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Autore: PattyOnTheRollercoaster    06/02/2011    8 recensioni
“Amore al Primo Sguardo. E questi cosa sono?”, domandai prendendo in mano una scatola di dolci molto elegante.
“Sono cioccolatini stregati. Per fare scherzi, sai? Chiunque li mangi s’innamora della prima persona che vede”, disse Fred prendendo in mano uno dei pacchetti.
“E funziona davvero? Ingegnoso”, disse Ginny sorridendo.
“Si, ogni singolo cioccolatino è stregato. L’effetto può durare anche un mese, dipende dal peso del ragazzo, e se sono un po’ stagionati è meglio.”
“Forte!”, disse Ginny ridendo. “A chi ne manderesti uno?”, chiese a George.
Lui ci pensò un po’. “Non saprei. Forse a Ron, tanto per dargli fastidio. O alla Parkinson”, disse lui con un ghigno.

E invece l’avevano mandato a Malfoy.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Per sbaglio e per fortuna





Capitolo 1
Cioccolatini ripieni





Hermione
Dalla fine della guerra era passato un anno. Io e Ron ci eravamo messi finalmente assieme alla fine di tutto quanto; ci era voluto Voldemort per farci svegliare un po’. Mi sembrava così strano che ci conoscessimo da quando avevamo undici anni e ci fossimo resi conto di piacerci solo a diciassette, da veri perdenti quali siamo e ai quali sono fiera di appartenere. La banda dei perdenti: io, Ron e Harry.
Dopo un anno tutti e tre ricevemmo una lettera dalla preside McGranitt che ci domandava, senza il solito tono formale che usava sempre nelle lettere ufficiali, se volessimo tornare ad Hogwarts per un anno extra, siccome non avevamo mai veramente terminato la scuola. Uccidere Voldemort era stato un lavoro complicato, non avevamo avuto tempo di studiare per il M.A.G.O. Ovviamente accettai subito. Non aver ottenuto il diploma e non aver passato tutti assieme l’ultimo anno era una delle cose che mi dispiaceva di più. Anche gli altri tornarono volentieri, e non saremmo stati solo noi, ma anche altri nostri compagni che non avevano terminato gli studi dell’ultimo anno, soprattutto perché i genitori li avevano ritirati dalla scuola. Lord Voldemort, durante l’anno in cui aveva regnato incontrastato, era stato terribilmente influente sulla comunità magica e anche su quella babbana che custodiva il segreto, come i genitori di figli maghi o i babbani sposati a streghe e maghi.
Con noi ci sarebbero stati anche Draco Malfoy, con gli inseparabili Tiger e Goyle, e Blaise Zabini, che era stato ritirato poco prima della fine dell’anno dai suoi genitori. Oltre ai Serpreverde sapevo che con noi ci sarebbe stato Dean Thomas, che si era ritirato da scuola negli ultimi tre o quattro mesi. Per i Tassorosso e i Corvonero invece non sapevo nulla, a parte che ci sarebbero state le gemelle Padma e Calì Patil.
Ci aspettava quindi un altro anno ad Hogwarts. L’ultimo, questa volta.
Quando fummo sul treno diverse persone ci guardavano e ci additavano senza un briciolo di pudore, se possibile più di prima… Immagino che vedere Il Bambino che era Sopravvissuto più Volte fosse un vero spettacolo. Eravamo in cabina assieme a Luna, Dean e Neville, e non tutti erano abituati agli sguardi indiscreti a cui, dopo qualche tempo, io non facevo più caso. “Non possiamo almeno tirare le tendine?”, chiese Dean guardando nervoso verso la porta.
“Dean ha ragione”, dissi. Mi alzai e chiusi la tenda dello scomparto, con la disapprovazione e le smorfie di un paio di ragazzine del quinto anno che non potei non notare.
“Certo quello che hai fatto gli scorsi anni è stato clamoroso, ma era ora che finissi il lavoro Harry”, disse Luna masticando una Cioccorana. “Adesso sì che la gente ti guarderà con interesse.”
Harry rise di gusto. “Finire il lavoro lo chiami tu?”
“Ma certo”, sopraggiunse Neville con finta noncuranza. “La Camera dei Segreti e la Pietra Filosofale erano solo l’inizio della storia.”
“La Pietra Filosofale?”, chiese Luna con interesse.
