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Autore: Enedhil    13/01/2004    7 recensioni
Un temporale si avvicina, portando con sé ricordi di una notte passata sotto la luce della luna... e di un'attrazione a lungo celata che si consuma accanto alle fiamme ardenti del desiderio.
Personaggi: Orlando Bloom e Viggo Mortensen...più altri...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Orlando Bloom, Viggo Mortensen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sotto la pioggia

Prima di iniziare volevo solo sottolineare due cosucce…sinceramente io mi sono innamorata della coppia Legolas/Aragorn,  non Orli/Viggo, quindi la mia visione in chiave slash di tutta questa cosa è basata su di loro, ma poi col tempo l’universo si è ampliato arrivando anche agli attori. Io adoro i due personaggi ma forse è normale che, prima o poi, queste idee inizino a spaziare anche verso gli attori che li interpretano…non so…

Ho pensato molto prima di iniziare a scrivere, soprattutto perché dovrò parlare di persone vere, persone che hanno una loro vita reale, e non personaggi inventati, e questa cosa mi ha sempre bloccato…insomma, io non conosco gli attori in questione, non so come si comporterebbero realmente in situazioni come quelle che dovrò descrivere, cosa invece diversa per i personaggi, che, bene o male, tutti conosciamo per quello che abbiamo letto o visto, ed è quindi lecito inventare, visto che non c’è niente di reale.

Tutto questo per dire? Beh…niente…solo che prima o poi tutti fanno una pazzia…e questa è la mia. Per alcuni può essere normale ma per come ragiono io…è una pazzia…ma siamo qui per divertirci…e quindi…divertiamoci!

 

Ovviamente: non conosco di persona né Orlando Bloom, né Viggo Mortensen, e nemmeno gli altri attori che nomino (miiii ma perché!!! Buahhh) e soprattutto quello che succede è  tutto inventato (almeno credo…forse…chissà…hi hi hi).

Ecco volevo solo precisare una cosa…nel mio universo la Barbie…ehm…la ragazza che non nomino ma viene pubblicizzata come “ragazza ufficiale di Orlando” non esiste, perché sono in parte convinta che le PR stiano facendo già abbastanza…eh eh!! Con questo non voglio dire che la storia di loro due insieme non sia vera (cioè…sì ma facciamo finta di no…hi hiii!!!) ma ho dei pareri personali a riguardo che non vi sto ad elencare….dico solo Viggo & Orlando Forver!!! We can see it in their eyes!!  Uaz uaz uaz!!

Basta, la smetto…spero di non sconvolgere nessuno e buona lettura!

            

 

                 Sotto la pioggia

 

Le nuvole scure cariche di pioggia si stavano addensando, con movimenti quasi impercettibili, sopra le alte montagne, mentre in lontananza rimbombavano i primi tuoni che preannunciavano l’arrivo di un forte temporale. Oltre le vette si potevano scorgere i fulmini che, come luci intermittenti, rischiaravano quelle zone già immerse nel buio di una notte che sarebbe stata senza stelle.

Dal lato opposto, gli ultimi raggi di sole, seminascosti dalle nubi, davano una luce particolare al cielo, con colori di tonalità tendenti al porpora misto al grigio, creando così un’atmosfera simile a quella vista più volte nei film dove si preannuncia l’apocalisse o qualche altro disastro che cambierà per sempre la vita sulla Terra.

Uno strano silenzio regnava nell’aria, interrotto solo dal fragore ancora distante dei tuoni. Sembrava che tutti gli abitanti di quella zona fossero fuggiti in un luogo diverso, ma invece si erano semplicemente rintanati nelle loro abitazioni, sprangando porte e finestre, quando il vento si era alzato all’improvviso. Il tempo, in Nuova Zelanda, poteva cambiare rapidamente in poche ore, ma tutti ormai avevano imparato a riconoscere i segni, e a prepararsi ad affrontare qualsiasi condizione meteorologica, anche le peggiori.

“Manca poco…” mormorò tra sé l’uomo che se ne stava appoggiato alla balaustra del grande balcone, nella casa che, ancora una volta, gli era stata assegnata per il periodo delle riprese. Mancavano ancora pochi giorni, e poi sarebbe tornato in America, riprendendo la sua vita e lasciandosi alle spalle definitivamente quei lunghi mesi di fatiche ma anche, e soprattutto, di soddisfazioni, che lo avevano legato a quel luogo e alle persone che, insieme a lui, avevano vissuto quell’esperienza indimenticabile. Era l’ultima volta che sarebbe tornato per girare le scene aggiuntive de Il Ritorno del Re, l’ultima volta che avrebbe indossato i panni di Aragorn, personaggio che ormai ara diventato una parte di lui e l’ultima volta che sarebbe stato a contatto con Orchi, Nani, Hobbit…ed Elfi.

Sospirò, passandosi una mano sul volto, dove si era fatto ricrescere nuovamente la barba che caratterizzava il personaggio che doveva interpretare, mentre il vento gli scompigliava i capelli castano chiaro, facendo poi ricadere le ciocche che raggiungevano appena le spalle. Gli piaceva quel posto, come adorava restare per ore in quel punto a guardare il paesaggio che lo circondava, aveva un fascino particolare che raramente aveva osservato altrove…ed in più, poteva allontanarsi dalla confusione e riflettere…riflettere su quello che stava facendo e su quei pensieri che sembravano non volersi mai allontanare.

Un tuono risuonò nel silenzio, seguito da dei colpi alla porta…Viggo si rialzò leggermente, come indeciso se andare ad aprire o meno, ma poi si chinò nuovamente, appoggiando le braccia al parapetto…ancora dei colpi, questa volta più insistenti e una raffica di vento fece svolazzare i lembi della camicia di jeans che portava. Udì il debole scricchiolio della porta d’ingresso che si apriva lentamente, ma ancora non si mosse…sapeva già chi poteva essere, visto che solo i membri del cast e alcuni della troupe risiedevano lì, sicuramente qualcuno che l’avrebbe invitato ad andare nel pub poco lontano, o a partecipare a qualche gioco per passare quella lunga serata al chiuso…in ogni caso, tutto si sarebbe concluso come al solito con qualche birra di troppo, qualche risata e un mal di testa la mattina dopo.

Sentì i passi all’interno della casa che passavano da una stanza all’altra, rapidamente…fino a quando si diressero verso il punto in cui stava…ed allora rallentarono…

 

“Non fa un po’ troppo freddo per restare qui fuori?”

 

Quella voce lo fece sussultare per qualche istante…doveva aspettarselo…eppure aveva pensato a tutti fuorché lui…o forse aveva fatto di tutto per non pensare a quella persona che l’aveva raggiunto…

 

“Hai intenzione di rimanere tutta sera a guardare le nuvole e ad aspettare che la pioggia ti inzuppi dalla testa ai piedi?” gli chiese Orlando appoggiandosi di schiena contro il parapetto, infilando le mani nelle tasche dei jeans e continuando a tenere lo sguardo basso davanti a sé.

“Questa era l’idea…” rispose Viggo lanciandogli una breve occhiata, prima di tornare a fissare le montagne…e un debole sorriso comparve sul suo viso…ormai conosceva lo strano modo di vestire del giovane, ma ogni volta rimaneva quasi sbalordito…aveva indossato dei jeans blu scuro, una maglietta dello stesso colore con un teschio e una giacca di pelle nera lunga fino ai fianchi, il tutto corredato da una sciarpa blu al collo e una cappellino giallo in testa che teneva raccolti i riccioli castani che, altrimenti, gli avrebbero raggiunto le spalle…spesso si chiedeva perché dovesse sempre portare qualcosa di colore completamente opposto al resto dell’abbigliamento, ma non aveva mai avuto il coraggio di chiederlo a lui…si aspettava ogni cosa come risposta…

“Già…immaginavo…” sussurrò Orlando guardandosi attorno nervosamente.

E tu invece? Cosa fai qui?” esclamò Viggo guardando i lampi che si facevano sempre più vicini “Sei venuto a propormi qualche alternativa per passare la serata?”

“Sì…beh…” iniziò il giovane alzando una mano e passandosela sul collo, prima di voltarsi verso l’amico “…gli altri vogliono andare al pub qui vicino…solo qualche ora…il tempo per bere qualcosa…e poi tornare e passare il resto della serata con uno dei soliti giochi…”

Viggo si lasciò sfuggire una debole risata, sussurrando…

“Immaginavo…” nello stesso modo in cui l’aveva pronunciato Orlando poco prima.

“Lo so che non è niente di originale ma…è solo per passare un po’ di tempo insieme…la cosa importante è con chi si sta, non cosa si fa, giusto?”

“Giusto…” mormorò l’uomo rialzandosi e appoggiando le mani sulla balaustra “…ma questa volta devo declinare l’invito…sono troppo stanco per passare una serata alla vostra maniera…divertitevi anche per me”

Orlando rimase in silenzio…quell’affermazione non lasciava spazio a repliche…eppure lui non era mai stato uno che accettava un no come risposta, in qualche modo riusciva sempre ad averla vinta, ma questa volta non sapeva cosa rispondere…non sapeva come comportarsi, quando stava con lui, tutte le sue sicurezze sembravano svanire nel nulla.

“Sei…sicuro di non voler…”

“Sì Orlando, andate pure senza di me…vi divertirete senz’altro di più…e di a Elijah di non far cadere ancora la birra sulla maglietta che gli ho prestato…”

“D’accordo…” disse il giovane facendo un passo davanti a sé e stringendosi nella giacca di pelle che indossava “…quando torniamo possiamo sempre passare…magari ti sei riposato e vuoi unirti a noi per un po’…”

“Vedremo…” ribatté Viggo accennando un sorriso “…ora vai…ti stanno aspettando…e non combinate i soliti casini, ci sentiremo più tardi…va bene?”

Orlando annuì, alzando lentamente lo sguardo per guardare l’amico che però continuava a fissare un punto imprecisato davanti a sé…

“Va bene…a più tardi allora…” e con quelle parole si incamminò nella stanza per raggiungere la porta, ma dopo pochi passi si fermò, chiudendo gli occhi e respirando intensamente…strinse i pugni lungo i fianchi e rapidamente tornò indietro…

“No…non va bene…” esclamò fermandosi dietro all’uomo “…non va affatto bene…”

Viggo sospirò, abbassando la testa mentre un tuono più potente degli altri rimbombava nel cielo.

Cosa c’è Orlando?”

Cosa c’è?” ripeté il giovane alzando la voce “C’è che non vuoi più uscire con noi, non vuoi passare il tempo in nostra compagnia e…ora a malapena mi guardi in faccia…”

“Lascia perdere…sai benissimo che è un mio problema, gli altri non c’entrano…” mormorò Viggo ma Orlando lo interruppe…

“Non c’entrano gli altri ma io sì, vero? Sono io questo…problema…perché non lo dici chiaramente…”

Perché non è così…è qualcosa che devo risolvere con me stesso…”

“E io invece cosa dovrei fare?” ribatté il giovane “Fingere che non sia successo niente come stai facendo tu? Beh, ci sto provando ma non è così facile…almeno non per me!” si fermò passandosi una mano sul viso e appoggiandosi nuovamente al parapetto come poco prima…stava tremando…ma non per il freddo “Io non so cosa…dio…è così complicato…” sospirò, chiudendo gli occhi, prima di sussurrare quelle parole…

“Dobbiamo parlare di quello che è successo”

Viggo fece un profondo respiro girandosi a sua volta come il giovane al suo fianco…alzò lo sguardo e attese di incrociare quello dell’amico…quando accadde, mormorò…

E cosa è successo Orlando? Cosa?”

 

                                                     *********************

 

“Oh avanti smettetela!” si lamentò l’interprete di Frodo, colpendo al braccio i due amici nella grande vasca insieme a lui “Avete buttato fuori litri di acqua! Siete peggio di due bambi…” ma non riuscì a finire la frase…Dom e Billy si lanciarono un’occhiata iniziando poi a schizzarlo rapidamente tra le risate…

“Ok…bene…molto divertente…” esclamò Elijah chiudendo gli occhi e attendendo la fine della tortura “…ora possiamo riposarci un attimo…?”

E va bene…” ribatté Dom appoggiandosi al bordo “…ma a volte sei proprio noioso…”

“No, sono pratico…siamo qui per rilassarci con l’idromassaggio…ed è quello che ho intenzione di fare…”

I tre amici si appostarono nella vasca, mettendosi comodi con gli occhi chiusi, e assaporando la piacevole sensazione dei getti d’acqua più o meno forti che raggiungevano i loro corpi.

“Mmm…Sean non sa cosa si sta perdendo…” disse Billy stiracchiandosi “…sposta le gambe Lij, non ci sto…”

E tu invece sposta quel braccio…stai invadendo il mio spazio…” gli fece eco Dom spingendo l’amico senza però aprire gli occhi.

