Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Sciarpata di verde    02/02/2011    3 recensioni
- Volete dirmi che voi siete un… demone?! –
- Esatto… ho bisogno del tuo aiuto –
- Come dovrei aiutarti? – chiesi tanto per sapere, ma già avevo in mente di non accettare.
- Io posso aiutarti a realizzare i tuoi sogni se tu mi aiuti. Più demoni creo, più anime acquisto, e più divento potente! –
- E tu mi vorresti far credere che grazie a te io diventerei ciò che voglio…? –
- Non te lo voglio far credere. È così! –
- Lo spero vivamente per te… -
- è un si? –
Annuii sperando di non star sbagliando, come avevo fatto fino a quel momento.
- Bene! La tua anima è mia! –
Genere: Dark, Generale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Proemio

Ecco come comincia la mia storia… con un giorno come tutti, per me.

Mi chiamo Diane e per una lunga e complicata storia, adesso mi ritrovo qui a danzare per elemosinare un po’ di soldi… ho messo la musica, ed io sto ballando anche col sorriso, aspettando che qualcuno mi lasci degli spiccioli.

Ormai era una giornata come le altre… mi ci ero abituata… la trovavo una cosa normale. Purtroppo, nel mio girovagare, non tenni conto dei posti in cui elemosinare era vietato. Avevo soltanto visto un piccolo quartiere in cui nessuno elemosinava o si esibiva, e così pensai di cominciare io. Magari avrei guadagnato di più, pensai. E così appoggiai il cappello rovinato per terra, accesi lo stereo e cominciai a danzare. La gente veniva numerosa e mi osservava volteggiare per la strada. Cominciai anche a guadagnare qualcosa, ma le cose presero una brutta piega quando vidi arrivare, con aria minacciosa, due poliziotti.

- signorina, qui è vietato elemosinare! Dobbiamo arrestarla. – dissero tra il garbato e il severo.

Io ovviamente mi dimenai, non volevo finire in prigione anche per una notte sola!

Proprio mentre stavo per rassegnarmi arrivò un gentil’uomo alto, slanciato e vestito elegantemente.

- oh! Signori! Meno male che l’avete trovata! La stavo cercando dappertutto! Figliola, perché sei scappata?! – domandò con tono preoccupato.

Non conoscevo affatto quell’uomo, eppure mi stava salvando dall’essere arrestata. Un gesto al quanto carino per essere uno snob.

- ehm… signore, questa è sua figlia? – chiese il poliziotto confuso.

- ma certo! È un mese che la cerco in lungo e in largo! E finalmente voi l’avete ritrovata! –

- è vero? – chiese conferma l’altro poliziotto.

- ehm… si! Certo… lui è mio padre… sono scappata di casa sperando di sopravvivere chiedendo l’elemosina -

Ero piccola di statura e la mia carta d’identità poteva confermare che io avevo 16 anni, e che quindi lui poteva benissimo essere mio padre.

La mia carta d’identità non indicava quali fossero i miei veri genitori, ma quando videro quella del signore, improvvisamente non ebbero più dubbi su chi lo era.

- va bene, va bene… potete andare! – confermarono gli agenti.

 

Lui mi trascinò fino ad un vicolo cieco. Poi si fermò a guardarmi.

- chi siete voi realmente? – domandai velocemente.

- oh, perdonate le mie poche buone maniere… io sono Spirit e voi siete Diane, lo so… -

- come fate a saperlo? –

- io so tutto di tutti… -

- non è possibile, probabilmente avrete visto la mia carta d’identità mentre la mostravo ai poliziotti… vero? –

- affatto! – si offese – non sono così meschino! –

- e poi come avete fatto a convincere gli agenti che voi eravate mio padre?! –

- magia! – rispose semplicemente mostrandomi la sua carta d’identità che col passaggio di una mano cambiava parole.

- incredibile! – all’inizio ero davvero sorpresa – che trucco state usando? –

- nessun trucco, mia cara… -

- volete dirmi che voi siete un… - stavo per dire una parola maledetta, che il solo pensarla mi spaventava. Non dicevo quella parola a caso: ultimamente si sentiva spesso in giro e dai telegiornali che vedevo passando davanti alle case, che questi esseri magici, più comunemente chiamati “demoni”, si aggiravano per le vie della mia città e di quelle a noi vicine. Non volevo averci niente a che fare con loro, e ogni notte che passavo al freddo, non pregavo che qualcuno mi trovassi, bensì pregavo affinché quel qualcuno, chiunque esso sia stato, non fosse mai un demone. Purtroppo non ebbi molta fortuna e quel giorno, uno come tanti per me, mi ritrovai tra le grinfie di un demone.