“Oh sì! Harry, Ron e Hermione hanno salvato la Pietra Filosofale da Tu-sai-chi il primo anno che hanno frequentato Hogwarts”, disse Neville concitato.
“E poi l’avete data a Madame Mortis?”, chiese Luna con occhi sognanti.
“Noi… no! Chi?”, domandò Ron parecchio confuso.
“Madame Mortis è la strega più vecchia del mondo, nessuno sa quando sia nata, ma si hanno testimonianze della sua esistenza già nel basso medioevo. Si dice che ogni mese beva una Pozione Rinvigorente mescolata a sangue di unicorno per restare sempre giovane, ma certo la Pietra Filosofale sarebbe molto più pratica che uccidere tutti quegli unicorni”, disse Luna con lo stesso tono che avrei usato io per parlare del punteggio che avevano fatto i Cannoni di Chudley nell’ultima partita.
Dean ridacchiò e cominciò a succhiare con gusto una piuma di zucchero extra-large. “Secondo voi quest’anno ci sarà il campionato di Quiddich?”
“Ma certo! Harry è ancora capitano!”, esclamò Ron al mio fianco.
“Si? Farai i provini?”, chiese Dean nervoso.
“Si. Tranquillo”, aggiunse poi. “Non credo ci sarà un cacciatore che ti possa superare. Però devo fare comunque i provini, è una questione di giustizia. Allenati, sono sicuro che sarai più che pronto.”
Dean sorrise, appena un po’ più contento. Forse pensava che Harry se la sarebbe presa con lui per essere stato l’ex della sua ragazza, ma Harry non era così sciocco. Oltretutto quell’anno Ginny non c’era. Lei aveva già finito la scuola l’anno scorso, e si stava dedicando ad un apprendistato da Olivander come fabbricante di bacchette. Noi tutti avevamo preso una pausa come per una specie di anno sabbatico.
I ragazzi, trascinati dal discorso, cominciarono a parlare di Quiddich. Lanciai un’occhiata a Luna, che si immerse nella lettura del Cavillo, così io tirai fuori Pozioni Avanzate volume settimo e cominciai la leggere il capitolo intitolato: ‘Pozioni Irritanti e Pozioni Irritatrici: le differenze’.
Arrivammo ad Hogwarts, come al solito, verso sera. Salutammo Hagrid che, come ogni anno, avrebbe accompagnato i ragazzini del primo per la tradizionale traversata sul lago, e ci avviammo verso il castello. Una volta che tutti furono seduti e in silenzio la McGranitt fece un piccolo discorso, diede il benvenuto ai nuovi studenti e introdusse la nuova insegnante di Pozioni, una donna alta con i capelli rossi e molto ricci di nome Serena Blurett, e Difesa Contro le Arti Oscure, che sarebbe stato tenuto da un mago dalla barba sfatta e gli occhi infossati, George Goul.
Scoccai un’occhiata ad Harry e lo vidi un po’ rammaricato. Scommetto che adesso che sapeva la verità su Severus Piton lo avrebbe accettato di buon grado come professore.
Alla fine del banchetto vidi Vitious che mi faceva segno di andare da lui. Adesso era diventato vicepreside, e credo che fosse il più adatto a quella carica. Chiamò i quattro Capiscuola, uno per ogni casa: io ero quello di Grifondoro (per una volta il mio egocentrismo prevalse, e devo ammettere che aspettavo quella carica già da diverso tempo), Tassorosso aveva Hanna Abbott, Corvonero un ragazzo di cui non sapevo il nome e Serpeverde, come c’era da immaginare, Draco Malfoy.
“Voglio avvisarvi che quest’anno le regole sono cambiate”, squittì Vitious, entusiasta come sempre. “Ogni fine del mese i Capiscuola si riuniranno per un’assemblea. Dovrete discutere di tutti i problemi della scuola, compilerete una scheda e la consegnerete alla preside. Ogni ultimo del mese, in modo che il primo del mese dopo la preside riceva ogni vostra osservazione sull’andamento della scuola. E’ chiaro?”
“Chiaro”, disse Hanna.
“Perfetto”, disse Vitious con un sorriso. “Andate pure a dormire, domani vi aspetta il vostro ultimo primo giorno!”
E così ci avviammo verso le nostre sale comuni. Anna e l’altro ragazzo voltarono a destra dopo aver superato la Sala Grande, e restammo solo io e Draco.
“Credi davvero che sia possibile fare una riunione mensile assieme, Granger?”, chiese lui allora.