“Ha detto che restava con Peter per dare un’occhiata alle riprese di oggi…” mormorò Elijah “…però stasera ci avrebbe seguito…dovunque…”

“Ha detto così? Mmm…interessante prospettiva…dobbiamo fare qualcosa di folle allora…qualche idea Billy?”

“Non al momento…ti farò sapere…verranno tutti allora?”

“Credo di sì…aspetta però…” rispose Dom, poi, alzando la voce “…Viggo! Mi senti?”

 

“Se gridi ancora un po’ più forte ti sentiranno anche gli altri che stanno terminando le riprese!” ribatté l’uomo che se ne stava da solo nell’altra vasca più piccola, in fondo alla grande sala, completamente immerso nell’acqua, con la testa appoggiata al bordo, gli occhi chiusi e un’espressione di completo relax sul viso.

 

“Stasera sarai dei nostri vero?” continuò il giovane “Ci serve anche Aragorn!”

“Non voglio sapere il perché…” replicò l’uomo sorridendo “…visto che sarà una delle vostre solite bravate…ma credo di esserci…”

“Perfetto!” disse Billy “Ora dobbiamo solo scegliere la destinazione!”

 

Passò qualche minuto, e la porta della stanza si aprì…

“Ehi voi! Sempre a divertirvi senza di me!”

Zitto Orli!” mugugnò Dom facendo un cenno con la mano “Stiamo riposando!”

“Ah davvero? Non l’avevo capito!” ribatté il giovane facendo qualche passo per avvicinarsi alla grande vasca “Avanti…spostatevi…fatemi spazio…ho lavorato fino ad ora…devo riposare anch’io!”

“Spostarsi?” mormorò Billy facendo una smorfia.

“No…troppo faticoso…” continuò Elijah “…va nell’altra vasca con il Re di Gondor…qui non c’è posto per gli Elfi…solo Hobbit!”

“Siete razzisti lo sapete?” esclamò Orlando sbuffando…mentre nel silenzio risuonavano le risate dei tre amici e si avvicinò all’altra vasca…restò per qualche momento a fissare l’uomo immerso nell’acqua, quasi indeciso se disturbarlo o meno…poi, facendo un profondo respirò, esclamò…

“Ehi Mortale…posso entrare lì dentro?”

Quando udì quella voce, Viggo rialzò lentamente le palpebre e per un attimo rimase senza fiato quando si ritrovò davanti Orlando con la parrucca bionda e gli occhi blu di Legolas, in un semplice accappatoio azzurro…

“Se ti dicessi di no?” mormorò cercando di non dare peso al brivido che l’aveva scosso alla sua vista…aveva sempre trovato affascinante il personaggio interpretato dal giovane, per qualche strana ragione, Orlando riusciva a dargli con la sua recitazione quel qualcosa di magico che gli Elfi dovrebbero avere…ed anche in quel momento, sentiva sulla pelle quei fremiti che provava a restargli accanto sul set.

“Beh…sarebbe scortese da parte tua, Uomo…” replicò Orlando aggrottando le sopracciglia e utilizzando quel tono di voce più basso e dolce tipico di Legolas “…considerando il fatto che sono un Immortale…e un principe…e dovresti portarmi rispetto ed essermi riconoscente per le numerose volte che ho salvato la tua breve vita…e per di più…”

“Orlando chiudi la bocca ed entra!” lo interruppe l’uomo sospirando ma senza riuscire a trattenere un sorriso…si punzecchiavano spesso in quel modo ed ogni volta era comunque divertente…

Vide l’espressone soddisfatta sul volto del giovane ma subito si ritrovò ad abbassare lo sguardo sull’acqua, appena lo vide aprire l’accappatoio e lasciarlo cadere a terra…era stupido ma si sentiva in imbarazzo…imbarazzo che però svanì subito quando udì le risate degli altri ragazzi…

 

“Ehi Elfo! Che bel costume!”

“Chi l’ha cucito? Galadriel in persona?”

 

“Ah ah ah…molto divertente…” esclamò Orlando girandosi verso di loro “…è la prima cosa che ho trovato…non avevo né tempo né voglia di cercare qualcosa di più decente…mi sono fatto togliere le orecchie e sono corso qui…”

Viggo restò in silenzio, osservando l’amico che si sedeva nella vasca, allungando le gambe lateralmente e appoggiandosi al bordo, e quando incrociò il suo sguardo, alzò un sopracciglio…

Anche tu?” ribatté il giovane sbuffando “La volete smettere…sono semplici boxer bianchi…cosa c’è di male?”

L’uomo sorrise, lasciandosi sfuggire una debole risata, ma appena vide le guance dell’amico tingersi di rosso, cambiò discorso…

“Non dovevi togliere anche…i capelli e gli occhi…oltre alle orecchie? I truccatori non saranno entusiasti quando lo verranno a sapere…”

“Sì…ma non ne avevo voglia…e poi sono gli ultimi giorni e ci sono a disposizioni altre parrucche e altre lenti…non è un dramma…” rispose Orlando muovendosi per trovare una posizione più comoda “…è tutto il giorno che giro quelle due scene a cavallo…mi merito un po’ di riposo…per il trucco c’è tempo dopo…” chiuse gli occhi, posando indietro la testa sul bordo della vasca mentre i lunghi capelli biondi lambivano la superficie…

Viggo restò in silenzio ad osservarlo…con quella parrucca sembrava un’altra persona…e anche quando lo guardava negli occhi, nei panni di Legolas, quasi non riconosceva il ragazzo turbolento e pazzo che era in realtà fuori dal set…Orlando era un vero attore, un grande attore, in grado di cambiare completamente quando si immedesimava nel suo personaggio, e lo ammirava per questo…come ammirava il suo modo di essere, allegro, spontaneo, solare…fin dal primo giorno era stato colpito da lui, dal suo carattere deciso e aperto con tutti…erano così diversi in fondo ma qualcosa li accomunava…il voler essere liberi, senza dover sottostare ad alcuna convenzione…

Stava ancora guardando il suo viso…gli angoli delle labbra leggermente rialzati in un debole sorriso…quando udì la voce degli altri tre…

 

“Noi andiamo! Siamo stati a mollo abbastanza!” esclamarono Dom e Billy, indossando gli accappatoi per asciugarsi.

“Ci vediamo più tardi…” continuò Elijah prima di uscire dalla porta “…nel cortile sotto al portico come al solito?”

 

“Mmm…” mugugnò Orlando senza fare il minimo movimento, così Viggo alzò lo sguardo verso di loro…

“D’accordo a dopo!”

Quando la porta si richiuse, i due rimasti piombarono nuovamente nel silenzio, interrotto solo dal rumore dell’idromassaggio…l’uomo prese un po’ d’acqua tra le mani, gettandosela sul volto, prima di aprire la bocca per parlare…ma il giovane lo precedette…

“Si sta bene qui…se solo…” si mosse leggermente “…dio che male…dovrò tornare dal massaggiatore domani…”

“Ancora la schiena?” gli chiese Viggo quando vide l’espressione di dolore sul suo viso “Non ti era passata?”

“Sì ma in questi giorni…non ho potuto riposare molto…e le fitte sono ritornate…”

Perché non vai adesso a farti fare qualche massaggio?”

“No…non ho voglia…è noioso…cioè…non essere massaggiato da quelle ragazze ovviamente…è noioso restare ore su quel lettino…”

“Allora…perché non approfittare di questo posto?” disse l’uomo mettendosi seduto “Si chiama idromassaggio se non sbaglio…” si spostò lateralmente lasciando libero il suo posto “…vieni qui…mettiti in questo punto…”

Orlando riaprì gli occhi, seguendo il consiglio dell’amico ma dopo qualche momento si mosse di nuovo…

“Ah…qui è forte…” esclamò lasciandosi sfuggire una risata “…non riesco a stare fermo qui…mi fa male…”

“Non devi stare troppo vicino al getto…” ribatté Viggo sorridendo “…devi metterti ad una certa distanza…” e con quelle parole si avvicinò a lui, posando le mani sui suoi fianchi e facendolo spostare lateralmente.

Orlando sentì le mani dell’uomo su di sé e, istintivamente, alzò lo sguardo sul suo viso, lasciandosi però trasportare dai suoi movimenti…cosa c’era in Viggo che gli faceva perdere sempre la concentrazione? Perché si sentiva sempre impacciato e nervoso quando stava con lui, ma al tempo stesso così bene da desiderare la sua vicinanza? Da quando l’aveva conosciuto, aveva sempre sentito questo magnetismo che lo spingeva verso di lui, verso il suo modo di vedere le cose, verso il suo modo di vivere…non aveva mai conosciuto qualcuno come Viggo, un vero artista sotto ogni punto di vista…col tempo aveva iniziato a guardare ciò che lo circondava con i suoi stessi occhi e aveva imparato che ogni cosa, anche la più insignificante, era importante ed unica…spesso si era ritrovato ad osservare un tramonto, restandone affascinato come se fosse la prima volta…tutto sembrava così intenso quando stava con lui…

“Avanti rilassati…” disse l’uomo sorridendo quando sentì il corpo del giovane irrigidirsi “…così ti farà soltanto bene…fidati…”

“Oh io mi fido…tanto peggio di così…” mormorò Orlando abbassando lo sguardo quando sentì le gambe dell’amico contro le proprie…ma all’istante lo rialzò, seguendo i movimenti di Viggo che si era alzato in piedi, sporgendosi dalla vasca per afferrare uno dei cuscini gonfiabili che si potevano usare…e si ritrovò a fissare il suo torace, i pettorali e gli addominali scolpiti, mentre le gocce d’acqua scivolavano verso il basso, infrangendosi sul profilo del costume nero che indossava…aveva sempre pensato che avesse un bel fisico, più robusto del suo ma non meno asciutto, dopotutto per interpretare il ruolo di Aragorn si era allenato spesso…

“Tieni questo…” disse l’uomo mettendogli dietro la testa il cuscino “…e adesso…alza un po’ il mento…chiudi gli occhi…e rilassati…”

Orlando ubbidì, lasciandosi però sfuggire una risata…

“Non è uno dei soliti scherzi vero? Non devo aspettare che da un momento all’altro arrivi un tuo complice e…”

“No…” lo interruppe ridendo Viggo “…nessuno scherzo…non arriverà nessuno…ci sarò solo io qui…”

“Bene…” sussurrò il giovane, rilassando ogni muscolo e respirando lentamente.

“Non tenere le braccia rigide…lasciati trasportare dall’acqua…”

“Mmm…e con le gambe cosa devo fare?”

“Quello che vuoi!” rispose l’uomo sorridendo.

“Posso anche prenderti a calci allora?” ribatté Orlando debolmente, mettendosi poi a ridere a sua volta quando sentì la risata divertita dell’amico…

“Beh…se ti aiuta a rilassarti…”

Rimasero in silenzio per un lungo momento, fino a quando il giovane interprete di Legolas, sospirò…

“Mmm…Vig…? Ci sei ancora?”

“Sono qui…”

È bello…mi piace…”

Viggo sentì un brivido lungo il corpo…il modo in cui aveva pronunciato quelle parole…possibile che Orlando non si accorgesse quanto riuscisse ad imprimere sensualità alla sua voce?

Però…manca qualcosa…” continuò il giovane mentre un sorriso compariva sulle sue labbra “…un po’ di divertimento…” e iniziò a colpire debolmente con i piedi, le gambe dell’uomo.

“Ehi!” esclamò Viggo ridendo “Hai preso sul serio quello che ti ho detto poco fa…?” tentò di afferrargli le caviglie ma non ci riuscì “Adesso smettila!”

“No!” esclamò divertito Orlando continuando a colpirlo, cercando di non farsi prendere.

“Orlando! Basta!” ripeté l’uomo senza però riuscire a smettere di ridere.

“Oh il povero Mortale sente dolore?”

“No…temo solo che l’Elfo vanitoso possa rompersi un’unghia e mettersi a piangere!” lo schernì a sua volta Viggo, riuscendo ad afferragli una gamba…

Improvvisamente Orlando si sentì trascinare sott’acqua...e quando, dopo alcuni attimi, riuscì a risalire, spalancando gli occhi, si ritrovò davanti l’uomo che, saldamente, gli teneva le gambe strette ai propri fianchi…ma dovette presto chiuderli, quando li sentì bruciare…

“ Ah…non vale Vigcazzo…le lenti…”

“No…aspetta…” ribatté all’istante Viggo prendendogli le mani con cui stava per strofinarsi gli occhi “…se fai così è peggio…sono solo alcune gocce…non dovevi aprirli subito…”

Se qualcuno non mi avesse fatto affogare poco fa…” esclamò il giovane, stringendo i pugni…

“Scusami…non dovevo…come va adesso?”

