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Autore: yesofcourse    10/02/2011    2 recensioni
One-shot scritta in un pomeriggio di sole.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Serena era solita prendere appunti in classe durante le ore di lezione. A volte sembrava molto interessata agli argomenti trattati.. aveva un'espressione così concentrata, quasi volesse esporre le sue opinioni al riguardo di ciò che i professori stavano spiegando. Tuttavia non ne aveva il coraggio, pensò Matteo. Qualche volta era timida, ma sapeva anche farsi sentire. Era simpatica e intelligente, ma questo lui non glielo aveva mai fatto notare. In quel momento sapeva che non avrebbe dovutò stare a fissarla: si sarebbe sentita osservata, come sempre, e gli avrebbe rivolto uno sguardo fulminante nonostante tutta la concentrazione che potesse mostrare per la lezione. Ripensò all'ultima volta che si erano scambiati una parola: litigando. Ormai era l'unica cosa che riusciva meglio a entrambi. Il suo vicino di banco lo chiamo a bassa voce mostrandogli un foglietto  di carta piegato a metà. Lo prese dalla mano dell'amico e lo aprì. Quella fitta al cuore era ormai ricorrente ogni volta che si trattava di Serena: riconobbe la calligrafia. Cominciò a leggere.

<<Dannato. Hai finito di fissarmi ogni volta? Tu...tu inutile essere. Sei solo un bambino, stupido aggiungerei, perchè non ti rendi conto di esserlo. Non hai forse ancora capito che devi lasciarmi in pace? Lo so che mi ami. Lo so, lo so - Cosa credi, che io non abbia mai provato lo stesso sentimento nei tuoi confronti? Si che l'ho provato, ma adesso mi rendo conto di averlo solo creduto - che mi ami, che non riesci a non trovare occasione per rivolgermi la parola. Se solo non mi avessi stuzzicata di contunuo, offendendomi e prendendomi talvolta anche a parolacce, ora sarei dell'opinione che tu sei diverso. Ma no, tu rovini sempre tutto. Oh, ti prego, non dirmi che non è vero. Questo tuo modo di darmi sempre fastidio, umiliandomi, mi ha distrutta, ma non del tutto. C'è un cosa che  la tua stupidità non potrà mai penetrare : la mia ragione. Essa mi ha portato ad odiarti. Si, ti odio. Esci dalla mia vita, perchè non potrai mari farne parte >>

Le ultime parole erano scritte a caratteri grandi e sottolineate non si sa quante volte. Per la prima volta Matteo si rese conto di essere un idiota. Serena glielo aveva sempre detto, ma lui essendo tale non aveva mai voluto dargli ascolto. Si sentiva umiliato dalla ragazza che amava, e capì che in lui c'era qualcosa di sbagliato, ma che non poteva in alcun modo rimediare. Serena era persa, e con lei anche lui.


Piccolo bimbo penoso, io non tornerò.
  
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