedeva proprio che era il periodo delle ferie estive…
C’era gente che andava e veniva carica di pacchi, borsoni e bagagli d’ogni genere, mentre l’altoparlante non cessava un attimo di annunciare i prossimi voli.

Finalmente dopo tre impossibili ore, fummo sull’aereo, uno accanto all’altro che sorridevamo increduli della nostra destinazione.
Tra la stanchezza, il nervosismo e quei maledetti pensieri che mi martellavano il cervello, finii per addormentarmi sulle note di quella voce femminile che tanto amavo…

Chris! Chris… svegliati…non ci crederai… ma siamo arrivati! – sentivo la voce eccitata di Gabriel ma non riuscivo ad aprire le palpebre…
Poi ad un tratto una gomitata dritta nelle costole mi fece trasalire…
Ma che caspita fai! – quasi sbraitai addosso al mio migliore amico che divertito, come se niente fosse si alzò gettandomi in faccia la mia tracolla – forza! Muoviti! Siamo in America!


Uscimmo all’aria calda della città, che già al di fuori dell’aeroporto pareva piena di vita; il sole pomeridiano splendeva alto nel cielo terso di quella fantastica giornata d’estate.
Prendemmo un taxi, e ci inoltrammo nel cuore della città dove ci aspettava il nostro hotel…
Tutto intorno a noi era divertimento e moda…
Le elaborate insegne dei locali notturni, i numerosi caffè che davano sul corso, gli imponenti grattacieli che sembravano inghiottirci… e poi, beh poi… c’era quel fantastico ponte che ci accingevamo ad attraversare, il mio amato Golden Gate.

Ma è favoloso qui! – esclamò Gabriel gettandosi a bomba sul gigantesco letto della camera che dividevamo – dobbiamo uscire subito! Fare conoscenza! – continuò imperterrito… la sua missione era sempre quella… fare conoscenza!
E che conoscenza! Di solito la sua attenzione si spostava su ragazza dal fare molto ambiguo, più che altro bellissime oche senza cervello…
Bellissime oche senza cervello che io invidiavo da morire!

Qui ci dovrebbe essere casa “Halliwell”! -  esclamai eccitato indicando un punto nella cartina sgualcita che tenevo tra le mani…
Dai per questa volta ti accontento…- disse in risposta il mio migliore amico fingendo di fare un enorme sforzo, gli diedi una spinta e poi scherzando ci dirigemmo verso uno dei miei sogni che diventava realtà.

Carico di pacchetti del Mc Donald’s entrai nella nostra camera che stranamente sembrava vuota…
El? Ci sei?- domandai al vuoto, e come risposta mi arrivò il canto quasi sguaiato del mio migliore amico sotto la doccia… sorrisi tra me e cominciai a sistemare i pacchetti sul grande tavolo in pietra che si trovava nel balcone della suite, aspettando che Gabriel uscisse dal bagno.
C’era un mare stupendo, calmo e di un blu così intenso e profondo da potersi perdere dentro… quello era l’ultimo giorno che stavamo in quella magnifica città… e ancora non ero riuscito nel mio proposito…
Non ero riuscito ad esprimere quello che provavo verso quel ragazzo alto, moro e così carino e divertente che era il mio migliore amico…
E io che non riuscivo ad apprezzarmi mai… un semplice ragazzo, imponente e forse troppo buono e ingenuo da aver preso tante di quelle batoste dalla vita che avevo paura a mostrare ciò che sentivo…
Ma appunto, io ero un ragazzo! E nei miei 20 anni di vita mi avevano insegnato che un ragazzo necessariamente deve amare una ragazza… e non un'altra persona del suo stesso sesso!
Ma io non ci credevo, non riuscivo ad accettare quelle regole, che mi costringevano a nascondere ciò che provavo realmente…
E poi non tutte le persone la pensavano allo stesso modo! L’eccezione alla regola era rappresentata dalle mie due più care amiche, che sapevano tutto, anche questa mia parte che non potevo far venire fuori… e mi accettavano così com’ero… così il loro dolce e tenero Chris…

Fui riscosso dai miei pensieri da due mani fredde che mi strinsero il collo fingendo di strangolarmi, e poi una risata calda e roca… quella risata che mi faceva venire i brividi… e non erano proprio brividi dovuti al freddo…

Fratello, finalmente si mangia! – esclamò Gabriel, che era solamente fasciato di un asciugamano in vita, fiondandosi sul cibo… sorrisi e lo guardai abbuffarsi, mentre anche io cercavo di buttar giù qualcosa…

Era lì, stava fumando all’aria fresca di quell’ultima serata a San Francisco, guardava distrattamente il cielo, perso chissà in qual pensieri… mentre io non mi davo pace, osservandolo da dentro camera, mentre mi ripetevo di darmi una mossa e fare qualcosa…
Così, con uno scatto improvviso balzai giù dal letto, spalancai la porta a vetri e percorsi quei pochi metri che ci distanziavano, mi posi davanti a lui e lo baciai… così di getto, senza dire niente…
Dapprima lo sentii irrigidirsi, poi pian piano si lasciò andare, approfondendo quello che risultava essere il bacio più bello della mia esistenza…

Ci staccammo dopo quella che parve un’eternità, confusi ed eccitati ci guardammo senza proferire parola… fino a quando lui ruppe il silenzio…

Cosa? Cosa è successo?- chiese tranquillo accendendosi un’altra sigaretta e gettando il fumo al vento che sferzava la notte senza luna e ne stelle – ehm… non saprei… scusami, dev’essere stata la troppa vodka di stasera… - cercai di giustificarmi io, ma venni interrotto dalla sua mano sopra le mie labbra e dal suo dolce sorriso, quello che mostrava come a dire “tranquillo ho capito tutto”- non c’è bisogno che ti spieghi Chris…c’è stato, è non ne sono pentito…
  
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