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Autore: Jade    02/01/2006    9 recensioni
Come dico sempre: anno nuovo...storia nuova! Difatti, carissimi, eccomi qui con un'altra trama D/G che però vi stupirà! Si, si! Questa non è una mia solita fic(anche se certe cose non mi tradiscono) ambientata a scuola dove Ginny si innamora...Draco la vuole...NO! No e ancora no! Qui Ginny è...e Draco è...non ve lo dico...LEGGETE!^^Avviso tutti(dato che è una notizia di cui ridere) che la storia l'avevo concepita come one-shot e che il risultato sono un centinaio di pagine suddivise in una venitna di capitoli...notate che one-shot?!?! Bè, ho detto tutto quello che dovevo dirvi quindi spero in molti lettori e in recensioni che supportino la mia gioia per aver fatto questa fic in cui(premetto per la gioia di qualcuno) nè Ron nè Harry hanno la parte di due antipatici e pedanti Grifondoro...Accontentati tutti no?!^^
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Ginny, Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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UNO

UNO

3-6-2005

Gentilissima Signora Potter,

sono lieto di informarla che, come era mio desiderio espressole in più di un’occasione, in data 12-7-2005, nella sala delle conferenze del Ministero della Magia, si terrà il primo incontro in memoria del suo defunto marito Harry Potter.

Saranno presenti alti funzionari del Ministero, ex professori, amici , Auror che hanno combattuto al suo fianco e famigliari delle vittime.

Saremo lieti e profondamente riconoscenti alla sua persona se, in una giornata così importante e dolorosa, per lei e per noi, ci allietasse con la sua gentile presenza che, dal tragico avvenimento, non è stata più vista, con rammarico, in società.

Per il suo disturbo, le porgo anticipatamente sentiti ringraziamenti da parte di tutto il Mondo Magico, se lei decidesse di farsi avanti in data sopra citata. Intanto mando i miei più cordiali saluti a lei e ai suoi figli per un futuro sempre migliore

IL MINISTRO DELLA MAGIA

Jason Reed

Gli occhi azzurri che si alzarono dal foglio di pergamena, erano particolarmente turbati. Sapeva che sarebbe accaduta una cosa del genere, lo sapeva da sempre. Nemmeno il giorno peggiore dell’anno la lasciavano in pace, nemmeno il giorno della sua morte…si degnavano di farsi gli affari loro. Erano cinque anni che la sobillavano di lettere dal Ministero e i vecchi compagni di scuola e con quegli “egregi saluti…gentilissima signora…cara Ginny…” non facevano altro che darla un fastidio insopportabile! Non rispondergli non era servito, quelli erano sempre più insistenti. Anche la sua famiglia non la smetteva di andare e venire da casa sua come se fosse stata un’invalida bisognosa di attenzioni. Lei, bisognosa di attenzioni! Che sciocchezze! Aveva imparato a non aver bisogno di nessuno da quando era morto. Guardò il gufo del ministero, un orribile barbagianni scuro, e si alzò dalla scrivania cosparsa di fogli e foglietti che le arrivavano da tutte le proprietà di Harry che lei amministrava giornalmente. Aprì la finestra e buttò fuori l’uccello che tentò pure di beccarla con cattiveria

-Uccellaccio- sbottò Ginny chiudendo le due ante con un movimento secco. Prese la lettera che aveva accartocciato e l’appallottolò per bene. La gettò nel camino spento e si diresse verso la cucina. Dobby e Winky sfaccendavano senza tregua e certi profumi riempivano la casa ogni ora grazie a loro

-Dobby dove sono Lily e Harry?- si fermò sulla porta e appoggiò la mano destra sullo stipite. L’elfo si votò con gli occhi che luccicavano e sorrise

-Signora, i bambini sono nella loro camera che giocano. Sono li da poco, prima erano qua che si rincorrevano. Presto la cena sarà pronta comunque- lei annuì

-Va bene, quando è pronto falli venire a tavola e vieni a dirmi qualcosa. Sono in camera- lui annuì

-Si signora, certo signora- lei si allontanò e Winky si voltò osservandola andarsene