“Perché no?”, chiesi io, cercando di essere cortese.
“Non lo so. Il fatto è che di solito io non parlo con i Mezzosangue”, disse rivolgendomi un ghigno.
Lo guardai furiosa, ma cercai di non perdere la calma. “Mi spiace che pensi così. Anche perché ho imparato benissimo la formula di Trasfigurazione Animale. Mi basta tanto così”, dissi avvicinando pollice e indice, “per trasformati in un furetto bellissimo. O forse questa volta potrei provare… che so, un pinguino! Sono tanto simpatici.” E sorridendo me ne andai, mentre Malfoy arrossiva di rabbia.

Draco
Non sopportavo la Granger nemmeno se la vedevo a distanza, figuriamoci se volevo vederla una volta al mese, obbligatoriamente e per parlarci senza insultarla né prenderla in giro! Se non fosse stato così vantaggioso essere Caposcuola probabilmente mi sarei dimesso dall’incarico solo per causa sua.
“Hey tu… tu”, dissi ad un ragazzino del secondo anno, “dieci punti in meno a Tassorosso.”
“Perché?”, domandò lui con tono lagnoso (i ragazzini di oggi non hanno nemmeno un po’ di rispetto verso i più grandi e più nobili di loro).
“Perché sei troppo arrogant- ah! Un Fresbee Zannuto!”, esclamai sbirciando nella sua borsa. In realtà gli avevo tolto punti perché era da troppi minuti che non esercitavo la mia autorità su qualcuno, ma un Fresbee Zannuto era una buona scusa per sgridare uno sgorbietto del secondo. Glielo presi e lo misi in borsa, mentre lui mugugnava qualcosa che non mi diedi la pena di ascoltare. Proprio quando me stavo andando scorsi la Granger che mi osservava con un cipiglio severo. La ignorai, e me ne tornai in Sala Comune.
Le lezioni erano finite, e quella sera sarei dovuto andare alla riunione dei Caposcuola. Era incredibile come le giornate passate a studiare fossero così monotone e tediose, ma quando meno te ne rendevi contoera già passato un mese. Feci una doccia veloce, e quando tornai al dormitorio vidi Tiger e Goyle attorno al mio letto che borbottavano qualcosa fra loro.
“Che cosa fate?”, chiesi asciugandomi i capelli. Loro si voltarono di scatto e Goyle nascose qualcosa dietro la schiena.
“Niente!”
“Che hai lì?” Mi avvicinai e strinsi gli occhi, dimentico di asciugarmi i capelli gocciolanti.
“Niente!”
“Ma dai, ti ho visto. Dietro la schiena!”
“Dietro la mia schiena?”, chiese Goyle assumendo un’aria esterrefatta. Mi prendeva per scemo?
“Ma che sei matto? Dammi qua!” Mi avvicinai e gli strappai di mano una scatoletta quadrata e infiocchettata. Appiccicato addosso c’era un bigliettino con scritto il mio nome. “E’ per me!”
“Già… volevamo… dartelo di persona”, borbottò Tiger.
“Volevate darmi una scatola con bigliettino a forma di cuore rosa?”
“E che c’è di male?”, chiese Tiger allargando le braccia. “Era l’unico bigliettino che rimaneva”, borbottò poi.
Se conoscevo bene Tiger e Goyle quelli nella scatola erano dolci. E altro che darmeli, quelli si li volevano mangiare! “Andate via!”, esclamai stringendomi al petto la scatoletta di dolci. “E poi non dovreste mangiare tutte quelle schifezze! Non cercateli più, chiaro? Tanto adesso li butto. Non m’interessano le ragazzine che mandano dolci.”
Una volta sicuro che Tiger e Goyle non mi avessero aggredito per rubarmi un cioccocalderone aprii la scatola. Era piena di cioccolatini, tutti incartati e con un adesivo che informava sul ripieno. Rigirai la scatola per capire chi me li avesse mandati, ma purtroppo non c’era scritto nulla. Solo quel bigliettino rosa con scritto il mio nome in lettere eleganti. Non conoscevo nessuno con una calligrafia del genere. Pensai che forse avevo un’ammiratrice. Una dalla calligrafia elegante. Chissà chi era…
Decisi di nascondere i cioccolatini, così Tiger e Goyle non li avrebbero mangiati. Era quasi ora di andare alla riunione, così mi vestii, presi un cioccolatino e feci per assaggiarlo, ma proprio in quel momento arrivò Goyle. Nascosi in fretta il cioccolatino nella tasca interna del mantello.
