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Autore: Simphony    06/02/2011    6 recensioni
[Partecipante alla "Alphabet!Challenge" indetta da PucchykoGirls su EFP] L'amore gioca brutti scherzi. L'amore fa sognare. L'amore fa soffrire.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedico questa challenge a Vogue che voleva tanto leggere qualcosa di fluffoso su Aiba e Sho e a Giuly, anche se non lo sa e a ichigo perché ama il fluff. Anche se non so se tutto questo è fluff xD

Mi sono divertita a scrivere questa cosa. Non so esattamente se ha un senso, spero che comunque ci piaccia.


Partecipante alla Alphabet!Challenge , indetta da PucchykoGirls sul forum di EFP


Posso donarti il mio cuore?


*°*

Aveva conosciuto Jun quando lui faceva ancora parte dei MAIN. In quel periodo Jun

aveva una fissa quasi morbosa nei suoi confronti. Ricordava ancora quando il suo futuro collega di lavoro aveva costretto il capo dei Junior a presentarli e di come Jun non la smettesse di sorridere come un perfetto idiota.


Dietro di lui, c'erano gli altri componenti dei MAIN. Stavano parlando fra di loro.

E la risata di un ragazzo catturò un attimo la sua attenzione.
Era allegra e brillante e sprizzava gioia da ogni poro. Guardò oltre la spalla di Matsumoto.


Là si trovava il piccolo Aiba.


*°*


Bastava poco per rendere felice Jun, bastava sfruttare la frutta, il suo cibo preferito.

Aveva imparato ben presto che bastava “corromperlo” con un cesto un po' articolato.

Stava bene con lui. Jun provava un affetto morboso nei confronti. E lui si stava abituando e affezionando a quel ragazzino che gli girava sempre intorno.

Eppure, senza volerlo, la sua attenzione era sempre catturato da quell'Aiba.


Quel pomeriggio erano usciti tutti insieme. Lui e i MAIN avevano deciso di fare un giro per Shibuya. Ninomiya doveva assolutamente comprare un videogioco.

E Sho non riusciva a fare altro che rimanere a guardarlo.


*°*


Ciò che secondo Sho rendeva adorabile Jun, erano il suo sorriso e il suo sguardo. Lo affascinavano. Erano ipnotizzanti.

E quando stavano da soli, oltre che stargli sempre appiccicato e lo seguisse ovunque, Sho sentiva una sorta di tranquillità interiore che lo faceva stare bene.


Si trovava a suo agio, dopo qualche settimana, ad avere sempre quel bimbetto saltellante fra i piedi, sempre con la casella delle mail intasata dai suoi messaggi.

Eppure, c'era qualcosa dentro di lui che stonava.

Una sorta di blocco allo stomaco.


Sho ci pensava da mattina a sera. Ma aveva paura di cercare la verità.


*°*


Davanti a del Karage Aiba andava fuori di testa. Lo aveva scoperto Sho a sue spese quando era stato invitato al ristorante dei suoi genitori.


La madre, una donna dolcissima, gli aveva servitore della yaki soba squisita, dicendogli che il figlio l'aveva informata sul fatto che fosse il suo piatto preferito.


Ma Aiba non la stava ascoltando. Davanti a lui una ciotola piena di pollo fritto aveva attirato completamente la sua attenzione.

Sho rimase turbato quando Aiba lo guardò sorridendo. Dolcissimo.

Lui chinò gli occhi, rispondendo con un mugugno al buon augurio per il pasto.


Non doveva decisamente andare così.


*°*


Era molto pensieroso in quell'ultimo periodo.
Anche Jun se ne era accorto. E in quel momento, mentre lo abbracciava e lo baciava sulla bocca, Sho lo sentiva che si aggrappava alle sue braccia come se fosse un'ancora.

Jun era insaziabile.


A Sho andava bene. Era davvero affezionato a lui, stava bene con lui. Era tranquillo.
Era... diamine, bastava guardarlo.
Era affascinante. Sotto le coperte era una forza della natura.

Sho era ipnotizzato dalle sue labbra, dai suoi occhi, dal suo corpo.


Odiava quel lato di sé stesso così superficiale.

Si odiava, tremendamente.


Perché sapeva di non essere innamorato di lui.


*°*


Faceva caldo per essere una primavera giapponese.

Sho si stava allenando solo con una canottiera e un pantaloncino ed era sudato.

Si fermò un secondo, cercando di riprendere fiato. Quando si voltò verso la panca per prendere un asciugamano, Aiba gliene stava già porgendo uno, sorridendogli come sempre.


« Grazie. » sussurrò Sho imbarazzato asciugandosi il volto.