-Uhm…povera signora…-

Ginny salì al secondo piano e si fermò davanti alla porta chiusa a chiave da ormai cinque anni. Non vi era più entrata. Aveva la chiave intorno al collo e quella non aveva più girato nella serratura dorata. Nemmeno i due elfi ci entravano per le pulizie, era inutile. Fece un sospiro e si avviò verso la sua camera. Una singola in cui si era trasferita con le sue poche cose e che aveva riempito di foto. Nella casa ve ne erano di lei e i bambini, di lei e la sua famiglia quando erano i bei tempi della scuola, di Hermione con Krum al matrimonio o coi figli…ma nessuna di Harry. Le aveva portate tutte in camera e in ogni angolo c’era un evento particolare. Da quando era un ragazzino a quando…mancavano due giorni all’ultima battaglia contro Voldemort. Entrò e si sedette sul letto. Sul comodino la foto che ritraeva entrambi a Diagon Alley, davanti al negozio di Shirly Gloover, negozio per bambini, dalla culla al settimo anno di età. Di li a sei mesi sarebbero divenuti genitori e si erano mossi per tempo. Harry era così contento…così…fuori di se!

-Ehi Gin, che dici di quella? Mmmh? Ti piace?- Harry corse verso una culla in vimini con una tenda attaccata al soffitto

-Beh Harry…mi pare molto antica. Ti assicuro che quella di mia nonna era proprio così- lui la guardò incrociando le braccia al petto

-Dici?- lei gli si avvicinò e gli infilò la mano sotto un braccio

-Si Harry, dico- lui annuì

-Oh bè…allora che dici di quella? E’ moderna!- le segnò una culla in legno molto simile a quelle babbane e lei ci passò una mano sopra

-Non mi convince Harry- lui alzò gli occhi al cielo

-Che ti convince allora?- lei fece spallucce

-Mah, non lo so…- girò tra le culle di ogni forma e dimensione –E poi Harry sono così care! Io non so come diavolo faremo- lui alzò un sopracciglio

-Ti preoccupi del prezzo? Le mise una mano sulla spalla –L’ultimo dei nostri problema sono i soldi se non ricordo male- lei lo guardò

-Si ma se già cominciamo con lo spendere 300 galeoni per una culla- e gli segnò quella in vimini –Quando dovremo vestirlo…quanto hai intenzione di sborsare?-

-L’indispensabile-

-E se la costruissi tu a mano?- lui alzò un sopracciglio

-Dolcissimo amore mio io…so fare varie cose ma…tra le mie abilità non c’è di certo quella di fare una…culla! Sono più bravo a sceglierne una e a comprarla- lei lo guardò e gli prese una mano

-C’è tempo- concluse -Ci sono ancora sei mesi! Quindi, possiamo…preoccuparci d’altro e in questo popò di tempo non si sa mai che io ti convinca a mettere le mani sul mestiere di falegname. Sai, nella TV babbana, nei telefilm del western i bimbi hanno quelle culle fatte dai padri che sono così belle!- alzò gli occhi al cielo –Ho sempre sognato che fossi tu a farla!- lui le prese una mano

-Andiamo Gin, forse quando mancheranno poche settimane vedrai che l’idea di una culla…tradizionale non ti farà così schifo come ora!- lui annuì

-Non ci contare signor Potter!- fece lei fingendosi offesa

-Ci conto invece- la portò fuori e stavano per andare verso la metropolvere quando qualcuno fermò Harry per un braccio. Ginny si voltò e alzò un sopracciglio –Si?-

-Buonasera signor Potter sono…Israel Mihalovic e…studio fotografia da vari anni. Vorrei…se posso, una sua foto con…sua moglie- disse guardando Ginny –Sempre che…vogliate- Harry si accigliò: odiava farsi fotografare. Ginny gli strinse un braccio

-Si Harry! Harry dai!- lui guardò Ginny –Ti prego! Ti prego! Ti prego!- saltellò –Ne abbiamo poche di questi tempi!-

-Bé…è vero…OK, va bene- guardò il ragazzo -Ma una sola e ne voglio una copia domani al Ministero. Altrimenti ti verrò a cercare- il ragazzo sorrise e annuì

-Certo signor Potter!- disse con un largo sorriso. Ginny tirò Harry davanti al negozio

-Così faremo vedere al bambino quanto ci abbiamo messo per trovargli una culla!- lui sorrise e il ragazzo scattò

Si guardavano con un sorriso dolcissimo, erano così innamorati…Avevano così tanto da fare insieme…così tanti anni davanti…

-Non puoi andarci Harry! Non ti puoi fidare di quei due!- Ginny era fuori di se dalla rabbia –Ti mentono! Mentono a tutti!-