“Meglio…sta passando…” rispose Orlando rialzando le palpebre lentamente “…ok…ci vedo ancora…ma questa me la pagherai…” vide l’uomo sorridere e solo in quel momento si accorse della posizione in cui erano…Viggo era ancora inginocchiato tra le sue gambe e gli stava tenendo le mani strette contro il proprio petto…restarono così, immobili a fissarsi per qualcosa che a loro sembrarono ore ma che in realtà erano solo pochi minuti…fino a quando l’uomo lasciò all’improvviso le mani del giovane…

“Stavo…per rovinare i tuoi occhi da Elfo…” mormorò accennando un sorriso nervoso e cercando di ignorare il proprio cuore che batteva all’impazzata.

“Forse ma…ne ho tanti…” rispose Orlando lasciando che il proprio sguardo vagasse sul volto dell’amico, a pochi centimetri dal suo “…un paio in meno non fa differenza…”

Viggo sorrise, inclinando la testa di lato e scuotendola debolmente…doveva allontanarsi ma non ci riusciva…e sembrava che anche Orlando non volesse lasciarlo…sentiva i muscoli delle sue cosce contro i fianchi che lo stringevano sempre di più…ed era come ipnotizzato da quegli occhi blu, non poteva distogliere lo sguardo…

Senza accorgersene si mosse impercettibilmente verso di lui e gli sembrò che anche il giovane avesse fatto lo stesso perché ora poteva sentire il suo respiro caldo e veloce sul viso…

Orlando chiuse il pugno sul ripiano di plastica su cui era seduto, come se volesse mantenere quel controllo che in realtà stava perdendo…che cosa stava facendo? Perché non parlava o faceva qualche battuta per rompere il silenzio? Invece l’unica cosa che riusciva a fare era fissare gli occhi azzurri dell’uomo davanti a sé…quegli occhi profondi e magnetici…era Viggo, solo Viggo…cosa gli stava succedendo?

 

“Ah, ci siete solo voi…?”

 

Quella voce li fece sobbalzare ed entrambi si allontanarono di scatto, guardando la porta che si era appena aperta…

 

Dove sono gli altri? Mi avevano detto di raggiungerli qui!” disse Sean mettendo le mani in tasca dei pantaloni.

“Sono…” iniziò Orlando schiarendosi la voce “…sono appena andati via…dobbiamo trovarci più tardi sotto al portico…”

“Cena e serata folle come al solito…” proseguì Viggo alzando gli occhi al soffitto “…sai come funziona…”

“Ok…ci siamo tutti allora?” chiese l’interprete di Sam appoggiandosi allo stipite della porta.

“Sì…credo…” rispose Orlando fermandosi quando si accorse che l’uomo si era alzato e stava uscendo dalla vasca, indossando rapidamente l’accappatoio che aveva portato con sé “…per la cena tutti tranne John per colpa della solita allergia…poi dipende…”

“A dopo allora…” esclamò Sean alzando una mano in segno di saluto.

“Resta ancora qualche minuto…” mormorò Viggo al giovane “…ti farà bene per la schiena…” e con quelle parole uscì, seguendo l’altro amico.

Orlando fissò per qualche momento la porta ormai chiusa, poi abbassò le palpebre e con un sospirò lasciò ricadere indietro la testa sul cuscino.

 

Arrivo la sera, e tutto il cast de “Il Signore degli Anelli” che era tornato in Nuova Zelanda per le riprese aggiuntive, si ritrovò nel punto prestabilito, sotto al grande portico nel cortile comune delle abitazioni, mentre gli ultimi raggi di sole illuminavano la zona, riscaldandola debolmente.

Si guardarono l’un l’altro per qualche momento e poi scoppiarono a ridere…alcuni erano vestiti elegantemente ed altri con semplici jeans e maglietta, mentre le poche donne presenti indossavano splendidi abiti da sera…

“Forse…dovevamo metterci d’accordo prima…” esclamò Elijah continuando a ridere.

“Non importa…avanti…” ribatté Karl prendendo le chiavi di una delle macchine che avevano a disposizione “…un semplice ristorante può bastare…”

E così partirono, divisi su due auto, gli interpreti degli Hobbit più Legolas su una, guidata da Sean, mentre invece Èomer, Aragorn, Èowyn, Arwen, Theoden e Elrond su quella più grande guidata da Karl. Raggiunsero il ristorante non molto lontano e si sedettero ad un lungo tavolo, ordinando la cena. Le suddivisioni sulle macchine erano rimaste bene o male anche al tavolo…sempre più spesso però, Viggo guardava verso Orlando, e si accorgeva che i calici di birra che aveva davanti si svuotavano con troppa facilità, e venivano sostituiti altrettanto facilmente…la cosa era simile anche per gli altri ragazzi al suo fianco, ma loro almeno continuavano a mangiare mentre il giovane invece aveva finito solo un’insalata.

Arrivò il momento del brindisi, con parole cariche di affetto che fecero versare anche qualche lacrima alle signore presenti, subito asciugata dalle risate, quando Dom ed Elijah rovesciarono metà bottiglia di champagne sul tavolo, litigando su chi doveva versarla.

Nella mezz’ora successiva, i quattro Hobbit più Orlando, confabularono su quale sarebbe stata la meta successiva, e una volta decisa, la proposero agli altri…

Ma siete pazzi!” esclamò Karl ridendo “Se Peter scopre che siamo arrivati fino laggiù ci toglie la libertà!”

“Io gliel’ho detto ma sembra che non abbia voce in capitolo!” ribatté Sean incrociando le braccia sul petto.

“Avanti! Per una volta!” disse Orlando finendo il bicchiere di champagne “Tra pochi giorni saremo tutti in città diverse e chissà per quanto tempo non ci rivedremo! Ci è concessa un’ultima pazzia!”

“E se dovremo passare il resto del mese chiusi in camera o con alle costole le guardie del corpo…beh…pazienza…” gli fece eco Elijah sorridendo “…ma almeno questa sera ci saremo divertiti!”

“Grande Frodo!” esclamò ridendo Dom appoggiandogli una mano sulla spalla “Così si parla! Date retta al nostro Portatore! Non lasciamoci sfuggire un’occasione simile!”

“Io ci sto!” disse Billy appoggiando sul tavolo il bicchiere “Andiamo forza!”

“Perfetto! Chi altro è con noi?” chiese Elijah guardandosi attorno e quando vide Sean alzare debolmente la mano gli appoggiò un braccio sulle spalle sorridendo “Lo sapevo che Sam non mi avrebbe lasciato solo!”

“Chi altro?” continuò DomKarl…?”

“Qualcuno dovrà pure dare il cambio a Sean per guidare…” disse l’interprete di Èomer sorridendo “…e voi avete bevuto tutti un po’ troppo…”

“I signori di Granburrone e di Rohan invece?”

“Noi torniamo con l’altra macchina…” disse Liv sorridendo “…siamo troppo stanchi e per quanto riguarda me e Miranda…siamo anche attese altrove…”

Ma dai! Per favore!” la schernì Elijah ridendo “Viggo invece?”

Orlando in quell’istante alzò lo sguardo sull’uomo e si accorse che già da tempo gli occhi di Viggo erano fissi su di lui, rimase in silenzio, senza però riuscire a trattenere un sorriso quando sentì la sua risposta…

“Ci sto…non lascerò a Karl il compito di tenervi a bada da solo…”

“Non abbiamo bisogno di baby-sitter!” esclamò ridendo Elijah “Siamo grandi, cosa credi?”

“L’avete detto anche quando siete finiti nella fontana!” disse Viggo fingendo di restare serio ma quando sentì Orlando e Dom scoppiare a ridere, non riuscì a fare a meno di sorridere.

 

E così si divisero nuovamente in due gruppi, quelli che tornavano indietro salutarono con il clacson prima di partire, mentre gli altri sette si fermarono prima a fare qualche spesa in un negozietto ancora aperto.

“Allora?” esclamò Sean che era rimasto in macchina al volante con Viggo e Karl “Cos’avete preso?”

“Non molto…” rispose Billy sedendosi dietro, seguito da Orlando, mentre Elijah e Dom si appostavano nei due sedili in fondo “…qualche birra, due bottiglie di vino, vodka e un paio di lattine di coca…”

“Oh grazie…sono commosso…” mormorò l’interprete di Sam “…hai visto Karl…non si sono dimenticati di noi…”

“E piantala!” ribatté Elijah dandogli un debole colpo sulla testa “Non c’erano più soldi…altrimenti non ci bastavano anche per le torce e le coperte…”

“Coperte…?” ripeté Viggo lanciando un’occhiata stupita a Sean che nel frattempo era partito, rimettendosi sulla strada “Non volevate accendere un fuoco in riva al nostro Anduin e raccontarvi le più belle esperienze di questi mesi? A cosa vi servono le…” in quel momento però tutto gli divenne più chiaro nella mente e si diede dello stupido per non averci pensato subito “…io in questo mi tiro fuori…non ho la minima intenzione di prendermi un’influenza…”

“Oh avanti…magari l’acqua non è così fredda come pensi…” replicò Orlando guardando fuori dal finestrino.

“Già…ma in ogni caso…qualcuno dovrà fare a meno della coperta per asciugarsi…” intervenne Elijah “…ce n’erano solo cinque e noi siamo in sette…”

E che problema c’è?” gli fece eco Dom srotolando una delle coperte e facendola finire in faccia all’amico “Guarda…sono grandi…possiamo usarle benissimo anche in due o tre…”

“Sì certo…” mormorò sorridendo Elijah “…io però ne voglio una tutta per me…”

“Ecco…il solito egoista!”

Tra una discussione e l’altra passarono le due ore di viaggio che dovevano affrontare, e ben presto raggiunsero la radura dove dovevano lasciare l’auto, per poi proseguire a piedi lungo il sentiero. Dopo un’ulteriore discussione su chi dovesse portare le bottiglie e chi le coperte, si incamminarono rapidamente, facendo luce con le torce elettriche anche se i raggi della luna rischiaravano comunque il loro cammino. Quando giunsero sulla spiaggia rimasero tutti a bocca aperta…

“Dio…non è bellissimo qui?” esclamò Dom guardandosi attorno “Vi avevo detto che non dovevamo perdercelo di notte…”

In quell’istante Orlando si voltò istintivamente verso Viggo che era rimasto qualche passo più indietro con Karl, e non riuscì a trattenere un sorriso, quando vide la sua espressione affascinata…non riusciva a spiegarselo ma uno dei motivi per cui aveva accettato di andare in quel posto era stato perché sarebbe piaciuto a Viggo…e aveva ragione, riusciva a capirlo dal suo sguardo, e dentro di sé provava la sua stessa emozione…

L’uomo si fermò per qualche momento, immobile ad osservare i raggi della luna che si riflettevano sulla superficie dell’acqua, e una strana euforia lo pervase…era splendido quel posto, e la notte gli dava ancora più mistero e fascino…senza rendersene conto, le sue labbra si incurvarono in un sorriso che aumentò quando, abbassando lo sguardo, incrociò quello di Orlando…

“Ehi guardate!” esclamò Billy indicando alcuni pezzi di legno posizionati in circolo per accendere un fuoco “Qualcuno è già stato qui!”

“È vero…” ribatté Dom avvicinandosi a quel punto “…aspettate…com’era Vig?” si mise in ginocchio, appoggiando le mani nella sabbia, si schiarì la voce, abbassando la tonalità per imitare quella di Aragorn “Un Hobbit giaceva qui…e qui l’altro…” tutti gli altri si misero a ridere all’istante, senza riuscire a trattenersi “…hanno strisciato…hanno lottato…hanno…no aspettate…sembra più…oh…ma che hanno fatto qui?”

Per lunghi minuti nessuno riuscì a smettere di ridere, fino a quando Sean fece qualche passo a sua volta verso la legna per accendere il fuoco che da non molto era stato spento…

“Forse non hai tutti i torti in fondo…” mormorò “…questo sembra il posto ideale per appartarsi e passare qualche ora da soli a fare l’amore…”

Dev’essere stupendo…” sussurrò Elijah facendo qualche passo sulla spiaggia, avvicinandosi all’acqua “…farlo in questo punto…illuminati solo dalla luce della luna e dal fuoco…”       

“Oh che romantico!” lo schernì Dom lanciandogli addosso una coperta che subito il giovane rimandò al mittente con un sorriso quasi imbarazzato “Sai quant’è stupendo avere la sabbia ovunque quando poi ti rialzi?”

“Basta che tieni i vestiti addosso e lasci sotto la tua ragazza…” mormorò sorridendo Viggo, accovacciandosi vicino al fuoco appena acceso.