Aiba si limitò a sorridergli, ancora


« Vorresti uscire con me questa sera, Sakurai san? »


La richiesta di Aiba lo prese alla sprovvista. Il cuore smise di battere così velocemente e un sorriso spontaneo sbucò sulle labbra.


« Certamente. » disse solo.


*°*


Già i sensi di colpa lo stava rodendo dall'interno.

Mentre camminava verso Shibuya, luogo dell'incontro con Aiba, Jun gli aveva mandato qualche mail molto carina.

Voleva vederlo. Ma Sho aveva detto che era impegnato.


Si sentiva un verme.

Avrebbe dovuto impedire che Jun diventasse così importante per lui. Sapeva di non essere innamorato, ma aveva ugualmente accettato quel corpo piccolo e caldo.

Sapeva che non era innamorato. E che probabilmente nemmeno lui lo era.

Eppure, mentre si guardava intorno in cerca di Aiba e lo vedeva arrivare sorridere, non poté fare a meno di provare una dolorosa fitta al cuore.


*°*


« Hai fame? » gli chiese Aiba appena arrivato « Io ho trovato un banchetto che fa del Karage che è la fine del mondo. L'ho già mangiato. Ma lo mangerei di nuovo. » concluse ridendo, arrossendo leggermente.


Sho gli sorrise.

Le mani iniziavano a sudare terribilmente.


« Te lo pago io. » si offrì, cercando di fare colpo.


Aiba lo guardò, un po' stupito. Poi di nuovo il suo volto si animò di un sorriso dolcissimo.


« Niente è più buono di un Karage offerto da un amico » rispose ammiccandogli « Dai, andiamo! »


Già.

Doveva immaginarlo.

Amico.


*°*


Immaginava che prima o poi quel momento sarebbe arrivato. Lo sentiva nell'aria, quasi come se fosse un presagio maligno che offuscava la sua aurea.

Frequentava Jun da più di sette mesi, ormai.


Lui aveva compiuto da qualche settimana quattordici anni e si sentiva invincibile.

Sho non aveva mai avuto il cuore di dirgli che ero lo stesso di prima.


E proprio in virtù di questa nuova tappa raggiunta, quella sera Jun si presentò a casa sua, senza avvisarlo.

Quando andò ad aprire, rimase senza parole.


« Voglio fare sesso con te. » gli disse piano Jun, guardandolo negli occhi scuri.


*°*


Jun rimase fermo, davanti al portone di casa sua.

Sho era invece in stato di shock.

Sesso?


Ma era impazzito. Aveva solo quattordici anni, come gli era venuto in mente? E poi con lui? Si, c'era qualcosa fra di loro, una specie di relazione morbosa, un attaccamento che non era assolutamente normale.

Ma da lì a fare sesso...


« Sei impazzito? » sibilò afferrandolo per un braccio e trascinandolo di forza in camera.


Sho si chiuse la porta alle spalle.


« Allora? »


Jun era terribilmente a suo agio, a differenza sua.


« No Jun. Non se ne parla. » sentenziò.


*°*


« Karage! » urlò il giorno successivo Aiba entrando nel camerino dei MAIN, con in mano un bento probabilmente stracolmo di pollo fritto.

Nino stava accordando la sua chitarra, Ikuma stava leggendo e Matsumoto era di pessimo umore.


Nessuno, in pratica lo degnò di una sola occhiata. Senza perdere il sorriso, Aiba si avvicinò a Jun.


« Tutto ok? » chiese andandogli accanto.


« Sparisci. » lo liquidò l'altro, senza nemmeno guardarlo.


« Hai discusso con Sakurai-san? » chiese Aiba, imperterrito.


Jun lo guardò.

Aiba si chiese perché non rimanesse mai in silenzio. Lo sguardo di Jun avrebbe potuto ucciderlo.


*°*


Le prove quel giorno furono più silenziose del solito. E stranamente Sakurai non si era fatto vivo durante la pausa.

Nino si limitava a strimpellare, con Jun inferocito accanto.


« Sakurai ti ha scaricato, eh? » chiese quasi con indifferenza.


« Dice che sono troppo piccolo. » espose alla fine scattando in piedi « Piccolo! Ho quattordici anni, sono abbastanza grande per... per... »


« Per fare sesso? » completò il compagno.


« Si. Per quello. » borbottò l'altro tornando seduto.


« Non prendermi in giro. Ha una paura fottuta, Jun. » prese la sua chitarra e lo lasciò solo.


*°*


Masaki era rimasto senza parole davanti alla porta del camerino.


Senza volerlo, o forse no, aveva ascoltato tutto. Quando aveva sentito qualcuno avvicinarsi, si era letteralmente gettato dietro a degli appendiabiti, per nascondersi.

Si sedette a terra, troppo sconvolto.


Sakurai con Matsumoto?