-No Ginny- disse allacciando gli ultimi bottoni della divisa a Auror –Sono mesi che sono dalla nostra parte!-

-Non ti sei mai fidato- singhiozzò lei –E ora si?-

-Mi fido da quando sono passati dalla parte del bene- le ricordò lui guardandola seduta sul letto –Dai Gin…-

-Harry tu…non puoi andare la! Non…con così pochi uomini!-

-Arriverà una squadra di qui a poco. McDohan è andato al Ministero per questo!- lei singhiozzò –Ginny facciamo così. Se mi lascia andare, stasera ti porto a cena fuori, se non mi lasci andare, rischiamo che nel giro di un mese Voldemort ci abbia ucciso tutti!- lei lo guardò

-Ho paura, fammi venire con te!- lui le passò una mano sui capelli

-No, non pensarlo nemmeno in sogno- lei lo guardò –Devi stare qui, non puoi pensare solo a te stessa. Se sarai li io avrò tre preoccupazioni: Voldemort, te e il bambino. Non farmi questo. Non sarò mai concentrato abbastanza per sconfiggere quel mostro e questo sarebbe un guaio…rischierei la vita- Ginny lo guardò negli occhi e annuì

-Torna e portami a cena OK? Non…fermi del male non tornando- lui sorrise

-Mai- lei si alzò e lo abbracciò posandogli un bacio sulle labbra

-Ti amo da morire…-

-Io di più, ti amo di più…che dici?- lei scosse la testa

-Che non si può amare più di me- lo lasciò

-Ciao- lui sistemò gli occhiali e prese la bacchetta

-Ciao-

*

-Devo…andare a cena…- Harry si alzò da terra con il vestito degli Auror laceri e grondanti di sangue. Un braccio era stato rotto in più punti, la bacchetta si era disintegrata, la faccia era martoriata, gli occhiali rotti

-Harry- Hermione gli si avvicinò singhiozzando –Oddio…- qualcuno si avvicinò

-Ragazzo andiamo al San Mungo- disse Lupin

-No…la cena…- barcollò in avanti tenendo il braccio sano sullo stomaco

-Ha…- il moro si smaterializzò prima che potesse qualcuno toccarlo

Ginny alzò gli occhi dal tavolo su cui stava scrivendo un vero poema biblico. Era una lettera, una lettera a Luna, in Africa per un documentario. Il rumore era di certo quello della materializzazione e quindi Harry era tornato

-Harry!- uscì di corsa e scese le scale svelta. Entrò in salotto e lo vide appoggiato al muro con una sola mano. I vestiti erano…distrutti e pieni di sangue -Harry sei arrivato-

-La cena…- lei sorrise

-E’ presto- lo abbracciò da dietro –E ora devi farti un bagno- gli sfiorò il petto con una mano e si staccò. Gli occhi le caddero sulle mani, erano piene di sangue. Gli occhi le si riempirono di lacrime –Harry sei ferito…- disse con gli occhi lucidi. Lo voltò verso di se e singhiozzò –Harry…-

-Sto bene io…sto benissimo- biascicò

-Harry- lui si appoggiò a lei che quasi cadde dal suo peso -Harry!!! HARRY!!!- singhiozzò cercando di metterlo a terra senza fargli male. Era un peso morto –Oh ti prego Harry… Harry!!!- lui teneva gli occhi sul soffitto

-Ginny…-

-Harry- gli prese una mano –Harry va…tutto bene io…andiamo al San Mungo ora ti…metteranno in sesto…Harry…-

-Ho freddo…Gin…ho freddo…- lei singhiozzò

-Oh no…Harry…non mi puoi lasciare da sola…non puoi Harry!- singhiozzò stringendogli la mano tanto da farsi male da sola

-Gin- lei lo guardò –Non fa così male- lei scosse la testa –Non voglio lasciarti Gin- lei singhiozzò

-Harry…il bambino…non puoi lasciarmi sola con lui…non puoi andare via adesso…dobbiamo fare troppe cose…- si passò la mani libera sugli occhi –Oh ti prego non portarlo via!!!- guardò in alto –Non portarmelo via!-

-Gin…non voglio morire…adesso…Voldemort non c’è più e desso sarebbe così bello vivere senza problemi…-

-Harry! HARRY NON PUOI MORIRE!!!- strillò. Le mise una mano sulla schiena

-Sai credo che…il bambino non potrà avere la culla di legno Gin…- le strinse la maglia –Mi sa che non riuscirò a farla-

