Ma
salve popolo di vampiri, qui è dreem che vi
parla! Questa storia non è la prima che faccio su il fandom
TVD tuttavia dopo l’ennesima
richiesta da parte di una certa persona sono costretta a pubblicarla!
Non ci
sono spoiler rilevanti: si ambienta nella seconda stagione quando
Katherine è
già tornata in città, Caroline è
diventata da poco vampira, ma non si sa niente
né di Mason né dei licantropi. Sono stati
inseriti nuovi personaggi e un nuovo
intricato problema…e tutto come sempre ha a che fare con
Damon! Perciò cominciate
a leggere il prologo e spero tanto di non farvi annoiare. Buona lettura
=D
“Giuro
Damon che se non mi fai scendere da questa
macchina io…”
“Rilassati e cerca di goderti il panorama – mi
guardò di sottecchi sprigionando il più bastardo
dei suoi sorrisi - ti spuntano
le rughe se ti arrabbi”
L’aveva fatto di
nuovo!
Un po’
di tempo prima…
Era assurdo
ma ormai la pensione Salvatore era
diventata quasi la mia seconda casa, forse perché in fondo
lì vi abitava la mia
unica ragione di vita. Non era male avere un vampiro come fidanzato
anche se
non potevo di certo andare tranquillamente al cinema a trangugiare
pop-corn
senza incontrare vampiri assassini, pazzi furiosi o peggio la tua sosia
in
versione vampira pronta a rapirti il fidanzato sotto il naso.
Risi di quanto fosse diventata assurda la mia vita
nell’ultimo anno a Mistic Falls dopo la morte dei miei
genitori e spensi il
motore della macchina proprio di fronte l’abitazione.
Forse quella mattina di fine maggio sarebbe stata
abbastanza tranquilla per trascorrere un po’ di tempo insieme
a Stefan mandando
a quel paese tutto ciò che iniziasse con v e finisse con o.
Non mi accorsi di avere un sorriso da ebete
stampato in faccia né di avere stupidamente bussato alla
porta quando potevo
benissimo entrare.
Alzai gli occhi al cielo e spinsi la porta per
entrare ma qualcuno mi bloccò.
“Ma cosa diavol-” “Buongiorno anche a te
Elena”
avrei riconosciuto quell’odiosissima e suadente
voce tra mille. “Damon apri la porta”.
“Dammi almeno un motivo per farlo” lo
vidi sghignazzare dalla fessura che si era creata tra me e la porta: la
teneva
ferma con un solo dito! “Per l’amor del cielo Damon
fammi entrare” ma
dall’altro lato il mio sordo interlocutore sembrava occupato
a fare
qualcos’altro che starmi a sentire:stavo davvero perdendo la
pazienza
soprattutto perché avevo progettato un appuntamento
tranquillo senza nessun
disturbo e il vampiro che mi trovavo davanti era un disturbo!
“Vedi che chiamo Stefan!” dissi sentendo dentro
montarmi
la rabbia. La fessura della porta si allargò e da
lì sbucò la faccia ghignante
e falsamente impaurita di Damon Salvatore che mi guardava con due
buffissimi
occhi azzurri sbarrati. “Oh no…non chiamare
Stefan, ti prego non lo fare, ti
supplico non chiamarlo-” si portò una mano alla
fronte teatralmente come se
fosse il peggiore dei supplizi “-mangerebbe il coniglio che
ho stampato sulla
maglietta” piegò le labbra in un sorriso che gli
procurarono delle leggere
fossette sulle guance.
Cercai di dargli uno schiaffo ma fu più veloce di me:
richiuse la porta e io mi procurai una possibile frattura alle nocche.
Mentre
mi massaggiavo la mano dolorante da dietro la porta sentii una risata
liberatoria: potevo benissimo vedere la sua faccia che se la rideva per
il
danno che mi ero procurata. Ma quello era troppo: misi la mano nella
borsa alla
ricerca del telefono. “Che cosa sta succedendo?” la
voce di Stefan dall’altro
lato della porta mi rincuorò e con tutta la forza che avevo
in corpo la spinsi
ma…era stranamente più leggera!