“Mmm…però non hai tutti i torti…” ribatté Dom ridendo “…me lo scriverò sull’agenda delle cose da fare…”

Orlando infilò le mani nelle tasche dei jeans, sorridendo, mentre gli altri sistemavano alla bene e meglio le bottiglie e le coperte vicino al punto dove ardeva il fuoco. Non faceva particolarmente freddo quella sera, con quella semplice maglietta verde oliva e la felpa aperta stava bene, eppure poco prima aveva sentito un brivido lungo tutto il corpo quando nella sua mente si era formata l’immagine di Viggo che faceva l’amore con una donna immaginaria in quel luogo…ma perché? Perché nutriva sempre questo interesse smodato per ogni cosa che riguardava quell’uomo? Non gli era mai successo di provare delle simili emozioni…

“Ehi…Orli non preoccuparti…facciamo noi!” esclamò Elijah sbuffando mentre posava a terra un sacchetto con alcune bottiglie.

Viggo rialzò lo sguardo sul giovane che era ancora in piedi, immobile, ad osservare un punto imprecisato del corso d’acqua e sorrise quando capì che non aveva minimamente sentito quelle parole…forse tutta la birra bevuta a cena stava avendo il suo effetto…

“Orlando…” lo chiamò allora, alzando la voce “…ti senti bene?”

“Sì…sì certo…” rispose il giovane voltandosi bruscamente e facendo qualche passo “…ragazzi volete una mano?”

“Oh grazie…adesso arrivi!” si lamentò Dom sedendosi accanto al fuoco ansimando per la fatica “Pausa per qualche minuto! Poi ci buttiamo!”

Tutti gli amici si sistemarono in quel punto, iniziando a togliersi con calma le scarpe…Elijah lanciò un’occhiata al proprio orologio prima di slacciarlo ed esclamò…

“Signori…l’ora è giunta…e siamo anche in ritardo…”

“Bene…avanti…via tutto!” ribatté Dom togliendo il maglione, subito imitato da Elijah, Orlando e BillySean li seguì con un “Ma perché lo sto facendo…” appena percettibile mentre Karl e Viggo rimasero invece a fissarli divertiti quando, una volta senza abiti, iniziarono a rabbrividire, comprendendo che alla fine non faceva così caldo come sembrava.

Cazzo che freddo!” esclamò l’interprete di Merry chiudendo i pugni “Passa qualcosa da bere Karl…altrimenti diventeremo ghiaccioli prima ancora di tuffarci!”

“Non ci pensare nemmeno!” replicò Karl, spingendo via la mano che il ragazzo aveva allungato verso di lui “Non si devono bere alcolici prima di entrare in acqua!”

Ma chi sei mio padre?” ribatté Dom ridendo “Avanti solo un sorso per riscaldarci!”

“No, volete fare questa cosa…e allora fatela…quando tornerete dal vostro bagnetto allora vi darò qualcosa da bere!”

Il nostro cosa? Non crederai di restare qui!” disse Elijah guardando con un sorriso diabolico i compagni prima di gridare “Prendiamolo!”

Ed in pochi attimi Karl si ritrovò assalito da cinque persone che, sordi alle sue suppliche miste però a risate divertite, lo privarono di ogni abito, lasciandolo solo con i boxer grigi che indossava.

E adesso in acqua!”

E lo rialzarono di peso, trascinandolo con loro…

“Ti tocca amico! Se lo devo fare io lo farai anche tu!” disse ridendo Sean, poi alzando la voce “E tu Vig non credere di scamparla! Se non entri di tua volontà usciamo a prenderti!”

“Ben detto Sam!” mormorò sorridendo Elijah.

“Grazie padron Frodo!”

Viggo non riuscì a trattenersi e scoppio anche lui a ridere quando, al contatto con l’acqua, l’aria si riempì di imprecazione più o meno pesanti, che si trasformarono in grida di battaglia quando iniziarono tutti a schizzarsi senza la minima gentilezza…e poi la calma…per qualche minuto restarono in silenzio, nuotando avanti e indietro o semplicemente rimanendo a galla…solo l’avvertimento di Sean di restare dove si tocca interruppe quella pace…che però non sarebbe comunque durata…

“Ehi Bloom…” esclamò Dom avvicinandosi al giovane che era appena riemerso dalle acque “…abbiamo deciso che hai vinto il premio come miglior biancheria intima…quindi spetta a te l’onore di uscire e andare a prendere il pallone che abbiamo dimenticato!”

“Ah ah…divertente…ti affascinano le righe rosse su sfondo blu allora?”

“No…preferisco i cuori su sfondo rosa…” ribatté il ragazzo con una smorfia “…ma in mancanza d’altro…ora zitto e vai!”

“No…io non esco al freddo per poi rientrare…”

“Ehi Vig!” gridò allora Elijah alzando una mano “Togliti quei vestiti e portaci il pallone!”

L’uomo sorrise, afferrando quello che i ragazzi volevano…

“Questo pallone? Beh…se lo volete…venite a prendervelo!”

“No…avanti…per favore!” esclamarono in coro.

Restarono qualche minuto a confabulare sul da farsi fino a quando Orlando venne gentilmente obbligato ad uscire e recuperare il pallone.

Viggo continuò a sorridere, mentre osservava il giovane avvicinarsi passo dopo passo, rabbrividendo e imprecando…poi però il suo sguardo iniziò a vagare su quel corpo snello e asciutto dove si riflettevano i raggi della luna, creando delle deboli ombre…scese sul ventre, e la sua attenzione ricadde sul tatuaggio a forma di sole, poco sotto l’ombelico…si intravedeva da sopra i boxer bagnati che aderivano al suo bacino e alle sue cosce come una seconda pelle, sottolineando ogni curva…

Orlando non fece caso allo sguardo dell’uomo, fino a quando gli fu praticamente davanti…allora si chinò verso di lui, facendo in modo che dai capelli bagnati ricadessero delle gocce d’acqua sul suo viso, e con un sorriso beffardo sulle labbra, gli sussurrò…

“Io ti odio!” prima di afferrare il pallone dalle sue mani e voltarsi…vide gli amici sbracciarsi, così si mise a correre, tornando il più velocemente possibile in acqua. Quando ormai era immerso fin sopra alla vita, lanciò il pallone agli altri, che lo afferrarono, iniziando però delle grida di incoraggiamento…il giovane si voltò e vide che Viggo si era tolto la giacca chiara e la camicia, lasciandole cadere a terra, ed ora si stava aprendo i pantaloni…senza riuscire a distogliere lo sguardo, seguì ogni suo movimento…anche quando l’uomo, con addosso solo dei boxer neri attillati, iniziò ad avanzare verso il punto in cui si trovavano…e sorrise quando udì l’amico mormorare…

Perché l’ho fatto!” con una smorfia sofferente sul viso, quando l’acqua ormai gli aveva superato la vita.

E così Elijah, Dom, Billy, Sean ed Orlando iniziarono a giocare col pallone che tanto avevano agognato, tirandoselo come meglio riuscivano, visto che, per il freddo, cercavano di restare il più possibile sott’acqua, ma al tempo stesso dovevano muoversi…non c’erano delle regole vere e proprie, tranne quella in cui, chi faceva cadere il pallone in acqua per tre volte, veniva eliminato.

Poco lontano, Viggo e Karl avevano iniziato un discorso sui luoghi che avevano visitato in quei mesi, restandosene tranquilli a nuotare da una parte all’altra, o semplicemente fermi con solo la testa fuori dall’acqua.

Ad un tratto sentirono le risate aumentare…e un lamento…

“No…sei un bastardo Dom!”

…si voltarono giusto in tempo per vedere la scena…ma in pochi istanti Karl si ritrovò il pallone praticamente in faccia e non poté far altro che afferralo di scatto mentre invece Viggo si ritrovò Orlando tra le braccia, e non poté far altro che sostenerlo per evitare che cadesse all’indietro, finendo sott’acqua…

“Sei fuori!!” gridarono Elijah e Dom in coro.

Karl entra tu al suo posto avanti!” fece eco Billy facendogli cenno di avvicinarsi a loro.

“Questa me la paghi Orlando!” mormorò l’interprete di Éomer, lanciando un’occhiata al giovane prima di incamminarsi verso il gruppo che, nel frattempo, si era allontanato di qualche metro, per poter avere più spazio a disposizione.

Orlando era rimasto immobile da quando aveva sentito due braccia forti cingergli la schiena, impedendogli di cadere sott’acqua quando poco prima aveva inciampato, mentre stava indietreggiando velocemente per recuperare il pallone lanciato da Dom. Istintivamente si era voltato di lato, abbassando le braccia, ritrovandosi così aggrappato alle spalle di Viggo…ed ora, dopo un primo momento di stupore, riusciva a sentire il calore del suo corpo che l’acqua fredda, nonostante tutto, non riduceva…un calore estremamente piacevole e seducente…e la voce profonda che ruppe il silenzio non fece altro che aumentare quelle strane sensazioni che sentiva…

“È divertente vedere un Elfo che perde l’equilibrio” mormorò l’uomo sorridendogli ma senza allentare la presa su di lui, anche se ormai era salvo e con i piedi ben piantati per terra…era la prima volta che lo sentiva così vicino, anche se il giovane era un tipo molto aperto e socievole, facile ad abbracci e gesti affettuosi con gli amici, c’erano sempre stati strati e strati di abiti tra loro, mentre ora sembrava una cosa molto più intima…pelle contro pelle…come quel pomeriggio nella vasca, quando gli aveva afferrato le gambe come scherzo ma aveva sentito i suoi muscoli fremere sotto le mani…

“Sì…beh…capita…” ribatté Orlando cercando di rialzarsi per allontanarsi da lui, da quel calore e quel profumo di pelle bagnata che lo stavano stordendo, impedendogli di ragionare…ma appena sentì la stretta del suo abbraccio allentarsi, non riuscì a trattenere un lamento che sicuramente l’amico aveva udito, visto l’espressione incuriosita che era comparsa sul suo viso…così abbassò di scatto le mani, lasciando le sue spalle e facendo un passo indietro ma senza riuscire ad allontanarsi come avrebbe voluto…

“Non credi di aver bevuto troppo a cena?” gli chiese Viggo cercando lo sguardo che il giovane aveva abbassato.

“Non più degli altri…” rispose velocemente Orlando, ma appena alzò gli occhi su di lui e vide il suo sorriso, sbuffò lasciandosi sfuggire una risata “…e va bene…forse qualche bicchiere in più…ma non sono ubriaco…se è quello che credi…”

“Ah no?”

“No!”

“Sicuro?”

“Sì…smettila!” esclamò il giovane senza mai smettere di sorridere.

E allora perché continui a ridere senza ragione?” sussurrò Viggo fissandolo divertito.

“Cosa…?” ribatté Orlando muovendo le braccia nell’acqua che gli arrivava poco sotto ai pettorali “Ma non lo so…non posso ridere adesso?”

“Certo che puoi…ma questo non toglie che sembri ubriaco…o nervoso…”

A quelle parole Orlando trattenne il respiro…era vero…si sentiva incredibilmente nervoso per quello che stava provando in quei momenti e non riusciva a spiegarselo…

“È…è in questo punto che abbiamo girato le ultime scene del primo film?” esclamò, cambiando rapidamente discorso e voltando la testa verso la riva.

“No…se non sbaglio…” rispose Viggo guardandosi attorno “…credo sia più a valle…laggiù…” e con quelle parole si spostò leggermente indicando con un dito un punto in lontananza “…vedi…”

Il giovane guardò in quella direzione anche se la sua attenzione era concentrata sul corpo dell’uomo che sentiva di nuovo a pochi centimetri dal suo e sui relativi brividi che sentiva scorrere lungo la schiena…ma cosa gli stava succedendo? Possibile che si sentisse…attratto da lui? Possibile che quell’attrazione verso il suo modo di vivere, di pensare e di vedere le cose si fosse trasformata, in tutti quei mesi, anche in attrazione fisica?

“Sì…” bisbigliò debolmente, mentre quei pensieri che diventavano sempre più limpidi nella sua mente iniziavano a spaventarlo…ad un tratto però la risata dell’amico lo distrasse…

“Ricordi quella scena…” iniziò Viggo guardandolo “…prima di correre via tra gli alberi…quando dovevo mettere la mano sulla spalla a te e a John…e tu mi guardavi in quel modo che a Peter non andava mai bene…”

“Già…” ribatté Orlando sorridendo “…avremo girato quel primo piano decine di volte…continuava a ripetere ‘Più intensità Orlando!’…e alla fine quello sguardo sembrava essere diventato un ‘Sì Aragorn farò tutto quello che vuoi!’…”

Quando abbiamo visto la versione definitiva non smettevamo più di ridere ricordi?” continuò l’uomo annuendo, ma poi, dopo qualche momento, tornò serio “Tu credi sia vero?”

Cosa…?”

“Credi che Legolas avrebbe fatto ogni cosa per Aragorn?”

“Sì…io credo di sì…” rispose all’istante il giovane fissando gli occhi azzurri davanti a sé, poi, come a volersi correggere, aggiunse “…insomma…erano amici…molto legati e si fidavano l’un l’altro ciecamente…e…” alcune grida in lontananza del gruppo che stava giocando lo interruppero e si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo, quando Viggo alzò lo sguardo oltre le sue spalle per guardare gli altri, sorridendo…non sapeva cosa dire…non riusciva a ragionare…non quando gli stava così vicino.

