Title : paura
Paring : nessuno. è incentrata su Watanuki
Note : SPOILER ma se vi accorgete che ci sono
significa che già sapete tutto XD
Disclaimer : xxxHOLiC e i suoi personaggi
sono proprietà CLAMP
paura.... paura.... paura....
un sentimento opprimente, un sentimento debilitante, un
sentimento...pauroso
Watanuki lo conosceva bene. Fin da piccolo aveva dovuto combatterlo,
arginarlo, sconfiggerlo... ma non era semplice. Era solo un bambino, un
ragazzino costretto ad affrontare qualcosa di troppo grande, troppo
pesante per un piccolo corpo come il suo. Aveva paura per se, paura per
chi lo circondava perchè sapeva che gli spiriti che lo
seguivano non erano una finzione e potevano ferire, potevano uccidere
non soltanto lui, ma tutti coloro che li intralciavano. Certo, lui era
il piatto principale, era lui ad attirarli, era lui che metteva in
pericolo gli altri solo stando loro vicino... era lui che aveva deciso
di allontanarsi da tutti... in fondo non era stato difficile... nessuno
voleva stare in compagnia di un ragazzino pazzo e visionario. Non era
stato difficile ritrovarsi completamente solo ogni giorno mentre andava
da scuola....
paura....paura...paura....
mentre era in classe
paura...paura...paura...
mentre ritornava a casa.
Casa....l'unico luogo in cui Watanuki poteva avere un po' di tregua
dalla paura. Casa.... il luogo dove lo accoglievano le uniche persone
che non lo punivano con lo sguardo, le uniche persone che lo amavano
per quello che era, le uniche persone che non avevano paura di lui. I
suoi genitori. Li amava, li amava tantissimo, erano tutto
ciò che aveva, tutto ciò di cui necessitava,
erano la sua ancora di salvezza, la vera ragione per cui la vita fosse
degna di essere vissuta nonostante il continuo scappare e nascondersi
da creature infernali e crudeli.
Felicità, serenità, tranquillità,
tutti i sentimenti positivi a cui poteva pensare erano associati alla
presenza di sua padre e di sua madre.
ma ora... la paura era tornata. Il sorriso di sua madre si era perso
per sempre, la calda voce di suo padre non aleggiava più per
le quattro mura della loro.... della sua...casa. Se
ne erano andati, entrambi, lo stesso giorno, entrambi per salvare lui,
quel figlio adorato e sfortunato. Se ne erano andati, piangendo, non
per la loro sorte, ma per il destino che li costringeva a lasciare solo
quel piccolo bambino ancora ignaro di tutto. Era ancora presto, troppo
presto perchè gli occhi di quel bambino dovessero
testimoniare la morte dei genitori. Era presto, ma era purtroppo
inevitabile.
Aveva perso la sua ancora, aveva perso la sua felicità,
aveva creduto di aver perso anche tutte le sue lacrime da quanto aveva
pianto dopo quel giorno. Ma non poteva gettare la sua vita, quella
stessa vita che i suoi genitori avevano salvato.
Aveva continuato a vivere... era tornato a tuffarsi nella paura della
sua esistenza, nella solitudine, senza più un'ancora di
salvezza. Fino a che un giorno incontrò un altro ragazzino.
Era gentile, era il primo tra i suoi coetani, no, anzi, era il primo
tra tutte le persone mai incontrate che non avesse paura di lui, la
prima persona che gli sorridesse sinceramente da dopo la scomparsa dei
suoi genitori. Era contento di averlo incontrato. Aveva imparato tante
cose in cui brevi mesi in cui era stato in sua compagnia, era diventato
suo amico... ma la felicità della sua presenza non fu che un
attimo effimero...anche lui infatti scomparve in un vortice di petali
di ciliegio...era uno spirito, come gli altri e allo stesso tempo
diverso da tutti gli altri, ma non era un essere umano...nessun essere
umano avrebbe mai potuto avvicinarsi a Watanuki
paura...paura...paura
Solitudine di nuovo...gli anni passavano e la solitudine e la paura
erano sempre e solo le sue uniche compagnie di vita. Era dunque quello
il destino che gli si prospettava davanti? Se l'era chiesto un sacco di
volte e non aveva mai trovato il coraggio di rispondersi a voce alta.
Aveva paura di quella risposta, ma il suo cuore urlava la disperazione
della solitudine che l'accompagnava da ormai troppo tempo. La sua non
era un'esistenza che apparteneva a questo mondo, non lo era
più già da molto tempo, e forse,
pensò, non lo era mai stata. Sarebbe morto da solo, solo
come la delicata palla di pelo che teneva tra le braccia accarezzandola
ancora, noncurante che la sua mano toccava un corpo ormai troppo freddo
per poter percepire la dolcezza della sua mano che gentilmente lisciava
quel pelo bianco.
Era solo... e aveva paura...paura...paura...
Ogni giorno inseguito da spiriti, ogni giorno a nascondersi, ogni
giorno a scappare, ogni giorno...finchè la sua mano non
toccò un vecchio steccato e la sua vita cambiò...