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Autore: inesistente    11/02/2011    7 recensioni
“ vuoi giocare con me” chiese una voce, il bambino si girò e guardò la finestra dove c’era una bambina dai capelli rossi che teneva per mano una bambola a penzoloni la cosa strana era che…>> balbettò "occhi color cioccolato"
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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amici per la pelle

 

 

<<, Sono io, sono Ellen>> sorrise la bambina << sono tornata >>

Il ragazzino dagli occhi color cioccolato  sorrise, era  felice di rivedere la sua amica.

<<occhi color  cioccolato si è innamorato si è innamorato >> lo schernì Josch al suo fianco

<< non prenderlo in giro sbruffone! >> gli fece la linguaccia Kelly scostandosi una ciocca dei capelli biondi

<< non credete che i nostri genitori si preoccuperanno? È tanto tempo che siamo qui >> li avvertì  Ellen guardandosi intorno, il rumore del fiume poco distante da loro era rilassante così come il rosso del tramonto che illuminava i campi di grano ma quel posto l’inquietava, non c’erano rumori se non quello dell’acqua, come se tutta la foresta fosse morta come l’erba secca sotto i loro piedi, e poi non si ricordava neanche da quante ore era li

<< io non voglio tornare a casa >> protestò Josch

<< mamma si arrabbierà >> lo avvertì Kelly

<< mammona, mammona>> cantilenò Josch tra le risate  << io non tornerò mai a casa! >>

<< perché non ci raccontiamo storie per spaventarci? >> propose Ellen<< inizia tu Josch >>

 

<< c’era una volta un bambino che camminava per la foresta, questo bambino non sapeva però che di li si aggirava l’Uomo Nero >> iniziò Josch alzando entrambe le sopracciglie con fare lugubre << mentre rincorreva il pallone l’uomo nero gli disse con voce gentile che se lo seguiva gli dava delle caramelle molto buone e quel bambino decise di andare con lui, l’Uomo Nero lo portò nel fitto della foresta, dove gli alberi morti non facevano passare la luce del sole e gli uccelli non cantavano, quando furono vicino ad un piccolo stagno l’uomo prese per il collo il bambino ed iniziò a soffocarlo “perché?” urlava disperato il piccolo e l’uomo rispondeva con un ghigno “perché mi annoiavo” e continuò a stringere quel collo esile impedendo all'aria di passare quando il bambino venne avvolto dal buio l’uomo lo fece a pezzi, l’erba era macchiata di rosso mentre il suo corpo veniva mutilato, le dita tranciate, le gambe amputate con una sega come un macellaio fa con  la carne morta. Poi l’Uomo Nero buttò quei pezzi di carne nello stagno che si tinse di rosso, ma l’uomo urlò quando vide il bambino riemergere dall’acqua tutto intero, non si seppe più niente di quel bambino e neanche dell’Uomo Nero >>

 

<< non mi hai fatto neanche un po’ di paura >> lo schernì Ellen portando dietro l’orecchio una ciocca di capelli  pece e tirando le labbra rosso fuoco in un sorriso grazioso

<< se sei tanto brava parla tu >> rispose il bambino indispettito

<< va bene! >>  rispose  in tono di sfida

 

<< c’era una volta una bambina dai lunghi capelli neri >> iniziò << questa bambina se ne stava sempre seduta sulle scale di casa sua a cantare:

la dama aspetta al castello

Il castello aspetta la dama

Ed il conte la vuole sposare

Ma il castello non lo può ascoltare

Ed il conte scompare”

Un giorno la bambina smise di cantare, a sua mamma non piaceva quella canzone, sua mamma diceva che da lei provenivano voci brutte e che la bambina doveva essere portata da un prete, ma quando il prete disse che nella bambina c’era il demonio, la mamma pugnalò la bambina con un coltello, gli penetrò il cuore ed osservò con lo sguardo di ghiaccio il sangue di sua figlia macchiare il pavimento di rosso mentre i suoi occhi chiedevano il perchè, poi la murò dietro il camino senza sapere che gli occhi della bambina si erano riaperti, nella notte la bambina ritornò dalla mamma e sussurrò

“ ti voglio bene mamma”, un urlò ruppe l’equilibrio della notte ed un fiume di sangue macchiò le bianche coperte >>

 

<< bella >> sospirò il bambino dagli occhi color cioccolato incantato

<< ma si può sapere di chi ti sei innamorato? Di Ellen o di Kelly >> chiese Josch con un sorriso idiota

<< forse tu ti sei innamorato di una di loro due e perciò prendi in giro me >> rispose lui mettendo il broncio

<< uffa!  occhi color cioccolato stavo solo scherzando, dai racconta una sotria anche tu >> supplicò Josch

<< va bene >> sospirò il bambino dagli occhi color cioccolato

 

