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Autore: Faust_Lee_Gahan    02/02/2011    8 recensioni
Il cervello di Sherlock non conosceva la parola “pausa”.
[Sherlock/John]
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: The Most Exhausting

Summary: Il cervello di Sherlock non conosceva la parola “pausa”.

Pairing: Sherlock/John

Rating: Giallo -.-

Words: 705

Disclaimers: Not mine. That's it.

Notes: Questa cosa è così Angst che sono preoccupata... O_ò Ma non sarà mai Angst quanto il seguito! LOL!

Ah, Grey's Anatomy rulez. E tant'è.





The Most Exhausting

So lie to me

But do it with sincerity

Make me listen

Just for a minute

Make me think

There's some truth in it”

  • Depeche Mode -



Il cervello di Sherlock non conosceva la parola “pausa”.

Nemmeno quello di Moriarty.

Quello di John invece sì, e anzi la stimava moltissimo, come parola e come professionista.

E rimbombava nella sua testa; un'eco fortissimo, che necessitava di essere ascoltata.

A causa della “faccenda esplosioni” erano entrambi molto nervosi. La tensione arrivava spesso a livelli tangibili e si finiva sempre con una porta sbattuta.

<< Non ce la faccio più! NON TI SOPPORTO PIU'! >>

John non ricordava bene perché avevano iniziato a litigare e lui a urlare. Doveva essere sicuramente un motivo stupido, al solito. Oppure la solita questione che a Sherlock non fregava nulla delle persone che salvava o che lasciava morire.

Prese il cappotto e si avviò alle scale.

<< Sì, bravo! Vattene! >> gli gridò dietro Sherlock mentre scendeva << UNO DI MENO A CUI DARE CONTO! >>

La porta del 221B sbatté violentemente.

Così fece la porta della cucina.

Sherlock prese la prima cosa che gli capitò tra le mani e la scaraventò a terra, così, per sfogarsi.

Dal rumore probabilmente era un piatto. Forse quello di John.

Si sedette e si mise le mani tra i capelli stringendoli e facendosi quasi male.

Era futile chiedersi dove sarebbe andato.

Da quella...

<< Vattene da quella puttana. >>

Strinse i pugni e gli occhi, nervoso.

Si alzò, facendo finire a terra anche la sedia. Cercò i suoi cerotti alla nicotina, creando confusione ovunque mettesse le mani. Li trovò, si piazzò sul divano e se li attaccò con nonchalance all'avambraccio.

Rimase sul divano per un po', tentando di pensare a qualsiasi cosa che non avesse capelli biondi e una laurea in medicina.

A proposito, a quest'ora avrebbe già dovuto prendere un taxi ed essere abbondantemente dalla piattola.

Questa cosa lo innervosì, se possibile, ancora di più.

Si alzò e uscì fuori al piccolo balcone, cercando con la sguardo una qualsiasi distrazione. Possibilmente che coinvolgesse un cadavere e un assassino.

Realizzò all'improvviso che c'era qualcosa che non avrebbe dovuto esserci. Qualcuno che avrebbe dovuto prendere un taxi almeno mezz'ora prima.

John teneva le mani nelle tasche del giubbotto, era poggiato alla porta del loro appartamento e fissava il vuoto con aria accigliata.

Sherlock non riuscì a spiegarsi il piccolo salto di gioia che fecero le sue viscere quando realizzò che era rimasto lì, che nella vignetta non c'era nessuna piattola.

Scese le scale e aprì la porta. John non si voltò.

<< John... >>

<< Non dire niente. >>

Senza guardarlo, tornò dentro, chiuse la porta e vi si appoggiò.

Due iridi azzurre lo trapassarono.

<< Sono esausto. >> disse << Mia sorella è estenuante. Moriarty è estenuante. Quello che sta succedendo è estenuante. E tu. Vivere con te è estenuante. Starti dietro è estenuante. Tu sei estenuante. >>

Sherlock abbassò lo sguardo per un momento, in colpa.

<< Ma odiarti è la cosa più estenuante. >> continuò << E non voglio più farlo. >> (1)

<< Temo che succederà, invece. >> mormorò lui

<< Allora mentimi. Dimmi che non succederà più. Dimmi che andrà tutto bene. >>

La voce del suo coinquilino era appena incrinata dalla disperazione.

<< Lo sai che non posso. >>

John sospirò. Si staccò dal muro e fece qualche passo in direzione delle scale, ma il braccio di Sherlock lo fermò.

<< Va bene. Odiami. Da qualche parte dovremmo pur cominciare. (2) >> disse << Sarebbe la tua indifferenza a uccidermi. >>

John tornò a guardarlo, dritto negli occhi.

Sorrise piano, e Sherlock vide il dorso della sua mano libera avvicinarsi lentamente al proprio viso. Trattenne ragionevolmente il respiro, perché il suo nobile cervello aveva deciso che era giusto così, che John non potesse mai imputarlo di un atto così normale come respirare.

Breathing is boring!

La mano di John lo stava quasi sfiorando, ma all'improvviso si fece serio, preoccupato, strinse le labbra e ritirò le dita, chiudendole in un pugno. Ebbe il potere di chiudergli lo stomaco.

Il dottore abbassò lo sguardo assieme alla mano e salì le scale – “scappò” era il termine esatto -, sfuggendo senza fatica alla sua presa.

Sherlock si passò le mani sugli occhi e si appoggiò al muro.

Sarebbe stato meglio se gli avesse dato davvero un pugno.






Notes, again:

Ciiiitazioni moment, ladies: (1) E' Meredith: “[piangendo] I'm just exhausted. My mother is exhausting. What happened to Christina. And you. Hating you is the most exahusting. [bacia Derek] I don't wanna do it anymore.” *___* just <3; (2) Da Over The Top, non ho mai visto il film ma ho beccato la frase e l'ho trovata piuttosto azzeccata :D

Le strofe d'introduzione sono da Lie to me dei Depeche Mode, vera colonna sonora della mia esistenza. <3

I Cranberries e gli Oasis fanno da soundtrack.

Ditemi che è IC. Pliz. ç.ç Mi sto logorando a causa del dubbio.


  
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