Senza che se ne accorse, leggere lacrime stavano scivolando lungo le sue guance.

Come era stato stupido a non rendersene conto.

Non riusciva a smettere.


Gli abiti si spostarono. Nino era accovacciato davanti a lui, sospirando.


« Dai. Ti accompagno a prendere una cioccolata calda. » sussurrò appoggiandogli una mano sulla testa.


Aiba annuì. Continuò a piangere.


*°*


« Non fare così. » cercò di dirgli Nino, davanti al distributore delle bevande.


Aiba continuava a singhiozzare, quasi piangendo le lacrime nella cioccolata.


« Non... mi ero accorto che Sakurai si frequentasse con Matsumoto. » replicò il ragazzino.


« Non è che si frequentano. » tentò Nino « Sono solo molto vicini. »


« Ma se lui gli ha chiesto di... » s'interruppe, arrossendo.


Nino alzò gli occhi al cielo. Ma era così difficile dirlo a voce alta?


« Di fare sesso? Si, ma Sakurai lo ha anche rifiutato. »


« Questo non cambia le cose. » mormorò Aiba.


*°*


Oggettivamente, Sho si sentiva ancora peggio di quando frequentava Jun e si vedeva di nascosto con Aiba.

Sapeva che Jun non gliela avrebbe fatta passare liscia.

Finché si trattava di un bacio, di qualche cosa di leggermente più intimo, poteva andare.


Ma da lì a fare sesso!

No. Non c'era assolutamente nulla da fare.

E poi doveva dirgli che il suo cuore batteva per Aiba. Doveva dirgli che si, era importante. Che si aveva provato ad amarlo.

Ma che non ci era riuscito.


Prevedeva una lunga nottata insonne. Matsumoto non l'avrebbe presa bene.

L'avrebbe odiato. E forse andava bene così.


*°*


Perché? ”

Questa era la sola parola che girava nel cervello di Matsumoto dopo averlo ascoltato.

Era innamorato di Aiba, diceva.


Perché? ”

Ci aveva provato, diceva.


Perché? ”

Ma non lo amava come lo amava lui.


Per la prima volta, forse, in vita sua, Jun pianse per una delusione.

Piangeva quasi disperato, fra le braccia dell'uomo che gli aveva stregato il cuore. Sho lo consolava, abbracciandolo.


Stavano male, entrambi.

Eppure Sho sapeva che le cose dovevano andare così.


Meglio essere odiati per quello che si è, che essere amati per ciò che non si è.


*°*


Quando Aiba sentiva il detto “occhio non vede, cuore non duole”, non gli dava mai molto peso.


Eppure in quel momento si rendeva conto di quanto fosse vero.

Stava bene prima di scoprire che Sakurai, il suo Sakurai, se la facesse con Matsumoto.

Stava bene prima di scoprire che il compagno di gruppo fosse palesemente innamorato del suo senpai.


Non riusciva però ad odiare nessuno dei due.


Né Sakurai, che comunque aveva rifiutato l'approccio del più piccolo, né il compagno che, ben conscio dei sentimenti che Aiba provava, aveva cercato di sedurlo.


Ora doveva solo guardare avanti e reagire.


*°*


Rimasto ormai da solo, Sho doveva decidere che cosa fare. Aveva chiuso ogni rapporto sentimentale con Matsumoto, il quale, dopo un paio di mesi, aveva dichiarato che in fondo si era ripreso e che voleva continuare a coltivare la loro amicizia.


Aiba aveva smesso di uscire con lui. Il rapper non si spiegava il motivo. Raramente rispondeva alla mail o alle sue chiamate.


Il mistero rimase fino a quando un Ninomiya stanco di quelle vicissitudini amorose non gli aveva detto per filo e per segno quello che successo.


Mai Nino aveva visto qualcuno correre più velocemente fuori dal camerino.


*°*


Sho raggiunse il ristorante della famiglia di Aiba dopo quasi un'ora. Aveva dovuto cambiare due metropolitane e si era anche preso una bella multa perché era senza biglietto.


E a nulla erano valse le sue giustificazioni. Il foglio incriminato era comunque, in quel momento, finito nella tasca della tuta.

Gli tremavano le mani.

Non sapeva esattamente cosa dirgli, cosa avrebbe fatto e tanto meno come il collega avrebbe reagito alla sua vista e alle sue parole.


Eppure doveva farlo. Voleva continuare a stare al suo fianco.


Il suo cuore batteva veloce come un treno quando era insieme a lui.


*°*


Tentanto di trovare le parole giuste per replicare alle dichiarazioni di Sho, inginocchiato ai suoi piedi, Aiba boccheggiava.


Non pensava, davvero, che il rapper provasse per lui quella moltitudine di emozioni che lo avevano allontanato da Matsumoto.