“Si?”
“Sono quasi le sette”, disse Goyle.
“Infatti sto andando”, dissi io spostandomi di lato per sfuggirgli. Lo vidi guardarmi sospettoso e arricciare il naso nella mia direzione. “Che succede?”
“Sento odore di crema alla nocciola”, disse alzando il naso all’aria.
Si potrebbe lodare la capacità di Goyle di distinguere gli odori a distanza di diversi centimetri, o forse addirittura metri e metri, ma in quel momento sembrava in preda ad un attacco e avevo paura che mi avrebbe mangiato. “Prova a vedere sul letto di Blaise, magari anche a lui hanno mandato qualcosa”, dissi velocemente, poi fuggii.
Evitando anche Tiger mi diressi alla saletta dove si sarebbe tenuta la riunione. Andando mi dimenticai del cioccolatino: incontrai la Granger. Sembrava assente e camminava con lo sguardo basso.
“Mezzosangue!”, l’apostrofai. Lei alzò di scatto la testa e mi fulminò con lo sguardo. In quel senso somigliava molto alla McGranitt. Si, avrebbe potuto fare la preside. Non mi rispose, e continuò a camminare a testa alta, ignorandomi, come se fossi una cacca di Doxy. Non mi piaceva più prendere il giro la Mezzosangue come una volta, perché prima reagiva ed era molto più divertente.
La riunione fu noiosissima. Durò quasi un’ora intera! Io non dissi quasi nulla, nessuno della mia casa si era lamentato di qualcosa in particolare, anche se in realtà non posso saperlo, perché non mi sono mai interessato a questo genere di cose. Fare il Caposcuola è utile solo perché si può usare il bagno privato, si possono togliere punti alle altre case e i professori sono più tolleranti e contano sul fatto che il Caposcuola dia il buon esempio, così la colpa di un guaio non va quasi mai ad un Caposcuola.
Alla fine della riunione stavo per uscire, quando qualcuno mi chiamò. Quella voce! Quanto la detestavo! L’avrei riconosciuta fra mille: stridula, nervosa, antipatica. La Granger, ovviamente. “Malfoy!”
Mi voltai e la guardai con quanto più disprezzo potessi mettere nel mio sguardo. “Si?”
“Ti devo parlare di cose molto importanti”, disse incrociando le braccia e facendo traballare tutti quei capelli riccioluti.
Sospirai. “Proprio adesso?”
“Si. Non possiamo continuare a comportarci così. Ormai dovremmo superare le nostre divergenze, la guerra è finita e dovremmo dare il buon esempio. Sai, tutto inizia dalla scuola! Se andassimo d’accordo… bla bla bla. Bla! Bla bla?” Si, più o meno è questo quello che sentii del suo discorso.
Non so bene perché feci quel che feci allora. Okay, lo so: per farla arrabbiare e farle notare che non la stavo ascoltando. Trovai nella tasca il cioccolatino, di cui mi ero momentaneamente scordato, e lo mangiai. Come da previsione, lei s’infuriò.
“Che cosa fai?! Mangi così, mentre ti parlo!” Bingo.
“E’ olto uono!”, esclamai.
“Non interessa quanto buono può essere! Sei un menefreghista! Queste sono cose importanti!”, disse lei furiosa, gesticolando.
Non l’avevo mai vista così arrabbiata. “Granger calma”, le dissi facendo il tipico gesto con le mani. “D’accordo, ti ascolterò.”
Ero davvero ben intenzionato ad ascoltare, se non altro per non sentirla strillare, ma in quel momento il mio cervello si annebbiò. Vedevo solo la Granger davanti a me, però sembrava così diversa dal solito! I suoi capelli avevano preso il colore del cioccolato fuso, i suoi occhi brillavano e la sua pelle era liscia e luminosa come il marmo.
Non mi ero mai accorto di quanto fosse bella. E, in fondo, che importava se era Mezzosangue?! Oltretutto era una persona così bella, non solo nel fisico, che non era per nulla da disdegnare, ma anche nel carattere. Era gentile, educata, molto intelligente.
Si. L’amavo.

Hermione
Lo sguardo di Malfoy si era spento. Mi osservava con un fantastico sguardo da pesce lesso: gli occhi smorti, la bocca spalancata. Sembrava fatto.
