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Autore: RondineSapientina    03/02/2011    5 recensioni
"Al cuor non si comanda, sai Remus?"
"Sì, l'ho sentito dire; ma dubito fortemente che il tuo si lascerebbe sopraffare dalla ragione!"
"E il tuo"
, ribattè lei stizzita,"l'hai nascosto su un'isola deserta anni fa e hai buttato via la chiave del forziere, in cui si trova, perchè nessuno, nemmeno tu, potesse arrivarci!"
Ecco a voi una fanfiction su Lupin e Tonks e su cosa potrebbe essere successo tra i due, durante il quinto libro! Spero vi piaccia!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Capitolo 1

Un nuovo giorno



-Dichiarare nome dell’agente
 
-Agente Tonks
 
-Nome non valido. Dichiarare nome completo
 
-Uffa…Agente Ninfadora Tonks
 
-Benvenuta al Ministero della Magia, agente Tonks
 
-Sì, sì come vuoi tu! Ora muoviti, perché se faccio tardi Moody mi trasfigura nel cestino della carta!
 
 La base della cabina telefonica cominciò improvvisamente a scendere e dopo poco la strada, i palazzi e le persone scomparvero dalla visuale della ragazza, fino a che dal basso non iniziò a diventare visibile l’entrata dell’edificio sotterraneo. Quando l’ascensore si fermò e la porta si fu aperta, Tonks inspirò profondamente, prima di immergersi nella folla che confluiva verso il centro del Ministero. Mentre camminava tra tutti quei maghi e quelle streghe, sentiva su di sé molti sguardi, che la osservavano incuriositi. Era consapevole che ciò era dovuto al suo aspetto, soprattutto ai suoi capelli fucsia, che cambiavano colore a seconda del suo umore, al suo abbigliamento stravagante e al fatto che fosse una degli Auror più giovani del Ministero. Sapeva di essere diversa, ma non le importava. Era fiera di essere chi era, di essere se stessa. Raggiunse giusto in tempo l’ascensore, prima che le porte si chiudessero. Quando entrò, altre persone all’interno le fecero spazio. Nessuno la salutò, né le face un qualche cenno, ma non se ne meravigliò. Era un periodo difficile e turbolento per il mondo magico. Harry Potter aveva assistito al assassinio di Cedric Diggory, da parte di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato. Nessuno credeva alle parole di quel ragazzino dagli occhiali tondi e dai capelli arruffati. Lei, invece, sapeva che Harry stava dicendo la verità. In qualche modo si aspettava una cosa del genere, che il Signore Oscuro potesse tornare un giorno. Per questo motivo aveva scelto di diventare un Auror, per combattere il male, i “cattivi”, per essere pronta per qualsiasi evenienza. All’improvviso una voce metallica annunciò
 
-Quarto livello. Ufficio Auror
 
Era il suo piano. Aspettò che l’ascensore si arrestasse per uscire; ma per la foga andò a sbattere contro qualcuno. Tonks sentì solo un tonfo molto forte e dopo qualche secondo una fitta acuta al sedere. Aveva già aperto bocca per maledire l’individuo, contro cui aveva sbattuto, ma non ne uscì nemmeno una parola. Si era incantata a guardare l’uomo che, sorridendo, le stava tendendo la mano per rialzarsi.
 
-Tutto bene?
 
Ma Tonks non rispose. Era attratta dagli occhi color ambra dell’uomo. Non ne aveva mai visti di così…così…”…intensi!”. Sarebbe stata capace di scrutarli per ore, senza mai stancarsi. Poi il suo sguardo passò sui capelli. Erano castano chiari, ma con qualche striatura grigia, che compariva di tanto in tanto.  Si accorse dei graffi che aveva sul volto; alcuni erano ancora arrossati, altri, invece, erano già delle cicatrici. Nonostante ciò aveva un aspetto molto innocuo e gentile.
-Mi dispiace molto…non ti ho vista uscire dall’ascensore…spero non ti sia fatta male!
 
-No…sono solo un po’ ammaccata!
 
-Permettimi di aiutarti…
 
 e, prima che potesse dire o fare qualcosa, Tonks fu rimessa in piedi con una grazia che non avrebbe mai immaginato. Quando si trovò di fronte a lui, notò che appeso al taschino della giacca c’era un cartellino e strizzando un po’ gli occhi potè leggere cosa c’era scritto sopra “Remus John Lupin: Visitatore”.
 
-Grazie Remus…
 
-Figurati…Ninfadora…
 
Sul volto della ragazza si disegnò un’espressione di stupore. “Come fa a conoscere il mio nome?”. Allora abbassò lo sguardo sul proprio petto, alla ricerca di un qualche ipotetico cartellino, che probabilmente non sapeva di avere; ma lui la precedette
 
-No, non hai un cartellino con il nome! E no, non sono un ninfomane che ti spia!
 
-E allora come sai il mio nome?
 
 Lui ridacchiò un po’ e disse
 
-Moody mi parla molto di te e di come…
 
Ma non fece in tempo a concludere la frase, che lei lo anticipò
 
-…di come non avrebbe mai scommesso nemmeno un galeone su di me, ma alla fine si è dovuto ricredere?
 
Era abituata a recitare quella parte con il suo capo. Quando doveva rimproverarla, attaccava dicendo che non avrebbe mai scommesso sulle sue doti di Auror, ma col tempo ha dovuto cambiare idea. Tonks sapeva di essere una dei migliori lì dentro, solo che a differenza di altri non le piaceva sbandierarlo ai quattro venti. Remus le sorrise di nuovo
 
-Esatto. Devi essere proprio in gamba per andare a genio ad uno come Alastor!
 