Pensava di essere un amico, come tanti.

Magari uno di quelli un po' più stretti, ma pur sempre e solo un amico.

Non sapeva cosa pensare.


Era ancora ferito dal comportamento di Sho nei suoi confronti. Aveva sofferto per lui.

Ma ciò che provava poteva aiutarli a superare tutto quello.

L'ostacolo frapposto fra di loro.


« Voglio stare con te. » sussurrò abbracciandolo.


*°*


Un sorriso.

Ecco cosa riusciva solo a fare Sho, fra le braccia di Aiba.

Sorrideva.


Aveva le lacrime agli occhi. Lo strinse con forza, quasi facendogli male.

Il profumo dei suoi capelli gli riempì le narici. L'odore della pelle del suo collo lo inebriò.

Il cuore balzava nel petto, facendo strani giri della morte, ma era felice.


Si, voleva stare con lui.

Voleva vederlo felice, accanto a lui, sempre.


Forse lo amava. Era troppo giovane per essere sicuro di quelle emozioni che lo avevano fatto stare tanto male.

Ma voleva provarci.

E ci avrebbe messo tutte le sue forze.


*°*


Volgendo lo sguardo dietro di lui, Jun vide Sho che era seduto sulla panca accanto ad Aiba.


Adesso che li guardava insieme, capiva perché in sua presenza Sho fosse quasi sempre distante, quasi con la testa e i pensieri rivolti a qualcun'altro.

Il suo cuore aveva smesso di stringersi in fitte dolorose da qualche settimana.


Ormai aveva compiuto quindici anni e il tempo aveva lentamente lenito le sue ferite e la sua passione amorosa finita male.

Riusciva a guardarli e a sorridere.

Fino all'anno scorso non lo credeva possibile.


Ma Sho sarebbe rimasto sempre il suo primo grande amore.


*°*


Wafer.

Ecco di che costa si stava ingozzando Aiba in quel momento. Erano nel camerino dei MAIN.

Sho aveva finito da poco gli allenamenti ed era stramazzato sul divano a dormire.


Nino voleva suonare, ma la presenza dell'intruso glielo impediva. Jun leggeva un manga.

Senza niente da fare, Nino guardò i tre ragazzi.

Anche se si era ripreso, Kazunari sapeva che Jun era molto sensibile. Avrebbe sofferto ancora a lungo, per quanto la sua cotta fosse passata.


Sospirò, pesantemente.

Lui non sarebbe finito così facilmente nella trappola dell'amore.


Ancora non conosceva Ohno Satoshi. E non immaginava che si sarebbe innamorato.


*°*


X Ninomiya-kun ”


Questo c'era sulla lettera che gli era stata consegnata.

Gli Arashi aveva debuttato l'anno precedente. Nino aveva compiuto diciassette anni e non pensava che solo l'anno precedente faceva parte di una sub unit.

Nino si girò fra le mani la busta. Era di pesante cartoncino. La mise in contro luce.


I kanji erano perfetti. Ma non riusciva a leggerli.

L'aprì quasi con le mani che tremavano.

Chi era quel pazzo che gli poteva mandare una lettera?


L'aprì.

La calligrafia ordinata, lineare sulla carta ruvida. Nessuna sbavatura dell'inchiostro.


Un nome, in alto a destra.

Ohno Satoshi.


*°*


You're my life.


Così si concludeva la lettere. Nino l'aveva letta più e più volte, incredulo, kanji dopo kanji.

Il suo Riida era innamorato di lui.

Perché non gliene aveva parlato a voce? Perché aveva preferito scrivere una lettera piuttosto che dirglielo in faccia?


Era felice, senza ragione.

Sapere che Ohno provava quei sentimenti profondi verso di lui, lo faceva stare bene.

Anche lui era affezionato.


Forse troppo.


In sua compagnia sembrava tutto più bello, tutto più divertente.

Anche le giornate chiusi in palestra ad allenarsi.

Ma Riida meritava una piccola possibilità, no?


E lui era intenzionato a dargliela.


*°*


« Zitto Riida! » ridacchiò Nino baciandolo dolcemente.


Aiba e Sho erano in un angolino a parlottare fra di loro.

Nino e Ohno erano sul divano, a giocare alla Wii.


Se il più piccolo ripensava alla sua vita, non la poteva vedere senza il suo Riida.

Se Sho ripensava alla sua vita, non la poteva vedere senza il suo Masaki.


Il rapper prese il cellulare per mandare una mail a Matsumoto, febbricitante da qualche giorno.


Mi dispiace averti fatto del male. Ti voglio bene. Sho.”


La risposta fu rapida.


Non farlo soffrire mai. Ti voglio bene anche. Jun.”


Fine

   
 
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