Viggo si mise a ridere quando vide Karl e Sean litigare scherzosamente per chi dovesse tirare ma poi le sue attenzioni tornarono sul volto di Orlando a pochi centimetri dal suo…quegli occhi scuri e profondi che lo stavano fissando come se stessero cercando qualche risposta che non riuscivano a trovare…e se le domande erano le stesse che affliggevano la sua mente? Già da tempo si chiedeva il motivo per cui si sentiva attratto in quel modo da quel giovane, soprattutto da quando quegli interessi avevano superato la soglia degli aspetti caratteriali e mentali e avevano raggiunto il lato fisico…spesso aveva pensato a come sarebbe stato baciarlo e sentirlo tra le braccia, ma quei pensieri sparivano, trasformandosi in un semplice sorriso amichevole quando lo incontrava…ma adesso che lo aveva rivisto dopo mesi, si era accorto che non era cambiato niente…e da un lato la cosa lo spaventava non poco ma dall’altro trovava sempre più difficile mascherare quel desiderio…

“Vuoi tornare da loro?” gli chiese quando vide che l’amico si era voltato a guardarli sorridendo.

“Mmm…no…non…” rispose Orlando girandosi nuovamente verso di lui, rimanendo un istante senza fiato quando si accorse di essersi avvicinato, senza volerlo, all’uomo “…non mi va adesso…” finì in un soffio quando per qualche attimo sfiorò il suo petto con il proprio…stava perdendo la testa, o forse era l’alcool nel suo sangue che lo faceva ribollire in quel modo solo per uno sguardo o per un tocco leggero…in ogni caso sentiva il suo corpo risvegliarsi sempre di più a quella vicinanza, e quella situazione oltre che spaventosa stava diventando alquanto imbarazzante…

E cosa vorresti fare allora?” disse Viggo sorridendogli “Immagino che tu non ti stia divertendo a restare qui immobile nell’acqua…”

“Non lo so…”

“Pensaci…la prima cosa che ti passa per la mente…”

“Vorrei fare del sesso accanto al fuoco…”

Quelle parole erano uscite da sole dalla bocca del giovane, ed ora che si era accorto di ciò che aveva detto, anche osservandone il risultato sul volto stupito dell’uomo davanti a sé, sentì un calore tremendo sul viso, e abbassò lo sguardo imbarazzato come poche volte si era sentito…

“Beh…almeno sei stato sincero…” mormorò Viggo lasciandosi sfuggire una risata.

“Tu me lo hai chiesto…” ribatté Orlando sorridendo “…adesso non fingere di essere sconvolto…”

“No…certo che no…” replicò l’uomo divertito “…è solo che io intendevo noi e gli altri…e non vedo donne che possono soddisfare questo tuo desiderio…”

“Beh…ma…tu non avevi specificato questo!” esclamò il giovane ridendo “Formula meglio la domanda la prossima volta!”

“Oh adesso è colpa mia se non riesci a tenere a bada i tuoi ormoni?” ribatté Viggo sorridendo quando vide l’espressione di stupore sul volto dell’amico “Mi dispiace Elfo ma in questo non posso aiutarti…se fossi stato una donna forse…”

Se tu fossi stato una donna ti avrei già spinto a riva e scopato fino a farti perdere la testa!” lo interruppe Orlando tra le risate “Puoi starne certo!” ma ad un tratto tornò serio quando vide lo sguardo dell’amico fisso su di sé, uno sguardo che raggiunse il suo cuore facendolo battere all’impazzata, come se solo in quell’istante la consapevolezza di quello che aveva detto aveva raggiunto la sua mente…era lui che stava perdendo la testa in realtà…ma poi sentì Viggo scoppiare a ridere di nuovo e si tranquillizzò…per quanto poteva in quello stato in qui si ritrovava…

“Smettila di ridere adesso però! Ti conosco e so che non sai resistere ad un simile panorama…scommetto che se io fossi stata una donna tu avresti fatto la stessa cosa!”

Fu allora che le risate dell’uomo divennero un debole sorriso…quando i loro sguardi si incontrarono ancora una volta e i loro corpi, quasi completamente immersi nell’acqua, si avvicinarono così tanto fin quasi a sfiorarsi…come le loro labbra, leggermente socchiuse per respirare…il gruppo degli altri amici sembrava essere sempre più lontano,mentre attorno a loro regnava solo il silenzio…loro due avvolti nell’oscurità della notte e accarezzati dalla pallida luce della luna…sembrava non esserci nient’altro…se non quell’attrazione diventata troppo forte da negare…

“Oh cazzo…” sussurrò Orlando abbassando di colpo lo sguardo con un sorriso nervoso sulle labbra…si voltò, facendo qualche passo, mormorando tra sé “…sono ubriaco…sono ubriaco…”

Viggo rimase ancora un momento immobile, come a doversi riprendere da quello che stava per accadere…poi, senza pensare, seguì il giovane…

“Cos’hai?”

“Sono ubriaco cazzo!” ripeté a voce più alta Orlando, guardando la superficie dell’acqua disturbata solo dai suoi movimenti.

“Hai detto che non lo eri…”

“Oh sì invece…lo sono…devo esserlo…”

Perché devi esserlo?” gli chiese l’uomo prendendogli un braccio e costringendolo a voltarsi verso di lui…sentì il brivido che scosse il corpo del giovane a quel contatto e il suo respiro iniziò ad aumentare di velocità…

“Perché…” rispose Orlando abbassando per qualche istante le palpebre “…perché ho voglia di baciarti…ed è assurdo…io…devo essere ubriaco…”

“Allora lo sono anch’io…” sussurrò Viggo e vide gli occhi dell’amico spalancarsi “…perché ho voglia di fare la stessa cosa…”

Vig cosa…sta succedendo?” bisbigliò il giovane quasi senza fiato “…non riesco a capirlo…”

“Credo…ci sia solo un modo per scoprirlo…” ribatté l’uomo avvicinando il volto al suo…

Per qualche momento rimasero così, fermi, assaporando il respiro caldo dell’altro sul viso, con le palpebre semichiuse come in attesa di un permesso immaginario per poter continuare…poi le labbra iniziarono a sfiorarsi, all’inizio con movimenti quasi impercettibili, poi con più insistenza, fino a ritrovarsi a cercare con forza quel contatto…e ben presto ogni barriera svanì, permettendo anche alle loro lingue di entrare in contatto, accarezzarsi, in una danza sensuale che passava rapidamente da una bocca all’altra come se nessuno dei due volesse accettare la prevalenza dell’altro…poi quel ritmo serrato diminuì, trasformando di nuovo quel bacio appassionato in uno scambio di dolci sfioramenti…

“…dio…” gemette Orlando cercando di recuperare il fiato che aveva perso, mentre i suoi occhi, che a fatica era riuscito a riaprire, continuavano a restare immobili in quelli dell’uomo.

“Questo è bene o male?” sussurrò Viggo sorridendo quando sentì il commento dell’amico.

“…io non…avevo mai baciato qualcuno con la barba…” rispose il giovane, accennando un sorriso quando sentì la debole risata dell’altro “…devo…abituarmi…”

“In questo posso aiutarti…” mormorò l’uomo avvicinando nuovamente le labbra alle sue ma Orlando si spostò…

“Ci hanno visto?” chiese con una punta di preoccupazione nella voce, ma appena vide l’amico scuotere la testa, mentre osservava in lontananza gli altri che continuavano a giocare, gli mise una mano su un braccio, tirandolo a sé…

Viggo sentì la stretta ma non fece in tempo ad abbassare lo sguardo, le labbra del giovane coprirono nuovamente le sue, perdendosi in un bacio appassionato come quello di poco prima…quando sentì ancora la lingua di Orlando cercare maggior contatto, perse il controllo e fece scivolare le mani sui suoi fianchi e poi dietro sulla schiena, stringendolo a sé…ed allora soffocarono nel bacio il gemito di sorpresa quando sentirono nell’altro l’eccitazione che si era impadronita dei loro corpi.

Il giovane però spalancò gli occhi pochi istanti dopo, fissando con un misto di desiderio e paura l’uomo che lo stava ancora stringendo a sé…vide un sorriso formarsi su quelle labbra che fino a pochi secondi prima stava divorando, e per qualche strano motivo, un po’ di quel terrore svanì, lasciando spazio solo alla voglia di lasciarsi andare…posò le mani sulle braccia di Viggo, accarezzandole fino a raggiungere le spalle, e poi le fece scivolare dietro sulla schiena, stringendolo a sé come anche l’uomo stava facendo…        

Vig…” sospirò non appena sentì nuovamente le labbra dell’uomo sfiorare le sue “…cosa…” ma non riuscì a continuare, perdendosi ancora in un altro bacio sempre più ardente…e senza poterne fare a meno, iniziò a muovere il bacino contro quello del compagno, allo stesso ritmo con cui le loro lingue lottavano nelle loro bocche…e ad un tratto iniziò a sentire sulla schiena le mani di Viggo…lo stavano accarezzando dalle spalle al fondoschiena, alcuni istanti lentamente, solo con la punta delle dita o col dorso, e altri con maggior intensità, lasciando aderire il palmo completamente alla pelle bagnata…e quelle languide carezze gli provocavano continue ondate di calore lungo il corpo che, unite ai brividi di piacere, stavano creando una massa incandescente dentro di lui, che presto non sarebbe più riuscito a controllare…con un gemito lasciò le labbra dell’uomo, gettando indietro la testa e inarcando la schiena per assaporare quelle mani e quel corpo caldo tra i quali era imprigionato…le grida e i rumori degli altri amici erano sempre più lontani, mentre nella sua testa rimbombava il battito accelerato del cuore e del sangue che pulsava nelle sue vene…

Viggo riaprì gli occhi quando percepì l’assenza delle labbra di Orlando sulle proprie ma appena lo vide piegare indietro la testa in un moto di completo abbandono sentì una scossa elettrica attraversarlo che lo spinse ad aumentare di velocità i movimenti pelvici che l’acqua nascondeva a sguardi indiscreti…si sentiva come anni e anni prima, quando era un ragazzino alle prime esperienze che non riusciva a controllare i propri istinti ma al tempo stesso provava quell’euforia che credeva di aver dimenticato…avrebbe potuto perdere la ragione e raggiungere il piacere in quell’istante se solo si fosse abbandonato completamente…ma qualcosa glielo impediva, e non erano gli altri compagni, ormai così distanti che per nessuna ragione avrebbero sospettato quello che in realtà stava accadendo sott’acqua, ma il timore che, in fondo, stesse facendo un errore che non sarebbe mai riuscito a rimediare…le parole che udì però, mormorate quasi al limite della passione, fecero scivolare quella paura in angolo nascosto della sua mente, lasciando spazio solo alle emozioni…

“…fermati…se continui così…mi farai…” gemette Orlando, senza però alterare il ritmo dei propri movimenti “…Vig…fermati…sto per…”

“Shh…” gli bisbigliò l’uomo avvicinando le labbra al suo orecchio, prima di iniziare a baciargli il collo, mentre sentiva i riccioli morbidi solleticargli la fronte “…shh…”

“…Vig…oddio…” un sospiro più intenso, mentre il giovane rialzava la testa, appoggiando la fronte sulla spalla del compagno…fece scivolare la mano sul suo braccio, intrufolandola rapidamente tra i loro due corpi uniti nel disperato bisogno di contatto…

“…cosa mi hai fatto Orlando…” sussurrò Viggo chiudendo gli occhi quando sentì quel fuoco famigliare iniziare a bruciarlo “…cosa mi stai…facendo…” nascose il viso nell’incavo del suo collo, baciando ancora una volta la pelle umida “…ti stai…impadronendo…di…” ma non riuscì a terminare, appena sentì la mano del giovane toccare il suo punto più caldo, perse il controllo, e stringendosi a lui, si lasciò sedurre dal desiderio che lo stava consumando.

Orlando percepì il calore dell’uomo attraverso la sottile stoffa della biancheria intima che indossava, il suo respiro rapido sul collo in quell’istante, e dentro di sé sentì una lotta di emozioni e istinti che tentavano di prendere il sopravvento, la ragione l’aveva ormai abbandonato da tempo ma qualcosa simile alla paura lo fermava, come una voce interiore che lo avvertiva, mettendolo in guardia sull’assurdità di quello che stava facendo…il suo corpo però lo chiamava, supplicandolo di concedersi quel momento di follia…e l’alcool che circolava dentro di lui aveva abbassato ogni inibizione, facendogli raggiungere un punto dal quale è impossibile tornare indietro…

Spostò la mano sul fianco dell’uomo che ancora si stringeva a lui, e chiuse il pugno sulla stoffa come in un disperato tentativo di tirare quel corpo ancor più verso di sé, mentre con movimenti rapidi si perdeva nell’estasi di quel piacere segreto che si erano concessi.

