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Autore: Faust_Lee_Gahan    02/02/2011    6 recensioni
"Scosse la testa e si lasciò cadere sulla poltrona, sfinito.
- Cosa posso fare? -
Si rese perfettamente conto di aver chiesto un consiglio a Sherlock, che era esperto di tutto tranne in relazioni umane, di qualsiasi natura fossero."
[Sherlock/John]
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: A Good Advice

Summary: Scosse la testa e si lasciò cadere sulla poltrona, sfinito.

<< Cosa posso fare? >>

Si rese perfettamente conto di aver chiesto un consiglio a Sherlock, che era esperto di tutto tranne in relazioni umane, di qualsiasi natura fossero.

Pairing: Sherlock/John

Raiting: Verde

Words: 1111 (LOL)

Disclaimers: Presto proverò a rubare i diritti a quei due geni! Lo giuro!

Notes: Ispirazione dai Peanuts e da Grey's Anatomy. Al solito. E diamoci al fluff!






A Good Advice


Mia adorata,

come ti amo.

Le parole non possono dire quanto ti amo.

Quindi lasciamo stare.”

- Snoopy -




La settimana era una delle più pesanti che John ricordasse.

Aveva turni a lavoro praticamente sempre, i pazienti erano più suscettibili e rompicoglioni che mai – no, non doveva pensarlo! Giuramento di Ippocrate, giusto? - ed erano arrivate bollette più o meno per qualsiasi cosa.

Ma non era ancora alla ciliegina sulla torta.

A Sherlock era capitato un nuovo caso e lui giustamente non poteva essere coinvolto a causa dei turni di cui sopra.

<< Non ti preoccupare. E' una sciocchezza. Pure formalità e scartoffie. >>

Sciocchezza. Formalità. Scartoffie.

Però era una settimana che andava avanti e indietro da Scotland Yard!

Tra questo andirivieni e il suo, riuscivano a incontrarsi pochissimo. Giusto la mattina o la notte. Sherlock tornava quando lui già dormiva, o era lui a fare le nottate in ambulatorio.

Mentre il suo coinquilino passava le giornate con Lestrade!

Tutto ciò era tremendamente ingiusto.

Si era imposto di non pensarci tutta la settimana, ma niente da fare: quegli assurdi pensieri ritornavano nei momenti meno adatti. Come quello.

E Sarah scelse proprio quel momento per fare una chiacchierata sul loro rapporto.

<< Sarah, che cosa vuoi esattamente da me? >> aveva sbottato ad un certo punto, dopo chiacchiere senza senso che si erano tradotte in “Bla! Bla-bla. Blablablabla. Bla?”

Stava passando troppo tempo con Sherlock! Era per questo che le persone gli erano venute a tedio. Giusto?

<< Io vorrei che ti importasse qualcosa di me! >> rispose lei alzando sempre di più la voce << Tu fai finta che io ti piaccia, mosso da un bisogno irrazionale di essere il “bravo ragazzo”! Tento in tutti i modi di attirare la tua attenzione su di me, ma niente! Che cosa dovrei fare? Aspetta! Lo so! Dovrei cominciare a passare del tempo con qualche ispettore di Scotland Yard, perché a quanto pare è l'unica cosa che ti porti ad una rabbia cieca! Aspetta, però. Non funzionerebbe lo stesso perché IO NON SONO SHERLOCK HOLMES! >> (1)

Aveva letteralmente urlato le ultime parole, facendo voltare tutti i pazienti. Distolse lo sguardo imbarazzata. John, non trovando niente più da dire, prese la sua roba e uscì dall'edificio senza voltarsi indietro.


Tornato a casa, salì le scale e trovò il consulente investigativo seduto sulla sua poltrona già in pigiama. Da ciò John dedusse – sì, ogni tanto capitava anche a lui – che doveva aver concluso le indagini, arrestato i colpevoli, tanti saluti, addio, ciao!

Lo vide aprire la bocca per dire qualcosa, ma fu più veloce.

<< Sta' zitto! >> gli disse puntandogli il dito contro << Lo so che vorresti parlarmi del caso, come avevi promesso, e sono certo che è tutto molto interessante, ma adesso ho bisogno che tu taccia per un po' e stia ad ascoltare la mia noiosissima settimana! >>

Sherlock chiuse la bocca e annuì comprensivo.