<< c’era una volta una casa, era una casa alta alta, di oltre tre piani ricoperta di edera, il tetto dava l’impressione di essere centenario e l’albero morto vicino sembrava tendesse i suoi rami come scheletriche dita pronte a prenderti, ma non era l’albero il motivo per cui si parlava tanto di quella casa, si diceva fosse infestato dagli spiriti, gli spiriti di tre sorelline morte mentre giocavano con le bambole, detta così sembrauna scemenza, ma sentite il resto . Un giorno un bambino decise di visitarla insieme a suo fratello e scoprire finalmente se era abitata da spiriti come dicevano i nonni. Attraversarono il prato d’erba secca  ed entrarono, dentro era molto buio, l’unica luce proveniva da una finestra vicino ad una camera, camminarono a passo felpato sul pavimento di assi di legno marce ed entrarono in una camera piena di luce attraversando una porta trasandata  , davanti alla finestra dondolava una sedia a dondolo con sopra una bambola sorridente, al bambino non piaceva la bambola, sembrava che quel sorriso infantile appena si girasse diventasse un ghigno, sembrava che quella bambola…lo…fissasse con odio. Guardarono ancora la camera dove c’erano tre lettini  e poi il fratello del bambino scomparve nel nulla, dissolto, sparito, volatilizzato!

“ dove sei” urlò il ragazzino guardando in ogni angolo

“ vuoi giocare con me” chiese una voce facendolo sobbalzare , il bambino si girò e guardò la finestra piena di luce dove c’era una bambina dai capelli rossi che teneva per mano una bambola a penzoloni la cosa strana era che…>> balbettò occhi color cioccolato

 

<< che? >> chiesero all’unisono gli altri tre impazienti bambini

 

<< quella bambina non aveva la faccia..era…aveva il volto liscio e bianco come se indossasse una maschera di cera

“ dov’è mio fratello” chiese il bambino tremando

“ non vuoi giocare con me?” chiese la bambina ignorando la sua domanda piegando il collo a destra

no! Non giocherò con te finchè non ritroverò mio fratello!” protestò il bambino senza sapere che quella fu la sua condanna.

"perché nessuno vuole mai giocare con me!"ringhiò la bambina buttando via la bambola ed avvicinandosi sempre di più al bambino, tendendo le mani guantate per afferrarlo

" neanche il tuo fratellino voleva giocare e adesso però rimarrai con me ".  Le finestre della casa si tinsero di rosso mentre un urlo straziante squassò l’aria. Il bambino si addormentò non per sempre però.

 

 

 

<< non mi piace questa storia >> scosse la testa Kelly << ho paura, mamma si starà preoccupando, torniamo a casa! >>

<< sei sempre la solita fifona Kelly >> la schernì Josch << o forse dici così perché non sai raccontare una storia paurosa? >>

< > disse la bambina prendendo coraggio spalancò gli occhioni azzurri di scatto ed iniziò

 

<< c’era una bambina chiamata occhi di ghiaccio, le piaceva giocare in riva al fiume con il suo miglior amico, il suo miglior amico si chiamava Denny, ma solo lei poteva vederlo, lei e Denny erano sempre insieme giocavano a salto alla corda, a corsa ed a campana, ma mai a nuotare, la bambina aveva paura dell’acqua. I suoi genitori la mandarono da uno psichiatra che disse ai genitori:“ la bambina vuole solo un amichetto, è molto comune che i bambini della sua età inventino un amico immaginario e credano fermamente che sia vero, questo disturbo sparisce con l’età, state tranquilli”

Ma la bambina sapeva che Denny era vero, tante volte l’aveva fatta spaventare facendo girare la testa alle sue bambole e tante volte l’aveva fatta ridere disegnando situazioni buffe sul suo quaderno, come un contadino che scappava dal suo spaventapasseri o un orsacchiotto che mangiava una Barbie, e ormai occhi di ghiaccio voleva tanto bene a Denny.

Un giorno andarono a giocare al fiume e Denny la supplicò di nuotare con lui, ma lei si rifiutò e allora Denny per farla nuotare la spinse nel fiume, le mancava l’aria e nonostante si dimenasse per tornare a galla non ci riusciva, Denny cercò di raggiungerla ma era troppo tardi, la bambina serrò gli occhi, ma non smise di vivere, li riaprì di colpo >> Kelly spalancò ancora gli occhioni azzurri prima socchiusi facendo sobbalzare gli altri tre amici << e continuò a giocare con Denny >>

 

<< mi dispiace d’averti uccisa Kelly >> si scusò il bambino dagli occhi color cioccolato

<< non fa niente Denny >> sorrise Kelly << tu sei il mio miglior amico, il mio amico per la pelle >> gli diede un pugno affettuoso sulla spalla ed anche occhi color cioccolato sorrise

<< tutti voi siete i miei amici per la pelle >> precisò la biondina guardando tutti i suoi amichetti << io lo dicevo che tu esistevi Denny >>

<< io lo dicevo che non ero il demonio >> continuò Ellen

<< io lo sapevo che non dovevo fidarmi dell’ Uomo Nero >> sbuffò Josch

<< io lo sapevo che mio fratello non avrebbe mai giocato con una femminuccia >> sospirò Denny << chissà se mamma a volte mi pensa >> finì scomparendo come tutti gli altri.

 

 

 

angolino di una ragazza squilibrita che scrive una storia ancora più squilibrata

certo, non fa paura e so che nessuno la leggerà ma l'ho postat lo stesso il perchè non lo so neanche io -.-"

inesistente

 

 

 

 

 

 

  
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