Viggo rialzò lentamente la testa, senza mai smettere di tenere contro di sé il giovane che ora si stava rilassando di nuovo, ansimante, come senza forze dopo una lunga corsa…gli sfiorò il lobo dell’orecchio e la mascella con le labbra, mentre sentiva le sue mani lungo i fianchi, muoversi debolmente…e poi, ad un tratto, anche Orlando rialzò il volto, e i loro occhi si incontrarono nuovamente, restando fissi gli uni negli altri, mentre la consapevolezza di quello che era avvenuto echeggiava nelle loro menti come un tuono nel silenzio prima di un temporale.

Orlando spalancò gli occhi in un insieme di stupore e confusione, e prima ancora di riuscire a riflettere, si ritrovò ad allontanarsi bruscamente dalle braccia dell’uomo, voltandosi e incamminandosi il più velocemente possibile, verso la riva…i suoi movimenti, rallentati dall’acqua, gli sembravano goffi e fiacchi come se non riuscisse a raggiungere il punto che desiderava, e quella sensazione gli provocò una specie di sconforto e di rabbia improvvisa…

Viggo rimase immobile ad osservarlo, una parte della sua mente gli diceva di seguirlo, di raggiungerlo ma l’altra lo metteva in guardia, suggerendogli di restare il più lontano possibile da lui…ma in quel momento si sentirono le voci degli altri compagni che, alla fine, si erano stancati di restare in acqua…

“Usciamo avanti!”

“Già…è l’ora di bere qualcosa e scaldarci…”

e così anche lui decise di raggiungere la riva.

Orlando si era seduto accanto al fuoco con le ginocchia piegate contro il petto e una lattina di birra tra le mani…fissava le fiamme che si alzavano davanti a lui, senza realmente vederle e cercando di non far caso ai brividi di freddo che lo stavano scuotendo insistentemente…l’unica cosa che gli importava era che quel senso di vergogna e di ansia lo lasciasse e che quelle lacrime che gli pungevano gli occhi si asciugassero. Ad un tratto sentì un colpo sulle spalle e vide Elijah e Dom, seguiti dagli altri, che si affannavano ad aprire le coperte per asciugarsi…faceva molto freddo, e anche lui sentiva il bisogno di scaldarsi, e non solo con il tiepido calore del fuoco, ma quei brividi almeno lo distraevano da tutti i mille pensieri che quasi non riusciva a distinguere…sentì l’affermazione divertita di Billy mentre nell’aria si sentivano i rumori di lattine che si aprivano o bottiglie che sbattevano l’una con l’altra…

“Ehi…Orli ha deciso di donare la sua coperta!”

…ma si limitò a sorridere, bevendo un lungo sorso di birra…vide gli amici sedersi in circolo a loro volta, attorno al fuoco, ognuno ben stretto nella propria calda coperta, tranne Dom ed Elijah che ancora stavano cercando una posizione per dividersene una senza rovesciare le bibite che avevano in mano…ed allora udì la voce di Karl al suo fianco…

“Tieni Vig! Prendi…”

…non si voltò…poteva immaginare benissimo cosa stava succedendo…ed infatti dopo qualche istante sentì sulle spalle il tessuto morbido e caldo…

“Ti ringrazio per l’altruismo…” mormorò l’uomo “…ma non occorre questo tuo sacrificio…” e con quelle parole si sedette al fianco del giovane, facendo in modo che entrambi fossero completamente coperti, richiudendo poi i due lembi davanti a sé.

“Bene…ci siamo tutti…” esclamò Sean bevendo tranquillamente la sua coca “…e adesso?”

Per un po’ di tempo rimasero a parlare del più e del meno, delle cose accadute in quei mesi, degli scherzi, dei compleanni, dei fatti che, ogni volta, condizionavano la vita di ogni persona presente sul set…ogni frase era intervallata da lunghi sorsi di birra e vino che forse troppo presto finirono, lasciando spazio agli alcolici più pesanti…Karl e Sean si limitavano a guardare divertiti gli amici che lentamente perdevano il senso della realtà, iniziando discorsi senza capo ne coda, mentre invece Orlando era rimasto, per quasi tutto il tempo, in uno strano silenzio, bevendo le lattine di birra o le bottiglie che gli venivano passate. Viggo invece partecipava ai discorsi, limitando invece a pochi sorsi l’assunzione degli alcolici…ma quando gli interpreti degli Hobbit, ad eccezione di Sean, iniziarono un dibattito senza senso, misto a risate, portò la sua attenzione sul giovane al suo fianco che, nonostante tutto, non aveva ancora smesso di tremare per il freddo che si era accumulato nel suo corpo poco prima.

“Stai tremando ancora Orlando…” mormorò appoggiando la lattina nella sabbia “…perché non ti sei coperto subito…?” e con dei lenti movimenti, si spostò dietro di lui, allargando le gambe per permettere all’amico di appoggiare la schiena contro il suo petto, poi sistemò di nuovo la coperta, in modo che fossero di nuovo riparati completamente ad eccezione della testa…vide che Orlando continuava a restare immobile anche se il suo corpo veniva continuamente scosso dai brividi…così sospirò…

“Se avevi intenzione di ammalarti…complimenti…credo che ci sei quasi riuscito…”

“Sto bene…” esclamò il giovane con la voce bassa “…non sono un bambino…so badare a me stesso…”

Viggo percepì subito dal suo tono che l’alcool aveva fatto effetto così tentò almeno di riscaldarlo il più possibile, sperando che quei brividi fossero solo passeggeri…gli mise le mani sulle braccia, iniziando a muoverle velocemente dall’alto verso il basso, sorridendo quando sentì il corpo di Orlando rilassarsi, nonostante tutto, e lasciarsi andare indietro contro di lui, per cercare ancora di più quel contatto e quel calore piacevole…

“Ora va meglio?”

“Mmm…” mugugnò il giovane, girando lentamente la testa verso il volto dell’uomo, sfiorandogli il mento con le labbra, prima di voltarla nuovamente dalla parte opposta, sulla sua spalla.

“Andiamo a controllare l’auto…” disse Karl rialzandosi e indossando nuovamente gli abiti, imitato da Sean “…visto che non è mia e meglio dare un’occhiata…”

Viggo rialzò lo sguardo e annuì, osservandoli fino a  quando si furono allontanati…ma poi avvertì dei movimenti e si accorse che Billy si era disteso, quasi addormentato, mentre invece Dom ed Elijah, nella loro continua lotta, erano finiti anche loro sdraiati completamente tra le coperte, e, tra una risata e l’altra, intervallate da strani silenzi, cercavano di rialzarsi…si lasciò sfuggire a sua volta una debole risata…anche lui non era completamente sobrio, ma quei due erano proprio ubriachi persi…

Perché ridi?” mormorò Orlando rialzando stancamente le palpebre che aveva chiuso per lasciarsi trasportare dal calore, ma quando anche lui vide i due amici e il terzo che già era completamente caduto nel mondo dei sogni, non riuscì a trattenersi a sua volta.

“Shh…li disturberai così…” gli sussurrò l’uomo all’orecchio ma quando con la coda dell’occhio vide il sorriso sul suo volto, non riuscì a trattenersi e con le labbra gli sfiorò dolcemente il lobo, succhiandolo per un brevissimo istante, prima di scendere sul suo collo, mentre con le braccia gli cingeva la vita, attirandolo a sé…

“Oh…cazzoVig…” gemette il giovane chiudendo gli occhi mentre con le mani accarezzava le cosce dell’uomo.

“Mi piace il sapore della tua pelle…” bisbigliò Viggo continuando a baciargli la spalla per poi risalire sull’incavo del collo.

“…cosa stiamo…facendo…?”

“…non lo so…come siamo arrivati a questo…?” chiese a sua volta l’uomo in un sospiro, accarezzandogli languidamente il petto e il ventre…era impazzito…lo sapeva…gli altri avrebbero potuto accorgersene, anche se le loro azioni erano nascoste dalle coperte…potevano scoprirli e…

“…stiamo…sbagliando…ah…non smettere…” sussurrò Orlando afferrando le mani del compagno per spingerle più in basso, oltre il profilo dei boxer ancora umidi.

Viggo si lasciò sfuggire un sospiro quando sentì l’eccitazione del giovane, quella stessa eccitazione che si era impadronita di lui e che sicuramente non poteva nascondere vista la posizione in cui era…Orlando non gli diede però il tempo di riflettere…fece scivolare una mano dietro la propria schiena, iniziando ad accarezzarlo sensualmente mentre al tempo stesso muoveva il bacino per spingersi contro le sue mani rimaste immobili e tremanti…

“…sei…ubriaco…” gemette l’uomo contro la sua guancia “…tu…non vuoi questo…abbiamo perso…la testa…”

“…io ho perso la testa quando ti ho conosciuto…” ribatté Orlando appoggiando l’altra mano su quella di Viggo per aumentarne i movimenti “…ho perso la testa…per il tuo modo…di vedere le cose…e per quel…ah…dannato artista che c’è in te…”

L’uomo aggrottò le sopracciglia, cercando di rispondere, ma dalle sue labbra uscì solo un sospiro di piacere quando il giovane si girò di scatto, mettendosi in ginocchio e spingendolo per costringerlo a stendersi accanto al fuoco…

“Orlando…” sussurrò quando sentì il suo corpo sopra il proprio…muscoloso, caldo, umido, come quell’unico indumento che indossava e che sentiva sulle cosce…e poi incrociò i suoi occhi…quegli occhi dolci e profondi…e gli sembrò di vederli luccicare alla luce delle fiamme…come se fossero lucidi…

“Perché…?” gemette Orlando fissando il volto dell’amico a pochi centimetri dal suo “Perché ti desidero? Perché voglio sentirti in ogni modo possibile?”

Viggo restò in silenzio quando quelle parole piene di angoscia e timore gli fecero battere il cuore all’impazzata, ma poi alzò una mano, accarezzandogli i capelli castani ormai quasi asciutti per poi scendere sulla guancia…e sentì ancora la sua voce…

“…dio…Vig…perché…?”

…ed allora, senza pensare, lo tirò a sé, posando le labbra sulle sue dolcemente, senza chiedere accesso alla sua bocca ardentemente come era accaduto in acqua, ma limitandosi a percorrerne i contorni con la lingua…ed Orlando fece lo stesso, lasciandosi sfiorare in quel modo e facendo lo stesso con lui, assaporando i deboli brividi che la barba dell’uomo gli provocava…si sentiva in completa balia di quelle labbra come mai gli era successo, e, rapito da quelle sensazioni, non oppose la minima resistenza quando Viggo, stringendolo a sé, si voltò, invertendo le posizioni.

“Ti sei impadronito di me…” gli bisbigliò l’uomo facendo scivolare una mano tra di loro “…dei miei pensieri…” con dei movimenti lenti abbassò sui fianchi del giovane la stoffa dei boxer, per poi fare lo stesso con i propri, e quando i loro due corpi caldi entrarono in completo contatto, entrambi non riuscirono a soffocare un gemito di piacere e stupore “…cosa devo fare? Cosa…?”

La grande coperta li nascondeva completamente, lasciando intravedere solo alcune ciocche di capelli che erano ricadute nella sabbia. Nessuno avrebbe potuto scoprire cosa stava accadendo sotto di essa, ma in realtà nessuno dei presenti era abbastanza lucido per volerlo scoprire.

Il fuoco scoppiettava di tanto in tanto e nell’aria risuonavano ancora alcune deboli risate, soffocate a loro volta dalle coperte, e un respiro profondo tipico del sonno, mentre i due corpi nascosti continuavano a muoversi l’uno sull’altro, incrementando sempre di più quell’intimo contatto e quelle agognanti carezze come facevano le loro labbra che avevano iniziato a cercarsi con bramoso desiderio…i deboli sospiri di piacere aumentarono fino a diventare grida silenziose contro la pelle velata dal sudore della passione e poi tornare ad essere rapidi respiri, una melodia per gli sguardi che, ancora una volta, si incontrarono per fuggevoli attimi, prima che le palpebre appesantite dal torpore dei sensi, si richiudessero.

Viggo si lasciò cadere su un fianco, con la fronte appoggiata dolcemente contro la guancia del giovane e un braccio ancora sul suo petto…restò in silenzio, ascoltando il suo cuore battere velocemente sotto la propria mano mentre la sua mente non riusciva a far altro che pensare al calore che si erano appena scambiati, un qualcosa di evanescente e immateriale come i colori intensi e passionali che si usano sulle tele per dipingere un tramonto…solo quando sentì il suo respiro tornare alla normalità, spostò leggermente la coperta per poter vedere il suo volto alla tenue luce delle fiamme e non riuscì a fare a meno di sfiorare con l’indice le sopracciglia lievemente aggrottate come se le stesse disegnando…

“Mmm…sono stanco…” bisbigliò Orlando accennando un sorriso.

