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Autore: bannie    06/02/2011    1 recensioni
Lacrime amare ti bruciano la pelle ormai grigia. La scia di desolazione che ti porti dietro ti fa rimanere più solo di quanto tu stesso vorresti. Ed è allora che non le controlli più.
Questa non è propriamente un fanfiction, è la storia, il background, di un mio personaggio inventato per un gioco.
Alcune frasi potrebbero infastidire persone particolarmente sensibili, anche se quel poco di violenza che c'è è piuttosto sottointesa.
Genere: Drammatico, Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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あ なたは肩は泣いてほし.

Anata wa kata wa naite hoshii.

Vorresti una spalla su cui piangere.

 

Ma le tue lacrime sgorgano solitarie, nelle quattro mura della stanza in cui segregato.

Vorresti condividere con qualcuno il dolore e la frustrazione, ma puoi comunicare solo col tuo pianto disperato, che ti segna le gote ossute.

Gli occhi azzurri infossati in due nicchie consumate dal dispiacere, dal dispiacere della diversità.

Essere ‘particolari’ non poteva essere un problema, speravi con tutto te stesso, aspettando che la porta della tua stanza si spalancasse e il volto dell’amato fratello ti comparisse davanti. Ma non succedeva che una o due volte all’anno.

E tu cominciasti a distruggere. Parlavi con gli oggetti, frantumandoli, comunicando con loro, che ti ascoltavano pazienti, senza sussultare mai.

Nelle ceneri di una camera sonnecchiavi irrequieto, e le lacrime sgorgavano bollenti sul volto segnato dalla tristezza.

Le poche volte in cui la porta graffiata e incrinata si apriva venivi trascinato fino al salotto; ti sconvolge solo il fatto che ti ci lascino ancora entrare, dopo che gli hai dato fuoco non si sa quante volte e dopo che, insieme a tuo fratello, hai attentato alla vita di tutta la casa. Vedendolo il tuo cuore aumenta i battiti cardiaci e scopri di non essere mai stato così felice.

Tranquillamente e affettuosamente guardate la televisione, appoggiandovi l’uno all’altro, fino a che le acide voci adulte non vi separano.

«Tu andrai in Germania, e tu in collegio»

Poteva mai succedere qualcosa di più tragico?

 

Disperato, addenti il pezzo di carne che hai nel piatto. Sotto di te non c’è che il mare smeraldino. Le eliche dell’aereo turbinano, e tu, incantato le guardi ormai da ore. Berlino è la città più brutta del mondo, là, solo come un cane randagio, ti dovrai aggirare ramingo per la casa di alcuni sconosciuti parenti.

All’aeroporto un uomo elegante ti accoglie, scortandoti fino a casa, neanche fossi un carcerato. Anche se, in un certo senso, lo sei. Ma la colpa non è che tua: la prossima volta cerca di evitare che il tuo desiderio distruttivo prende la meglio sulla, poca, ragione che ti rimane.

 

Lacrime amare ti bruciano la pelle ormai grigia. La scia di desolazione che ti porti dietro ti fa rimanere più solo di quanto tu stesso vorresti. Ed è allora che non le controlli più.

 

Un armadio distrutto.

Un letto sfasciato.

Uno specchio disintegrato.

Così non puoi più vedere il solco che il pianto lascia sul tuo viso. Così non vedrai più niente, se non la vita normale degli uccellini che si posano sul tuo davanzale e zampettano nel giardino.

Però, vorresti qualcuno su cui piangere, con cui piangere.

 

«Se lo desideri, potrò soddisfare i tuoi desideri» una voce atona ti perfora le orecchie, ormai da troppo tempo inutilizzate.

«è impossibile» un filo di voce roca ti fa dischiudere le labbra screpolate.

«Dammi solo un po’ di fiducia» ti implora la voce nella tua testa e tu, stanco, cedi.

Il buio ti avvolge.

Sei solo, di nuovo.

Un calore ti avvolge la parte destra del corpo.

Il tepore ti tranquillizza.

Subentra poi il dolore di qualcosa che incide la tua carne.

Gridi disperato, ma non piangi.

Ormai è inutile anche solo pensare poterlo fare.

 

Quando ti svegli un tatuaggio purpureo copre tutta la parte destra del tuo corpo. Inebetito lo guardi, e ti torna in mente il dolore della sera prima.

 

La porta si spalanca: tuo cugino avanza guardingo. Ti scaraventi su di lui, divorandolo.

La tua fame è insaziabile, il tuo stomaco è di ferro. La tua vendetta  sarà dolce, dolcissima.

Il volto di tuo fratello impresso nel tuo cuore corrotto dal demone. Berlino non è più tua dimora.

La Truesdale solo un luogo, in cui però siete riuniti.



~writer's square (?)

Tralasciando il mio pessimo inglese, volevo per prima cosa ringraziare chiunque abbia avuto il coraggio di leggere questa storia >w< poi volevo aggiungere due paroline. 

Nel quart'ultimo rigo, 'divorandolo' significa proprio quello; e la Truesdale è un'accademia, dove il personaggio e il fratello vengono mandati insieme.

Non ho inserito questo scritto nella categoria gdr, perchè credo che di gdr abbia poco e nulla, soltanto una parola sull'amientazione alla fine.  

Il rating è giallo perchè Takanari -ecco il nome del protagonista!-  è lievemente violento. (Preciso che io non sono affatto una persona violenta, anzi, tutt'altro ♥ E non so neanche come abbia potuto pensare un personaggio così -visto nel contesto però sappiate che è un 'qualcosa' di comico, eh!-. Passa le giornate a mangiare qualsiasi cosa -rottami, alberelli, fogli, penne mattoni (?)- non è affatto dannoso ò-ò )

Basta, è meglio che mi ritiri, e non faccia altre figuracce!

Bye bye ~ ♥

Bannie, meglio detta Rinna >w<

  
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