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Autore: Something Rotten    09/02/2011    2 recensioni
Serie di One shot su San Valentino,ai limiti del Fluff.
1)Frank x Gerard (And I, and I need your soul because your always soulful]
2)Ian Watkins\Brandon Boyd (love hurts)
"Si, ma cazzo, almeno lasciami parlare, no?" aveva chiesto furente.
"Brandon, per favore, calmati, potresti avere un infarto."
"Io lo so, cavolo, lo so che quel coso è meglio di me, più giovane, più carino e meno strano... però un po di correttezza nei miei confronti... poteva lasciarmi prima di portarlo a letto."
Mike aveva sbuffato, portando l'amico a bere una sana birra, così fredda da calmare i suoi "bollenti spiriti."
"Sai che non basta, vero?" aveva chiesto Brandon, sbattendo la bottiglia contro quella dell'amico.
"Lo so, ma prima di un concerto non puoi ubriacarti come una zucchina."
Genere: Erotico, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Avenged Sevenfold, Bullet for My Valentine, My Chemical Romance
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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San Valentino ù_ù
Personalmente odio questo giorno, ho un ragazzo ma credo che per esprimere quello che si prova non serva per forza un giorno all'anno, diavolo!
Tralasciando questo ù.ù
Saranno un paio di flash sulle mi coppie preferite. ù-ù
Forse saranno tutte estremamente fluff, altre un po di meno, ù.ù
Darò il peggio di me, lo giuro.

 Dear Heart, why him?

1) Frerard.

«And I, and I need your soul because your always soulful
And I and I need your heart, because your always in the right places


Gerard odiava San Valentino, odiava con tutto il cuore quella festa.
La odiava fin da piccolo, quando, con il padre ed il fratellino, se ne andava per i negozi a cercare il regalo perfetto per la madre.
Aveva buon gusto in fatto di regali, ma era così dannatamente improntato sulla ricerca del regalo perfetto da dimenticarsi, pure, di mangiare.
Perché se Gerard Way faceva qualcosa, la doveva fare in grande stile, sennò era inutile.
Ed era per questo che, quel tredici Febbraio, aveva spento tutti i telefoni, compreso quello di casa, per finire di "confezionare" il regalo per il suo ragazzo.
Aveva messo dell'ottima musica rilassante, per aiutarlo nella creazione, aveva perfino preparato la macchina del caffè da dodici tazze, quella delle grandi occasioni, ed infine aveva comprato anche una carta da lettere buona, quella raffinata.
Non gli importava che il colore fosse così dannatamente da checca, rosa schocking per la precisione, e che la carta profumasse di fragola da far schifo.
Era colpa del suo ragazzo se era diventato così sentimentale e, soprattutto, così poco mascolino.
Si era posizionato in cucina, dove c'era abbastanza luce e soprattutto un po d'ordine.
Aveva preso un vecchio disegno che raffigurava il volto del ragazzo, lo aveva perfezionato apportando un paio di modifiche necessarie  e poi lo aveva piegato con cura  e con attenzione, una volta che tutto il colore si era asciugato, evitando così delle sbavature antiestetiche.
Poi aveva preso la carta rosa e profumata, cercando di scrivere tutto quello che sentiva in quel momento nel migliore dei modi, evitando anche ripetizioni e cose varie.
Sembrava una tredicenne alle prese con un compito in classe sull'amore!
Dopo qualche ora, con sua grande sorpresa, aveva finito tutto.
Non gli restava che comprare qualcosa di abbastanza carino!
Pensava che se si fosse presentato al suo ragazzo con una lettera ed un suo ritratto, l'altro lo avrebbe preso decisamente a testate, dandogli , per giunta, del tirchio.

Era tornato a casa verso le nove della sera, stanco e spossato.
Dopo tanti giri in compagnia del fratello aveva trovato il regalo perfetto da poter allegare a tutto il resto.
Si sentiva soddisfatto del regalo e soprattutto del suo estro artistico, non si sentiva così pieno di sé da tempo, più o meno da quando aveva rivelato i suoi sentimenti all'altro.
Certo non era stato uno dei momenti più romantici della sua vita, visto che era parzialmente alterato dall'alcol e dalla vicinanza del ragazzo.
Ma aveva detto una delle cose più romantiche che gli fosse mai balenata nella mente, anche se l'aveva copiata da David Bowie.
"Senza di te io sarei il nulla" gli aveva detto, mentre l'altro gli preparava un caffè per riprendersi dalla sbornia.
"Lo so, non c'è bisogno che me lo dici".
"No, non hai capito. Io ti amo e non sarei niente per davvero."
L'altro era rimasto, immobile, osservando il caffè venire su nella macchinetta, come se fosse congelato.
L'osservava, mentre sorrideva  come un cretino.
Si ricordava benissimo, l'espressione che aveva sul viso quando si era girato per guardarlo.
Aveva un sorriso enorme, ai limiti tra l'incredulo ed il felice.
Poi si erano baciati, senza dirsi nient'altro.
Solo qualche bacio, prima di addormentarsi sul letto.
Non era stato un granché come poeta, ma ne era lo stesso orgoglioso.
E, anche se era passato poco più di un anno, sentiva ancora il calore pervadergli il petto quando ripensava a quel giorno.
E nel ricordo si era addormentato sul divano, ancora vestito e soprattutto ancora con il regalo tra le mani.