“Mi stupirei se tu non lo fossi…” ribatté l’uomo sfiorandogli la guancia con le labbra “…cerca di trovare la forza per girare la testa…guarda…” spostò il mento del compagno gentilmente fino fargli voltare il volto lateralmente “…quello che desideravi fare si è avverato…”

Orlando restò in silenzio ad osservare le fiamme che si alzavano davanti a lui, assaporando il calore che gli trasmettevano…cercò di ricordare quello che aveva detto poco prima e dopo un lungo momento di riflessione, quando finalmente la sua mente decise di collaborare anche nello stato in cui si trovava, si lasciò sfuggire una debole risata…

“…non l’avevo immaginato così…ma è stato in ogni caso…incredibilmente soddisfacente…”

“…lo spero…” gi sussurrò Viggo stringendosi a lui e chiudendo gli occhi.

Anche Orlando, dopo un breve attimo, richiuse le palpebre, lasciandosi cullare dal dolce calore del corpo accanto al suo, insieme a quello morbido della coperta che ancora li avvolgeva completamente…e forse era già semiaddormentato quando udì come in lontananza, le voci dei due amici che erano tornati.

 

“Questa è la vostra notte fortunata!” esclamò Sean raccogliendo velocemente le lattine e le bottiglie ormai vuote “Il riscaldamento non funzionava più e non so in che modo siamo riusciti a farlo ripartire…”

“Già ed è meglio non abusare troppo di questa fortuna…” proseguì Karl scuotendo leggermente Billy per svegliarlo “…ci conviene tornare adesso, perché fare tutto il viaggio al freddo non è di certo un’idea confortante…”

Viggo, che aveva rialzato la testa poco prima al loro arrivo, annuì, mettendosi stancamente seduto e allungando una mano per recuperare gli abiti, e quando fu completamente vestito, scivolò fuori dalla coperta, e prese quelli di Orlando, avvicinandoli a lui…

“Dobbiamo andare…svegliati…” gli mormorò, sorprendendosi quasi del tono estremamente dolce che aveva usato.

Il giovane mugugnò qualcosa di incomprensibile, ma poi si rivestì rapidamente, barcollando da una parte all’altra mentre si rimetteva in piedi. Ad un tratto perse completamente l’equilibrio, ma Viggo lo afferrò per le braccia appena in tempo e, non potendo far altro per impedirgli di cadere, lo tirò a sé. Karl e Sean in quel momento, erano troppo occupati a far rivestire controvoglia Elijah e Dom mezzi addormentati, per accorgersi che Orlando aveva appoggiato la testa sulla spalla dell’uomo e gli aveva stretto le braccia attorno alla vita, ma appena riuscirono nel loro intento, si voltarono, trascinando con loro i due ragazzi e videro i due compagni abbracciati…fortunatamente, visto che avevano spento il fuoco poco prima, non si accorsero dell’espressione sui loro volti, ma si lanciarono comunque un’occhiata incuriosita…

“Ehi…Orli…non ti reggi in piedi!” esclamò ridendo Dom, incespicando passo dopo passo, mentre Karl lo tirava con sé.

“Senti chi parla!” mormorò l’interprete di Éomer “Andiamo!”

Billy ci sei?” chiese Sean alzando la voce mentre portava con sé Elijah.

“Sì…sì…ho solo…sonno…” ribatté lui sbadigliando “…fate strada…vi seguo…”

Dietro di loro si incamminarono lentamente anche Viggo e Orlando…l’uomo continuava a tenere un braccio attorno alla vita del giovane per sostenerlo anche se sembrava riuscire a proseguire da solo…ed infatti Orlando riusciva a reggersi in piedi, anche se ogni tanto aveva qualche giramento di testa, ma non voleva essere lasciato…non voleva smettere di sentire quel calore contro di sé…

 

Finalmente raggiunsero l’auto. Karl salì al volante e Sean si mise al suo fianco…sui sedili posteriore scivolarono Elijah, Dom e Billy mentre Orlando e Viggo si appostarono negli ultimi due rimasti. Dopo quasi un’ora di macchina, nel completo silenzio, se non per la radio accesa che intonava, una dopo l’altra, canzoni d’amore, Dom si rialzò di scatto esclamando:

“Se non mi fai scendere subito ti vomito in macchina!”

“Tu provaci e poi ti faccio scendere a calci e tornare a piedi!” ribatté tranquillamente Karl guardando nello specchietto retrovisore…e Dom, con la stessa rapidità con cui si era alzato, tornò semidisteso sui sedili, continuando a sonnecchiare.

Sean scosse la testa ridendo, voltandosi per guardare verso gli altri…

“Tutto bene lì in fondo?”

“Sì…grazie…” rispose Viggo debolmente “…mi dispiace di non potervi dare il cambio ma…la mia testa mi dice che ho bevuto pure io un po’ troppo…”

“Non preoccuparti…manca solo…” replicò Sean fermandosi in attesa che Karl continuasse…

“…più di un’ora e mezza…”

Cosa? Ma che accidenti di strada hai preso?” esclamò l’interprete di Sam afferrando la cartina.

“C’era senso unico, non potevo prendere la scorciatoia di prima…”

Ma certo che potevi…dovevi solo svoltare a destra prima di…”

Mentre i due guidatori dibattevano sul tragitto, alla radio iniziò una nuova canzone, e tra un’affermazione e l’altra dei due amici, Viggo iniziò a concentrarsi sulle parole…

 

I have dreamt of a place for you and I
No one knows who we are there.
All I want is to give my life only to you.
I've dreamt so long I cannot dream anymore
Let's run away, I'll take you there.

 

…sorrise, guardando fuori dal finestrino gli alberi che sfrecciavano…perché pensava a quelle cose impossibili? Sicuramente era la birra bevuta che lo portava a simili ragionamenti, eppure quei versi…

 

We're leaving here tonight

There's no need to tell anyone
They'd only hold us down
So by the morning light
We'll be half way to anywhere
Where love is more than just your name

 

perché si sentiva in quel modo? Perché avrebbe voluto che quei momenti appena vissuti si ripetessero all’infinito?

Ad un tratto udì la voce di Sean, più alta di poco prima, esclamare un:

“Rallenta! C’è un…”

…la macchina sobbalzò, sbattendo i passeggeri semiaddormentati da una parte all’altra, tra vari lamenti…

“…dosso…” finì poi, lanciando un’occhiata a Karl “…ma non l’hai visto?”

E allora? Prima non c’era!”

E certo che non c’era! Non abbiamo fatto questa strada!”

Cazzo…tanto valeva che guidassi io!” mugugnò Dom, voltandosi verso il finestrino, richiudendo di nuovo gli occhi “…se sto male è colpa tua!”

Viggo sentì sul fianco il peso del giovane vicino a lui e presto si ritrovò con la testa di Orlando appoggiata sulla spalla, i capelli spettinati contro la guancia, e l’unica cosa che poté fare fu passargli una braccio dietro la schiena e farlo sdraiare in modo che poggiasse la testa sulle sue gambe…sentì un debole sospiro ma poi il respiro del giovane tornò regolare come nel sonno…restò a guardarlo per qualche momento mentre la canzone continuava a ripetere quelle frasi…

 

Forget this life
Come with me
Don't look back you're safe now
Unlock your heart
Drop your guard
No one's left to stop you now.

 

…istintivamente alzò una mano e spostò una ciocca di capelli castani che gli era ricaduta sul viso, nel farlo gli sfiorò la tempia e la guancia con le dita e gli sembrò di scorgere un debole sorriso sulle sue labbra…lo fissò a lungo mentre nella sua mente si ripetevano quei versi, e con la mano iniziò ad accarezzargli dolcemente i capelli, sorridendo quando notò la sabbia tra di essi…perché gli sembrava così naturale quello che avevano fatto? Come qualcosa di inevitabile…qualcosa che in ogni caso sarebbe comunque successo…rialzò lo sguardo, tornando ad osservare il panorama fuori dal finestrino…era inutile…inutile cercare una spiegazione quella sera…doveva solo aspettare di tornare completamente lucido, ed allora…forse…le risposte sarebbero arrivate da sole…

Orlando riaprì stancamente gli occhi quando non sentì più quei tocchi leggeri sul volto…era in uno stato di dormiveglia ma li aveva percepiti, come avvertiva il calore di quel corpo sotto al suo…quasi impercettibilmente girò la testa, spostandosi all’indietro per guardare in alto, e vide il viso di Viggo nella penombra, gli occhi azzurri che si muovevano rapidamente per seguire il paesaggio che sfrecciava accanto a loro…restò qualche istante a guardarlo come se non lo facesse da mesi, poi, lentamente, alzò una mano fino ad arrivare a sfiorargli il mento, passando la punta delle dita sulla barba che lo ricopriva.

Subito l’uomo abbassò lo sguardo su di lui e notò il sorriso sulle sue labbra…aggrottò le sopracciglia come a chiedere se per caso qualcosa non andasse bene ma per risposta sentì le dita di Orlando tra i capelli…la mano si fermò dietro la sua testa e iniziò a tirarlo debolmente verso il basso…non fece resistenza e vide le labbra del giovane muoversi, sussurrando in silenzio…

“Baciami…”

Viggo sentì il proprio cuore iniziare nuovamente a battere con forza, ma sorrise, chinandosi su di lui fino a dove poteva, fece scivolare la mano sotto la testa del compagno, per tirarlo contemporaneamente verso di sé…sapeva che se qualcuno dei ragazzi si fosse per caso voltato, li avrebbe scoperti ma non gli importava…voleva solo raggiungere quelle labbra…e quando ci riuscì, le sfiorò dolcemente con le proprie ma subito sentì la lingua di Orlando insinuarsi nella sua bocca, così sia allontanò sorridendo e udì un debole lamento, prima di essere tirato con decisione verso il basso…

“…ti voglio…” sussurrò debolmente il giovane prima di posare con ardore le labbra su quelle dell’uomo. Viggo questa volta rispose, ma dopo soli pochi secondi si ritrovò a dover abbandonare quel piacevole passatempo per afferrare di scatto il sedile davanti a sé ed evitare di finire scaraventato in avanti dalla brusca frenata…

Ma che…” esclamarono quasi in coro Billy, Elijah e Dom, rimettendosi completamente seduti con gli occhi sbarrati per lo spavento.

Ma sei pazzo?” disse Sean guardando perplesso l’amico che guidava “Ti sembra il modo?”

“Beh…almeno si sono svegliati no?” rispose Karl divertito “Scendere forza! Siamo arrivati!”

Tutta la compagnia scese barcollando dalla macchina lanciando imprecazioni più o meno gentili a causa della sbronza e del sonno…

“La prossima volta che decidi di guidare…fammelo sapere e vedrò di non bere e prendere il tuo posto!” mormorò Viggo all’interprete di Éomer, mentre gli passava accanto.

Karl si mise a ridere, lanciando poi un’occhiata ai ragazzi che a stento si reggevano in piedi…

“Ce la faranno?”

“Tu cosa credi?” ribatté Sean incrociando le braccia sul petto.

“Io credo di no…ma così imparano ad esagerare…”

I due amici si guardarono, ma poi, sospirando, esclamarono

“Avanti! Vi aiutiamo a raggiungere le stanze…forza!”

Sean si incamminò con Billy, mentre invece Karl seguiva lentamente Dom ed Elijah che si sostenevano a vicenda, barcollando da una parte all’altra e continuando a ridere…

“A domani!” disse Viggo, sorridendo quando gli altri alzarono stancamente una mano in segno di saluto…si passò una mano sulla fronte, massaggiandola per qualche istante, poi si voltò e scosse la testa divertito, quando vide che Orlando si era chinato a pancia in giù sul cofano di un’automobile, con le braccia piegate sotto la testa e gli occhi chiusi…gli si avvicinò lentamente, fermandosi dietro di lui…

“Non dovresti metterti in queste posizioni davanti ad un uomo ubriaco…” gli sussurrò chinandosi sopra di lui e facendo scivolare le mani sotto al suo petto per farlo rialzare.

Orlando scoppiò a ridere, lasciandosi trasportare e si ritrovò tra le braccia di Viggo, con la schiena premuta contro il suo petto, come tutto il resto del suo corpo, e la testa reclinata all’indietro sulla sua spalla…

Ma se sei tu…non ho niente da temere…” mormorò continuando a sorridere.

“Mmm…ne sei così sicuro?” gli bisbigliò l’uomo all’orecchio…sentì il giovane sospirare ma appena si accorse che il proprio corpo stava reagendo rapidamente a quella situazione, non gli permise di rispondere “Ti porto al tuo appartamento…andiamo…devi dormire…”

Si incamminarono lentamente, ancora uno abbracciato all’altro, fino a  quando raggiunsero la porta d’entrata. Con molta fatica, Orlando riuscì a recuperare le chiavi, e quando finalmente riuscì ad entrare, si trascinò da solo fino al letto, lasciandosi ricadere di schiena a peso morto sul materasso.

