Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: ArashiStorm    08/02/2011    0 recensioni
Watanuki... che tu sia davvero destinato a vivere nella paura?
Genere: Introspettivo, Sovrannaturale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kimihiro Watanuki
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Title : paura
Paring : nessuno. è incentrata su Watanuki
Note : SPOILER ma se vi accorgete che ci sono significa che già sapete tutto XD
Disclaimer :  xxxHOLiC e i suoi personaggi sono proprietà  CLAMP



paura.... paura.... paura....

un sentimento opprimente, un sentimento debilitante, un sentimento...pauroso

Watanuki lo conosceva bene. Fin da piccolo aveva dovuto combatterlo, arginarlo, sconfiggerlo... ma non era semplice. Era solo un bambino, un ragazzino costretto ad affrontare qualcosa di troppo grande, troppo pesante per un piccolo corpo come il suo. Aveva paura per se, paura per chi lo circondava perchè sapeva che gli spiriti che lo seguivano non erano una finzione e potevano ferire, potevano uccidere non soltanto lui, ma tutti coloro che li intralciavano. Certo, lui era il piatto principale, era lui ad attirarli, era lui che metteva in pericolo gli altri solo stando loro vicino... era lui che aveva deciso di allontanarsi da tutti... in fondo non era stato difficile... nessuno voleva stare in compagnia di un ragazzino pazzo e visionario. Non era stato difficile ritrovarsi completamente solo ogni giorno mentre andava da scuola....

paura....paura...paura....

mentre era in classe

paura...paura...paura...

mentre ritornava a casa.

Casa....l'unico luogo in cui Watanuki poteva avere un po' di tregua dalla paura. Casa.... il luogo dove lo accoglievano le uniche persone che non lo punivano con lo sguardo, le uniche persone che lo amavano per quello che era, le uniche persone che non avevano paura di lui. I suoi genitori. Li amava, li amava tantissimo, erano tutto ciò che aveva, tutto ciò di cui necessitava, erano la sua ancora di salvezza, la vera ragione per cui la vita fosse degna di essere vissuta nonostante il continuo scappare e nascondersi da creature infernali e crudeli.

Felicità, serenità, tranquillità, tutti i sentimenti positivi a cui poteva pensare erano associati alla presenza di sua padre e di sua madre.

ma ora... la paura era tornata. Il sorriso di sua madre si era perso per sempre, la calda voce di suo padre non aleggiava più per le quattro mura della loro.... della sua...casa. Se ne erano andati, entrambi, lo stesso giorno, entrambi per salvare lui, quel figlio adorato e sfortunato. Se ne erano andati, piangendo, non per la loro sorte, ma per il destino che li costringeva a lasciare solo quel piccolo bambino ancora ignaro di tutto. Era ancora presto, troppo presto perchè gli occhi di quel bambino dovessero testimoniare la morte dei genitori. Era presto, ma era purtroppo inevitabile.

Aveva perso la sua ancora, aveva perso la sua felicità, aveva creduto di aver perso anche tutte le sue lacrime da quanto aveva pianto dopo quel giorno. Ma non poteva gettare la sua vita, quella stessa vita che i suoi genitori avevano salvato.

Aveva continuato a vivere... era tornato a tuffarsi nella paura della sua esistenza, nella solitudine, senza più un'ancora di salvezza. Fino a che un giorno incontrò un altro ragazzino. Era gentile, era il primo tra i suoi coetani, no, anzi, era il primo tra tutte le persone mai incontrate che non avesse paura di lui, la prima persona che gli sorridesse sinceramente da dopo la scomparsa dei suoi genitori. Era contento di averlo incontrato. Aveva imparato tante cose in cui brevi mesi in cui era stato in sua compagnia, era diventato suo amico... ma la felicità della sua presenza non fu che un attimo effimero...anche lui infatti scomparve in un vortice di petali di ciliegio...era uno spirito, come gli altri e allo stesso tempo diverso da tutti gli altri, ma non era un essere umano...nessun essere umano avrebbe mai potuto avvicinarsi a Watanuki

paura...paura...paura

Solitudine di nuovo...gli anni passavano e la solitudine e la paura erano sempre e solo le sue uniche compagnie di vita. Era dunque quello il destino che gli si prospettava davanti? Se l'era chiesto un sacco di volte e non aveva mai trovato il coraggio di rispondersi a voce alta. Aveva paura di quella risposta, ma il suo cuore urlava la disperazione della solitudine che l'accompagnava da ormai troppo tempo. La sua non era un'esistenza che apparteneva a questo mondo, non lo era più già da molto tempo, e forse, pensò, non lo era mai stata. Sarebbe morto da solo, solo come la delicata palla di pelo che teneva tra le braccia accarezzandola ancora, noncurante che la sua mano toccava un corpo ormai troppo freddo per poter percepire la dolcezza della sua mano che gentilmente lisciava quel pelo bianco.

Era solo... e aveva paura...paura...paura...

Ogni giorno inseguito da spiriti, ogni giorno a nascondersi, ogni giorno a scappare, ogni giorno...finchè la sua mano non toccò un vecchio steccato e la sua vita cambiò...


  
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