- … demone?! – quasi non si sentì la parola che sussurrai, ma stranamente lui la percepì bene.

- esatto… - mi sorrise facendo diventare i suoi bei occhi azzurri, rossi come il sangue.

- stammi lontano demonio! – feci per andarmene, ma lui mi fermò solo con la sua voce.

- ti ho appena salvata dalla prigione… è questa la tua gratitudine? –

- capirai la prigione… mi avrebbero fatta rimanere li per una notte al massimo –

- sbagliato… evidentemente non sei mai stata in questo quartiere. La punizione per chi elemosina o per chi si esibisce per strada è molto più dura di “una notte in prigione” –

- e sarebbe? –

- oh, meglio che tu non lo sappia… -

Mi insospettii un po’. Cosa voleva lui da me? Che gli avevo fatto? Perché mi aveva salvata?

- ma non è solo per questo che ti ho tolto dai guai. –

- ah si? – mi girai verso di lui indietreggiando leggermente per paura.

- si… ho bisogno del tuo aiuto. –

- come dovrei aiutarti? – chiesi tanto per sapere, ma già avevo in mente di non accettare.

- ecco, vedi, io ti conosco, o meglio, conosco il tuo passato, le tue sofferenze, il perché sei qui a chiedere elemosina danzando, le rovine che hai dovuto affrontare fin da piccolina… se non erro, tua madre è morta quando avevi 6 anni, giusto? –

Quando rivelò quel segreto che non avevo mai detto a nessuno mi si bloccò il battito cardiaco per più di un secondo. Ero sorpresa, troppo direi. Non mi piaceva quell’uomo dai capelli lunghi e neri.

- come sospettavo, avevo ragione… i tuoi genitori sono morti entrambi, tua madre per una malattia, tuo padre, quando avevi 14 anni, per un incidente stradale, e da allora eviti l’orfanotrofio girovagando e chiedendo elemosina. –

- si, è vero… non so come tu possa sapere queste cose, ma hai ragione… perché mi dici queste cose? A cosa vuoi arrivare? – strinsi i pugni quasi arrabbiata.

- beh… non hai nessuno con cui stare. Io posso aiutarti a realizzare i tuoi sogni se tu mi aiuti con la mia missione… -

- dipende dalla missione – lo guardai storto.

- mi serve un demone, che non sia più potente di me, ma semplicemente che mi aiuti a catturare le anime e a creare nuovi demoni. –

- a che pro tutto questo? –

- più demoni creo, più anime acquisto, e più divento potente! –

- NO! – urlai sdegnata da ciò che mi stava chiedendo – mai! –

- so qual è il tuo sogno – mi rifermò mentre stavo per andare via – tu vorresti diventare una famosa ballerina che gira per il mondo diffondendo la propria fama, sto sbagliando per caso? – ghignò nuovamente.

- e tu mi vorresti far credere che grazie a te io diventerei ciò che voglio…? - mi irrigidii. Volevo a tutti i costi diventare una famosa ballerina, ma andando avanti così non ci sarei mai arrivata… e cominciai a pensare che forse la sua proposta non era del tutto malvagia.

- non te lo voglio far credere. È così! –

- lo spero vivamente per te… -

- è un si? –

Annuii sperando di non star sbagliando, come avevo fatto fino a quel momento.

- ma prima voglio sapere perché non mi hai direttamente trasformata in demone piuttosto che chiedermelo gentilmente… -

- per prima cosa, sono un gentil’uomo, è mio dovere chiedere, secondo, perché se l’anima non è d’accordo ad essere un demone, io non posso trasformarla e di conseguenza non sarà mai mia –

Rimasi in silenzio.

- bene! La tua anima è mia! – rise e mi soffiò in faccia una polvere strana che mi fece quasi perdere i sensi. Anzi, stavo proprio svenendo. Poi il buio.

 

Ecco come comincia la mia storia.

 

 

 

Ed ecco la fine del capitolo! Spero vi abbia incuriosito un pochettino. Continuate a seguirmi! Ci tengo! Al prossimo capitolo! E ci tengo a precisare che mi fanno piacere recensioni di tutti i generi! :D Adios Laura.

   
 
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