Viggo lo seguì per assicurarsi che, nonostante tutto, stesse bene…fece qualche passo, accostando la porta, e notò che sul tavolo e sul divano erano sparsi carte e sacchetti di dolci e patatine vuoti e semivuoti, insieme a lattine di coca, alcune ancora chiuse…

“Domani ti conviene dare una sistemata!” disse, avvicinandosi al letto dove giaceva l’amico “Anche se non è peggiore della situazione nella stanza di Elijah…” si fermò accanto al materasso, abbassando lo sguardo, e quando vide che il giovane aveva già gli occhi chiusi, si chinò su di lui, dandogli un bacio sulla fronte “…buonanotte…” ma appena fece per rialzarsi, sentì i pugni di Orlando chiudersi sui suoi abiti e tirarlo con forza sul letto…e in pochi secondi si ritrovò disteso con il giovane sopra di lui…

“Resta…” gli mormorò Orlando prima di baciarlo con ardore, come non era riuscito a fare poco prima in macchina “…se vuoi…resta qui…”

“…io voglio restare…” sussurrò Viggo stringendolo a sé “…ed è proprio per questo che devo andare…”

“Non voglio passare un’altra notte da solo…non quando so che anche tu…”

L’uomo però gli impedì di continuare, tirandolo a sé e posando le labbra sulle sue…con un rapido movimento invertì le posizioni, finendo sopra al corpo caldo del compagno…

“Non è giusto…per nessuno dei due…lo sai…” sentì le sue mani lungo la schiena e poi davanti, scivolare sotto la camicia e sul petto nudo “…dio quanto ti voglio…” scese con le labbra sul suo collo, iniziando a succhiare ogni punto che riusciva a raggiungere ma appena sentì che Orlando stava muovendo il bacino contro il suo, si fermò, sospirando contro la sua spalla “…Orlando…”

Vig…” gemette il giovane respirando velocemente “…vattene…va via adesso…o non riuscirò più a fermarmi…”

Viggo annuì, rialzandosi rapidamente anche se il suo corpo sembrava essere calamitato a quello del compagno, e con fatica si rimise in piedi, guardò ancora una volta Orlando, incrociando il suo sguardo, e sentì un brivido incandescente scendere lungo la schiena fino al ventre…ed allora si voltò, raggiungendo velocemente la porta…strinse la mano sulla maniglia, mormorando

“Buonanotte” prima di uscire e richiuderla alle spalle…l’aria della sera investì il suo viso come un fresco velo sulla pelle bollente e restò qualche momento immobile, prima di dirigersi verso il proprio appartamento.

Orlando chiuse gli occhi, stringendo le labbra come per controllare qualcosa più forte di lui, di scatto si voltò a pancia in giù sul materasso, nascondendo il volto tra i cuscini e chiudendo con forza i pugni.

 

                                               *********************

 

“È da quella sera che non ti comporti più con me nello stesso modo…” mormorò Orlando fissandolo “…a volte cerchi di evitarmi…e sembra che siamo diventati due estranei…”

Viggo sospirò, tornando a guardare il cielo, mentre i fulmini avevano iniziato a rischiararlo sempre più assiduamente…

“Mi dispiace…” iniziò, ma il giovane lo interruppe di scatto…

“Ti dispiace…? Oh adesso non venirmi a dire che…”

“Mi dispiace per quello che è successo quella notte…” proseguì l’uomo alzando la voce “…tu eri ubriaco e anche io non ero completamente lucido…la situazione ci è sfuggita di mano, avrei dovuto agire in modo diverso ma ho perso la testa, approfittando dello stato in cui eri e…”

“Ti prego Vig!” esclamò Orlando lasciandosi sfuggire una risata nervosa “Cazzo, non ero una ragazzina ubriaca che non sapeva ciò che faceva! Non mi hai preso con la forza!”

“Questo non cambia il fatto che non capivi quello che stava succedendo…”

“Oh dio…” bisbigliò il giovane facendo un passo davanti a sé con le mani sui fianchi, restò un attimo in silenzio, alzando lo sguardo verso il cielo, poi con un sospiro, continuò “…io non ero ubriaco…prima di uscire ho divorato tutto quello che c’era in casa perché ero…terribilmente nervoso e non riuscivo a smettere di pensare a te e a quello che stava per accadere nella vasca quel pomeriggio…”

A quelle parole Viggo voltò la testa verso di lui, aggrottando le sopracciglia.

“…a cena ho mangiato solo quell’insalata perché non avevo più fame ma le birre e il vino che ho bevuto non mi hanno fatto perdere la ragione come credi…sì, certo…non ero nel pieno delle mie forze ed ero anche stanco per le riprese, ma capivo perfettamente quello che stava succedendo…da quando ci siamo baciati nell’acqua a…tutto quello che accaduto dopo…” vide lo sguardo stupito dell’amico e continuò “…io avevo…paura di quello che provavo e di quello che volevo…e per questo mi sono comportato come se fossi stato ubriaco…stupidamente credevo che in questo modo avrei avuto una scusa se tu mi avessi rifiutato e invece…”

“Io non l’ho fatto…” finì Viggo chiudendo gli occhi qualche istante “…io non ti ho rifiutato…anzi…ti ho tirato verso di me e non ti ho più lasciato andare per tutta la sera”

E sapevo che tu non avevi bevuto così tanto da non avere il controllo di te stesso…e…allora mi sono sentito completamente in balia di quello che stava succedendo…significava che anche tu, in qualche modo ti sentivi attratto da me…

“Mi sento attratto da te da quando ti ho conosciuto…” mormorò l’uomo abbassando lo sguardo quasi imbarazzato “…il tuo carattere e il tuo modo di essere mi hanno totalmente stregato e da un giorno all’altro mi sono ritrovato a desiderare qualcosa di impossibile…” sospirò “..qualcosa che forse…in fondo…non era poi così improbabile, visti i risultati…”

Orlando sorrise, lanciandogli un’occhiata ma restando in silenzio, avvicinandosi di nuovo alla balaustra.

Lentamente però, la pioggia prevista iniziò a cadere, goccia dopo goccia, sul viso dei due compagni immobili sul balcone, aumentando sempre di più di intensità, fino a quando, in pochi minuti, si ritrovarono con gli abiti completamente inzuppati…ma ancora rimasero fermi, uno di fianco all’altro, come se quel suono incessante, interrotto dai tuoni sempre più potenti, li aiutasse a riflettere.

Ad un tratto, Viggo si voltò verso il giovane, guardandolo intensamente e sorridendo quando vide le gocce d’acqua che scendevano dal cappellino giallo che ancora portava…

“Sai perché ho cercato di allontanarmi da te?” mormorò appena incrociò i suoi occhi.

“Sì…perché quello che è successo tra noi non potrà mai continuare una volta lasciato questo posto…” rispose dopo un attimo Orlando “…tu dovrai tornare alla tua vita, a tuo figlio, ed io…a quello che mi proporrà il futuro…”

Anche…” sussurrò l’uomo accennando un sorriso “…ma soprattutto perché avevo paura di non riuscire a lasciarti andare quando sarebbe arrivato il momento”

E se io non volessi andarmene?”

“Tu dovrai farlo Orlando…dovrai andare avanti per la tua strada, continuare ad inseguire quel sogno che ti ha portato fin qui ed essere felice…e quando tra qualche anno ci ritroveremo tutti insieme, guarderemo indietro quello che abbiamo vissuto, ricordando con un sorriso questi momenti e questi giorni…”

Il giovane abbassò lo sguardo annuendo anche se dentro di sé sentiva un’angoscia tremenda, poi lo rialzò, guardandosi attorno per qualche istante, prima di sussurrare…

“Vorrei solo poter avere qualcosa di nostro da ricordare…qualcosa che sia…solo nostro…”

Viggo si voltò verso di lui, fissandolo con un sorriso sulle labbra…

“Mmm…stai iniziando a parlare come me…non va bene…” vide il giovane scoppiare a ridere, ed allora si avvicinò a lui, continuando a guardarlo negli occhi…quando pochi centimetri li dividevano, inclinò leggermente la testa ma sentì contro la fronte un ostacolo…alzò un istante gli occhi, poi con la mano girò all’indietro il cappellino giallo “…così va meglio…” e dolcemente posò le labbra sulle sue.

Orlando mise le mani sulle sue guance, per tenerlo stretto a sé, mentre quel bacio diventava più profondo…sapeva di stare tremando e sapeva anche che l’uomo l’aveva sentito, visto che lo aveva abbracciato con forza, accarezzandogli la schiena, ma non gli importava…come non gli portava della pioggia che cadeva su di loro con sempre più violenza, pioggia che si intrufolava tra le loro labbra, non appena si separavano per brevi attimi…quello era il loro momento da ricordare.

Presto però, Viggo iniziò a spostarsi, indietreggiando senza mai lasciare il corpo del giovane, fino a rientrare in casa e solo quando pochi passi li dividevano dal grande letto ricoperto da una morbida trapunta color del cielo, si fermò, mormorandogli…

“Guardati…sei tutto bagnato…come farai ad uscire con gli altri adesso?”

“E chi ha detto che voglio andare con gli altri?” ribatté Orlando sorridendo mentre faceva scivolare le mani tra di loro per slacciare i vestiti dell’uomo.

“Beh…credevo che ti stessero aspettando…non dovevate andare a divertirvi?” esclamò Viggo abbassando lo sguardo quando sentì le mani del compagno slacciargli i jeans.

“Saranno già al pub a quest’ora…ed io posso divertirmi anche in altri modi…”

“Orlando…” sussurrò l’uomo con una certa apprensione nella voce “…io non credo che dovremmo…”

“Shh…” lo interruppe subito il giovane “…voglio restare con te nel tuo letto per tutta la notte…non mi importa cosa accadrà o cosa…non accadrà…voglio che mi guardi e che mi parli in quel modo che mi ha fatto perdere la testa dal primo momento…e voglio sentire quelle emozioni e quelle sensazioni che solo tu riesci a trasmettermi…”

“Qualcos’altro Elfo egoista?” chiese Viggo sorridendogli, prima di iniziare a sua volta a spogliarlo.

“No…sporco Umano…credo che possa bastare…” gli sussurrò Orlando sfiorandogli le labbra con la lingua, prima di baciarlo di nuovo.

In pochi minuti si ritrovarono abbracciati, sotto la calda trapunta, le labbra ancora unite in lunghi ed intensi baci mentre i loro corpi si sfioravano, muovendosi l’uno contro l’altro alla ricerca di maggiore contatto…fuori, la pioggia continuava a cadere, bagnando il pavimento dove la portafinestra era stata lasciata aperta, ma ai due compagni non importava, non sentivano il freddo, immersi nel calore che si stavano trasmettendo.

Vig…” sospirò ad un tratto Orlando mentre l’uomo era sceso a baciargli il petto “…ricordi quella canzone…quando stavamo tornando in macchina…”

“Sì…ma mi stupisco di come tu te la possa ricordare…credevo stessi dormendo…”

“No…ero abbastanza sveglio per sentirla…comunque…parlava di un posto solo per due persone…dove nessuno conosce la tua identità e dove si può vivere…aprendo il proprio cuore e abbassando ogni difesa…”

“Scappiamo, ti porterò lì…dimentica questa vita, vieni con me, non guardarti indietro, sei al sicuro ora…” mormorò Viggo tornando a sfiorargli le labbra “…diceva qualcosa di simile se non sbaglio…”

Orlando annuì, sorridendo

“Credi che esista un posto simile?”

“A volte mi fai paura lo sai?” gli bisbigliò l’uomo sorridendogli a sua volta “Non è da te parlare così…comunque…nei sogni credo di sì…nei sogni può esistere ogni cosa…”

Anche noi due insieme?”

“Beh…credo proprio di sì…” rispose divertito Viggo, poi tornando serio, appoggiò la fronte alla sua “…e forse non solo nei sogni”            

 

                

                 ~ The End ~

 

P.S: La canzone è Anywhere degli Evanescence.

 

 

 

Oh Valar che ho scritto!! HI HI HI

È finita…respira Ene…respira…ci sei riuscita…

Ok…non fatemi del male…vi prego!! Immagino che vi aspettavate molto di più e che magari sarete rimaste deluse…o forse no…boh…comunque, quello che ho scritto è solo una mia personale interpretazione di come sarebbero potute andare le cose e,  sinceramente, non sono riuscita ad immaginarmi loro due che arrivavano fino in fondo…miii sono limitata gente!!! Hi hi!

Un bacione immenso alle mie Mellyn e alle ragazze della mailing list di Wicked Games! Wicked Power forever!!!

 

 

 

 

      

   
 
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