Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Mary_    05/02/2011    6 recensioni
-Va bene, voi perché siete dentro?-
La frase ricordava ironicamente una riunione di carcerati.
"Il liceo sperimentale Michelangelo era diviso in quattro indirizzi: artistico; musicale; lingue e recitazione; sportivo. Al terzo piano, ultima porta a sinistra, stava l’aula del Doposcuola Punitivo."
"-Non te ne sei accorta? Qui sono tutti troppo perfetti e diligenti per farsi mettere in castigo. Mirano tutti troppo in alto. E poi ci siamo noi. Se ci pensi non abbiamo fatto niente di esagerato, semplicemente siamo usciti un po’ dagli schemi. Siamo diversi. Noi siamo come dei fuorilegge.-"
"-Non sono una professoressa, non faccio ripetizioni né corsi di recupero. Ma d’ora in poi potete scordarvi l’idea di non fare niente qui con me.-"
Tutti gli studenti del liceo sperimentale Michelangelo andranno a vedere l'opera teatrale inscenata dai ragazzi del Doposcuola Punitivo, senza pensare a cosa potrebbe esserci stato realmente dietro le quinte...
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

 

 

 

Un quarto alle due.

Irina si chiese cosa avrebbe fatto in un’altra situazione a un quarto alle due.

Probabilmente avrebbe appena finito di mangiare. Con la pancia piena sarebbe andata a chiudersi in camera sua per poi stravaccarsi sul letto e ignorare la valanga di compiti per il giorno dopo.

Quel giorno no.

E nemmeno i giorni a venire.

Quel giorno lei a un quarto alle due si trovava davanti all’ultima porta a sinistra del terzo piano del liceo sperimentale Michelangelo, pronta a scontare la sua pena.

E lo stesso sarebbe stato nei molti altri giorni a venire.

Con un sospiro si sistemò l’enorme felpa blu che indossava e impugnò la maniglia.

Via il dente, via il dolore…

Diede un’ultima occhiata alla targhetta sulla porta.

Doposcuola Punitivo.

Quelle parole continuavano a farsi beffe di lei.

Distogliendo lo sguardo dalle lettere, che sembravano diventare man mano più grandi, entrò.

Si accorse solo dopo qualche secondo che aveva gli occhi chiusi e che una ragazza con i lunghi capelli castani legati in una coda la fissava sorpresa.

Lo sguardo perplesso della ragazza si incupì quando Irina la salutò, mentre lei ringraziava il cielo che nessun altro avesse notato la sua entrata in scena.

Doveva essere ancora arrabbiata con lei.

Comprensibile visto che si trovava in quella situazione solo per colpa sua.

Nessun insegnante era ancora entrato, eppure c’era un silenzio quasi inquietante nell’aula che aleggiava tra i pochi ragazzi presenti.

Irina si sedette sull’ultimo banco rimasto e prese parte al mutismo generale, fissando le pareti gialle, paradossalmente calde e accoglienti.

Il ragazzo biondo davanti a lei si guardò intorno e, dopo aver realizzato che non sarebbe più arrivato nessuno, emise il primo suono umano del pomeriggio.

-Va bene, voi perché siete dentro?-

La frase ricordava ironicamente una riunione di carcerati.

Il biondo si girò verso di lei.

-Tu, Testa a Cespuglio?-

Irina inarcò un sopracciglio irritata.

-Scusami?-

Lui fissò i suoi capelli ricci e ribelli a mò di spiegazione.

-Questa “Testa a Cespuglio” ha un nome, decisamente più bello di quello che le hai affibiato tu!-

-Sarebbe?-

-E chi ti dice che te lo voglia dire?-

-Si chiama Irina Rainieri.-

La diretta interessata fulminò la ragazza alla sua sinistra e sbuffando si avvicinò alla finestra che dava sul cortile.

-Lo vedi quello?-

Chiese al biondo indicandogli il muro della palestra.

Sulla superficie non più bianca qualcuno aveva realizzato un murales rappresentante una gigantesco sorriso sovrastato dalla scritta “smile”.

-La prof di educazione fisica mi ha beccato l’altra mattina mentre mettevo via le bombolette.-

Spiegò risedendosi al suo posto.

Il ragazzo annuì per poi fissare la compagna imbronciata alla sinistra di Testa a Cespuglio.

-Palo.-

Disse semplicemente lei.

In risposta all’espressione interrogativa che ricevette mugugnò indicando Irina.

-Ho fatto da palo. E prima che tu mi rifili soprannomi assurdi, mi chiamo Francesca. Molinari.-

Aggiunse in fretta.

Irina decise che era giunto il momento di scusarsi per la millesima volta con la sua migliore amica e guardò Francesca con occhi imploranti, ai quali lei rispose con un piccolo sorriso divertito.

Nel frattempo un ragazzo dai capelli castano chiaro rispondeva all’uomo delle domande.

-Hanno scoperto che avevo modificato i miei voti sulle cartelle del computer e sul sito della scuola.-

Dopo che l’ultima ragazza disse che era lì per “niente di speciale” calò il silenzio di prima.

Irina tirò fuori dalla zaino un bloc notes e iniziò a scarabocchiarci sopra.

-Devo dedurre che fai l’indirizzo artistico, Testa a Cespuglio?-

Gli occhi della ragazza si ridussero a due fessure.

