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Autore: Lady Furianera    09/02/2011    1 recensioni
Su quel balcone venivano coltivate delle rose rosse che in molti venivano ad ammirare. Il loro profumo dolcissimo attirava visitatori da molto lontano che seguivano la scia della fama del famoso roseto di Neo Verona. [Piccolo tributo ad Hermione - Dedicata a mery_wolf]
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NdA: uhm, dunque. Comincio col dire che Hermione non è il mio personaggio preferito, ma nemmeno la odio. Credo che sia la più grande vittima dell'ipocrisia dei nobili di Neo Verona. E quindi ho voluto che si liberasse di questa maledizione, con un piccolo aiuto. E la dedico alla mery_wolf sperando che basti a blandirla durante l'attesa per la SasuNaru... 8D
Buona lettura.

I'd rather be anywhere but here without you.

A Neo Verona erano cambiate molte cose con il passare del tempo, ma alcune di esse erano rimaste quelle di sempre perché certe cose, si sa, non cambiano mai. Ad esempio, i fiori c'erano ancora: erano tanti e ben curati. L'aria calda di maggio era piena del loro profumo e per terra, ogni tanto, si trovavano i petali caduti di qualche tulipano o campanule morenti. Inoltre, in cima al palazzo del granduca, c'era ancora il balcone da cui solitamente i nobili ammiravano la festa del solstizio d'estate.

Su quel balcone venivano coltivate delle rose rosse che in molti venivano ad ammirare. Il loro profumo dolcissimo attirava visitatori da molto lontano che seguivano la scia della fama del famoso roseto di Neo Verona.

Se si preferiva contemplare i fiori da soli, si doveva però salire sul balcone nel primo pomeriggio o alla sera tardi. Hermione aveva approfittato della tranquillità di quelle ore in cui le persone si ritiravano per riposarsi dopo il pranzo per salire alla torre più alta del castello della città.

Il sole batteva forte, ma il venticello che frusciava tra le rose e che le faceva brillare rendeva il caldo più sopportabile. Hermione si avvicinò ai cespugli di fiori e, guardandoli assorta, si ricordò di quando, su quello stesso balcone, aveva preso sotto braccio il suo adorato Romeo. L'espressione cordiale che caratterizzava i suoi lineamenti fini lasciò il suo posto ad un sorriso malinconico; l'espressione che di solito si ha quando si ripensa ad un ricordo - lontano o vicino che sia - bellissimo, poi distrutto da una grande sofferenza.

Oh, messer Romeo” - disse in un sussurro - “mi chiedo cosa sarebbe successo se mi aveste dato la possibilità di amarvi come davvero avrei voluto. Vi avrei reso felice. Ci saremmo sposati... E non avreste fatto questa fine” terminò, tristemente.

Con i se e con i ma non si va da nessuna parte, madonna Hermione.”

La ragazza riconobbe la voce del nuovo granduca; Francesco le mise una mano sulla spalla e la fermò gentilmente prima che si inchinasse. “Avete un così bel vestito, non vorrete sporcarlo” le disse.

Hermione cercò di sorridere come si conveniva, ma le uscì solo una smorfia triste.

Cosa vi affligge, madonna Hermione?”

Nulla, mio signore.”

Il vostro viso mi rivela un'incontenibile tristezza custodita con cura, madonna Hermione.”

Credo che voi siate venuto qui per riposarvi, mio signore. Non ho intenzione di farvi carico dei miei sciocchi problemi, specialmente in questo momento.”

Francesco sorrise e poi disse: “Avete un cuore d'oro, madonna Hermione. E proprio per questo vorrei che mi parlaste del dolore che grava su di esso. Parlatemene, vi prego.”

Hermione non osava guardarlo negli occhi – un po' per l'abitudine rimasta che aveva con il precedente granduca e un po' per la paura che Francesco potesse scoprire qualcos'altro semplicemente guardandola. Abbassò ancora di più lo sguardo: osservava i raggi di sole che giocavano con le ombre delle rose. “Mi domando come sarebbe stato...” sussurrò.