Ricaddi sul tappeto ma non arrivai neanche a
sfiorarlo che Damon mi aveva presa per la vita facendomi riacquistare
l’equilibrio “Devi stare più attenta a
dove metti i piedi!”. Lo fulminai con lo
sguardo ma non riusciva a togliersi quell’assurda aria di
onnipotenza: chi
aveva ucciso per essere di così buon umore? Mi divincolai
dalle sue braccia per
passare a quelle del mio ragazzo: doveva essere appena uscito dalla
doccia,
odorava di muschio e pino silvestre. “Allora che cosa ti va
di fare?” mi disse
accarezzandomi una ciocca di capelli “Qualsiasi cosa pur di
stare con te” lo
guardai negli occhi e avvicinai le mie labbra alle sue. “Oh
ma per favore:
potreste fare morire un diabetico per quanto siete smielati!”.
Il bacio fu
interrotto da Damon che ci stava fissando dalla poltrona del salotto
con in
mano uno dei suoi soliti bicchieri colmi o di sangue o di liquore.
“Geloso
Damon?” gli chiesi in tono di sfida cercando la rivincita per
il pungo di prima
e continuando ad aggrapparmi sempre più alle braccia di
Stefan. Bevve un sorso
di quello che riconobbi come cognac “Ehi sono un vampiro:
posso avere tutte le
ragazze che voglio! Prima le ammalio-” si stava avvicinando
pericolosamente a
me che ero rimasta sola dopo che Stefan si era allontanato per mettersi
qualcosa addosso “-poi ci parlo un po’-”
ancora un altro passo verso di me “-e
poi me le porto a…” “E allora
perché non sei a divertirti con una di loro?” lo
interruppe Stefan che intanto si era procurato una maglietta e degli
occhiali
da sole e che adesso era al mio fianco guardando Damon in cagnesco.
“Vedi
fratellino quando puoi avere tutto a volte poi ti secca pure
averlo.” Ritornò
da dove era venuto posando il bicchiere sul tavolino in mogano e
prendendo tra
vari libri e bottiglie quello che riconobbi come un paletto si legno.
“Invece
perché non impalettiamo qualche vampiro? Coraggio fratellino
come ai vecchi
tempi io te e…” mi guardò scettico per
un momento squadrandomi dalla testa ai
piedi “ no lei non fa parte dei vecchi
tempi”. Odiavo il suo modo di atteggiarsi e di credersi il
più importante dei
vampiri…avrei di gran lunga desiderato che non lo fosse
più ma questo era
tecnicamente impossibile!
Irritata
presi Stefan per un braccio e mi diressi verso l’uscita.
“Certo lasciatemi pure
solo ad architettare un altro oscuro piano per tirare fuori altri
vampiri da
un’altra cripta” Non feci caso alle sue parole e
chiusi la porta trascinandomi
dietro uno Stefan alquanto taciturno. Mi strattonò un
braccio e io mi girai per
sapere cosa lo stava turbando. I suoi occhi verdi mi fissarono in segno
di
rimprovero ma anche desiderosi di chiedere. “Che
c’è?” sbottai vedendo che lui
non si decideva a parlare “Forse ha ragione”
“Forse ha ragione nel senso che io
non faccio parte dei vecchi tempi?” “No ha ragione
che lo lasciamo troppe volte
solo” mi stupii di quella risposta: a quel che ricordavo
Damon aveva sempre
vissuto da solo, non si preoccupava della compagnia, era abituato alla
solitudine…o almeno il Damon che conoscevo. “Che
cosa intendi dire?” “Da quando
non è più ossessionato da Katherine non ha
cercato più di uccidere persone, ha
mantenuto un profilo basso per non farci scoprire, tutto questo non
è da Damon:
credo proprio che sia cambiato ma se lo lasciassimo solo
potrebbe…” Capii le
sue intenzioni e non lo feci continuare oltre “va bene basta
che non si
comporti come al solito” nel suo volto affiorò un
sorriso “non ti posso
assicurare niente: è Damon!”
“E’ un vampiro” pensai.
E
forse da qui iniziarono i veri guai.