-La vuoi piantare di chiamarmi così, biondino?-

-Mmm… non mi piace “biondino”.-

Disse lui con una smorfia.

-Beh, a me non piace “Testa a Cespuglio”!-

Sbottò Irina forse a voce troppo alta.

-Voglio silenzio in quest’aula.-

Esclamò alle loro spalle una voce più matura della loro.

Elena Costanzi era una donna sulla cinquantina convinta che senza la sua presenza di bidella la scuola sarebbe crollata.

-Non sono una professoressa, non faccio ripetizioni né corsi di recupero. Potete fare quello che volete, basta che lo facciate senza troppo rumore.-

 

-“Biondino” non mi piace.-

Ribadì il ragazzo, che si era nuovamente girato.

-Mi chiamo Matteo. Matteo Conti.-

-Per me sarai sempre “biondino” se non abbandonerai il “Testa a Cespuglio”, in casi più fortuiti “Conti”.-

Borbottò lei.

-Non ci hai ancora detto una cosa, Conti.- continuò calcando sul cognome. –Tu perché sei dentro?-

-Ho litigato con l’insegnante di recitazione. Lui mi ha sbattuto fuori.-

Sembrava orgoglioso.

-Non hai perso la parte?-

-Oh, sì. Prima ero protagonista, ora sono una voce fuori campo.-

Il suo sorriso non diminuì nemmeno di un millimetro.

Irina pensò che quel ragazzo avesse seri problemi cerebrali.

 

 

Il liceo sperimentale Michelangelo era diviso in quattro indirizzi: artistico; musicale; lingue e recitazione; sportivo.

Le aule delle classi e dei laboratori si trovavano nei primi due piani.

Al terzo piano, ultima porta a sinistra, stava l’aula del Doposcuola Punitivo, dove quel giorno di Febbraio Irina Rainieri stava rinchiusa a contare le ore che la separavano dal rientro a casa.

La ragazza si guardò intorno annoiata.

Fran dormiva, la testa china sul banco.

Il ragazzo che aveva truccato i suoi voti si era infilato le cuffie dell’i-pod nelle orecchie e fissava con aria assente il cortile deserto fuori dalla finestra.

L’altra ragazza era concentrata sul un mucchio di fogli, i corti capelli neri che le nascondevano il viso.

Sospirò rendendosi conto che l’unico che sembrava disposto a parlare fosse il biondino.

Gli picchiettò sulla spalla con la matita decisa a non intrattenere una conversazione più lunga di dieci minuti, ma desiderosa di trovare risposta alla domanda che le martellava il cervello da quando era entrata.

-Senti, biondo, come mai siamo così pochi qui dentro? Non saremo nemmeno lo zero virgola cinque per cento degli studenti.-

Lui fece una smorfia irritata al nomignolo che sfociò poi in un ghigno.

-Non te ne sei accorta? Qui sono tutti troppo perfetti e diligenti per farsi mettere in castigo. Mirano tutti troppo in alto. E poi ci siamo noi. Se ci pensi non abbiamo fatto niente di esagerato, semplicemente siamo usciti un po’ dagli schemi. Siamo diversi. Noi siamo come dei fuorilegge.-

Irina sorrise suo malgrado.

Le piaceva il termine “fuorilegge”. Aveva un gradevole retrogusto piccante.

-Perché sorridi?-

Lei scrollò le spalle.

-“Fuorilegge”. Mi piace.-

-Sei strana, tu, Testa a Cespuglio-

Lei ignorò il modo in cui l’aveva chiamata e scrollò incurante le spalle.

-Ah, lo so.-

Sì, lei sapeva di essere, o per lo meno di sembrare strana.

Una massa di scuri capelli castani ricci e disordinati tra i quali si distinguevano svariate ciocche bordeaux, perennemente in jeans, accompagnati da felpe enormi ed all star colorate e una matita solitamente appoggiata dietro l’orecchio destro o, come in quel caso, tra le labbra.

Sì, poteva dire di sembrare particolare.

A lei piaceva.

Le piaceva esprimere la sua arte anche esteriormente.

Le piaceva avere un aspetto da… fuorilegge, ecco.

Irina sorrise di nuovo.

Le piaceva quella parola.



 

 

 

 

 

Buongiorno a tutti! 

La qui presente Mary ringrazia i coraggiosi che sono arrivati fino a leggere il suo sclero giornaliero. 

Questa è la prima storia che pubblico in originali. Devo dire che mi trovo molto meglio, mi sento molto più libera e a mio agio a parlare di personaggi che sono miei e non di altri autori. Posso dire di essere già innamorata di tutti loro, e mi auguro che prima o poi si trovino altri ammiratori.

La protagonista principale è sicuramente Irina e i capitoli saranno quasi sempre dal suo punto di vista, ma non sarà solo la sua storia che verrà raccontata. Tutti i ragazzi del Doposcuola Punitivo avranno un loro posto e una loro importanza, dal momento che li adoro già tutti.

Spero davvero che la storia interessi a qualcuno e che quel qualcuno mi faccia sapere il suo parere. 

Bè, gente, che dire ancora... mi auguro di vedere qualcuno quando pubblicherò il prossimo capitolo.

Ciao a tutti! 

Mary

  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Mary_