<< Bene. >> asserì cominciando a camminare senza motivo per la stanza

<< Allora. Per prima cosa, non so se hai notato che sono arrivate le bollette, Sherlock. Tre bollette! Ma che dico! Ovvio che l'hai notato! Noti qualsiasi cosa, tu. >> aggiunse prima che lui potesse replicare

<< Ho avuto dei turni allucinanti in quel teatro dell'inferno che si ostinano a chiamare ambulatorio! E hai ragione: la gente è idiota! Non riesce neanche a prendere un analgesico correttamente senza che glielo spieghiamo noi! Non ci vuole mica una dannata laurea! >>

Sherlock lo guardava a metà fra l'interessato e il divertito, con l'aria di chi la sa lunga.

<< E per stare appresso a questi coglioni isterici non sono riuscito a seguire il tuo caso. Lo so che era stupido! >> disse limitandosi ad alzare una mano per evitare proteste << Ma avrei voluto esserci. Insomma, ci sono sempre! E' stato frustrante lasciarti solo con Lestrade. Cioè, a indagare! >> si corresse

Lanciò un'occhiata al suo coinquilino, e non gli piacque per niente il ghigno che gli era spuntato.

<< Ma, come tutti sappiamo, dulcis in fundo! >> continuò dopo aver ripreso fiato << Sarah mi ha costretto ad una “chiacchieratina” sul nostro rapporto ed è uscito fuori che io e lei non andiamo d'accordo a causa tua! >>

Sherlock alzò entrambe le sopracciglia.

<< Esatto! >> concordò il dottore << Completamente senza senso! Ha detto che sono sempre impegnato con te, che non la noto, e bla, bla, bla! Ah, e sarei anche geloso di te! Sempre più nel grottesco! >>

Scosse la testa e si lasciò cadere sulla poltrona, sfinito.

<< Cosa posso fare? >>

Si rese perfettamente conto di aver chiesto un consiglio a Sherlock, che era esperto di tutto tranne in relazioni umane, di qualsiasi natura fossero. Si aspettava dicesse qualcosa su quanto fosse noiosa quella conversazione e che partisse direttamente con l'elogiare l'incapacità di Scotland Yard in un brusio di parole troppo fitte per quel John così sfinito. Troppo fitte in generale, in realtà.

Non disse niente, invece. Non una parola, esattamente come aveva promesso. E John immaginò quale fatica dovesse essere per lui. Si alzò e raggiunse la cucina, dove la teiera aveva cominciato a fischiare.

John lo osservò mettere l'acqua nella tazza, l'infuso e lo zucchero.

Attonito, tentò di spiccicare qualche parola su quanto fosse assurdo il fatto che non l'avesse ancora investito con un ragionamento più che sensato, ma anzi gli si fosse inginocchiato davanti assaggiando il tea preparato per lui.

Fece un mezzo sorriso allontanando la tazza dalle sue labbra.

La mano che la teneva la porse a John e l'altra... L'altra arrivò inspiegabilmente dietro la sua nuca facendolo avvicinare tanto che avrebbe potuto baciarlo.

E fu esattamente quello che fece. Senza una parola.

Le labbra umide di tea facevano pressione sulle sue e, Cristo, per poco non gli cadeva la tazza dalle mani per la sorpresa.

In un nanosecondo nella testolina bionda e dall'intelligenza media di John si affollarono centinaia di domande e centinaia di risposte allo stesso tempo. Solo che non riusciva a collegarle in nessun modo.

Dio, avrebbe voluto aprire le labbra e lasciare che la lingua troppo utilizzata del suo amico lavorasse in mille altri sensi. Christ!

Sherlock però si allontanò – non di molto, staccò le sue labbra giusto di poco – e lo guardò negli occhi con un'espressione indecifrabile.

<< Ho letto da qualche parte che quando qualcuno è sconvolto in qualche modo, è salutare che beva qualcosa di caldo. >>

Si fece di nuovo più vicino, tanto che i loro nasi si sfiorarono.

<< Bevi il tuo tea. >> mormorò

Poggiò ancora una volta le labbra contro le sue, ma fu più rapido. Si alzò e tornò in cucina.

John sorrise, un sorriso idiota.

<< Questo mi sembra un buon consiglio. >> (2)





Notes, again:

Eeeeeccoci qua! Due one shot in un giorno! E che è successo?! XD

Mi sono ridata al fluff! Conteeenti?

[è sotto cioccolata, quindi è più di là che di qua]

Citazioni: (1) Addison, nel suo “I'm not Meredith Grey” speech. Un mito. (2) Piperita Patty :D Un altro mito.

Un ringraziamento a rosmy90 ormai mia beta ufficiale <3

Ho davanti il primo volume della raccolta sui Peanuts che stanno uscendo con Sorrisi... E dato che sono fonte inesauribile di ispirazione per me, mi è sembrato giusto avvisare. u.u

Baaaaaci <3



  
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