-Harry…- gli mise la mano sul viso e si strinse la testa al petto –Harry!!!! Harry!!! HARRY!!- qualcuno si era smaterializzato nella stanza

-Ginny, Ginny scostati che lo portiamo al…-

-NON MI TOCCARE!!!- Lupin fu colpito e cadde sul tavolino che si ruppe sotto il suo peso –Harry…Harry…- lo baciò piano –Non andartene via…non mi lasciare sola…-

-Gin…non mi lasciare andare via…- Ginny lo guardò negli occhi. Si fissarono pochi secondi poi le iridi verdi persero quella luce che Ginny amava tanto

-No, no…No Harry no…- lo scosse –Harry…HARRY NOOOO! NOOO!- lo appoggiò a terra appoggiandocisi sopra –No Harry…no ti prego…HARRY!!! HARRY!!!

Singhiozzando appoggiò la foto su comodino

-Harry…Dove sei Harry. Ho bisogno di te, non ce la faccio…-

-Mamma- gli occhi di Ginny scivolarono sulla porta –Perché piangi?- lei sorrise e si asciugò gli occhi

-Oh…Harry- il bambino, infilato tra la porta socchiusa e lo stipite si infilò dentro e correndo saltò sul letto. Entrò di corsa anche la bambina che si mise sulle sue ginocchia –I miei piccolini- li tirò a se –Avete bisogno di coccole?- le due paia di iridi verdi si posarono su di lei e Harry tirò la codina nera della piccola. Lei lo guardò gonfiando le guance

-Diglielo, digli cosa hai fatto!- la bambina fece un sospiro

-Mammina ho…fatto una cosa- mosse i piedini e la guardò alzando gli occhi e buttando fuori il labbro

-Cosa?- Harry si alzò in piedi sul letto e si passò una mano sui capelli a spazzola con aria tutta felice

-Questa volta non è colpa mia!- ridacchiò lui –No, no!-

-Ho fatto…cadere il quadro della strega e ora in soffitta sta urlando- storse la bocca –Mi sa che si è rotta la dentiera cadendo! Parla strano- Ginny sorrise: la madre di Sirius era così…terribile ancora dopo tutti quegli anni che quei due monelli andavano da lei per imparare le parolacce

-E come è caduta?-

-Ecco ho mosso la mano così e lei si…stesa!- Ginny alzò un sopracciglio: da quando, due anni prima avevano preso a fare magie erano divenuti due…terremoti. All’inizio accadeva di rado ma ora, ogni movimento fatto con desiderio o rabbia, faceva accadere qualcosa, il quadro caduto era uno dei tanti casi. Harry faceva esplodere le cose più che altro, Lilian era davvero brava a muovere le cose…e a volte Ginny temeva che si potessero fare male, non sarebbe stata la prima volta!

-Oh bè…ora ci penso io- passò una mano sui capelli dei due bambini –Ma basta andare dalla vecchia OK? Non mi va che stiate in quel posto così brutto- loro si guardarono

-L’idea è sempre di Harry!- sorrise furbamente la bambina –Sempre! È lui che mi dice quello che dobbiamo fare di gioco!-

-Bugiarda!- sbottò lui, anche se era vero: Lilian era da sempre succube di Harry. Voleva imitarlo e questo comportava pericoli per entrambi ma il fatto principale era che il monello una ne faceva ma cento ne pensava e tirare fuori un gioco eccitante che raggruppasse le sue idee…era ciò che sapeva fare meglio!

-Oh dai, non litigate OK?- li mise a terra –Su, mi sa anche che la cena sia pronta, andate a mangiare che io penso alla vecchia- Lilian prese il braccio di Harry

-Andiamo fratellone!- lo tirò fuori dalla stanza e Ginny sorrise guardandoli scendere le scale. Alzò gli occhi verso il soffitto

-Saresti…fiero Harry. Sono proprio tali e quali a te. Immaginati quando andranno ad Hogwarts- sorrise –Già ho paura…- ridacchiò -…ma di certo non avranno la preoccupazione di un Voldemort intento ad ucciderli- fece un sospiro –Quel problema lo hai già sistemato tu…per loro. E io glielo ricordo sempre- annuì -Ogni giorno…-

***********

Benissimo! Ecco qui il primo capitolo! Spero con tutto il cuore che vi intrighi abbastanza per continuare a seguirla...Spero nei vostri commenti numerosi...alla prox settimana in cui aggiornerò!

^^Jade

  
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