Si morse un labbro. Continuò dopo qualche minuto in cui stette in silenzio: “Non riesco a smettere di pensare a come sarebbe andata se solo avesse provato a prendermi in considerazione almeno una volta e una soltanto. L'avrei amato come nessun altro e non avrei mai permesso che si sacrificasse per me. Io-” e si fermò per scoppiare a piangere. Pianse forte. Non pensò nemmeno che il suo non era un comportamento adeguato ad una ragazza della sua età e di buona famiglia qual era e, per giunta, davanti al granduca di Neo Verona. Non pensò. Liberava semplicemente ciò che aveva represso e nascosto. Liberò la sofferenza e l'amarezza del suo amore non corrisposto. Buttò via tutto ciò che aveva - e insieme anche l'amore – come lacrime che scorrevano veloci e si rincorrevano una dopo l'altra sul suo viso.

Piangeva ancora disperata, quando Francesco si avvicinò al roseto e ne colse una rosa, facendo attenzione a non pungersi le dita con le spine. La avvolse delicatamente nel suo fazzoletto e poi le disse: ”Non sapremo mai come sarebbe stato. Romeo non vi amava, ma né lui né madonna Giulietta vorrebbero vedervi tristi a causa loro. Essi sono felici e si sono sacrificati perché lo fossimo anche noi” - le prese una mano e le mise il fiore scarlatto tra le dita - “Non potete girarvi indietro e cambiare quel che è stato. Vi rimane solo di andare avanti.”

Hermione strinse la rosa e l'annusò; la passò sul viso bagnato per sentire la morbidezza dei suoi petali. In quegli istanti, con la rosa nella mente e nel cuore e non solo tra le mani, lasciò che le tornassero in mente bellissime immagini che fecero cadere altre lacrime.

Non potrò mai amare nessuno come amo lui” disse tra i singhiozzi.

Nessuno vi chiede questo” rispose in un soffio, Francesco. “Il primo amore non si scorda mai, madonna Hermione. Ma un giorno troverete qualcuno che vi amerà esattamente come lo amerete voi. Sarà il destino a farvi incontrare. Dovrete aspettare, poiché nulla viene senza attendere e magari anche soffrire. Ma arriverà il giorno in cui qualcuno, forse uno straniero o qualcuno a voi molto vicino, vi prendere la mano e vi dirà che siete bellissima” - Hermione si asciugava le lacrime e Francesco sorrise ancora - “Ma voi non dovete nascondervi tra i ricordi, altrimenti il futuro non vi vedrà.”

Quando il viso fu asciutto, la ragazza chiese: “Davvero accadrà una cosa del genere? Ne siete sicuro, mio signore?”

Ma certo. Ma dovete promettermi una cosa, madonna Hermione. Promettetemi di essere voi stessa. Non vi è permessa nessuna eccezione. Me lo promettete?” la sua voce era solenne, ma sul viso era dipinto il solito sorriso gentile che caratterizzava Francesco.

Ve lo prometto, mio signore” e anche Hermione sorrise, questa volta sincera.

Il granduca se ne andò, dopo essere rimasto un altro po' a rimirare le stupende rose assieme alla giovane. Il vento arrivava più fresco adesso ed Hermione decise a sua volta di rientrare. Prima però si girò ad osservare il cielo azzurro; nemmeno una nuvola ad interrompere quell'oceano celeste.

Ai miei occhi nessuno sarà mai come voi. Conserverò il vostro ricordo nel cuore fino alla fine dei miei giorni, ma non vivrò di esso. Andrò avanti per la mia strada. Spero veglierete sempre su di me, messer Romeo”, parlò rivolgendosi al cielo.

Infine chiuse gli occhi; sentì l'aria fresca che l'accarezzava e i raggi caldi che le illuminavano il viso. Poi si sciolse i capelli lentamente. Lasciò che si liberassero e che il nastro che li aveva tenuti prigionieri per tanto tempo danzasse con il vento, fino ai confini del mondo. 


 

   
 
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