La ragazza fece un gesto di noncuranza con la mano, come per colpire l’aria, e rispose
 
-Faccio quello che posso! E comunque- lo ammonì lei -…non chiamarmi MAI più Ninfadora! Non mi piace! Chiamami Tonks!
 
Lui annuì, sempre con quel suo sorriso bonario, che già le piaceva tanto
 
-Ti prometto che d’ora in poi non sbaglierò più! Ora scusami ma devo proprio andare e credo che anche tu sia in ritardo!
 
-Oh, cavolo!
 
Tonks guardò allarmata l’orologio
 
-Malocchio mi ucciderà!
 
-Spero di no! Sarebbe un peccato perdere un Auror del tuo calibro di questi tempi! Allora…buona giornata!
 
-Sì…certo…allora ciao anche a te!
 
Lo guardò entrare nell’ascensore e sparire poi verso l’alto. Non avrebbe mai creduto di poter incontrare qualcuno come quel tipo; era così gentile, buono, simpatico. “Dovrebbero esistere più uomini così…”.All’improvviso si ricordò che stava facendo tardi, così cominciò a camminare lungo il corridoio per raggiungere l’ufficio del suo capo. Quando si trovò davanti alla porta con scritto su “Ufficio di Alastor Moody”, alzò il pugno per bussare; ma una voce roca le urlò dall’altra parte
 
-Sei in ritardo, ragazzina!
 
Tonks rise. Si era dimenticata che Moody poteva vedere attraverso le cose grazie al suo occhio magico. Per questo motivo, infatti, si era guadagnato il soprannome di Malocchio Moody. Allora la ragazza aprì la porta, ma improvvisamente qualcosa la colpì sul braccio
 
-Ahia! Moody non mi picchiare col bastone!
 
-Sei in ritardo!
 
-…di cinque minuti!
 
-Comunque sei in ritardo!
 
Il suo capo le stava di fronte con il suo solito sguardo accigliato. I modi dell’Auror non erano un granché, anzi erano pessimi molte volte; ma lei lo ammirava lo stesso. Lo considerava un mito, una leggenda vivente, il miglior Auror che avesse mai conosciuto. Dopo poco Malocchio le ordinò
 
-Siediti Ninfadora, devo parlarti!
 
Lei, mentre si gettava sulla sedia lì vicino con la sua solita poca grazia, disse
 
-Alastor quante volte ti ho detto che devi chiamarmi Tonks?! E poi perché vai a raccontare di me agli altri?
 
-A cosa ti riferisci?
 
-A chi, semmai! A un certo Remus John Lupin, contro cui sono andata a sbattere!
 
-Lo avrei dovuto mettere in guardia dalla tua goffaggine!
 
Era vero. Si poteva dire che Tonks era tutto, tranne che aggraziata e femminile. Dopo poco Moody le chiese
 
-Hai ricevuto il mio gufo stamattina?
 
La ragazza, senza nemmeno aspettare il permesso, si gettò sulla sedia di fronte alla scrivania e appoggiandosi sopra di questa con i gomiti, rispose sbuffando
 
-Sì…ed ero nel bel mezzo di un sogno bellissimo…bè cosa c’era di così urgente?
 
Lui prima di rispondere, fece, zoppicando, il giro intorno al tavolo e si sedette sulla sedia di fronte a lei. Rimase qualche secondo in silenzio per soppesare le parole da utilizzare. Alla fine le chiese quasi a brucia pelo
 
-Voglio che entri a far parte dell’Ordine della Fenice…
 
Se avessero potuto esserci dei grilli nella sua testa, Tonks era sicura che in quel momento li avrebbe sentiti. Passo un po’ di tempo prima di una sua qualche reazione. All’improvviso scoppiò in una sonora risata
 
-Oh, Malocchio! Smettila di scherzare! Mica sono così scema!
 
Ma l’Auror di tutta risposta si limitò ad alzare un sopracciglio e a rimanere in silenzio. Ninfadora, capendo finalmente la serietà della situazione, si aggrappò con entrambe le mani alla scrivania e disse meravigliata
 
-Oddio! Allora fai sul serio! Io…io…certo, mi piacerebbe moltissimo!
 
Moody sorrise soddisfatto
 
-Bene…sei una tosta e ci servono tipi come te! Allora accetti? Sappi che non dovrai dirlo a nessuno, nemmeno ai tuoi genitori e il Ministero, se sospetta della minima cosa, potrebbe sbatterti ad Azkaban a vita! Sei pronta a rischiare tutto per Silente, per Harry Potter…per il mondo magico?
 
Tonks non ci dovette pensare su
 
-Sì, sì accetto! Non me lo faccio ripetere due volte!
 
-Bene…perché  stasera c’è una riunione e vogliamo che anche tu partecipi!
 
-Quando dici “vogliamo”…a chi ti riferisci esattamente?
 
-Lo scoprirai stasera…passo a prenderti alle sette…ora vai! Che ho degli affari da sbrigare!
 
Tonks uscì dall’ufficio del suo capo ancora in tralice. Lei…un membro dell’Ordine della Fenice. Sentiva l’entusiasmo scorrerle nelle vene e l’unico pensiero, che il suo cervello fu capace di formulare, fu “Adoro boicottare il sistema!”.


Devo essere sincera ho avuto qualche difficoltà a pubblicarla, perchè non sapevo che non si potevano usare le vigolette! Spero che vi piaccia!
  
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