Il giorno dopo, con un gran mal di schiena dovuto alla posizione scomoda, si era diretto verso la casa del ragazzo.
"Gee!" il piccoletto gli era saltato in braccio, rendendo ancora più forte il mal di schiena.
"Ouch" aveva detto, mentre l'altro si  scusava per avergli fatto male "Non è colpa tua, sono io che dormo in piedi come i cavalli."
"Non hai più l'età vecchio!"
"Ti odio...ah, Buon San Valentino Frankie.." aveva esclamato baciando il più piccolo.
"è San Valentino?" aveva chiesto l'altro, non appena era finito il loro bacio.
"Non ci provare piccoletto, entriamo?"
"Oh, si certo."
Frank aveva fatto accomodare il più grande nel salotto, prima di sparire nello stanzino, per poi ricomparire con un enorme busta bianca.
"Posso fare prima io?" aveva chiesto titubante Gerard.
"Certo, adoro ricevere regali."
Frank aveva preso la busta dalle mani di Gerard, aprendola come se fosse un ragazzino nel giorno di Natale.
Apriva la busta sorridente, muovendo lo sguardo dal contenuto a Gerard, sorridendo ancora di più.
Aveva aperto la prima bustina, dove c'era il disegno.
L'aveva guardato per interminabili secondi, come se ci fosse solo quello nella busta.
Aveva ancora i capelli verdi su quel disegno, ciò significava che era molto tempo prima.
"Gee è stupendo.." aveva biascicato "Ma di quanti anni fa è?"
"Tanti, mio piccolo nano."
"Devo trovare una cornice.. lo voglio in salotto questo qui!" aveva commentato nel pieno dell'entusiasmo.
"Prima apri il resto."
Con la stessa espressione da bambino dipinta sul volto, aveva aperto la seconda bustina.
"Dio!" aveva esclamato, reprimendo la voglia di ridere per la carta.
"Lo so è da checca, ma non ho trovato di meglio."
"No, Gee... va benissimo così."
"Non leggerla ad alta voce, mi imbarazzo."
"Ok, ok, la leggo a mente, sempre se riesco a decifrare la tua scrittura. Nel disegno sei perfetto, peccato per la scrittura.. Mon amour."
Aveva letto la lettera, soffermandosi in particolare su di una frase.
Alla fine non aveva retto, doveva leggerla ad alta voce, per capire se era riuscito a decifrarla correttamente.
"Ed io ho bisogno di te ,Frank. Ne ho bisogno perché hai così tante emozioni nell'anima da rendermi meno apatico. Ho bisogno di te perché sai sempre quello che fare e perché tu ed i ltuo cuore siete sempre nel momento giusto al posto giusto. E forse non capirai il senso di queste mie parole, perché cazzo, sono sempre così scontate e rubate da altri cantanti... ma io ti amo."
"Ti ho detto di non leggerla ad alta voce!"
"Non ho saputo resistere, mi dispiace.."
"Ti odio."
"Hai appena sostenuto il contrario e cavolo, è la seconda volta che me lo dici."
"Ti amo, ti amo, ti amo per altre dodici volte, ognuna per ogni mese che abbiamo passato insieme."
"Sono più di  trentasei, i mesi che abbiamo passato insieme."
"Lo so, ma ne ho perso il conto! E devi ancora aprire l'altro regalo..."
Frank aveva preso tra le mani il piccolo pacchetto, scuotendolo per cercare di capire quello che c'era all'interno.
Ma non riuscendo a sentire nessun rumore, lo aveva aperto.
La sua espressione era impagabile, Gerard si rammaricava del fatto che non avesse portato alcuna macchinetta fotografica per immortalarlo.
"Oh, Cristo."
"Ti piacciono?"
"Cristo..."
"Sai cosa sono, vero?"
"Si.."
Frank era diventato rosso come un pomodoro, tirando fuori dalla scatola quel paio di manette leopardate.
"Se vuoi possiamo usarle subito.." aveva commentato Frank, scivolando dall'imbarazzo per atterrare sull'erotico.
Gerard non se l'era fatto ripetere due volte, avvicinandosi al più piccolo.
"Gerard Way, te l'ho mai detto che ti amo?" aveva chiesto Frank, mentre il più grande si posizionava sopra di lui.
"No, ma potresti cominciare a farlo.."


Giudicate voi o.o
Naturalmente ci sarà anche la versione di Frank ù.ù
Alla prossima e ringrazio in anticipo tutti quelli che son arrivati fino a qui senza vomitare anche l'anima.

   
 
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