“Malfoy, ti senti bene?”, gli chiesi. Lui sobbalzò, e io feci lo stesso.
“Hermione!”, gridò.
“Oddio cosa c’è? Stai male?”
Dovevo chiamare Madama Chips!
“Ti preoccupi per me, sei così gentile”, disse lui avvicinandosi.
O forse era meglio la professoressa McGranitt.
“Andiamo Hermione!”, disse prendendomi le mani fra le sue. “Fuggiamo via e amiamoci per sempre!”
Ma ripensandoci era meglio chiamare direttamente un Medimago.
“Che cosa?”, chiesi staccandomi da lui.
“Potremmo andare a sposarci a Las Vegas, lì i babbani si sposano così presto. Andiamo Hermione, il nostro amore è così forte che non può aspettare!”
“Mi prendi in giro? Mi fai paura Malfoy, smettila”, dissi stizzita. Mi spaventai quando quasi si mise a piangere.
“Ma Hermione! Perché dici questo? Non mi ami?”, domandò disperato avvicinandosi pericolosamente.
“No! Ma sei impazzito? Se questo è uno scherzo ti giuro che non mi piace”, dissi arretrando verso la porta.
“Non potrei mai considerare il nostro amore uno scherzo. E’ la cosa più importante che ho, la sola cosa che ho!”, disse con uno sguardo insistente e sperduto che non gli si addiceva affatto.
“Il nostro amore? Malfoy, dico sul serio: smettila.”
“No. Il mio amore per te non si potrà mai placare”, disse prendendomi le mani.
“Sta’ lontano da me!”, lo sgridai, fuggendo via. Uscii dalla stanzetta e mi misi a correre verso la Sala Comune. A metà strada mi scontrai contro Ron.
“Hermione”, mi disse lui guardandomi stupito. “Che cos’hai? La riunione è già finita? Perché corri?”, chiese poi sospettoso.
“Malfoy è pazzo!”, esclamai guardandomi le spalle e stringendomi a lui. Avevo paura di rivederlo spuntare ancora dietro di noi, e ricominciare con le sue folli dichiarazioni d’amore.
Ron rise e mi cinse la vita, avviandosi verso le scale. “Come se non lo sapessimo!”, esclamò con un sorriso dandomi un bacio sulla tempia.



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Eccomi di ritorno! Dopo Therabithia e svariati altri fandom torno alle origini! XD
E' l'influenza della nostalgia, alla quale mi sto abbandonando spesso: ricordo i miei giorni da bimbetta di undici anni che aspettava lettera da Hogwarts! XD Quando il primo di settembre passò e mi accorsi che al posto di iniziare Hogwarts stavo per iniziare le scuole medie quasi mi offesi XD
Be', la mia malattia mentale non c'entra niente con questa fic! Piuttosto voglio dire:
Questa è la prima Dramione che scrivo, e se per caso vi aspettate i soliti cliché del genere, rimarrete deluse. Insomma, niente amori a prima vista, niente capelli color dell'oro per Hermione, nessuno sbruffone Malfoy (piuttosto solo un ragazzo complessato e, alla fine, uno come gli altri che ride e scherza), e soprattutto niente cose come Prince Serpeverde e Reginetta dei Grifoni, è una cosa che detesto...
Poi, il genere è principalemnte comico e romantico, questo significa che non alzerò mai il rating a rosso, indi per cui non descriverò scene di sesso di alcun tipo -Draco ed Hermione ringraziano: volevano proprio un po' di privacy-.
Non ho messo OOC negli avvertimenti, ma forse qualcuno avrà da obbiettare ad alcuni comportamenti dei personaggi. L'unica cosa che ho tentato di fare è mostrare un altro lato del loro carattere che la Rowling non ha mostrato. Non è da considerare OOC, a mio parere, perchè una persona ha più sfaccettature, il fatto che poi quelle di Draco risultino forse più strane è solo da attribuire al fatto che, dalla Rowling, è considerato poco più di un personaggio secondario e viene descritto solo dal punto di vista di Harry.
Se volete potete avere anticipazioni su questa storia e leggerle nel mio blog, che trovate nella mia pagina di autore.
Comunque, detto questo, spero che la fic possa piacervi almeno un po'! ^^
Mi farebbe molto piacere se lasciaste una piccola recensione, rispondo sempre a tutti e a tutto le recensioni negative non mi sconvolgono! :)
Al prossimo capitolo,
Patrizia
   
 
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